lunedì 29 gennaio 2018

"FRIULI INNOVAZIONE" PROTAGONISTA A BRUXELLES: PECCATO CHE PER L'ENTE REGIONE ESISTANO SOLO GLI ENTI DI RICERCA TRIESTINI!!

 
Dal sito del
PARCO SCIENTIFICO E TECNOLOGICO
"LUIGI DANIELI" DI UDINE 

"FRIULI INNOVAZIONE"
Centro di ricerca
e di trasferimento tecnologico

http://www.friulinnovazione.it/il-parco

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"Friuli Innovazione"
protagonista  a  Bruxelles:

è la realtà con il più alto numero di progetti vinti sui bandi di Supporto all'Innovazione in tutta Europa


16/01/2018

E’ Friuli Innovazione la realtà con il più alto numero di progetti vinti sui bandi di Supporto all'Innovazione in tutta Europa. Ben 6 negli ultimi 2 anni, focalizzati su temi importanti quali il supporto alla nascita di nuove imprese, la proprietà intellettuale, il coordinamento dei fondi comunitari, Industria 4.0 e performance energetiche delle PMI.
L’annuncio verrà dato ufficialmente il 24 gennaio a Bruxelles durante la conferenza annuale di EURADA, l'associazione che riunisce le agenzie per lo sviluppo e l'innovazione europee, il cui scopo è quello di mettere in rete tutti quei soggetti che operano come intermediari a beneficio dei territori e delle imprese.
Si tratta di uno degli eventi più importanti di questo tipo a livello europeo, al quale Friuli Innovazione parteciperà in veste di protagonista, forte del primato europeo nei progetti vinti sui bandi di Supporto all'Innovazione.
"Si tratta di un risultato di grande prestigio – ha dichiarato il direttore di Friuli Innovazione Fabio Feruglio - che riconosce l'operato di Friuli Innovazione a beneficio del sistema produttivo regionale. Grazie a questi progetti – ha continuato Feruglio – abbiamo creato reti di alto valore con agenzie per l'innovazione europee e abbiamo sviluppato modelli pratici per favorire la competitività delle imprese, quali ad esempio gli strumenti per valutare la performance energetica delle PMI, o i servizi a tutela della proprietà intellettuale. Risorse  che Friuli Innovazione ha saputo meritare presentando progetti di alta qualità ed impatto rilevante a vantaggio della nostra Regione".
Ultimo dei progetti vinti da Friuli Innovazione è AIM - Advanced Manufacturing Ecosystem Improvement, finanziato dal programma Horizon 2020 per 50.000, che nel corso di quest’anno lavorerà per creare una rete transfrontaliera di centri di ricerca e di formazione in ambito Industria 4.0, un vero e proprio ecosistema in grado di supportare l’adozione di tecnologie manifatturiere avanzate da parte delle PMI europee. Un progetto che agirà in maniera complementare con le altre iniziative che Friuli Innovazione sta avviando grazie ai fondi europei, come ad esempio E-EDU 4.0, progetto transfrontaliero con il Land Carinzia e la Regione Veneto finalizzato a migliorare le competenze di studenti, docenti ed imprenditori nello scenario di Industria 4.0 con un contributo di 1.200.000 Euro.
Il manifatturiero avanzato è infatti una importante sfida per l’industria europea, e tuttavia la capacità delle PMI di beneficiare del potenziale tecnologico è tuttora limitato. Tra le cause vi è anche la scarsa offerta di servizi ed infrastrutture per l’innovazione che possano agevolare questi processi di trasformazione. Il progetto intende quindi, attraverso un processo di “Peer Learning”, identificare servizi, strumenti e competenze necessarie per facilitare il passaggio delle PMI a nuovi sistemi di produzione (Industria 4.0). Obiettivo finale è quello di porre le basi per la creazione, grazie alle risorse europee, di un “Regional Innovation Hub” dedicato alle tecnologie di manifatturiero avanzato al fine di supportare le PMI sul trasferimento tecnologico, l’adeguamento delle competenze e i nuovi modelli di business legati ai processi di Industria 4.0.

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Così scrivevamo
in un Post del 2016
 
 "RICERCA E SUCCESSI
ANCHE SENZA SOLDI"
IL CASO "FRIULI INNOVAZIONE" 


Quando il Consiglio regionale e la Giunta regionale si accorgeranno che in regione non ci sono solo i già super-finanziati centri di ricerca triestini?
I candidati a Sindaco per il Comune di Udine non hanno nulla da dire al riguardo? I candidati a Presidente di Regione hanno in programma di iniziare a finanziare "Friuli Innovazione" al pari dei Centri di ricerca triestini o continueranno a ricoprire d'oro quest'ultimi continuando ad ignorare l'esistenza di "Friuli Innovazione"?

E' gradita una risposta..... 
 
