domenica 28 settembre 2014

TORRENTE VIELLIA, L'ACQUA DEL FRIULI ANCORA SOTTO ATTACCO!


Riceviamo e pubblichiamo:

Torrente Viellia,

L’ACQUA DEL FRIULI

ANCORA SOTTO ATTACCO!


Non si ferma l’offensiva

degli speculatori dei corsi d’acqua

nemmeno in uno degli ultimi

baluardi di natura incontaminata.


Ad essere in pericolo ora è il Torrente Viellia, posto a nord ovest della Val Tramontina. Due opere di derivazione idroelettrica sono state presentate da Gastone srl e SHPP VIELLIA srl in due settori consecutivi del torrente. Opere di derivazione idroelettrica simili compromettono definitivamente la naturalità dell’ambiente, intubando acque che garantiscono la vita a tutto un complesso ecosistema costituito da decine di specie animali e vegetali, fra cui numerose trote marmorate, fario e lo Scazzone (Cottus gobio, specie ittica di interesse comunitario). Questo territorio ad altissimo pregio ambientale è in stretta connessione col Parco delle Dolomiti Friulane, con l’area sottesa a Patrimonio dell’Umanità riconosciuto dall’UNESCO e col Sito di importanza comunitaria “Monti Verzegnis e Valcalda”.

Significativa è la mole di problemi individuati dalle associazioni ambientaliste e da vari enti pubblici, che hanno evidenziato motivi di contrarietà agli interventi:
  • L’ARPA dichiara che la realizzazione delle derivazioni idroelettriche causerà il degrado dello stato ecologico del torrente (ora classificato, come pochi, “elevato”); mette in evidenza che lo studio di VIA, carente riguardo le analisi delle comunità animali e vegetali, degli habitat e la modellistica fluviale con riferimento alla fauna ittica, non ha considerato gli effetti cumulativi dei due impianti denominati “Viellia Alto” e “Viellia Basso”, che metterebbero complessivamente quasi in asciutta circa il 50% della lunghezza del torrente.
  • La Provincia di Pordenone fa notare che il Viellia s’inserisce in un contesto naturalistico di pregio, che garantisce ora uno stato ecologico ottimale.
  • L’Ente Tutela Pesca segnala l’incompatibilità delle previste consistenti derivazioni con il conseguimento dei propri obiettivi di gestione e stabilizzazione della popolazione di Trota marmorata, specie di interesse comunitario e di altre entità.
  • Il Comune di Tramonti di Sopra si oppone nettamente alla devastazione ambientale che ne deriverebbe, in un ambiente meritevole di tutela, che appartiene a quell’esiguo 10% di corsi d’acqua alpini ancora totalmente integri. Evidenzia che la risorsa idrica e naturalistica deve essere garantita per finalità sostenibili come la fruizione turistica e sportiva, in un territorio già pesantemente sfruttato da grossi bacini. Denuncia la mancata valutazione dell’impatto di tutte le opere accessorie alla derivazione come nuove strade di accesso e smaltimento dei materiali escavati.
Auspichiamo quindi che la Commissione VIA (Valutazione Impatto Ambientale) della Regione FVG, che si riunirà mercoledì 1/10/2014, respinga intanto il progetto dell’impianto “Viellia Basso”.

In conclusione evidenziamo la stringente necessità che, in attesa del Piano regionale di tutela delle acque, la Regione (ed in particolare l’ass. Sara Vito) attivi senza ritardo una moratoria sullo sfruttamento idroelettrico, e istituisca strumenti di vera e definitiva tutela a favore di quei corsi d’acqua che per caratteristiche biologiche, morfologiche e paesaggistiche devono essere salvaguardati integralmente e restino patrimonio a beneficio di tutti e non godimento economico di pochi.

Damiano Nonis, referente regionale Mountain Wilderness FVG, 

Emilio Gottardo, Legambiente FVG

Dario Tosoni, Movimento tutela Arzino

Roberto Pizzutti

mercoledì 24 settembre 2014

LA MIRABOLANTE PERFORMANCES DEI LINGUISTI ITALIANI, RIUNITI A CONVEGNO ALL'UNIVERSITA' DI UDINE DAL 25 AL 27 SETTEMBRE





Congresso Internazionale SLI 2014

LINGUE IN CONTATTO

CONTACT LINGUISTICS

Università degli Studi di Udine

Dipartimento di Studi Umanistici

25-27 settembre 2014


http://convegnosli2014.uniud.it/manifesto-del-convegno/


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dal link
 
  
  
