domenica 30 aprile 2017

I VIDEO IN LENGHE FURLANE di Vigji Dal Piçul/Luigi Del Piccolo


 
I VIDEO IN LENGHE FURLANE

di

Vigji Dal Piçul

(Luigi Del Piccolo)

......

Cun plasê o presentìn

i video in lenghe furlane


di Vigji Dal Piçul 
 

za in rêt: 

1-La gleseute di Sant Antoni a Flambri (categorie: storiche)


2-La Fieste dal Friûl a Sapade/Plodn (categorie: cronache politiche)


3-Al è il diaul tal temporâl (categorie: conte fantastiche)



prossime presentazion
di altris video in lenghe furlane
di Vigji Dal Piçul


sabide ai 6 di Mai oris 8 e mieze sore sere 
(sabato 6 maggio alle ore 20.30) 
 
li de  (presso)

Villa Dora a Sant Zorç di Noiâr

(Province di Udin)


DOCUMENTARIS PAR FURLAN

di Vigji Dal Piçul

 

................


....e ancjemò une trentine di video in lenghe furlane
di Vigji Dal Piçul
a son biel in spiete di jessi metûts in rêt
e presentâts al public!

Compliments Vigji!!


La Redazion dal Blog
 
 

venerdì 28 aprile 2017

L'OFFENSIVA CONTRO L'ITALICUM RIPARTE DALLA TUTELA DELLE MINORANZE LINGUISTICHE


 
L’offensiva contro l’Italicum

riparte

dalla tutela

delle minoranze linguistiche

.......

Dal Blog

di Felice Besostri


Pool di avvocati ogliastrini contro l’Italicum 


Pubblicato da: Felice Besostri 22 aprile 2017 


L’offensiva contro l’Italicum riparte dalla tutela delle minoranze linguistiche. A portarla avanti, un pool di avvocati ogliastrini che domani (oggi 22 aprile 2017 ndr.) si presenterà di fronte al giudice ordinario del Tribunale di Cagliari per chiedere che vengano sollevate alcune questioni di leggittimità davanti alla Corte costituzionale, la stessa che aveva già bocciato la legge elettorale in alcune parti. Marcella Lepori e Katia Cerulli, avvocate di Tortoli del Foro di Lanusei e il loro collega di Villagrande, Gabriele Sette, che lavora nel capoluogo, saranno supportati da Felice Besostri, esperto e combattivo giurista non nuovo ad imprese di questo genere e conosciuto per aver affossato il tanto vituperato Porcellum.

In punto di diritto, dovranno convincere il giudice Ignazio Tamponi di rimettere alla Consulta il provvedimento.

La strada è già segnata. «Sono stati proposti 20 ricorsi davanti ad altrettanti tribunali italiani – spiega l’avvocata Lepori – gli schemi sono pressoché uguali perché redatti da Besostri ed altri giuristi del coordinamento nazionale degli avvocati anti-Italicum. In alcune regioni italiane sono state aggiunte le eccezioni di legittimità relative alle minoranze linguistiche». E questo è ciò che accaduto in Sardegna. «Nella nostra isola e in Friuli Venezia Giulia esistono minoranze linguistiche riconosciute dalla legge nazionale e regionale che, a nostro giudizio vengono discriminate rispetto alle altre minoranze linguistiche supertutelate della Valle d’Aosta e del Trentino Alto Adige». osserva il legale. (….)

 
Leggi tutto l'articolo

Fonte: “LA NUOVA SARDEGNA

lunedì 24 aprile 2017

La minoranza linguistica friulana? Maltrattata, discriminata e portatrice di voti a favore del collegio elettorale triestino!





REGIONE FRIULI-VG

LA MINORANZA
LINGUISTICA FRIULANA?

MALTRATTATA, DISCRIMINATA,
E PORTATRICE DI VOTI A FAVORE DEL
COLLEGIO ELETTORALE TRIESTINO!!

