martedì 28 dicembre 2010

LA JOIBE GRASSE DAL 1511


TIERE FURLANE
RIVISTA DI CULTURA DEL TERRITORIO
Dicembre 2010 - Anno 2 numero 4
 Pagine 105/108

LA JOIBE GRASSE DAL 1511
Cinccent agns dal plui grant riviel
de storie dal Friûl
di Carli Pup

O publichin chi sot un tocut di un biel articul di cuatri pagjinis di Carli Pup su la “Joibe Grasse dal 1511”. L’articul complet o podês leilu su l’ultim numâr de bielonone riviste “Tiere Furlane” – Dicembar 2010 – Diretôr Responsabîl Christian Romanini –  Regjon Friûl – Vignesie Julie

Tal 2011 a colin cinccent agns dal riviel de Joibe Grasse tacât a Udin ai 27 di Fevrâr dal 1511. No si fevele dome de plui impuartante insurezion popolar furlane, ma ancje de plui grande che si vedi vude vie pe Rinassince intes tieris che vuê a son dentri dal stât talian. Cun di plui si trate de prime des gruessis rivoltis popolârs che a scjassin la Europe centrâl intal secul XVI, cuasi une sorte di anticipazion des dinamichis storichis europeanis di che ete. Chel istès, la storie di chest riviel e va dilunc a jessi pôc cognossude fintremai in Friûl e, in plui di cualchi câs, si le cjate strupiade di leturis superficiâls o stereotipadis. L'inovâl dai cinccent agns al devente duncje une ocasion pardabon uniche par slargjâ la cognossince di chest episodi impuartant de storie furlane.”

La Associazion 1511

La Associazion 1511 e je nassude par ricuardâ i cinccent agns dal riviel de Joibe Grasse e par svilupâ percors par slargjâ la cognossince di chest e di altris episodis di ribelisim capitâts in Friùl vie pai secui. No si trate dome di imbastî ocasions par cognossi miôr la storie furlane, fur dai stereotips che dispès le àn segnade, ma ancje di tirânt fûr struments di analisi utii pe situazion culturâl, sociâl e economiche de nestre tiere in dì di vuê. Cence dismenteâ che il svilup di trois de memorie su chescj argoments al pues judâ a valorizâ il Friûl no dome di un pont di viste culturâl, ma ancje turistic.


martedì 21 dicembre 2010

Il rilancio della specialità del Friuli - Venezia Giulia


Il rilancio della specialità del Fvg


L’intervento di Gianfranco D’Aronco

Il nostro Comitato si è assunto il compito di individuare alcuni dei principali problemi che affliggono il Friuli: primo tra i quali il persistente centralismo in campo nazionale e in campo regionale. Si parla tanto di federalismo. A noi basterebbe che venisse realizzato in Italia, e specialmente da noi, il regionalismo garantito dalla Costituzione. Il prof. Paladin, che fu presidente della Corte Costituzionale, nel suo Commento allo statuto della Regione Fvg, scriveva: "La Costituzione e gli Statuti prescrivono che l'amministrazione regionale si svolga non tanto attraverso un apparato burocratico  proprio dell'Ente Regione, quanto per via delle deleghe a favore delle Province e dei Comuni, ovvero dell'utilizzazione degli uffici comunali e provinciali". Le difficoltà pratiche del decentramento sono reali, aggiungeva. "Ma ciò non toglie che la Regione medesima sia testualmente tenuta, dovunque possibile, a decentrare nei modi accennati l'esercizio delle proprie competenze".
E questo è ben chiaro. Ed ecco cosa affermava il maggior partito del momento, alla vigilia delle prime elezioni nella nostra Regione: e questo nel suo programma ufficiale: "Direttiva generale della Regione sarà la valorizzazione degli enti locali, che la D.C. ritiene strumenti di promozione civile, di decentramento del potere e centri di autentica democrazia. Nei confronti di essi la Regione avrà una funzione di propulsione, di coordinamento e di potenziamento, in modo che, nel rispetto della loro autonomia, la Regione concorrerà ad assicurare l'espletamento dei compiti di istituto e, attraverso ad essi, realizzerà gli obiettivi di attuazione amministrativa propri dell'ente regionale".