Dal 25 al 27 settembre all’Università di Udine si terrà il 48° congresso annuale internazionale della Società di linguistica italiana (Sli), organizzato in collaborazione con il Dipartimento di studi umanistici dell’ateneo. Tema delle assise è le “Lingue in contatto”. Un centinaio di studiosi italiani ed europei si confronteranno, a palazzo Antonini a Udine, sul contatto interlinguistico e sul plurilinguismo, dedicando specifici approfondimenti a questioni di grande attualità. In cinque workshop (venerdì 26 settembre, dalle 9 alle 13) si parlerà infatti del plurilinguismo in contesti migratori, di educazione linguistica nelle classi multietniche, di linguistica medica e clinica, di acquisizione del linguaggio e di morfologia linguistica. (...)
«Significativamentesottolineano Bombi e Oriolesil convegno viene a coincidere con la Giornata europea delle lingue: il contatto, e il plurilinguismo che ne discende, sono infatti elementi fondativi di quella diversità linguistica che costituisce un valore aggiunto e una ricchezza per i Paesi che fanno parte dell’Unione europea»."
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COMITATO ORGANIZZATORE
 
 
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Programma
 
??? 


Il Friuli con le sue lingue (friulano, sloveno, tedesco e italiano) è da molti secoli una realtà plurilingue e pluriculturale, ma il programma del Congresso internazionale organizzato a Udine dai linguisti italiani, incredibilmente ignora tutto ciò e non prevede neppure una piccolissima relazione sulla realtà plurilingue friulana.

Nessuna "LINGUA IN CONTATTO" dunque in Friuli? E i 600 mila friulanofoni? E le migliaia di germanofoni? E i circa 100 mila slovenofoni della nostra regione? Ossia le tre minoranze linguistiche che vivono in regione e risultano essere riconosciute e tutelate dallo Stato italiano ai sensi dell'art. 6 della Costituzione italiana. Anche gli "accademici" dell'Università di Udine ignorano questa ricca realtà plurilingue regionale?  O forse pensano non sia meritevole di attenzione?
 
 
La redazione del Blog

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Dal Blog di
 


 

La supercazzola

dei linguisti italiani

(a convegno in quel di Udine)

  

Il primo ad utilizzarla fu Giovanni Boccaccio, nella Terza giornata del Decameron. Ma a portarla ai massimi livelli artistici fu Ugo Tognazzi, nella straordinaria interpretazione del Conte Lello Mascetti, in “Amici miei” di Mario Monicelli. Ricordate? “Antani, come se fosse antani, anche per il direttore, la supercazzola con scappellamento. A destra, per due”.

Il povero Mascetti – peraltro votato da più di un onorevole alla carica di Presidente della Repubblica nell’ultima tornata parlamentare – il povero Mascetti, dicevo, ora impallidirebbe di fronte alle mirabolanti performances dei linguisti italiani, riuniti a convegno all’Università di Udine dal 25 al 27 settembre. Non ci credete? Leggete qua, allora (dal programma congressuale):

“Per un modello unitario del transfer sintattico e delle proprietà d’interfaccia”;
“Il paradosso delle formazioni aggettivalizzate derivate da sintagmi N+A”;
“Effetti di contatto endogeno ed esogeno sulle affricate dentali di Bolzano”;
“Analisi di alcuni tratti morfosintattici e sintattici del dialetto bellunese della Slavonia occidentale”;
“Marcare il contrasto nel parlato bilingue: ma e obår in un corpus sudtirolese”;
“Esplorazioni computazionali nello spazio dell’interlingua”;
“L’enogramma: oltre la lingua speciale”.

Ma il colpo di genio, nei secoli a venire, resterà il titolo del simpatico happening: “Lingue in contatto”. Perché, vi chiederete? Perché nell’unico luogo dove da secoli sono in contatto le tre grandi lingue e culture d’Europa, non vi sarà una relazione una sul Friuli.

Nema problema. A noi rozzi e provinciali furlani sarà concesso di attingere al verbo del formidabile “dialetto bellunese della Slavonia”, dello stupefacente “Enogramma”  e soprattutto delle imperdibili “affricate dentali di Bolzano”. Il tutto, ovviamente, “come se fosse antani”.


William Cisilino
 
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domenica 21 settembre 2014

"CHE COSA SONO DUNQUE IL FRIULI E TRIESTE. UN DIBATTITO CHE FORSE VA PRESO SERIAMENTE" di GIORGIO CAVALLO



Che cosa sono dunque

il Friuli e Trieste.

Un dibattito che forse
 
va preso seriamente.

di
Giorgio Cavallo


La presentazione in Consiglio da parte della Lega Nord della mozione sul cambiamento del nome della Regione in “Friuli e Trieste” ha aperto un mini dibattito che rischia di esaurirsi nell’ambito di una serie di rapidissime esternazioni, magari estorte, che, banali o meno, rischiano di far parte di quelle discussioni politiche usa e getta che tanto vanno di moda.