V O N D E / B A S T A !
......

dal quotidiano

IL PICCOLO di Trieste

22 aprile 2017



Seggio per gli sloveni, pressing sul Colle.

di Marco Ballico

TRIESTE. Tamara Blazina ha già fatto sapere che lascerà il Parlamento a fine legislatura. Ma non ha alcuna intenzione di andarsene senza aver prima blindato il seggio della minoranza slovena. Assieme a lei, per quell’unico, ma non irrilevante posto in una delle due Camere, si batte Lodovico Sonego (…)

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COMMENTO 

La minoranza linguistica friulana (solo 600 mila friulanofoni!) non può essere discriminata e considerata una minoranza linguistica di serie B: lo ha stabilito la Corte Costituzionale in diverse sentenze!!

Come già denunciato più volte, con i nuovi collegi elettorali (legge Italicum) la minoranza friulanofona sarà portatrice di voti a favore dei candidati triestini, candidati   notoriamente "minimalisti" e poco sensibili - se non perfino ostili -  ai diritti linguistici di questa minoranza oltre che, ovviamente,  essere pesantemente triestinocentrici.

On.le Blazina, senatore Sonego,  vogliamo rimediare a questa norma incostituzionale che penalizza moltissimo la seconda minoranza (in termini numerici) che vive in Italia?

O per voi esistono in regione solo i diritti linguistici dei circa 50.000 sloveni? Pare proprio di Sì....

http://comitat-friul.blogspot.it/2015/07/italicum-collegi-elettorali-minoranza.html

Ricordiamo che la Costituzione slovena prevede il "posto garantito in Parlamento"  per "tutte" le minoranze linguistiche che vivono in Slovenia e non discrimina tra minoranze: chissà se questo piccolo "particolare", Blazina e Sonego lo hanno precisato  al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella...


Basta discriminare
la minoranza
linguistica friulana!

NON E' UNA MINORANZA
DI SERIE B!

LA REDAZIONE DEL BLOG


mercoledì 19 aprile 2017

QUANDO LE MINORANZE LINGUISTICHE FRIULANA, SLOVENA E TEDESCA, NELLO STATUTO REGIONALE?


Regione Friuli-Vg

QUANDO LE MINORANZE LINGUISTICHE

FRIULANA, SLOVENA E TEDESCA

NELLO STATUTO REGIONALE?

.........


Dal quindicinale in lingua slovena

DOM

del 15 aprile 2017

(articolo a cura di M.Z.)




RUBRICA “SOTTO LA LENTE”

La presidente Serracchiani è intervenuta a favore della minoranza in Carinzia, ma in Friuli Venezia Giulia la situazione è peggiore.

La presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha scritto al governatore della Carinzia, Peter Kaiser, per segnalare l'assenza di ogni riferimento alla comunità slovena nel nuovo Statuto del Land, in fase di approvazione.

"Sento l'obbligo – ha scritto Serracchiani – di rendermi portavoce delle associazioni rappresentative della comunità slovena del Friuli Venezia Giulia. Da loro – ha spiegato la presidente – sono giunte segnalazioni preoccupate in merito alla possibile assenza, nel testo del nuovo Statuto regionale della Carinzia, di un cenno alla presenza storica della minoranza slovena sul territorio carinziano".

Allo stato delle cose, sembra assodato che la comunità slovena sarà espressamente citata nella legge fondamentale del Land, mentre le polemiche infuriano a proposito della definizione del tedesco come unica lingua regionale a dispetto del bilinguismo nella parte meridionale della regione.

Bene ha fatto la presidente Serracchiani a scrivere a sostegno di un diritto fondamentale dell'uomo (che non può essere esclusivamente affare interno di uno Stato o di una regione), ma ora ci vorrebbe, anche per una questione di coerenza, altrettanto impegno perchè gli sloveni e le altre comunità linguistiche trovino spazio nello Statuto del Friuli Venezia Giulia.

Le comunità linguistiche vi sono, infatti, menzionate di sfuggita e molto genericamente solo al terzo articolo, che determina come in regione sia riconosciuta parità di diritti e di trattamento a tutti i cittadini, a prescindere dalla loro appartenenza linguistica e con la salvaguardia delle loro caratteristiche etniche e culturali.

Lo Statuto del Friuli Venezia Giulia, che risale al 1963, ha subito diverse modifiche e integrazioni con legge costituzionale, ma non è mai andata in porto alcuna iniziativa tendente a inserire espressamente sloveni, friulani e tedeschi, anche se proprio allo loro presenza si deve la specialità regionale.