sabato 18 dicembre 2010

LE SOLITE BUGIE SULLA SEGNALETICA BILINGUE



Venerdì 17 dicembre 2010
La Vita Cattolica -  Rubrica “Giornale aperto”
Il Messaggero Veneto - Rubrica “Per posta e per e-mail”

LE SOLITE BUGIE
SULLA SEGNALETICA BILINGUE
lettera di Roberta Michieli

Con la legge 482 del 1999 (11 anni fa!), il Parlamento italiano ha dato attuazione all’art.6 della Costituzione italiana «La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche». Questa legge prevede anche i cartelli stradali bilingui in tutti quei Comuni ove vivono le 12 minoranze linguistiche riconosciute dalla Stato italiano. E noi friulani siamo una di queste. Dove sta, dunque, il problema se anche il Comune di Udine, buon ultimo e con anni di ritardo, dà finalmente attuazione alla Legge 482/99 per quanto riguarda il bilinguismo visivo sulle strade?
Non esiste alcun problema, salvo una parte politica che non ha ancora rinunciato al fascistissimo «Vietato sputare per terra e parlare in dialetto». Parte politica che ben si guarda dal criticare il bilinguismo totale sloveno-italiano di Capodistria (Slovenia). Anzi, si lamenta perché lo ritiene ancora insufficiente. Che poi questa stessa parte politica si permetta anche di fingere di non sapere che i finanziamenti concessi ai sensi della Legge 482/99 possono essere utilizzati ovviamente soltanto per gli scopi previsti dall’articolato di questa legge e cavalchi, come sempre fa, una denuncia di presunti sprechi di denaro pubblico ogni qualvolta sia  previsto l’uso pubblico della lingua friulana, riporta le lancette del tempo al ventennio fascista.
Nel leggere sulla stampa locale la dichiarazione «Il Pdl scuote la testa perché avrebbe preferito spendere 100 mila euro per rifare le segnaletica orizzontale», non si può che scuotere la testa davanti a tanta ignoranza o forse malafede. Anzitutto il Comune di Udine non spende un euro e la segnaletica orizzontale non può essere finanziata dalla Legge 482/99. Ma questo il Pdl di Udine lo sa benissimo!
Che poi nel 2010 ci sia ancora chi, come riportato sulla stampa, continua ancora a riportare come vera la favoletta della presunta difficoltà di un turista davanti ad un cartello bilingue, non può che lasciare sbalorditi.  Ormai il bilinguismo visivo è una realtà in molta parte d’Europa. Lo ritroviamo in Provincia di Bolzano, nella provincia di Gorizia, nella Provincia di Udine e sì, anche nei Comuni sloveni dove vive la minoranza linguistica italiana. Mi pare che nessun turista si sia mai perso girando per Capodistria o per la Provincia di Bolzano. Non esiste alcun problema legato alla toponomastica bilingue. C’è invece, questo sì, un problema d’incapacità di rispettare i diritti linguistici di chi appartiene a comunità che parlano una lingua diversa dalla propria. E quest’ultimo è davvero un problema molto serio perché coinvolge la violazione di diritti umani.
Roberta Michieli - Tavagnacco

venerdì 17 dicembre 2010

CARTELLI IN FRIULANO, RISORSA PER IL TERRITORIO


La Vita Cattolica – venerdì 17 dicembre 2010
Rubrica “Giornale Aperto”

