domenica 24 aprile 2016

IL FRIULI NON PUO' ESSERE LA CAVIA DI DEVASTANTI FUTURE RIFORME NAZIONALI!

 


REGIONE FRIULI (-VG)
 
IL FRIULI
NON PUO' ESSERE
LA CAVIA
DI  DEVASTANTI
FUTURE RIFORME NAZIONALI!
 
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Comunicato Stampa
 
23 aprile 2016


In corpore vili

I medici usavano questa frase per indicare che, quando volevano sperimentare una nuova cura senza avere troppi problemi, lo facevano su poveri cristi...
 
Forse non ci stiamo rendendo conto di quello che succede, con le riforme, in Friuli (-VG): una sperimentazione “in corpore vili” sfruttando a rovescio gli spazi dati dall'”autonomia speciale” della Regione.
 
Le potestà legislative sono quelle giuste, date proprio dall'autonomia, il territorio è quello giusto, con nomea di essere ben amministrato, ai margini dello Stato, con una popolazione abituata a subire e a non protestare in modo eclatante, comunque silenziata da un sistema dei media che non danno spazio alle poche proteste. Certo, c'è una città importante come Trieste, ma lì le riforme hanno un minore impatto, le risorse sono maggiori e quindi ci saranno, nell'area VG, minori contestazioni e quindi: tutto quadra!
 
Proviamo a riflettere:
 
  • la riforma delle UTI spazzerà via i comuni come li conosciamo, farà uno spezzatino del Friuli, cancellerà l'articolato sistema dei poteri locali con i sindaci ridotti a poco più di portavoce della proloco frazionale (e senza nemmeno i fondi della proloco...) con una riforma ben diversa e peggiorativa della riforma nazionale della legge Delrio.

  • la riforma sanitaria, nascosta dalle polemiche sulle UTI e dal senso di rassegnazione che ha invaso i medici e il personale ospedaliero (che cercano di scappare nelle altre Regioni italiane, alla faccia dei privilegi dell'autonomia) nel quasi silenzio dei medici di base a cui questa riforma da un significativo obolo, ridurrà ancora i posti letto (fino a 3 ogni 1000 abitanti contro i 5-7 di Germania, Francia, ecc.!) e scaricherà sulle famiglie gli oneri di assistenza e cura. Una ambulanza ogni 288 kmq in provincia di Udine, una ogni 227 a Pordenone, tempi di arrivo ben più lunghi degli standard nazionali previsti dal decreto Balduzzi che prevedono 20' massimo e che però faranno media con quelli dell'area triestina (una ambulanza ogni 42 kmq con due automediche pronte a correre per 182 codici bianchi in un anno...). I numeri stanno a dirci che in Friuli, con questa riforma, si sta procedendo verso la privatizzazione del sistema sanitario, con maggiori costi e maggiori rischi per i cittadini ed il progressivo smantellamento di un sistema pubblico di assistenza e cura che era ai vertici del Paese.
Con queste riforme si sperimenta in Friuli quello che non si osa fare con altrettanta decisione nel resto d'Italia, drenando risorse e competenze a favore del potere centrale. Sperimentazione “in corpore vili” -sotans, appunto!- poiché ad oggi queste scelte politiche e le altre come quelle relative all'uso del territorio ed alla gestione dell'acqua stanno portando alla spogliazione dei poteri locali e dei servizi, con un uso rovesciato dell'autonomia.
 
Servirà, ed è sempre più urgente, una azione unitaria e coerente dei comitati e dei movimenti legati al Friuli per fermare questa deriva.

Comitato per l'Autonomia
e il Rilancio del Friuli

il presidente

Paolo Fontanelli


venerdì 22 aprile 2016

ELETTRODOTTO "SE Udine Ovest - SE Redipuglia": NO AL CONDONO!


 
REGIONE
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ELETTRODOTTO

"SE Udine Ovest - SE Redipuglia”

 

"NO" AL CONDONO!

SI', AL RISPETTO

DELLA SENTENZA

DEL CONSIGLIO DI STATO!

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Dal sito di

LEGAMBIENTE FVG

 
COMUNICATO STAMPA

DI LEGAMBIENTE FVG

20 aprile 2016



Una bella, grossa,
gatta da pelare.

Il punto di vista di Legambiente FVG in merito al nuovo procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale sull'elettrodotto “SE Udine Ovest - SE Redipuglia”, proposto da Terna S.p.a.

L'Azienda punta al “condono” dell'opera già realizzata all'80%, avviata e poi bloccata dal Consiglio di Stato.