L'ultimo aggiornamento della costituzione regionale risale all'anno scorso per eliminare le province, ma a nessuno venne in mente la questione etnico-linguistica. Il tentativo più serio, in tal senso, fu fatto ai tempi dell'amministrazione Illy.

M.Z. 

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COMMENTO DELLA
REDAZIONE DEL BLOG

Non possiamo che concordare con gli amici sloveni della redazione del quindicinale DOM sulla necessità che friulani, sloveni e tedeschi trovino spazio nello Statuto di autonomia speciale della nostra regione.

Non possiamo però essere d'accordo sull'ultima affermazione dell'articolo: "Il tentativo più serio, in tal senso, fu fatto ai tempi dell'amministrazione di Illy"-

Il tentativo effettuato ai tempi della Giunta Illy, fu un pessimo tentativo tutto da dimenticare perchè inseriva nello Statuto  di autonomia speciale della nostra regione pesanti discriminazioni incostituzionali  a  danno della minoranza linguistica friulana.

Così allora protestò ufficialmente la minoranza linguistica friulana:

dal sito del Comitato 482:

"Comitato 482: perché diciamo no a questo Statuto regionale"



Non basta "il fare",
bisogna soprattutto "fare bene!" 

LA REDAZIONE DEL BLOG


martedì 11 aprile 2017

UTI - UN DISASTRO ISTITUZIONALE PALESEMENTE INCOSTITUZIONALE CHE VA FERMATO!


REGIONE FRIULI-VG

"UNIONI TERRITORIALI
INTERCOMUNALI (UTI)"?

 UN DISASTRO ISTITUZIONALE
PALESEMENTE INCOSTITUZIONALE 
CHE VA FERMATO! 
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Con la vittoria del NO al referendum del 4 di dicembre 2016 è stato - dal popolo italiano - bocciato lo smantellamento del Titolo V della Costituzione italiana e la cancellazione DI FATTO dell'articolo 5 della Costituzione italiana (Principio autonomistico).

La sconfitta del SI al referendum del 4 dicembre 2016, ha dunque scompigliato le carte di chi voleva, "renziani" in primis,  la centralizzazione più asfissiante  e la fine  del Principio autonomistico,

http://comitat-friul.blogspot.it/2016/12/referendum-il-no-non-basta.html

La legge regionale 26/2014 - riforma degli enti locali - fortemente voluta e imposta con i ricatti e la tecnica "della carota e del bastone" dalla Presidente Serracchiani, per tre anni Vice Segretaria di Matteo Renzi e del Partito Democratico, ha come scopo prioritario la  centralizzazione  nell'ente  regione  di tutte le  più importanti  funzioni  provinciali e soprattutto lo smantellamento totale  dell'autonomia  comunale attraverso "il trasferimento coatto e imposto dall'alto" a favore delle UTI (che non sono enti locali e neppure territoriali!) delle 1) funzioni fondamentali comunali, 2) della podestà regolamentare comunale e 3) dell'autonomia finanziaria comunale di entrata e di spesa: 1) 2) e 3) sono diritti costituzionali previsti a favore dei Comuni nel Capitolo V della Carta costituzionale in applicazione dell'articolo 5 della Costituzione italiana....

L'attuale enorme caos amministrativo in cui versa la nostra regione, non pare turbare l'attuale Giunta regionale: fondamentale è "IL FARE", non il "FARE BENE"!!
 
I magistrati del TAR del Lazio con l'Ordinanza pubblicata il 20 gennaio 2017  hanno ritenuto "l'esercizio obbligatorio in forma associata delle funzioni, mediante unioni o convezioni, da parte dei Comuni", di dubbia costituzionalità, dichiarando  la  questione di  legittimità  costituzionale  posta   da   2.200   comuni  italiani rappresentati  in giudizio dalla Associazione A.S.M.E.L,   "rilevante e non manifestamente infondata" . 

http://comitat-friul.blogspot.it/2017/03/per-il-tar-del-lazio-la-gestione.html

E alla base di tutta la costruzione legislativa  della L.r. 26/2014 - riforma enti locali c'è proprio la "OBBLIGATORIETA'" imposta  dall'alto ai Comuni di cedere i punti 1) 2) e 3) alle UTI.