LA REDAZIONE DEL BLOG

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LEGGI ANCHE:

LA VITA CATTOLICA - 15 FEBBRAIO 2017

AUTORE: ROBERTO PENSA


"Sì al merito, no ad antistoriche spartizioni territoriali"

http://lotus.friulinnovazione.it/apps/RS.nsf/0/F03F42D880645D09C12580C800301A36/$FILE/123233_223662_352254052_006.pdf?OpenElement


"Innovazione, feudo triestino?"

http://lotus.friulinnovazione.it/apps/RS.nsf/0/0350E960C552721DC12580C80030190C/$FILE/123233_223656_352254138_005.pdf?OpenElement

 

venerdì 26 gennaio 2018

27 GENNAIO 2018 - GIORNATA DELLA MEMORIA: PER MAI DIMENTICARE.

 
27 gennaio 2018
Giornata della memoria
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Circolo Camillo Medeot
24-01-2018

LE ISTITUZIONI GUARDARONO DALL’ALTRA PARTE....

Un eccidio di innocenti determinato dalle leggi razziali volute da Mussolini nel 1938. I suoi ammiratori anche quest’anno sono stati ricevuti nella sede municipale dagli amministratori della giunta del sindaco Rodolfo Ziberna.

"Il 27 novembre 1943, quattro giorni dopo la retata dei nazisti che deportarono ad Auschwitz ben 78 ebrei goriziani, un rapporto della Questura di Gorizia segnala al capo della polizia a Roma . . . non possono oramai arrecare molestia alcuna a seguito delle misure adottate nei loro confronti . . .”Questa informativa in linguaggio burocratico porta a conoscenza delle gerarchie romane che il 23, il “problema” ebrei a Gorizia era stato risolto. La realtà era ben diversa, in piena notte, sono stati strappati dalle loro case e dalle loro famiglie esseri umani che avevano l’unica colpa di essere ebrei. Sono stati sterminati quasi tutti, anche Bruno Farber di pochi mesi d’età ed Emma Michelstaedter di 89 anni. Gorizia assistette inerme a questa fanatica determinazione e inaudita violenza verso gli esseri umani più indifesi." 

 
 
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DAL SITO
"NON SOLO CARNIA"
 
articolo pubblicato il 23 gennaio 2018
a cura di Laura Matelda Puppini
 
27 gennaio 2018. Jean Amery ebreoa Auschwitz:
dove l’orrore divenne realtà
 
"(...) Nel momento storico attuale, vi è un revival pauroso di movimenti che inneggiano a Hitler e Mussolini, che sposò l’antisemitismo nazista e la caccia agli ebrei, spesso composti da giovani che ben poco sanno. È tempo che in questa nostra Europa si riprenda a studiare seriamente la storia, sottolineando i pericoli di certe derive. Per questo ho riportato, in occasione della giornata della memoria, queste esperienze e considerazioni di Jean Amery, pseudonimo di Hans Chaim Mayer, che fino alla morte portò il numero datogli come internato ad Auschwitz. Per non dimenticare. (...)"
LAURA MATELDA PUPPINI 
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martedì 23 gennaio 2018

REGIONE FRIULI - VG: "CONTRIBUTI A FESTIVAL E TEATRI: L'INFORNATA DI 13 MILIONI PREMIA TRIESTE!!"


REGIONE FRIULI – VG

CONTRIBUTI A FESTIVAL E TEATRI

Questo il significativo titolo dell'articolo pubblicato pochi giorni fa  sul quotidiano IL MESSAGGERO VENETO:
 

L'infornata di 13 milioni
premia Trieste!!
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Trieste con il solo 5% del territorio regionale e solamente il 20% della popolazione, si porta a casa ben: 6.216.155,45 euro

Friuli con il 95% del territorio regionale e ben l'80% della popolazione, si deve accontentare di: 7.339.989,55 euro
 
Dai dati elaborati da Ubaldo Muzzatti che ringraziamo per averceli forniti ed autorizzati a pubblicarli: 
 
  • Alla ex-provincia di Trieste (o per meglio precisare, alla città di Trieste!!!)  viene assegnato il 45,85% del fondo a fronte di una popolazione residente del 19,24% e una produzione di valore aggiunto (da cui le imposte raccolte) del 20,88%;
 
  • Alla ex-provincia di Udine (Friuli centrale) il 29,06% di fondi a fronte di una popolazione del 43,67% e valore aggiunto del 42,61%;
  • Alla ex-Provincia di Pordenone (Friuli occidentale) il 12,72% per una popolazione del 25,66% e un valore aggiunto del 25,99%;
  • Ragionevole la sola ex-provincia di Gorizia (Friuli orientale): 12,37% fondi, 11,43% popolazione, 10,86% valore aggiunto.

E questo il grafico elaborato da Ubaldo Muzzatti che esemplifica in maniera chiarissima la discriminazione a danni del Friuli. 