Legambiente del FVG ritiene che il nuovo Studio d'Impatto Ambientale (SIA) proposto da Terna SpA sia un tentativo di arrivare a un “sostanziale condono
del già eseguito, recependo le raccomandazioni previste dalla precedente procedura di VIA, in modo da concludere al più presto e senza ulteriori scossoni l'opera già realizzata per circa l'80 %. Ma questa operazione non incontra il favore dell'Associazione, che ribadisce le carenze già riscontrate nel precedente Studio e ne mette in evidenza le contraddizioni con il quadro strategico del trasporto di energia elettrica oggi esistente.

A tutti è nota la situazione dell’opera, avviata senza attendere il pronunciamento del Consiglio di Stato e bloccata dallo stesso per due questioni principali: le modalità di attraversamento di aree ambientalmente tutelate e la carenza di motivazione in merito alla esclusione dell’alternativa di interramento dei cavi della linea elettrica.

Legambiente FVG ritiene che per la nuova procedura di VIA possano esserci due sole alternative in piena sostanziale rispondenza alle leggi che governano tale procedura:
  1. considerare l’attuale procedura di VIA come una sostituzione di quella precedente e, quindi, rispondere ora per allora alle manchevolezze e incongruenze sollevate dal Consiglio di Stato in relazione al SIA del 2008. In questo caso, se le integrazioni portate da Terna SpA vengono ritenute sufficienti e adeguate l’opera si completa, pur magari con ulteriori prescrizioni; oppure, in caso di permanente carenza di motivazioni, viene negato un parere positivo di VIA, l’opera quindi non viene autorizzata e si pone l’obbligo di demolizione di quanto finora realizzato.
  2. effettuare una procedura di VIA completa dell’opera proposta senza sconti palesi od occulti motivati dalla sua parziale realizzazione, e valutare “oggi” le caratteristiche dell’opera stessa e le eventuali alternative con riferimento alle conoscenze ambientali e tecnologiche attuali, e in particolare al quadro programmatico del 2015/2016 palesemente differente da quello del 2008.
Legambiente FVG ritiene che logicamente e anche giuridicamente la strada da percorrere sia la seconda.

Per quanto riguarda la VIA del 2008 Legambiente FVG evidenziò come le alternative allora presentate da Terna fossero del tutto insufficienti; sia per la carenza di valutazioni sulle caratteristiche di un possibile interramento, sia perché già allora non venne considerata l'opzione ZERO, ovvero la possibilità di dare soluzioni diverse e integrate all'esistente assetto delle reti e alla loro funzione: (1) garantire stabilità alla fornitura del sistema di utenze regionali e (2) sostenere le crescenti, o supposte tali, importazioni di energia dalla Slovenia e, attraverso essa, da altri paesi dell’est Europeo.

Tali carenze si ripresentano nel Quadro Programmatico del SIA del 2015 benché siano passati quasi 10 anni e siano mutate profondamente sia le condizioni dell'assetto del mercato elettrico, sia le tecnologie per la realizzazione di linee interrate in AAT, in corrente continua, proposte - tra l'altro - dalla stessa Terna in almeno 2 progetti molto affini al progetto “Redipuglia – Udine Ovest”:
  1. l'elettrodotto transfrontaliero sottomarino e interrato “Divaccia (Slo) – Salgareda (Treviso) da ben 1.000 MW di potenza e 500 kV di tensione in corrente continua
  2. l'elettrodotto transfrontaliero tra Piemonte (Piossasco) e Francia (Grande Ile) lungo l'autostrada della Val di Susa, anch'esso in c.c. AAT.
Si fa notare come il primo dei 2 progetti citati, se realizzato, risolverebbe da solo brillantemente ogni necessità di aumento dei flussi di import-export destinati al resto d'Italia.

Per quanto concerne lo sviluppo delle Fonti Energetiche Rinnovabili (FER) NON PROGRAMMABILI, che tanto preoccupano Terna a leggere i vari Piani di Sviluppo, finora non hanno provocato apprezzabili disfunzioni per gli Utenti della Regione.

Inoltre le ormai famose “smart grids” non sono menzionate (e in effetti non sono di competenza di Terna quelle in bassa e media tensione), ma sono cruciali per la gestione della produzione distribuita (da FER) prima che i “transitori” interessino il sistema nazionale in AT e AAT. Persino Terna, a fronte dei problemi sorti in meridione, ha già iniziato a installare gruppi di accumulatori per la gestione dei transitori.

Pertanto Legambiente FVG propone, come prima soluzione, il revamping (ammodernamento e potenziamento) delle linee esistenti (132 e 220 kV) e la realizzazione, come già previsto, della “Divaccia – Salgareda”, non ravvisando la necessità del nuovo collegamento aereo a 380 kV, in doppia terna, tra Redipuglia e Udine Ovest.