CARTELLI IN FRIULANO,
RISORSA PER IL TERRITORIO

lettera di Lorenzo Fabbro


Desidero esprimere compiacimento per la scelta del comune di Udine di adottare la segnaletica bilingue (in italiano ed in friulano) per un intervento sulla cartellonistica stradale e la toponomastica che interesserà diverse vie della città. Tale operazione, sostenuta economicamente con i fondi statali della legge 482/99, non rappresenta affatto una novità (neppure per la città di Udine) e credo debba essere inquadrata in una precisa scelta di politica linguistica in continuità con il passato e non considerata un escamotage per recuperare fondi per la segnaletica in tempo di crisi.
L’uso pubblico della lingua, all’interno e nei rapporti con le amministrazioni pubbliche e la presenza del friulano nella segnaletica stradale e nella cartellonistica sono quindi un diritto sostenuto dalle leggi di cui sopra da circa un decennio e non possono certo costituire una novità che possa “incuriosire” o portare “perplessità” come si è letto sulla stampa in questi giorni.
In questi anni la Provincia di Udine (ed anche quella di Gorizia, purtroppo molto meno quella di Pordenone) hanno svolto un grosso lavoro per quanto riguarda l’installazione di segnaletica stradale bilingue sulle strade di loro competenza e circa il 40 % dei comuni della provincia di Udine hanno provveduto a predisporre nel loro territorio cartellonistica bilingue per quanto riguarda la toponomastica.
Un lavoro prezioso ed importante anche e soprattutto per lo status della lingua friulana che ha dato sicuramente i suoi frutti.
Si tratta di investimenti ad alta redditività. Oltre a garantire un diritto la segnaletica bilingue è la manifestazione più evidente del carattere plurilingue del territorio e può rappresentare una piacevole “novità” anche per i turisti ed uno strumento da utilizzare quale “marketing” territoriale.
Alla luce delle considerazioni di cui sopra fanno sorridere le polemiche di chi ritiene che i friulani non siano in grado di capire “di primo acchito” se Grado/Grau o Venezia/Vignesie siano la stessa località o le perplessità di chi opera nel settore turistico e paventa difficoltà per gli stranieri. La  cartellonistica bilingue è già presente su buona parte del territorio friulano e non risulta che si sia perso nessuno. Inoltre se qualche ospite straniero chiedesse ad un operatore turistico “se è un altro posto” basterebbe spiegare, con un sorriso, che “no, è solo un’altra lingua” ed i risultati potrebbero riservare qualche piacevole sorpresa. Nella nostra Regione abbiamo avuto più volte occasione di riflettere sulle opportunità legate al plurilinguismo ed al “valore” delle lingue locali ed è stato dimostrato, alla luce di una pluralità di esperienze in Italia ed all’estero, come promuovere e valorizzare assieme lingua, identità, cultura, prodotti e territorio sia un modo efficace per fidelizzare i turisti, che prendono coscienza di essere ospiti di un luogo “speciale”. Il marketing territoriale e linguistico ovviamente funziona sia per i prodotti che per i luoghi. Del resto in tutta Europa si fa così e la cartellonistica plurilingue  è la regola e non l’eccezione.
Sul fronte degli amministratori le affermazioni del rappresentante del PDL al comune di Udine che impiegherebbe i fondi della legge 482 (Tutela delle minoranze linguistiche) per la segnaletica orizzontale e per sistemare le buche sulle strade si commentano da sole e fanno capire, se ce n’era il bisogno, qual è l’atteggiamento del centrodestra rispetto al tema della tutela e valorizzazione della lingua friulana.
E’ invece importante proseguire con politiche linguistiche per il friulano che prevedano tra l’altro il completamento della realizzazione di cartellonistica e segnaletica in lingua friulana su tutto il nostro territorio ed auspicare in tal senso la partecipazione attiva di enti ed istituzioni ad ogni livello.

Lorenzo Fabbro - Membro Segreteria Provinciale PD di Udine                            

giovedì 16 dicembre 2010

FINANZIARIA REGIONALE - WWF: ALLA NATURA SOLO LE BRICIOLE


Dal sito della Arcidiocesi di Udine
"la Vita Cattolica"

Aggiornamento di Lunedì 13 Dicembre 2010

Finanziaria regionale,
Wwf: alla natura solo le briciole
 
UDINE (13 dicembre, ore 10.30) - «La scure della legge di bilancio 2011 si abbatte anche quest’anno sull’ambiente: sui parchi, sulle aree protette, sulle riserve naturali, sui beni ambientali e paesaggistici». A denunciarlo è il Wwf regionale sottolineando che, «come nel 2010, si vedono confermare tagli drastici delle risorse pari al 45%, passando dai 5 milioni e 392 mila euro del 2009 ai 2 milioni e 925mila del 2011». «Numeri risibili – insiste l'associazione ambientalista –, soprattutto se paragonati agli investimenti milionari che la giunta Tondo si appresta a fare su ben altri fronti».