Fondi regionali triennali 2018 per attività culturali destinati alle realtà più strutturate e rilevanti: 

 
VERDE:  POPOLAZIONE RESIDENTE %

ROSSO:   FONDI PER LA CULURA%

BLU:       VALORE AGGIUNTO PRODOTTO%


 

Dov'è il trucco che favorisce Trieste? Il trucco consiste nell'aver stabilito "per scelta politica" di finanziare in via privilegiata le realtà teatrali strutturate, ossia con dipendenti fissi e una struttura organizzativa stabile, caratteristica tipica dei teatri e dei festival triestini.
Criterio che penalizza invece pesantemente il Friuli. Oltre a scelte politiche del tutto opinabili quale quella di "riservare" la PRODUZIONE teatrale quasi esclusivamente a Trieste nel mentre ai teatri friulani è riservato un ruolo subalterno di sola OSPITALITA'.

Ricordiamo infine che Trieste grazie soprattutto al FONDO PER TRIESTE, per molti decenni (non meno di 50 anni!!) ha potuto contare su ricchi fondi pluri-milionari a fondo perduto utilizzabili a piacimento, che le hanno permesso di strutturare le sue realtà teatrali. Il Friuli, al contrario, non ha mai goduto di un fondo similare e i teatri e i festival friulani spesso sono ancor oggi costretti a ricorrere al volontariato o a contratti "precari" per limiti di budget.

E non è neppure casuale (bensì VOLUTO dalla politica regionale triestinocentrica!!) che il "teatro stabile in lingua friulana", da decenni richiesto dalla minoranza linguistica friulanofona, sia ancora nel libro dei sogni!! Vuoi mai correre il rischio di sottrarre fondi a Trieste per dar vita ad un teatro stabile in lingua friulana fondamentale per la tutela linguistica di oltre il 50% della popolazione regionale? E infatti è ancora nel libro dei sogni....
 

PIOVE SEMPRE SUL BAGNATO
A DANNO DEI FRIULANI?
PARE PROPRIO DI SI' !!

Il 4 marzo e nel maggio 2018, si vota!! Ne vogliamo parlare o sulla stampa e nel dibattito politico regionale fanno notizia solo i 25 pachistani inviati a Tarvisio? 

LA REDAZIONE DEL BLOG




INFRASTRUTTURE: "PONTEBBANA, QUALE FUTURO?" - COMUNICATO STAMPA



Comitato per l'Autonomia e il Rilancio del Friuli
Udine

COMUNICATO STAMPA

20 gennaio 2018 

PONTEBBANA, QUALE FUTURO? 


C'era voluto Napoleone, per progettare la realizzazione della strada Pontebbana  che partendo da Venezia-Mestre sale per Treviso e Conegliano ed entra in Friuli nelle frazioni di Sacile, passando per Pordenone e Casarsa, Codroipo, Udine, Tricesimo, Gemona, Venzone, Resiutta, Pontebba, Tarvisio e quindi proseguire per la Carinzia con un lavoro capillare di perlustrazione del territorio metro dopo metro, e venne concretamente tracciata e realizzata sotto gli Austriaci. Si passò dai sentieri e tratturi che univano faticosamente i tanti paesi a una infrastruttura fondamentale per lo sviluppo del territorio; possiamo ben dire che la costruzione della strada napoleonica, della Pontebbana o Statale 13 è stato un avvenimento che ha cambiato la storia, l'economia e l’aspetto del paesaggio.

Ovviamente nulla può rimanere immutato. A distanza di due secoli bisogna prendere atto che il numero di incidenti stradali e lo sviluppo del traffico tra le due capitali economiche del Friuli, Udine e Pordenone, richiede delle scelte, ma possiamo pensare di ridurre la Pontebbana ad un tratturo fatto di mille rotonde, incroci e limiti di velocità sempre più pressanti, quasi riproponendo in chiave moderna la situazione pre-napoleonica? O possiamo credere che un percorso alternativo tipo Cimpello – Sequals – Pinzano – Osoppo – Gemona sia credibile?

Non sarebbe ora di affrontare il tema valutando oggettivamente che una bretella autostradale Cimpello – Udine sud (o, meglio, una superstrada non a pagamento) risolverebbe molti problemi?

In Veneto prosegue, anche se tra molte critiche condivisibili, la Pedemontana veneta. Una linea diretta tra la pianura padana e Treviso e che collegherà quindi anche Pordenone grazie alla A 28.

Come non vedere che la Udine – Pordenone (Cimpello) sarebbe il necessario corollario per l'economia friulana?

il presidente del Comitato
 
dott. Paolo Fontanelli
 
 

mercoledì 17 gennaio 2018

"LA PROGRAMMAZIONE DELLE UTI. MA DOV'E' LA RIFORMA?" di PROF. SANDRO FABBRO


LA PROGRAMMAZIONE

DELLE UTI.