La riflessione su tale proposta non può essere abbandonata poiché si porta dietro diverse questioni, molte delle quali non di secondaria importanza.

Innanzitutto cerco di sintetizzare le reazioni che si possono desumere sia dai cittadini eccitati dal blog del Messaggero Veneto, sia interpretando i diversi “stakeholders” intervenuti:
  • un rifiuto generalizzato di qualsiasi cosa provenga dalla “politica” e dai partiti, con un surplus di fastidio per una forza, come la Lega Nord i cui comportamenti individuali e collettivi ne fanno una responsabile del degrado politico considerato causa della drammatica situazione economica e sociale che stiamo vivendo;
  • una reazione sorprendente di esponenti anche seri di forze politiche determinanti, come il PD e FI, che considerano il tema una quisquilia nominale “abbiamo cose più importanti da fare”, quando proprio questi partiti con il governo Renzi hanno posto al centro dell’attenzione politica italiana la modifica della costituzione (e delle leggi elettorali) anche nei rapporti di potere tra stato e articolazioni delle istituzioni locali;
  • la convinzione piuttosto diffusa, talvolta anche tra coloro che tutto sommato condividono l’idea, che la proposta di cambiamento del nome sia una pura invenzione dei “friulani” per rafforzare il peso della loro identità (soprattutto linguistica) e rilanciare il ruolo di Udine, e che essa debba essere comunque inquadrata come una questione udinese;
  • l’emergere di considerazioni e valutazioni geografico-storiche che possono essere attribuite ad un vero e proprio analfabetismo che, in alcuni casi è riconducibile ad una furba prospettiva per principio antifriulana. ma che il più delle volte segnala un vero e proprio deficit di conoscenza.

In realtà l’occasione di discussione sul nome porta con sè la necessità di affrontare alcuni temi non secondari, legati naturalmente non ad aspetti formali ma alle questioni sostanziali che oggi coinvolgono la natura della Regione Friuli Venezia Giulia, o Friuli-Venezia Giulia che dir si voglia. Provo ad elencarle:
  • innanzitutto la madre di tutte le battaglie: come viene o verrà fuori la nostra regione, e più in generale il sistema delle regioni italiane, dopo la riforma costituzionale approvata dal Senato e che, particolarmente negli aspetti di ricollocazione centralizzata dei poteri tra centro e periferia, non mi sembra susciti particolare attenzione nella pubblica opinione;
  • il peso da attribuire alle identità linguistiche ed il significato costituzionale da dare alla Legge 482/1999 nel senso della non liceità di fare distinzione tra minoranze collegate ad uno stato e minoranze unicamente interne allo stato italiano. Il che, particolarmente per le minoranze linguistiche sarda e friulana, deve poter avere conseguenze sia sulla denominazione della regione nella Costituzione sia nella attribuzione di particolari norme elettorali non discriminanti rispetto a quanto previsto per le minoranze tedesca e francofona;
  • una chiarificazione definitiva del significato geografico della regione in cui abitiamo, aldilà di volontà separatistiche o di supremazia: in primo luogo eliminando la deformazione politica che vede come Friuli unicamente la Provincia di Udine o l’insieme dei luoghi dove si parla friulano;
  • la chiusura di partite storiche che hanno causato la devastazione materiale, culturale e sociale di queste terre. Oggi parliamo di pace nell’occasione dei 100 anni dall’inizio della I guerra mondiale, dimenticando che, per quanto riguarda l’Italia, quella guerra è stata voluta, in base agli accordi di Londra, per conquistare una “regione” che verrà chiamata Venezia Giulia abitata in prevalenza da “allogeni” non di lingua italiana e che sarà la concausa, a 25 anni di distanza, della stessa scomparsa della lingua e cultura italiana da gran parte di quelle terre;
  • la necessità di ricostruire una identità ed una capacità di guidare il proprio futuro per il più grosso punto di crisi dell’attuale territorio regionale: la provincia di Gorizia, storicamente sempre considerata come Friuli orientale e come tale poi diventata preda di un concetto irredentistico di Venezia Giulia, probabilmente ancora oggi freno decisivo per un ruolo da protagonista nella gestione della propria dimensione sovrastatale;
  • riuscire a dare alla discussione aperta dalla proposta di riforma degli Enti Locali avanzata dalla Giunta Regionale uno spazio di elaborazione che vada aldilà della ricerca di risparmio ed efficienza nella fornitura di servizi ai cittadini ed alle imprese per confrontarsi con i temi dell’autogoverno, della democrazia e della identità, liberandoli dalle dinamiche di falsa contrapposizione che ancora oggi dilagano tra le diverse parti della Regione.