La nota diffusa dal Wwf dettaglia i dati: «Il bilancio 2011 mantiene il taglio di stanziamenti correnti per il complesso dei due parchi regionali, lo inasprisce per le riserve naturali, i biotopi, rete natura 2000 (da 300 a 200 milioni di euro), cancella del tutto lo stanziamento per il funzionamento della stazione biologica dell’Isola della Cona, già falcidiato nel bilancio 2010, e non ripristina le spese d’investimento, portate a zero già nel 2010».

mercoledì 15 dicembre 2010

"La Patrie dal Friûl" cuintri dai erôrs RAI



“La Patrie dal Friûl”
cuintri dai erôrs Rai

Scomençâ cu la programazion par furlan,
invezit di spot fûr dal vade

A non de riviste "La Patrie dal Friûl" o mandi chest comunicât stampe cun preiere di publicazion e difusion.

A nome della rivista in lingua friulana "La Patrie dal Friûl", inoltro il seguente comunicato con preghiera di pubblicazione e diffusione.

mandi e grazie
Christian Romanini


La Patrie dal Friûl cuintri dai erôrs Rai: scomençâ cu la programazion par furlan, invezit di spot fûr dal vade

"Il Furlan nol è un dialet, ma une lenghe: tiraitlu vie de ultime campagne Rai" e je la posizion ferme da "La Patrie dal Friûl" (www.lapatriedalfriul.org) storic mensîl in lenghe furlane fondât tal 1946. "La Rai e varès di visâsi di meti in vore la leç 482/99 art 12 come 1, invezit di confondi la lenghe furlane cui dialets dal talian, e inserî dentri dai siei palinsescj une programazion in lenghe furlane. Metude in vore che e reste ancjemò in dì di vuê cence rispueste". Cun di plui al è ancje un erôr storic: "La campagne Rai e volarès celebrâ i 150 agns de Unitât di Italie, ma il Friûl al è stât anetût al ream di Italie dome tal 1866 e no tal 1861. Adiriture a son zonis dal Friûl orientâl che a son deventadis talianis dome dopo de prime vuere mondiâl" e precise la redazion da "La Patrie dal Friûl" che e siere "Cuissà se cualchidun si domandarà trops bêçs publics che a son stâts spindûts par spots che a son rivâts a unî la Italie... tal disdegn."

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La Patrie dal Friûl contro gli errori Rai: iniziare con la programmazione in friulano, invece di spot assurdi.

"Il Friulano non è un dialetto, bensì una lingua: toglietelo dall'ultima campagna Rai" è la ferma posizione de "La Patrie dal Friûl" (www.lapatriedalfriul.org) storico mensile in lingua friulana fondato nel 1946. "La Rai dovrebbe ricordarsi di applicare la Legge 482/99 art 12 comma 1, anzichè confondere la lingua friulana con i dialetti dell'italiano, e inserire all’interno dei propri palinsesti una programmazione in lingua friulana. Applicazione che rimane tutt’ora disattesa." Inoltre c'è anche un errore storico: "La campagna Rai vorrebbe celebrare i 150 dell'Unità d'Italia, ma il Friuli è stato annesso al regno d'Italia solo nel 1866 e non nel 1861. Addirittura zone del Friuli orientale sono divenute italiane solo dopo la prima guerra mondiale" precisa la redazione de "La Patrie dal Friûl" che conclude "Chissà se qualcuno si chiederà quanti soldi pubblici sono stati spesi per degli spot che sono riusciti a unire l'Italia... nello sdegno".