MA DOV’È LA RIFORMA?

di

SANDRO FABBRO
 

16 gennaio 2018


Qualche anno fa ho sostenuto che le Unioni Territoriali Intercomunali (le famose UTI), per come erano nate e per come erano configurate, non costituivano un nuovo e utile livello di governo del territorio. Il recente piano di investimenti triennale (cfr. MV del 9 gennaio 2018) mi conferma tale ipotesi.

L’Intesa di qualche giorno fa, tra Regione e UTI, per 147 milioni di euro in tre anni, permette infatti di fare una prima valutazione dell’utilità delle UTI dal punto di vista programmatico. Si tratta di ben 265 interventi per una media di 120 euro/abitante, 550mila euro a intervento (costo, per capirsi, di una rotatoria stradale), 680mila euro per Comune (costo di una rotatoria un po’ più grande), 8ml per ciascuna UTI. Le dotazioni medie unitarie non sono quindi significative ma potevano comunque innescare una riqualificazione della spesa regionale sul territorio. Se si guarda al tipo di interventi ed alla loro dimensione reale, si scopre, invece, che si tratta di interventi -tutti magari utili-, ma che potevano essere realizzati benissimo dai Comuni (con gli opportuni supporti di personale tecnico, eventualmente). Gli interventi previsti sono, infatti, più numerosi dei Comuni e, per la gran parte, puntiformi: rotatorie e incroci sulla viabilità ordinaria; manutenzioni straordinarie, ristrutturazioni di edifici comunali, riqualificazioni di impianti sportivi, sempre comunali; piccoli percorsi ciclopedonali; recuperi di singoli edifici storici. All’apparenza, nulla di negativo, certo. Ma dov’è l’area vasta? Solo nel “Friuli centrale”, in quella della Carnia e in quella delle Dolomiti friulane, si nota qualche timida intenzionalità di intervento più ampio e sistematico. Per il resto le proposte sono tutte di scala esclusivamente comunale. Le poste più consistenti si trovano naturalmente nelle opere viarie (rotatorie e incroci) e su alcuni interventi di sistemazione idrogeologica (5ml a per un tratto di costa a Muggia) o sugli impianti sportivi (4ml per un intervento nella “Bassa friulana”). Ma si tratta sempre di opere di interesse strettamente comunale.

Dunque, qual è la ratio di questo piano di investimenti triennali di “area vasta” visto che si tratta di opere al 90% minuscole e di interesse comunale? Dove sono, per esempio, l’autosufficienza energetica, la gestione dell’acqua a fini idroelettrici, la mobilità sostenibile ed il trasferimento modale dall’auto al trasporto pubblico, i servizi alle famiglie e soprattutto alla residenzialità di anziani e giovani, la riqualificazione delle aree degradate o abbandonate, gli interventi per la sicurezza idrogeologica e l’adattamento al cambiamento climatico, e, perché no, le nuove opportunità di lavoro e occupazione che ne possono derivare? Mi si dirà: “ma i 265 interventi comporteranno anche numerosi cantieri”. Certo! Ma sono cantieri che potevano essere aperti anche dai Comuni (assicurando, ai più piccoli, le strutture tecniche per poterlo fare). Quindi, dov’è la riforma delle UTI se i Comuni sono stati espropriati di proprie “naturali” competenze che potevano esercitare da soli?

La conclusione che si potrebbe trarre da questa prima analisi è che, in questa programmazione, non si vede alcuna riforma della spesa pubblica regionale sul territorio e non si vede neppure un “progetto di territorio” da parte della Regione. Come sostenevo qualche anno fa : ”Le 18 UTI della legge regionale 26/2014 non sono né aggregazioni dal basso (anche se la maggioranza dei Comuni vi ha aderito senza particolari resistenze) né aree vaste strutturate per politiche di sviluppo territoriale perché sono troppe e perché “alcune Unioni includono comuni “esterni” al sistema locale e altre escludono comuni da sempre “interni” al sistema locale. I Comuni si sentono inoltre “espropriati” di loro competenze, a vantaggio delle Unioni, mentre la Regione, di suo, ci ha messo molto poco. L’idea di territorio che emerge da queste UTI è, quindi, quella di un territorio fatto di comunità locali un po’ artificiali, destinate a gestire servizi comunali in riduzione e senza alcuna capacità di incidere sul futuro dei territori” (MV del 21/12/2015). L’analisi fatta in precedenza conferma questa posizione espressa in tempi non sospetti.

Per la prossima legislatura bisognerà pensare ad una drastica revisione delle UTI. È oggetto di discussione se rendere facoltativa l’adesione. Ma, in ogni caso, bisognerà ridurle di numero, modificarne, dove non funziona, la composizione e soprattutto rivederne a fondo la missione, nella direzione, in primis, di restituzione di funzioni (e adeguate capacità operative) ai Comuni e di forte trasferimento, alle UTI, di poteri e competenze oggi accentrati nella Regione.