Certo, per fare questo non bisogna limitarsi a tirare i dadi sull’eliminazione o meno del trattino che separa il Friuli dalla Venezia Giulia, sull’uso della lingua friulana nella denominazione ufficiale della Regione, o magari nella apertura di un concorso a premi per un nuovo più adeguato nome della Regione, ma capire cosa c’è stato in passato e cosa c’è oggi dietro a questi aspetti, anche in riferimento ad un rapporto con lo stato italiano che non appare più come unicamente delegabile al ruolo della politica ufficiale.

Non sappiamo ancora quanto di serio ci sia nella futura evoluzione del movimento che a Trieste si batte per una rianimazione del TLT, o, in Friuli, del potenziale del referendum on line per una ipotesi di indipendenza, ma sono messaggi di massa che la politica farebbe bene a non trascurare, e che, forse, all’attuale governatore della Regione potrebbero essere di forte utilità nel far mettere in agenda a Roma ed a Trieste questioni, non solo finanziarie, ritenute scomode dalle mode giornaliere.

Giorgio Cavallo

15 settembre 2014

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Il documento, inviatoci dal suo autore Giorgio Cavallo, che ringraziamo, è stato pubblicato sul settimanale “LA VITA CATTOLICA”, prima e terza pagina, giovedì 18 settembre 2014.

 

venerdì 19 settembre 2014

"FURLAN A SCUELE. ISAL FINALMENTRI RIVÂT IL MOMENT DI CAMBIÂ?" DI EUROFURLAN


Furlan a scuele.

Isal finalmentri rivât

il moment di cambiâ?

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Dal BLOG di

EUROFURLAN

il 10 di Setembar dal 2014


Vêso presint chel film di un pôcs di agns indaûr cun Jack Nicholson e Helen Hunt? Il so titul origjinâl al jere ‘As Good as It Gets’, intant che te sô version par talian al è saltât fûr tant che ‘Qualcosa è cambiato’. Chel film e soredut chel titul nus àn tornât iniments in ocasion de zornade di formazion inmaneade de bande dal Assessorât regjonâl pe Formazion e pe Istruzion, de Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane e dal Ufici Scolastic Regjonâl dal Friûl-VJ, in cont dal insegnament de lenghe furlane te scuele, che si à davuelte îr a Udin. Cun di fat, chê iniziative e à dât pardabon la idee che al è alc che al è cambiât o che al è daûr a mudâ, a svoltâ, a cressi e a vierzi une prospetive divierse pal avignî.

Il tiermin di paragon prin al è chel de Conference regjonâl su la tutele de minorance linguistiche furlane di doi agns indaûr. La sale plene di îr, di une bande, e il desert di chê dai 24 di Novembar dal 2012, di chê altre, a son il spieli de situazion: il vueit che al à marcât i ultins agns des politichis de Regjon in cont de lenghe furlane e dai dirits linguistics dai furlans e la rapresentazion fisiche de cjolte di cussience de necessitât di fâ alc di sest de bande sei de ARLeF che almancul di une part dal mont de scuele dal Friûl.

Cun di plui, la iniziative, inmaneade in Regjon e ancje de bande de stesse Regjon (Assessorât regjonâl pe Formazion e pe Istruzion) un pôc masse a regjonâl vie (chel l’invît fat dome par talian…), e je stade utile soredut pe Regjon.

Almancul fin cumò, il gnûf guvier regjonâl nol à rivât adore a mostrâ di jessi masse diferent di chel di prime, cemût che o vin marcât in plui ocasions .

Îr nus à someât che la assessore Panariti e vedi discuviert un mont gnûf, che no lu cognosseve tant e salacor che lu calcolave ancjemò di mancul.

Che tai ultins agns al sedi stât fat pôc o nuie di sest a pro dal furlan e de metude in vore del leç regjonâl 29 dal 2007 tal cjamp de istruzion si lu à viodût ad in plen te relazion presentade de bande des rapresentantis dal Ufici scolastic regjonâl (l’USR), che inte fantomatiche rêt interistituzionâl a pro dal insegnament e dal ûs lenghe furlane metude adun tai altins agns a menzonavin diviers sogjets, ma a ridusevin dut a une sole Provincie e a dismenteavin l’Ateneu furlan.

Une mancjance no di pôc… Lis pussibilitâts a son trê: l’USR no si à inacuart che e esist la Universitât dal Friûl; cheste no à fat nuie par mostrâ che e esist e che, a tacâ di ce che e dîs la sô leç istitutive, e varès di jessi operative propit in chest setôr; ni chel e ni chê altre no àn fat nuie a pro de lenghe, dal so insegnament e dal sô ûs tes scuelis… In cualsisedi maniere: nuie di bon.