venerdì 10 dicembre 2010

GNÛFS LIBRIS PAI FRUTS IN LENGHE FURLANE


GNÛFS LIBRIS PAI FRUTS IN LENGHE FURLANE

Editôr Serling soc. Coop.
www.serling.org


Mape ilustrade “Friûl di Magance” di Luigino Peressini

E ven fûr in chescj dîs la mape ilustrade Friûl di Magance” di Luigino Peressini, pal editôr Serling soc. Coop.
La mape, che si indrece al public dai fruts ma no dome a chei, e presente il Friûl popolât di dutis lis figuris de tradizion popolâr: orcolats, aganis, maçarots, salvans, pagans, cjalcjuts, drâcs, striis...
La sdrume di creaturis dal mont magjic (il mont de “Magance” cemût che al è definît in ciertis flabis furlanis) al fâs dal Friûl un labirint pardabon ingredeât, e al è propit par orientâsi in chest imagjinari popolâr tant ric che e ven publicade la mape, che sul daûr e propon schedis cu la descrizion par furlan des figuris principâls rapresentadis sul devant.
La mape e à un formât di cm. 100x70 e si pues cuistâ intes librariis o li dal editôr (0432 649131, coop@serling.org) al presit di 15 euros.

Luigino Peressini: architet, ilustradôr, al à realizât diviersis storiis a fumuts e mapis ilustradis par aministrazions comunâls (Palme, Manzan, Osôf, Tavagnà, Feagne, Remanzâs...) e pes scuelis, fondant simpri il so lavôr creatîf suntune ricercje filologjiche e une vore precise.


“L’arbul Feliç” di Lussia di Uanis

Al ven distribuît in chescj dîs il libri cun cd-audio “L’arbul Feliç”, di Lussia di Uanis.
Il libri si indrece al public dai fruts za di prime che a ledin a scuele, al è ilustrât cui biei dissens di Elena Chiandussi e al à un cd cu la storie recitade de autore stesse, acompagnade des dolcis musichis origjinâls di Annalisa Masutti, che lis sune cul piano.
“L’arbul Feliç” e je la storie di une semençute che cul passâ des stagjons, e ven sù, si trasforme e compagnade dal passâ dal timp, tra Invier, Vierte, Istât e Sierade, al devente un biel miluçâr, gjoldint di ce che i sucêt e di ce che al à tor ator.
Il libri al à 48 pagjinis, al è in lenghe furlane cu la traduzion, in code, par talian; il cd audio al dure 25 minûts. Si si pues cuistâ intes librariis o li dal editôr (0432 649131, coop@serling.org) cul presit di 20 euros.

Lussia di Uanis: poetesse, artiste, e lavore intal cjamp de istruzion, cun progjets didatics par fruts, prin di dut in lenghe furlane. E à publicât il libri par fruts “Intal sac de fantasie”. Par Radio Onde Furlane e à curât il program “Flabis a mirinde”.

Serling soc. coop.:
posta elettronica: info@serling.org


mercoledì 8 dicembre 2010

Pe Glesie taliane il furlan al è tornât a sedi une lenghe disparide



Settimanale dell'Arcidiocesi di Udine
LA VITA CATTOLICA
Pagina 47 - L'agar - sabato 20 novembre 2010


Il Messâl par talian
di Duilio Corgnali


Alc si môf, ma dome par talian. Ai 10 di Novembar, te Assemblee dai Vescui talians congregade in Assisi, finalmentri a àn dade informazion sul Messal par talian, disint che al è in vore. Che, secont lôr, al è avonde indenant te traduzion dal Missale Romanum, tierce edizion. Di chel che si à capît tal gjornâl «Avvenire» daspò i Prenotanda si è passâts al Ordo Missae. Ce che al mancje ancjemò e je la part che rivuarde i sants, lis messis pai matrimonis, i funerâi, i batisims e lis preieris pe pâs e chês altris intenzions. Si che duncje, dibot mieç. Messâl. Si à di savê che la tierce edizion tipiche par latin la Congregazion dal Cult Divin e pai Bon Ordin dai Sacraments le à publicade ai 22 di Fevrâr dal 2002. A son passâts scuasit nûf agns e la situazion e je chê che o vin ricuardade.