Prof. Sandro Fabbro

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Il documento a firma del Prof. Sandro Fabbro è stato pubblicato come Post su "Facebook - Patto per l'autonomia”, il 16 gennaio 2018.
 
La Redazione del Blog ringrazia il Prof. Sandro Fabbrodocente dell'Università di Udine – per averle concesso la pubblicazione della sua ottima  e condivisibile analisi politica.  
 

LA REDAZIONE DEL BLOG

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DOCUMENTI
 
 
Legge regionale  Friuli-VG 26/2014
 
CAPO II
 
 COSTITUZIONE DELLE UNIONI TERRITORIALI INTERCOMUNALI
 
Art. 5
 (Unioni territoriali intercomunali)
 
1. Le Unioni territoriali intercomunali sono enti locali dotati di personalità giuridica, aventi natura di unioni di Comuni, istituiti dalla presente legge per l'esercizio coordinato di funzioni e servizi comunali, sovracomunali e di area vasta, nonché per lo sviluppo territoriale, economico e sociale. (....)
 
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Sentenza della Corte Costituzionale
nr. 50 del 2015
 

Il D.Lgs. 267/2000 definisce le Unioni di Comuni come un ente locale, ma la sentenza della Corte costituzionale n. 50 del 2015 ha chiarito che si tratta di una "forma istituzionale di associazione tra Comuni" e non un nuovo ente locale.

 
Copia/incolla dalla Sentenza della Corte costituzionale nr. 50 del 2015:

« Tali unionirisolvendosi in forme istituzionali di associazione tra Comuni per l’esercizio congiunto di funzioni o servizi di loro competenza e non costituendo, perciò, al di là dell’impropria definizione sub comma 4 dell’art. 1, un ente territoriale ulteriore e diverso rispetto all’ente Comune – rientrano, infatti, nell’area di competenza statuale sub art. 117, secondo comma, lettera p), e non sono, di conseguenza, attratte nell’ambito di competenza residuale di cui al quarto comma dello stesso art. 117. »
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DOMANDA
 
Le UTI non sono dunque un ente locale (come da sentenza della Corte Costituzionale nr. 50/2015) e  neppure "un ente territoriale ulteriore e diverso rispetto all'ente Comune" (come da sentenza della Corte Costituzionale nr. 50/2015).
 
Quando la Giunta  Serracchiani terrà conto di questa importante sentenza della Consulta che definisce la natura giuridica/costituzionale delle Unioni dei Comuni (UTI da noi in regione) e modificherà conseguentemente la L.R. 26/2014 istitutiva delle UTI? 
 
LA REDAZIONE DEL BLOG   
 

domenica 14 gennaio 2018

LA POLITICHE PE LENGHE FURLANE: LA OPINION DI SANDRI CARROZZO


LA POLITICHE

PE LENGHE FURLANE

 
UNE OPINION

UNE VORE INTERESSANTE

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dal Blog di

Sandri Carrozzo




La politiche pe lenghe furlane: risultâts de ultime aministrazion regjonâl in Friûl-VJ e propuestis pal avignî

 

Chest document al vûl stazâ la cundizion de politiche pe lenghe furlane dai ultins agns e segnâ ancje cualchi linie par che si puedin miorâ i siei ponts critics, tai agns che a vegnin.

Par fâ cheste valutazion no si larà tant daûr di ce che al è il nivel di metude in vore des normis di tutele, robe che e varès di vignî fûr avonde clare de cunvigne inmaneade de Regjon, cemût che e vûl la leç 29/2007, prime de fin dal mandât.

Si tignarà invezit cont de sudivision classiche de planificazion linguistiche in status, corpus, acuisizion di locutôrs, che al è un ordin di analisi e di azion che al coventarès recuperât.

1. I trê setôrs de politiche linguistiche

1.1 Status

Za tai prins agns dal 2000 la lenghe furlane e je rivade a cambiâ di status, tal sens di percezion di impuartance di bande de int: in chest cambi si à viodût a lâ al mancul i prejudizis contraris, tipics de concezion dialetâl o antifurlane, e a sfrancjâsi un preseament gjenerâl pe lenghe furlane, tant che valôr culturâl e identitari positîf, che al merte di jessi tutelât e disvilupât.

Si pues dî che tai ultins 5 agns la situazion no je mudade ni in piês ni in miôr, e che la percezion de lenghe furlane e je stazionarie: lis diviersis campagnis di promozion de lenghe in sostance a àn ribatût ponts za acuisîts tai agns prime e no àn zontât elements gnûfs.

Chel che al è ancjemò un bloc di rompi al è leât a une concezion dal furlan tant che lenghe piçule e cence utilitât pratiche: cundut de sô impuartance culturâl e identitarie, sul plan de utilitât il furlan al è calcolât dai furlans inferiôr al talian e fintremai al inglês.