Ta chê stesse relazion al è saltât fûr alc di interessant: al è stât ricuardât il dirit di sielzi di vê l’insegnament de lenghe furlane tes scuelis (però nol è dome chel: al è ancje il dirit di ducj i citadins di cheste regjon che e ten dongje il Friûl e Triest di esercitâ il dirit ae istruzion ancje tes lenghis ‘altris’ di chest teritori: par furlan, par sloven e par todesc) e il dovê des scuelis di garantîlu. Magari cussì no, a son dirits e soredut dovês che masse dispès a son stâts dineâts, se no piês, intune situazion là che par plui di cualchi insegnant o dirigjent la autonomie scolastiche e je stade dome chê di no meti in vore ‘in autonomie’ la legjislazion di tutele…

Alc di interessant al è saltât fûr ancje ta chês altris relazions, a tacâ de reazion di une part de sale cuant che pe formazion dai insegnants si à fevelât di une verifiche des competencis te lenghe scrite: un altri segnâl di cemût che a son ladis lis robis tai ultins agns…

Tal dopomisdì a son stâts laboratoris di aprofondiment, cuntune grande partecipazion ancje chei, intant che vie pe buinore – propit par fevelâ di scuele, di dirits e di lenghis di une regjon cun plui lenghis – e je saltade fûr un altri viaç chê che e somee jessi la cuistion di fonde.

Cun di fat, se si ten cont dal fat che – e si lu à viodût ancje îr – pal Ministeri pe istruzion la tutele des minorancis daûr de leç 482 dal 1999 e je dome la realizazion di progjetuts, magari ancje in rêt, ma nuie che al vedi une sô continuitât reâl, no je altre strade di fâ che chê che la Regjon si cjapi sù la competence primarie in materie di istruzion, a tacâ de formazion dai insegnants e de ufierte formative, par che e rispieti pardabon ce che a disin i articui 2, 3, 6 e 9 de Costituzion e l’articul 3 dal Statût regjonâl.

Su chest cantin, magari cussì no, la posizion de Zonte regjonâl no somee ancjemò masse clare. In cont da fat che la lenghe furlane e vedi di jentrâ tes scuelis in maniere serie e concrete, invezit, daûr des declarazions de assessore Panariti, di cualchi ore incà al somee che no vedi plui dubis. Finalmentri.
 
EUROFURLAN

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La scuele e à il dovê di rispietâ lis leçs di tutele e no pues sielzi se fâlu o mancul.  Ma isal simpri cussì?  
 
La Redazion dal Blog  
 
(il 5 di Otubar dal 2012) 
 
LENGHE FURLANE
DISCRIMANADE
A SCUELE
 
DAL MENSÎL
LA PATRIE DEL FRIÛL

Redazion e aministrazion
V. Basilio Brollo, 6 - 33013 Glemone (Udin)
TEL. 0432 981411  - FAX 0432 891941


SCUELE. Une scuele piçule piçule.  

Tal ultin editoriâl di Dree Valcic, il diretôr al à vût scrit de scuele, di ce che si spiete e di ce che si spere: dispès la realtât e je mancul sperançose e pui cragnose. O savìn che e esist une leç, o savìn ancje che al è un regolament e, magari cussì no, a mancjin i fonts necessaris par dâ atuazion e dignitât a ce che al è su cjarte. O savìn ben che ancje cuant che la int si esprim, cualchidun al cîr di meti a tasê dut: la vicende di Bruno Forte che al aplicave la leç, al è pai plui ancjemò un ricuart vîf.
 
In cheste suaze, o vin savût di un fat grâf sucedût tal Istitût Comprensîf di Tisane.
 
Une persone dal lûc, sustade cun me, mi à dite che no sintive la libertât di podê sielzi pal insegnament dal furlan a scuele.

Une mestre e cisicave par no  dî menaçave che il frut che al varès fat furlan al verês saltât di fat 30 oris di talian intun an scugnint dopo recuperâ parcè che jê no varès spetât nissun: il program prin di dut, ancje prin dai fruts.
 
No dome, ma a nivel di segretarie, cualchi impiegât al spiegave, “diligjentementri”, par cuâl motîf che al jere miôr evitâ di pierdi timp cul furlan.

Fin chi, un al podarès dî: a son forsit impressions, ma purtrop no je cussì. Un sms mandât a plui di cualchi gjenitôr di une assegnade ae segretarie, al visave testualmentri cussì: “La maestra (…) invita a non iscrivere il bambino a friulano”.
 