Dall'ottimo articolo a firma di Roberto Pensa pubblicato a pagina 3 sul settimanale della Arcidiocesi di Udine - LA VITA CATTOLICA - di mercoledì 5 aprile 2017 - con il significativo titolo "Fuoco amico sulle Uti",  riportiamo la dichiarazione - virgolettata nell'articolo - di Diego Navarria, sindaco di Carlino e Presidente della "Assemblea della comunità linguistica friulana":
 
"L'UTI deve essere un centro servizi per i comuni e non un ente che li sovrasta e che li svuota - ha ribadito Navarria -, perché il fondamento della coesione sociale della Comunità è il Comune. La scelta sull'adeguatezza dei servizi da mettere insieme ad altri oppure no deve essere del sindaco e non legata ad astratti parametri della popolazione" .

Non possiamo che essere d'accordo con il sindaco Diego Navarria!

E' un obbligo a questo punto il fermarsi e il riscrivere totalmente questa pessima riforma regionale che ha fatto precipitare la nostra regione in un caos che prima d'ora non si era mai visto...

Se la Consulta delibererà - come è altamente probabile - che è incostituzionale l'art. 14 del D.L. 78/2010 nel comma in cui si IMPONE  ai Comuni  l'esercizio associato delle funzioni fondamentali,  questa sentenza sarà vincolante anche per la nostra regione "speciale".

Comunque già ora "la furbata" di aver modificato, in funzione della imposizione delle UTI, l'art. 11 del nostro Statuto di autonomia, risulta trovare limiti nella sua applicazione sia nell'art. 5 della Costituzione italiana (inviolabile anche per le regioni a statuto speciale contenendo uno dei Principi fondamentali della Repubblica italiana) che nell'art. 4 dello stesso  Statuto di autonomia speciale che pone chiari "paletti" costituzionali e internazionali al potere legislativo della regione Friuli -Vg "sull'ordinamento degli enti locali e delle relative circoscrizioni".

Il "NUOVO" art. 11 deve come minimo accordarsi con l'articolo 4 del nostro Statuto di autonomia e l'art. 5 della Costituzione italiana...

Ricordiamo che le recenti modifiche allo Statuto di autonomia speciale della nostra regione risultano essere state approvate in Parlamento con una maggioranza "risicata", appoggiate acriticamente dal "Governo amico di Matteo Renzi"  e senza attendere - come sarebbe stato auspicabile - il risultato del Referendum del 4 dicembre 2016...

LA REDAZIONE DEL BLOG

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Un'ampia parte del documento è stata pubblicata sul settimanale della Arcidiocesi di Udine, LA VITA CATTOLICA, nella rubrica "Giornale aperto", mercoledì 12 aprile 2017 con il titolo "Le Uti, disastro che va fermato subito"

 

lunedì 10 aprile 2017

ELETTRODOTTO TERNA REDIPUGLIA-UDINE OVEST: ANCHE IL FRIULI FA PARTE DELLA "NAZIONE ITALIA"?






Comunicato stampa 
 
6 aprile 2017
 
 
 
 
 
Si lavora a pieno ritmo, in Friuli!
 



Sono ripresi i lavori di Terna per la linea ad alta tensione Redipuglia - Udine ovest nonostante le tante proteste e denuncie.

Più che le parole possono valere le immagini di questa mattina:
 
 

   
Lo splendido "panorama" dei piloni
dell'elettrodotto Terna, Redipuglia-Udine Ovest
(foto del Comitato per l'autonomia
 e il rilancio del Friuli) 
 
 

Vi sarebbe l'articolo 9 della Costituzione che dice:  

"La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione."

Si poteva interrare, si poteva rivedere se effettivamente serve ancora, visto che l'ABS oggi lavora tranquillamente anche senza la nuova linea o è la parola finale dell'articolo 9 della Costituzione che dobbiamo prendere in considerazione: forse non facciamo parte della “Nazione” e siamo altro? 

Grave che tutte le Giunte regionali siano state alleate di Terna contro le decennali richieste di interramento dell’elettrodotto provenienti dal territorio friulano e una Sentenza del Consiglio di Stato estremamente chiara e avversa a Terna.