Stant che te societât contemporanie la vision utilitariste e je une vore fuarte, l'efiet su la salût de lenghe furlane al è negatîf: une lenghe mancul utile no ven fevelade in famee, i gjenitôrs a deleghin il sô insegnament ae scuele, e se dopo la scuele no rive a risultâts concrets (cemût che al sucêt te plui part dai câs) no pretindin e no protestin.

Tai agns che a vegnin une politiche linguistiche pal status e varà di frontâ cheste problematiche une vore pericolose e fâ capî ai furlans che la lôr lenghe e à ancje une utilitât pratiche, a pâr o ancje parsore dal talian e dal inglês, insuazant la sô promozion intun contest di plurilinguisim, dulà che no podaran mancjâ todesc e sloven.

1.2 Corpus

Sot de ultime aministrazion ARLEF e INSIEL a àn cuistât o cjolt a fit programs informatics che a puedin zovâ une vore a larc: in particolâr il Coretôr Ortografic Furlan, ancje te version integrade in Open Office, e il tradutôr automatic talian-furlan Jude3, te version base e in chê specifiche pe meteorologjie.

Al è stât finanziât, ancje se cun interuzions e ritarts, il progjet dal Corpus etichetât de lenghe furlane.

Al è stât finanziât un lavôr di racuelte e riproduzion di tescj furlans antîcs.

Si è inviât il lavôr par dâ dongje il materiâl pe certificazion de lenghe furlane: cheste iniziative, che e je pardabon strategjiche, si le fâs cuntun ritart ecezionâl e contrari ae leç: in sostance al varès vût di jessi pront za tal 2008-2009 ma al à cjatât ostacui politics, aministratîfs e contratuâi e dome tal 2017 si è rivâts a fâ partî il progjet.

Tal complès si pues laudâ l'impegn de aministrazion tal setôr dal corpus, che za di 20 agns al è chel che al da i risultâts miôr te planificazion linguistiche pal furlan, ma no si pues fâ di mancul di notâ che i ritarts e lis interuzions di finanziament, cualsisei che a sedin lis lôr causis, a produsin un efiet di pierdite di professionalitâts e di indebiliment une vore grâf des struturis che a lavorin in chest setôr.

1.3 Acuisizion di locutôrs

I risultâts che si puedin otignî in status e corpus a son dibant se la comunitât linguistiche minorizade e va indevant a pierdi locutôrs.

Te societât furlane la acuisizion di locutôrs e sucêt in part cu la integrazion di gnovis personis (furlans che no àn imparât il furlan di fruts; imigrâts), par vie de relazion spontanie in ambients li che la lenghe furlane e je naturâl. Chest fenomen al è un segnâl positîf, ma pardabon al è masse debil par garantî la sorevivence de comunitât linguistiche.

Tes fameis la trasmission de lenghe furlane ai fruts e je simpri plui basse, cun proporzions che aromai a fasin pensâ che se no si interven subite, cualsisei intervent futûr nol rivarà a fâ recuperâ un numar di locutôrs che al permeti ae lenghe furlane di jessi vitâl. Intervignî in positîf a nivel di fameis al è dificil: chel che si pues fâ, al è di une bande incressi il status de lenghe furlane e dimostrâ la sô utilitât, di chê altre incressi la sô presince massive in dute la societât, di maniere che al torni a jessi calcolât normâl ancje tes fameis.

La scuele e à impuartance fondamentâl te acuisizion di gnûfs locutôrs, ma la sô azion pe lenghe furlane no da scuasi nissun risultât concret. Lis causis di chest faliment a son:

  • une ore di furlan par setemane a scuele no baste;
  • une vore dispès ancje se si declare di insegnâ furlan, no si lu insegne;
  • no je nissune verifiche dai risultâts didatics: a son dome autodeclarazions dai insegnants o dai istitûts;
  • no je une strategjie didatiche acetade dal complès des scuelis, ancje parcè che no je pussibilitât di intervent de regjon su lis scuelis e a nivel statâl la tutele de lenghe furlane e je contrastade;
  • di là de scuele dal oblic la lenghe furlane e sparîs: a son une vore pôcs i istitûts superiôrs che a fasin une cualchi piçule ativitât sperimentâl par furlan;
  • tai ultins agns te Universitât la lenghe furlane no je stade doprade, tes pocjis oris che e je stade insegnade, e je stade tratade pal solit par talian.

Devant di cheste situazion, une vore negative, e je dome une soluzion: la Regjon e varà di otignî dal stât la competence su la scuele e rivâ a implantâ un sisteme plurilengâl dulà che, te zone di tutele, il 50% des oris a sedin fatis par furlan, il rest ta chês altris lenghis storichis de regjon (talian, todesc, sloven).

2. Ponts critics

2.1 Vision politiche e strategjiche

Sot de ultime Zonte la concezion de lenghe furlane e je stade pôc diferente rispiet ae Zonte Tondo: in struc cheste cuistion no je une prioritât e il sfuarç de Regjon al è minim, plui indreçât a no vê protestis che a cirî risultâts positîfs.