Un at grâf, sanzionabil de leç, ma ancjemò plui grâf se si pense a chei che in maniere plui o mancul sporcje, a doprin il lôr rodul istituzionâl par messedâ la int par fâi fâ ce che lôr no condividin.
 
Al è un dirit podê no jessi dacuardi suntune cuistion: al è clâr che la leç sul furlan e à di jessi miorade, ma nol è onest compuartâsi cussì.
 
La persone che mi à metût a cognossince di chei fats, no sa ce fâ. Se e sburte pal furlan, come che e volarès cun altris gjenitôrs, e à pore di jessi discriminade. La tentazion di tasê e “inlineâsi” e je fuarte.
 
Une scuele cussì e da tant ce pensâ, ancje pal gjenar di condizionament che e impon e pal gjenar di “imprinting” che al ven dât ai fruts.
 
I fats fin ca, parcè che par fortune o vin sintût al telefon la dirigjente locâl Chiara Zulian che in bon furlan si è slontanade dai ategjaments ripuartâts, declarant la volontât di fâ lûs su la cuistion e di fâ rispietâ la leç. No jerin peraulis di circostance: la siore Zulian mi à, intun moment, tirât fûr almancul trê tipologjiis diferentis par doprâ il furlan in clâf multidissiplinâr, cence sparagnâ di dîmi lis dificoltâts che la scuele si cjate a vivi, sclarint ben che e crodeve personalmentri al valôr di une culture che e partìs di chenti par slargjâsi sedi al mont che a chês altris materiis.

No crôt che Tisane e sedi un câs isolât: dal sigûr no son dome sporcjetâts, ma il câs al fâs scrupulâ che la “fabriche de culture”, la scuele, no sedi chenti ancjemò ae altece de sô part, par vie che e samee bramâ une omologazion a plui nivei.

Al fâs pensâ ancje il fat di chei furlans che a glotin e che si cjatin a domandâsi ce fâ, vint il dubi ancje su ce che al sarès just fâ. La scuele dal coraç di jessi e esist ancje a Tisane, o soi sigûr, ma viodi il dam che e pues fâ une azion di bessole al fâs pensâ, no dome sperâ. Une anime antighe di 8 agns, mi à dite une dì: cui che nol à il coraç di jessi, nol podarà mai deventâ. La pedagogjie insegnade dai fruts. O vin ancjemò tant ce cjaminâ.

Mauro Della Schiava
 
Il  5 di Otubar 2012
 
 
 
 
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domenica 14 settembre 2014

REGIONE: UNO SPRECO DI DENARO PUBBLICO I TRENI "BANDIERA"?


REGIONE 

UNO SPRECO DI DENARO PUBBLICO
(2,8 milioni di denaro pubblico)

I TRENI “BANDIERA”?
(Frecciargento e Frecciabianca)

in particolare

"TRIESTE-ROMA” E “TRIESTE-MILANO"
SENZA FERMATE
NELLA BASSA FRIULANA

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Dal sito internet: "Strade Ferrate del FVG":
 

“(...) Gli esempi emblematici sono proprio i nuovi collegamenti Frecciargento Trieste-Roma e la nuova Frecciabianca fast Trieste-Milano.

Questi nuovi collegamenti veloci non effettuano fermate intermedie nel tratto compreso tra Mestre e Trieste, diventando di fatto inutilizzabili dall’ utenza dell’intera pianura friulana, dell’ Isontino, e dalle località balneari di Lignano e Grado.

Basta andare sul sito di Trenitalia e selezionare la Frecciargento 9404 da Trieste a Mestre per verificare sulla mappa della carrozza che compare per selezionare il posto preferito che quasi la totalità dei posti risultano essere vuoti.

Alcuni passeggeri dicono infatti di aver contato circa 30-40 passeggeri al massimo sul tratto Trieste-Mestre a fronte di una capienza di 450 posti del treno ETR 600 Trieste-Roma.
L’affluenza aumenta, ma di poco, a ridosso del weekend ma sempre su valori bassissimi, circa 60-70 passeggeri per convoglio.

Più utilizzata risulta essere invece la Frecciargento Udine-Roma perchè nel tratto Udine-Venezia effettua tre fermate: Pordenone, Conegliano e Treviso. Dunque tale treno risulta essere accessibile ad un’ utenza più ampia.

Al di là dei tecnicismi delle fermate effettuate o meno dai treni Freccia,
ha senso che la regione FVG paghi profumatamente suddetti treni “bandiera” così scarsamente utilizzati?

Con 2,8 milioni di euro annui quanti servizi regionali in più potrebbero essere effettuati?