Ce jentrial cun nô chest fat? Intant al è di dî che il Messâl che a doprin i predis pe messe al ven fûr, tradusût in dutis lis lenghis ricognossudis, de Congregazion dal Cult Divin daspò la edizion tipiche latine prontade de stesse Congregazion. Po ben, cuant che e vignì fûr la tìerce edizion, la Comission pe traduzion in lenghe furlane dai libris liturgjics, daspò la traduzion de Bibie e dal Lezionari, e jere za in vore pe traduzion dal Missale Romanum, che fin in che volte al jere a la seconde edizion, che e je chê che si dopre par talian ancjemò in dì di vuê. Inalore o vin scugnût bot e sclop furnîsi de gnove edizion tipiche e tacâ daprûf la vore. Si à lavorât par cinc agns, i vin dât sot cence remission, pre Antoni Beline al à fat un lavoron, ma ducj chei de Comission si son messedâts cetant. Si che ai 11 di Zenâr dal 2005 i Vescui di Udin, di Gurize e di Concuardie-Pordenon lu àn uficialmentri aprovât. Po daspò i stes vescui a àn puartât il messâl ae Conference Episcopâl Trivenite, che lu ancje chê aprovât, e po daspò a la Conference Episcopâl Taliane, come che al comande il Codiç di Dirit Cjaluni pe necessarie aprovazion de Cei.

La vore de traduzion furlane dal messâl, come che o vin dite, le à puartade indenant une Comission bibliche-teologjiche-liturgjiche-pastorâl e linguistiche interdiocesane, componude di dîs personis: predis, teolics, professôrs glotolics de Universitât dal Friûl. La vore e je stade fate cun dut il scrupul necessari e secont la indicazion vude di prime man dal Prefet de Congregazion dal Cult, che e je chê che à di confermâ la aprovazion de Cei. Il Prefet di in che volte al jere il Gard. Zorç. Medina Estevez e Segretari al jere l'Arcivescul Francesc Piu Tamburrino.

Stampadis dîs copiis te stamparie des Dehonianis a Bologne, un lavôr straordenari e une vore biel, cun miniaturis a colôrs dal Salteri di S. Elisabete (Cividât, sec. XIII), si à uficialmentri puartadis dôs a la Conference episcopâl taliane compagnadis de domande dai vescui nostrans pe aprovazion.

Cuale la risulte? Purtrop fin cumò nissune. Anzit, a'nd è di piês. A Rome, a la Cei, cuant che o vin puartadis lis dôs copiis, a son restâts scaturìts. No volevin crodi che si vedi fate la traduzion di dut il Missale Romanum editio tertia. Cuant che a àn scugnût tocjâ cun man che e jere propit cussì, a àn scomençât a dî che la Cei no podeve aprovâ il Messâl par furlan prime di chel par talian (se no ce varessino dite i vescui talians?), po daspò a àn cirût di intrigâ la robe ancje li de Congregazion dal Cult Divin. Dutis resons strambis e fûr di scuare, ven a stâi fûr de leç canoniche. Cun di fat cul vescul Brollo o vin scugnût lâ a Rome, ai 5 di Jugn dal 2006, a sclarî la cuestion cul Prefet dal Cult Divin, che intant al jere il Gard. F. Arinze, che al è strassecolât e che al à sigurât che pe Congregazion nol jere nissun fastidi in cont de traduzion dal Messâl par furlan, lenghe za ricognossude de Glesie Catoliche in che volte dal Lezionari, che al è ancje chel un libri liturgjic tant che il Messâl. I vuestris fastilis, nus à dite, a son alì de Cei e no achì de Congregazion. Al à dite ancje alc altri che nol è il câs di spampanâ achì.

In sumis, si sperave, cussì almancul i vescui di chenti, chê il Messâl par furlan al vignìs aprovât pai 6 di Mai dal 2006, pe ocasion dal trentesim dal taramot. Nuie. Il vescul Brollo al à tornât a fâ domande di aprovazion ai 3 di Novembar dal 2006. Nissune rispueste uficiâl. Dome a vôs e in privâti ai vescui. No si pues puartâ a la aprovazion il Messâl par furlan prime di chel par talian. Di no erodi, ma e je cussi. Il  Messâl par furlan nol è mai stât puartât a la Assemblee dai vescui talians, come comandât dal Dirit Cjaluni. Une vere e proprie omission. Si podarès ancje clamâlu un at di prepotence e ancje une mancjance grave cuintri dai dirits dai popui, che pur i stan tant a cûr a la Glesie Catoliche. Si sperave che almancul te conference stampe fate pal Messâl talian si disès alc sun chel furlan prontât bielavuâl di daspò in ca. Nuie. Pe Glesie taliane il furlan al è tornât a sedi une lenghe disparide. No nus vanze altri che di ricori plui adalt e di sperâ che almancul il Pape cuant che al vignarà a Aquilee al puarti sù che benedete aprovazion. Sperin. Al sarà ben un judiç aRome!