Per il Tar del Lazio – nella sua ultima sentenza di rinvio a ottobre della discussione sull'ultimo recente ricorso - l’elettrodotto in questione “non è definitivo” e può essere demolito in un futuro che i friulani, pazienti, sperano prossimo.
 
per il Comitato per l'Autonomia
e il Rilancio del Friuli

il presidente
Paolo Fontanelli 
 
 

martedì 4 aprile 2017

MINORANCIS LINGUISTICHIS - PRESEADE PRESIDENTE SERRACCHIANI....



MINORANCIS LINGUISTICHIS

PRESEADE PRESIDENTE SERRACCHIANI

PRIME DI LÂ A TIRÂ LIS ORELIS
AL PRESIDENT DE CARINZIE,
PETER KAISER.........

ae tiradis lis "sôs" orelis?

FORSIT

al sarès di meti in vore il telegjornâl RAI ancje in lenghe furlane (la minorance slovene lu à za di une vore di agns...) e di ricognossi ai furlans almancul i stes dirits de minorance ladine (20 mîl di lôr) e di chê slovene (50 mîl di lôr), prime di lâ a fâ  "la mestre" in Carinzie.......

Ancje parcè che nô Furlans (dome 600 mîl fevelants la lenghe furlane!) o sin une vore mal metûts cu la leç regjonâl 29/2007 - tutele lenghe furlane  - une leç di dîs agns indaûr ancjemò in spiete di une vorone di regolaments e  cun fruçons di bêçs pe sô atuazion. E no stin fevelâ de leç statâl 482/99 cuasi cence finanziaments.....
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DAL SITO "REGIONI.IT"

Minoranze: Serracchiani a Kaiser, Statuto Carinzia menzioni sloveni

sabato 25 marzo 2017


La presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, in una lettera inviata al governatore carinziano, Peter Kaiser, ha segnalato l'assenza di ogni riferimento alla comunità slovena nel nuovo Statuto della Regione Carinzia.

"Sento l'obbligo - ha scritto Serracchiani - di rendermi portavoce delle associazioni rappresentative della comunità slovena del Friuli Venezia Giulia".

"Da loro - ha spiegato la presidente - sono giunte segnalazioni preoccupate in merito alla possibile assenza, nel testo del nuovo Statuto regionale della Carinzia, di un cenno alla presenza storica della minoranza slovena sul territorio carinziano".

Nella missiva è comunque ribadito l'ottimo livello di rapporti tra le due Regioni, che si concretizza nella collaborazione transfrontaliera e nell'esercizio di buone pratiche amministrative e legislative. E proprio ribadendo questo spirito di amicizia che Serracchiani "nel massimo rispetto delle attribuzioni dietali della Regione Carinzia" tiene a ricordare che "il riconoscimento e la tutela delle minoranze linguistiche è un pilastro di quell'Unità nella diversità che rende grande l'Europa".

La Carinzia è la regione più meridionale dell'Austria e conta 550mila abitanti, di cui almeno 10 mila di madrelingua slovena.

Alla fine della prima guerra mondiale, il territorio fu conteso dal Regno dei serbi, croati e sloveni, ma il plebiscitò del 1920 sancì l'appartenenza allo Stato austriaco.


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Cussì al comente Remo Brunetti, un furlan di Cjavaç, la tirade di orelis de Presidente Serracchiani..... 

Letare  publicade di pôc inte pueste dai letôrs sul cuotidian il Messaggero Veneto di Udin e mandade ancje al nestri Comitât.

Un "brâf" a Remo Brunetti.   
 


Preseât diretôr,

'O ai let cun plasei sul M.V. dai 27 di Març la notizie di une letare inviade da Presidente da regjon Friûl-V.G. Debora Serracchiani, al President dal land da Carintie, Peter Kaiser.

In cheste letare, la Presidente Serracchiani, come che si use tra vicins ‘e a prudelât i dirits da minorance slovene da Carintie. E dal moment che i dirits des minorancis a son universâi, ven a stai che in cualsisei puest un dirit al reste un dirit, si pos propit dî che la Presidente Serracchiani a veti fat ben a fâ chel pas. Jo cumò no sai ce che al à rispuindût Peter Kaiser, President da Carintie, ma ancje lui al varès vût cualchi consei di dânus sul cont de tutele des minorancis in chest cjanton di Europe. Secont me al varès podût ancje rispuindi cussì: "Grazie, cjare Presidente par vênus ricuardât i nestris dovês rivuart ai 10.000 slovens che a son a stâ chenti. Visiti però ancje dai dirits di chei 650.000 furlans ( leç regjonâl 29/2007 e leç 482 dal 1999) che a son ancjemò a spietâ di vê, come che e àn bielzà vût i ladins dal Sud Tirôl, il stes tratament che e àn i talians e i slovens tal Friûl-Vignesie Julie." 