Come tempi di percorrenza i treni freccia sono molto più convenienti rispetto alla combinazione treno regionale sino a Mestre ed interscambio da lì con un treno Freccia?

(…) Dunque ciò significa che con un buon coordinamento tra gli orari dei treni Freccia Mestre-Roma o anche Mestre-Milano si potrebbero avere tempi di percorrenza analoghi ai treni Freccia, e la regione potrebbe investire i 2,8 milioni di euro annui nel miglioramento e potenziamento dei servizi regionali, magari introducendo qualche corsa regionale in più."

"Strade Ferrate del FVG"
 
 
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LEGGI TUTTO L'ARTICOLO

Dal sito
Strade Ferrate del FVG
10 settembre 2014

articolo a firma di
PIERO VISINTIN


Alcune considerazioni sulle frecce della nostra Regione


Con la delibera 1518 approvata alcuni giorni fa, la giunta regionale prenota 2 milioni e 811.000 euro nel prossimo bilancio da destinare al “prolungamento” di alcuni treni “freccia” dal nodo di Venezia a Trieste e Udine.

I treni in oggetto sono le due coppie Frecciargento: Udine-Roma e Trieste-Roma, 4 coppie di Frecciabianca Trieste-Milano e due coppie di Frecciabianca Udine-Milano; quindi la totalità delle Frecce che raggiunge la nostra regione.

Nella nota diffusa oggi dalla regione viene specificato che quest’anno l’ente pubblico spenderà circa 800.000 euro in più per “prolungare” due nuovi treni da Venezia a Trieste.

I treni in questione sono la nuova coppia Frecciabianca fast che impiega solo 3 ore 44′ da Trieste a Milano, e la Frecciargento Trieste-Roma , entrambi introdotti dallo scorso dicembre.
 

Nella nota emessa dalla regione si legge che per l’introduzione dei nuovi collegamenti Trieste-Milano, Trieste-Roma, la regione è riuscita ad ottenere uno sconto da Trenitalia di circa l’ 11 %, passando da una richiesta iniziale di 900.000 euro ad 801.000 euro.

Ricordiamo che dal 2009 la regione FVG destina dei fondi per “prolungare” da Venezia a Trieste o Udine i treni Frecciabianca e Frecciargento, che permettono di raggiungere Milano o Roma senza dover cambiare treno a Venezia Mestre.

Lo scarso traffico sulle direttrici Venezia-Trieste, e Venezia-Udine infatti non garantisce introiti sufficienti all’ impresa ferroviaria non solo per raggiungere gli utili, ma nemmeno per compensare i costi/ricavi.

Da qui la necessità di un intervento pubblico per portare nella nostra regione alcuni collegamenti di qualità che altrimenti terminerebbero la loro corsa a Venezia.

La cifra di 2,8 mln annui però pare essere eccessiva in relazione ai pochi passeggeri che vanno a usufruire di questi collegamenti.

Non abbiamo nessun dato alla mano in merito ai fattori di riempimento dei treni “Freccia” nelle tratte Venezia-Trieste e Venezia-Udine, sovvenzionate da regione FVG, però alcuni viaggiatori ci segnalano che diversi treni Freccia sono molto poco utilizzati nelle suddette tratte.

Gli esempi emblematici sono proprio i nuovi collegamenti Frecciargento Trieste-Roma e la nuova Frecciabianca fast Trieste-Milano.

Questi nuovi collegamenti veloci non effettuano fermate intermedie nel tratto compreso tra Mestre e Trieste, diventando di fatto inutilizzabili dall’ utenza dell’intera pianura friulana,dell’ Isontino, e dalle località balneari di Lignano e Grado.

Basta andare sul sito di Trenitalia e selezionare la Frecciargento 9404 da Trieste a Mestre per verificare sulla mappa della carrozza che compare per selezionare il posto preferito che quasi la totalità dei posti risultano essere vuoti.

Alcuni passeggeri dicono infatti di aver contato circa 30-40 passeggeri al massimo sul tratto Trieste-Mestre a fronte di una capienza di 450 posti del treno ETR 600 Trieste-Roma.
L’affluenza aumenta, ma di poco, a ridosso del weekend ma sempre su valori bassissimi, circa 60-70 passeggeri per convoglio.

Più utilizzata risulta essere invece la Frecciargento Udine-Roma perchè nel tratto Udine-Venezia effettua tre fermate:Pordenone, Conegliano e Treviso. Dunque tale treno risulta essere accessibile ad un’ utenza più ampia.

Al di là dei tecnicismi delle fermate effettuate o meno dai treni Freccia, ha senso che la regione FVG paghi profumatamente suddetti treni “bandiera” così scarsamente utilizzati?