DUILI CUARGNÂL


 

lunedì 6 dicembre 2010

BAMBINI FRIULANI SPOGLIATI DELLA LORO IDENTITA'


Settimanale della Arcidiocesi di Udine 
La Vita Cattolica
Venerdì 3 Dicembre 2010
Rubrica “Giornale Aperto”


 Bambini friulani
spogliati della loro identità

Lettera di Remo Brunetti

Quando, in materia di minoranze linguistiche, si ignorano precise direttive europee, si disattendono importanti leggi statali e si dimenticano leggi regionali, è chiaro che la cosa non resta senza conseguenze per quelle popolazioni che attendono di essere tutelate. Così se in Friuli abbiamo certe scuole dove dei dirigenti illuminati hanno saputo valorizzare la bravura e la capacità degli insegnanti riuscendo a garantire ai bambini, nell'ottica di una educazione plurilingue, un minimo di alfabetizzazione in friulano e lo sviluppo della coscienza di appartenere ad una comunità con caratteristiche ben specifiche, abbiamo altresì scuole dove questo tema è o ignorato o svolto in forma così episodica da non lasciare tracce nella loro mente. Ed è ciò che accade stando almeno a quanto raccontano i genitori, nella scuola materna di Cavazzo Carnico. Più volte questi genitori mi hanno raccontato di essere andati di persona a supplicare le insegnanti di dare ai loro bambini un minimo di istruzione in friulano. Ma almeno fino a questo momento le loro suppliche sono rimaste lettera morta.
Accade così che i bambini friulanofoni vengano spogliati della loro residua identità linguistica, ed educati per lo più in italiano. Dopo qualche settimana dì questa educazione, i bambini sono diventati come stranieri. Al loro ritorno a casa, ai genitori e parenti friulanofoni essi rispondono solo in italiano.

Ora io non conosco le ragioni per cui la scuola materna di Cavazzo Carnico non riesce ad esaudire le legittime richieste di questi genitori. Credo tuttavia che l'insegnamento del friulano, richiesto dal 60% dei genitori,  a undici anni dell'approvazione della legge 482 del 1999 che detta norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche, non debba più basarsi sulla sola buona volontà e le capacità organizzative di insegnanti e dirigenti. Esso, come le altre materie di insegnamento, ha bisogno di essere regolato da apposite norme. Con la legge regionale n. 29 del 2007 i consiglieri della passata legislatura avevano provveduto a disciplinare anche questo aspetto della nostra tutela linguistica. Purtroppo, a tre anni dall'approvazione di questa legge, l'amministrazione Tondo, Fontanini, Molinaro non è ancora riuscita a scriverne i decreti di attuazione. Alla faccia di tutti i bei discorsi sulla validità di una educazione plurilingue e multiculturale.

Remo Brunetti – Cavazzo Carnico

sabato 4 dicembre 2010

IL CANZONIERE DI AIELLO - "Di nuovo come un tempo...."



Joibe 9 Dicembar 2010
Teatri Palamostre - Plaçâl Paolo Diacono - UDIN
a lis 20,00

Al torne a sunâ
IL CANZONÎR DI DAEL
intun gnûf concert "Di nuovo come un tempo..."


Serade di solidarietât a pro de Associazion La Rinascita di Udin
Cui intervents dal president di La rinascita Ennio Di Bortolo e di don Pierluigi Di Piazza

Daspò di un grum di agns, e torne a sunâ un grup storic dal panorame musicâl furlan, che intai agns '70 e '80 al à congnossût une stagjon di grande partecipazion e impegn intal mont culturâl furlan dal post taramot, rapresentant une avanguardie inte ricercje musicâl e inte proposizion di une gnove musiche furlane cui tescj di cualchidun dai plui significatîfs poets furlans, di Leonardo Zanier a Galliano Zof, di Pier Paolo Pasolini a Gianni Gregoricchio.