Remo Brunetti

Cjavàç|Cavazzo Carnico - 1 di Avrîl 2017

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DA FACEBOOK  - Laboratori di autonomia



 IL GAZZETTINO 29.03.2017 - di Antonella Lanfrit


 Navarria per i 102 sindaci della “marilenghe” chiede provvedimenti come in Alto Adige «Ai friulani i diritti dei ladini»

 «Sulla certificazione il Governo ha riconosciuto a Bolzano pari dignità a tre idiomi»

«Perché, riguardo l’uso delle lingue minoritarie, dobbiamo continuamente denunciare e inseguire altre regioni, più propositive della nostra. Se lo chiede Diego Navarria, il presidente dell’Assemblea della comunità linguistica friulana – l’organismo istituito con legge regionale e che oggi annovera l’adesione di 102 Comuni sui 175 friulanofoni in regione -, dopo aver appreso della decisione del Governo nell’ultimo Consiglio dei ministri, quello di venerdì scorso. In quell’occasione si è dato il via libera a una norma di attuazione dello Statuto speciale del Trentino-Aldo Adige con la quale, in sostanza, si equipara la lingua ladina in tutto e per tutto a quella italiana e tedesca riguardo alle modalità di accertamento della stessa per le assunzioni degli impiegati della pubblica amministrazione in Provincia di Bolzano e per il personale pubblico della Provincia di Trento qualora abbiano competenza regionale. Nel particolare, il decreto legislativo del Governo dispone che «l’esame per l’accertamento della conoscenza della lingua ladina sia effettuato con le medesime modalità che caratterizzano l’accertamento delle lingue italiana e tedesca e che si concluda con analogo attestato». Inoltre, il provvedimento interviene anche in materia scolastica nella Provincia di Bolzano. Si prevede che gli studenti delle scuole delle località ladine, che abbiano frequentato per dieci anni tali scuole, se conseguono presso di esse un diploma di scuola superiore e un titolo universitario. Possono ottenere l’attestato di conoscenza delle tre lingue. Non da ultimo, per il personale di lingua ladina si dispone che l’esame di ladino normato nel 1983 sia equiparato all’esame per l’accertamento della conoscenza della lingua ladina. Da tali premesse, Navarria incalza la Regione con un altro quesito: «E da noi, perché nulla si muove rispetto alla conoscenza della madrelingua per i dipendenti della pubblica amministrazione?». Non solo i friulani in Friuli Venezia Giulia sono la maggioranza, mentre in Trentino-Adige i ladini sono una minoranza, ma per di più qui, ricorda il presidente dell’Assemblea, «l’articolo 4 del nostro Statuto stabilisce che la Regione ha potestà legislativa in materia di ordinamento degli Uffici e degli enti dipendenti dalla regione e stato giuridico ed economico del personale a essi addetto». Perciò, sostiene, «la Regione avrebbe potuto da sempre, ed era sua potestà, richiedere l’accertamento della conoscenza della lingua friulana ai dipendenti pubblici. Non sarebbe stato null’altro che il riconoscimento del diritto, a chi si fosse rivolto a un ufficio, di poter usare la sua lingua». Navarria invita quindi la Regione «a provvedere con una norma ordinaria che, senza estremismi talebani, preveda l’accertamento di competenze nella lingua friulana, almeno per una quota di dipendenti, da accertare mediante il possesso di una certificazione linguistica o prova d’esame al momento dell’assunzione. Ne beneficerebbero i nostri lavoratori friulani ma soprattutto lo status della nostra lingua».
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LEI ANCJE....

Cuissà mai parcè che ai Furlans,
che a son la maiorance in Regjon,
i dirits linguistichis a vegnin simpri dineâts?

Forsit parcè che Triest  no je furlane
e i politics furlans no movin mai un dêt?

La Redazion dal Blog