Con 2,8 milioni di euro annui quanti servizi regionali in più potrebbero essere effettuati?

Come tempi di percorrenza i treni freccia sono molto più convenienti rispetto alla combinazione treno regionale sino a Mestre ed interscambio da lì con un treno Freccia?

Per quanto riguarda i tempi di percorrenza la risposta la troviamo direttamente dall’orario sul sito di Trenitalia: il Trieste-Roma diretto impiega 5 ore 25′; con la combinazione treno regionale Trieste-Mestre e Frecciargento Mestre-Roma si impiegano 5 ore 55 in quanto la sosta nella città veneta è di 30 minuti.

Udine-Roma diretto impiega anch’esso 5 ore 25′, mentre con il regionale Udine-Mestre più Frecciargento Mestre-Roma non si scende sotto le 5 ore 49′.

Sulla tratta inversa il Frecciargento diretto impiega 10 minuti di meno (perchè ha una traccia più veloce): 5 ore 15′; la sorpresa però viene da alcune coincidenze molto veloci, che permettono di tornare dalla Capitale al capoluogo friulano in 5 ore 18, quindi il tempo di viaggio complessivo risulta essere superiore rispetto al treno diretto Frecciargento di soltanto 3 minuti!


Dunque ciò significa che con un buon coordinamento tra gli orari dei treni Freccia Mestre-Roma o anche Mestre-Milano si potrebbero avere tempi di percorrenza analoghi ai treni Freccia, e la regione potrebbe investire i 2,8 milioni di euro annui nel miglioramento e potenziamento dei servizi regionali, magari introducendo qualche corsa regionale in più.


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martedì 9 settembre 2014

VINARS AI 12, SABIDE AI 13 E DOMENIE AI 14 DI SETEMBAR 2014, FRIUL DOC ANCJE PAR FURLAN


 
 


FRIULI DOC

ANCJE

PAR FURLAN
 
UDIN
 
Vinars ai 12 di Setembar 
 
Sabide ai 13 di Setembar 
 
Domenie ai 14 di Setembar
 
dal 2014 

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Preseadis e Preseâts
O vin centant plasê di invidâUs a
Friuli Doc par Furlan Doc par ducj
..ancje pai fruts”

Un program di apontaments inmaneâts
de Agjenzie pe Lenghe furlane
adun cul Comun di Udin - Furlan in Comun
e cun Radio Onde Furlane
par valorizâ la lenghe furlane ancje dentri di Friuli Doc.
 
Us spietìn te postazion rosse de ARLeF,
te Cjase de Contadinance
e sot de Loze dal Lionel
cun tancj apontaments
e cun Onde Furlane in direte
 
Friuli Doc:
 il gust … chel Just!
Mandi!
 


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VINARS AI 12 DI SETEMBAR DAL 2014
Gnognodoc par fruts!

Cemût nassino i dinosauruts a fumuts
fûr par fûr par furlan?

L’autôr dai Gnognosaurs, Dree Venier,
ju disegne e ju conte dal vîf

h. 16.00-17.00, Loze dal Lionel

Apontament par cure de ARLef
(Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane)

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FRIULI DOC 2014
 

La Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane,
 il Comun di Glemone
e il Sportel Sorecomunâl pe lenghe furlane dal Glemonàs

a presentin

"Mariflabis.

Storiis in Marilenghe di lei e di scoltâ"

Racuelte di storiis pe infanzie par furlan
cun CD par scoltâlis

SABIDE AI 13 DI SETEMBAR DAL 2014

LI DE CJASE DE CONTADINANCE, CJISTIEL DI UDIN

aes 18.00

Leturis e animazion par cure dai Letôrs volontarisdal Sisteme bibliotecari di Udin e dal hinterland udinês
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domenica 7 settembre 2014

L'INSEGNAMENTO DELLA LINGUA FRIULANA A SCUOLA: SITUAZIONE, RISORSE, NOVITA' E PROSPETTIVE PER L'ANNO SCOLASTICO 2014/2015


 
ARLeF

Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane


INVITO

Auditorium Palazzo della Regione

Via Sabbadini 31, Udine

9 SETTEMBRE 2014

ORE 9


 

 

Preseadis e Preseâts

o vin cetant plasê di invidâUs ae zornade di formazion inmaneade

dal Assessorât regjonâl pe Formazion e pe Istruzion, de Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane e dal Ufici Scolastic Regjonâl dal F.V.J.

L’insegnament de lenghe furlane te scuele: situazion, risorsis, novitâts e prospetivis pal an scolastic 2014/2015”

une ocasion di aprofondiment cuntune Cunvigne vie pe buinore e i laboratoris tal dopodimisdì.