In particolâr cheste concezion e puarte a doi problemis che a inderedin cualsisei azion:

  • mancjance di strategjie, di planificazion, di declarazion di obietîfs concrets, che si puedin verificâ;
  • interpretazion limitative di dutis lis normis, vâl a dî che si fâs dome il minim di ce che la leç e oblee a fâ (e dispès nancje chel) e no si fâs invezit dut ce che la leç e permet di fâ.

2.2 La Universitât di Udin

Sui prins agns dal 2000 te Universitât a jerin scuasi une desene di figuris, jenfri professôrs e ricercjadôrs, che a lavoravin (magari ancje pal plui par talian e a nivel dialetologjic) su la lenghe furlane.

La Universitât e je stade une spuinde ancje te formazion di professioniscj de lenghe furlane (gjornaliscj, tradutôrs, lessicografs, insegnants) in iniziativis voludis e paiadis dal OLF.

I ponts critics a son che la Universitât di Udin (che pardabon no merete clamade Universitât dal Friûl) no à mai invistît fonts dai siei pal disvilup de lenghe furlane; scuasi ducj i insegnants che a lavoravin sul furlan a son lâts in pension e la Universitât no à metût nissun tal lôr puest; parfin a nivel di ricercjadôrs precaris e di sporteliscj si è rivâts dongje dal zero.

Cheste involuzion no je par câs, ma e je il risultât di une sielte politiche dal senât academic.

Par che la Universitât di Udin e puedi jessi un imprest funzionâl ae planificazion linguistiche pal furlan no si pues sperâ che il senât academic al volti vele bessôl, e, viodût ce che al è il status de lenghe furlane, no si pues nancje spietâsi che a sedin protestis e manifestazions di students.

Ce che al podarà comedâ cheste situazion, che e je contrarie ae leç istitutive de universitât stesse e a une des sôs funzions fondamentâls, e sarà la pression politiche de Regjon, che e je un ent finanziadôr une vore impuartant pal ateneu.

2.3 La Assemblee de Comunitât Linguistiche Furlane

La Assemblee, che e da dongje 107 comuns li che e je tutelade la lenghe furlane, e pues jessi un sogjet une vore impuartant pal sucès de politiche linguistiche. Fin cumò, in graciis de figure autorevule dal so president e à vût vôs in cuistions di tutele dai dirits linguistics (e no dome).

Une funzion pratiche e podarès jessi chê di judâ i comuns a scrivi e a rispietâ i plans locâi di politiche linguistiche (previodûts de LR 29/2007), che in sostance a son un pont ancjemò ignorât.

Nol sarès impussibil, e al segnarès un cambiament rivoluzionari, se i Comuns che a fasin part di cheste Assemblee, a acetassin di impegnâsi a spindi “in lenghe furlane” une part minime garantide (un 20%, tant par fâ un esempli) dai lôr fonts destinâts a culture, ativitât didatiche e ricreative, compre di libris e v.i.. Cence spindi nuie in plui di ce che si spint cumò si inviarès un indot economic straordenari pe produzion in lenghe furlane.

2.4 I ents a cjapitul

I ents a cjapitul a àn ricognossude de leç la lôr impuartance primarie tal sostegn de lenghe furlane. La lôr ativitât dispès e je preziose, ma al zovarès se si fissassin liniis dissiplinârs che a regolin, par esempli, il minim di presince di lenghe furlane tes publicazions (80%?), tes cunvignis e iniziativis culturâls (80%?) e tes comunicazions al public e ae stampe (simpri par furlan, in câs cun dongje altris lenghis).

2.5 Comunicazion di masse

Tal mont de comunicazion si pues calcolâ tant che elements positîfs la presince di une radio (Radio Onde Furlane) che e fâs la plui part de sô ativitât par furlan, e dal mensîl “La Patrie dal Friûl” dut par furlan; pal rest e je stade une presince regolâr ancje se no maioritarie dal furlan in Radio Spazio 103 e tal setemanâl “La Vite Catoliche” e e pues jessi la presince di une pagjine furlane in altris sfueis, ma dispès e je vincolade ae presince di finanziament. Si à di notâ che propit di pôc e je stade une epurazion vergognose che e à scancelât di Radio Spazio 103 e de Vite Catoliche la presince di professioniscj competents e impegnâts te produzion par furlan.

Al è une vore negatîf il faliment de esperience di Il Diari, che al jere rivât a vê une buine cualitât e difusion, ma al è stât bandonât ancjemò sot de Zonte Tondo

La presince te television e je minime e falimentâr: in sostance lis emitentis televisivis a mandin trasmissions par furlan dome daûr finanziament public in chel che al è deventât une sorte di ricat (tal câs de RAI ancje ilegâl).