La valorizazion de lenghe furlane, come strument di libertât e dirit di popul par fâ cuintri ae globalizazion des culturis, si compagne di simpri intal lavôr dal Canzonîr cun contignûts sociâi indreçâts ai “senzastoria”, aes classis sociâls che di sempri a subissin injustiziis e  prepotencis.

La scjalute dal concert e previôt cjançons furlanis vecjis e gnovis (tra chestis "Canson dismitude", une poesie di Elio Bartolini musicade di Giancarlo Velliscig)  e une schirie di gnovis baladis par talian su lis tematichis de cuotidianitât furlane e planetarie. 

Dal pont di viste musicâl il grup, inricjît de partecipazion di zovins musiciscj furlans di talent e dai arangjaments di Alessio Velliscig, si esprim intun stîl tipic de cjançon di autôr moderne, in ambientazion acustiche cun tonos cjalts e etnics, mantignint un dai caratars plui tipics dal grup, ven a stâi la sô vocalitât che e alterne moments solistics e moments di coralitât, intal spirt che al à simpri caraterizât il Canzoniere di Aiello/Canzonîr di Dael.

La formazion dal grup e je:
Alessandra Kersevan, vôs
Viviana Gallet, vôs
Giancarlo Velliscig, vôs e chitare
Paolo Del Ponte, vôs e bas el.
Alessio Velliscig, vôs e chitaris
Antonio Merici, violoncel
Alberto Pezzetta, tastieris
Alessio Benedetti, baterie e percussions

Jentrade a ufierte libare.


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Giovedì 9 dicembre 2010
Teatro Palamostre - Piazzale Paolo Diacono - UDINE
ore 20,00

Ritorno sulle scene del gruppo friulano
IL CANZONIERE DI AIELLO
con il nuovo spettacolo "Di nuovo come un tempo..."


Serata di solidarietà a favore dell'Associazione La Rinascita di Udine
Introdurranno il presidente di La rinascita Ennio Di Bortolo e don Pierluigi Di Piazza

Dopo molti anni, torna sulle scene un gruppo storico del panorama musicale friulano che negli anni '70 e '80 conobbe una stagione di intenso impegno e di grandi riscontri nello scenario culturale friulano del post terremoto, rappresentando un'avanguardia nella ricerca musicale e nella proposizione di una nuova musica friulana sui testi di alcuni tra i più significativi poeti friulani, da Leonardo Zanier a Galliano Zof, da Pier Paolo Pasolini a Gianni Gregoricchio.

La valorizzazione della lingua friulana, ma come strumento di libertà e diritto di popolo da opporre alla globalizzazione delle culture, si affianca da sempre nel lavoro del Canzoniere a contenuti sociali, ai "senzastoria", alle classi sociali che da sempre subiscono ogni sorta di sopruso e ingiustizia.

La scaletta del concerto prevede dunque canzoni friulane antiche e nuove (tra queste una poesia di Elio Bartolini musicata da Giancarlo Velliscig dal titolo "Canson dismitude" e una serie di nuove ballate in italiano che affrontano tematiche della quotidianità friulana e planetaria.

Musicalmente il gruppo, anche grazie agli innesti in organico di giovani musicisti friulani di talento e agli arrangiamenti di Alessio Velliscig, si esprime secondo uno stile tipico della canzone d'autore moderna, in ambientazione acustica e dai toni caldi ed etnici, con il mantenimento di uno dei caratteri tipici del gruppo, la sua vocalità che alterna momenti solistici a coralità assai caratteristiche che fin dalle origini hanno costituito il carattere principale del Canzoniere di Aiello.

La formazione del gruppo è la seguente:
Alessandra Kersevan, voce
Viviana Gallet, voce
Giancarlo Velliscig, voce e chitarra
Paolo Del Ponte, voce e basso el.
Alessio Velliscig, voce e chitarre
Antonio Merici, violoncello
Alberto Pezzetta, tastiere
Alessio Benedetti, batteria e percussioni

Ingresso a offerta libera