Par vignî fûr di cheste dinamiche une vore negative si podarà:

  • fâ pression politiche su lis emitentis, ancje previodint di ridusi o gjavâ altris finanziaments regjonâi;
  • finanziâ plui i produtôrs che lis emitentis;
  • valutâ la creazion di canâi di informazion e comunicazion regjonâl par furlan cence passâ par fuarce pe RAI, pes emitentis e pai gjornâi tradizionâi, doprant dutis lis tecnologjiis a disposizion.
2.6 Operadôrs privâts

La politiche linguistiche no pues jessi dome publiche, ma ancje privade.

La sveltece di interpretazion de realtât e di azion che e je tipiche dal privât, rispiet al public (plui di dut tal sisteme talian), e fâs che i privâts a vedin di jessi calcolâts une componente fondamentâl pe sorevivence e pal svilup dal furlan.

Tai agns de zonte Tondo lis realtâts privadis a àn patît une vore pe mancjance di strategjie e pe arbitrarietât dai finanziaments; sot de Zonte Serracchiani lis robis a son cambiadis un pôc, in gjenar in miôr, ma no avonde di fâ ripiâ vitalitât al setôr privât, che si cjate devant di un marcjât insuficient a sostignî cun stabilitât cualsisei ativitât produtive pe lenghe furlane.

Se, cemût che o vin proponût, i Comuns si impegnaran a spindi une percentuâl minime garantide in lenghe furlane, al sarà un mudament rivoluzionari propit tal setôr privât, che al passarà de logjiche dal finanziament (ancje clientelâr) ae dinamiche di marcjât, cun vendite e acuist di materiâl e servizis.

3. Conclusion

I ponts strategjics pe politiche linguistiche pal furlan, daûr dai criteris di status, corpus e acuisizion di locutôrs, a son restâts cence soluzion. In tante part no son stâts nancje frontâts e dispès no son stâts nancje individuâts des struturis regjonâls.

Si pues dî che la Regjon dispès no à competence par frontâ ogni aspiet, ma si scuen dî che no le à nancje pretindude e che invezit e à acetât une posizion passive.

Par frontâ ducj i ponts critics che si à viodût, al contrari, al covente par fuarce che la Regjon e cjapi une funzion ative, par sburtâ un mudament che al è contrari ae inerzie antifurlane: par vê un tant però al è clâr che e varà di cambiâ la maiorance politiche regjonâl, cu la presince massive di fuarcis no leadis ai centris di podê talians.

 
 
SANDRI CARROZZO
 
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La Redazion dal Blog e ringrazie Sandri Carrozzo, che nus à segnalât il so Post, pe sô analisi une vore interessante e clare.
 
Une analisi che di sigûr e jude a capî miôr cemût lâ indenant cu la politiche di tutele de lenghe furlane. 
 
 

domenica 7 gennaio 2018

FERROVIA SACILE-MANIAGO: UN AVVIO DA INCUBO!!!


Ferrovia Sacile – Maniago

UN AVVIO DA INCUBO!! 

 
Nel frattempo il tram di Opicina (Trieste) continua ad essere super-finanziato dalla  Giunta regionale con vagonate di milioni e senza alcun problema di "austerità". 

Tre milioni dalla Regione per far ripartire il tram di Opicina

Il finanziamento "per la completa messa in sicurezza della linea tranviaria", è stato assegnato da un emendamento alla legge di Stabilità regionale .
 
12 dicembre 2017


E questo è solo l'ultimo finanziamento in ordine di tempo destinato al tram di Opicina...

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Dal Blog

Comitato pendolari alto Friuli 

Sacile-Maniago: un avvio da incubo. Lettera aperta dei Pendolari all'Assessore regionale Santoro e ai Sindaci.

 

http://comitatopendolarialtofriuli.blogspot.it/2017/12/sacile-maniago-un-avvio-da-incubo.html

 
e così il 3 gennaio 2018
 
 

"Altra giornata di passione per la Sacile-Maniago. Tutti i treni della mattina hanno registrato pesantissimi disagi e anche il pomeriggio non è stato migliore: a fine giornata sono state tre soppressioni (R24862, R24867, R24890) e sei ritardi fino a 75 minuti che hanno coinvolto i R24864, R24868, R24863, R24869, R24889 e R24897 a causa ancora di problemi all’infrastruttura e ai passaggi a livello. (...).

Lunedì riprenderanno le lezioni e ci auguriamo che gli studenti e le loro famiglie non debbano pagare ancora sulla loro pelle le colpe di chi, coscientemente o in maniera irresponsabile, ha voluto a tutti i costi inaugurare la ferrovia solo per farsi bello sui giornali.
 
 
La ferrovia non ammette improvvisazione: si dovevano rispettare i termini previsti dal Protocollo d’Intesa Regione/Rfi del 22 novembre 2016, che prevedeva la riattivazione del servizio nel 2018, solo dopo la conclusione di tutti i lavori di adeguamento tecnologico della ferrovia.
 
Ora il danno è fatto e per chi ci crede ancora non resta che pregare SanToro …"
 
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