Qualora permanesse, per i motivi più diversi, la volontà di realizzare una nuova linea di trasporto elettrico ad alta capacità tra Redipuglia e Udine Ovest, adesso vi sono le tecnologie e le opportunità per realizzare – come soluzione di ripiego – un collegamento interrato da 500 MW in corrente continua e sfruttando il sedime della terza corsia autostradale fino a Palmanova e in adiacenza all'autostrada A23 – e poi di strade di livello inferiore – fino a Codroipo.

Evidenziamo anche che le proposte di Legambiente FVG rispondono all'esigenza di minimizzare gli impatti negativi sul Paesaggio, laddove la stessa avvenuta realizzazione di parte dell'opera fa emergere inequivocabilmente l'impossibilità di un accettabile inserimento paesaggistico-ambientale e di qualsivoglia intervento di mitigazione di un elettrodotto aereo di questa potenza e caratteristiche.

Analogamente per gli aspetti socio-economici (anch'essi sottostimati nel nuovo documento di SIA), fermi restando gli attuali impatti da parte delle infrastrutture esistenti e da adeguare, si fa osservare che l'eventuale linea interrata potrebbe seguire il tracciato di strade e autostrade esistenti (come per la Val di Susa) con quasi nullo danno diretto e indiretto.

In particolare, con un diverso sviluppo delle attuali reti in MT e AT e con sistemi avanzati di gestione “dal basso” della produzione da FER non programmabili e relativi accumuli, e grazie alla progressiva riduzione dei consumi (per la quale non si fa abbastanza), si raggiungerebbero ugualmente i vantaggi attesi sia in termini di stabilizzazione e sicurezza della fornitura in FVG, sia in termini di riduzione dei costi a carico della collettività e di riduzione delle emissioni di CO2 sempre evidenziati da Terna.

Legambiente FVG.

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domenica 17 aprile 2016

REGIONE - RIFORMA ENTI LOCALI E CARTA EUROPEA DELLA AUTONOMIA LOCALE


REGIONE
 

RIFORMA ENTI LOCALI

e

CARTA EUROPEA DELLA

AUTONOMIA LOCALE


UN TRATTATO INTERNAZIONALE 

IGNORATO 

DA ROMA E DA TRIESTE?



La "Carta europea della autonomia locale" è un trattato internazionale sottoscritto e ratificato anche dallo Stato italiano (L. 30 dicembre 1989, n. 439. Ratifica ed esecuzione della convenzione europea relativa alla Carta europea dell'autonomia locale, firmata a Strasburgo il 15 ottobre 1985, pubblicata nella Gazz. Uff. 22 gennaio 1990, n. 17, S.O.)

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CARTA EUROPEA DELLA

AUTONOMIA LOCALE



Dal sito ufficiale
della Corte Costituzionale
della Repubblica italiana 

 
L’applicazione in Italia
della “Carta europea dell’autonomia locale”


Questioni formulate dalla delegazione del Congress of Local and Regional Authorities  del Consiglio d’Europa per l’incontro con la Corte costituzionale del 3 novembre 2011 

a cura di M. Bellocci R. Nevola

ottobre 2011

(.....)

Key questions:

(....)

2) Do you think the Charter could acquire the status of a source of domestic law, at least as a parameter for determining the constitutionality of an ordinary law at variance with its provisions?

Sebbene nella sentenza n. 325 del 2010 la Corte (Costituzionale italiana n.d.r.) abbia affermato il valore solo definitorio e programmatico delle disposizioni della Carta europea dell’autonomia locale (citati art. 3, comma 1 e art. 4, commi 2 e 4), si può ritenere che la stessa, costituendo atto di diritto internazionale recepito con legge ordinaria nell’ordinamento interno, ricada nell’alveo della previsione del primo comma dellart. 117 Cost. che impone al legislatore statale e regionale il rispetto dei vincoli derivanti dagli obblighi internazionali. Ne deriva che, nonostante la mancanza di precettività delle sue disposizioni, la Carta si pone come parametro idoneo ad orientare l’attività sia del legislatore, al quale non dovrebbe essere consentito dettare discipline con essa contrastanti, sia dell’interprete, tenuto ad applicare la normativa vigente in conformità con i disposti della Carta medesima. (...)

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Costituzione italiana

Parte II


Ordinamento della Repubblica

Titolo V


Le Regioni, le Provincie, i Comuni

Articolo 117


La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonchè dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali. (...)

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Statuto speciale

della Regione autonoma

Friuli - Venezia Giulia

Legge costituzionale 31 gennaio 1963, n. 1
e successive modifiche e integrazioni




"omissis"


POTESTÀ DELLA REGIONE

Capo I

Potestà legislativa

Art. 4



In armonia con la Costituzione, con i principi generali dell’ordinamento giuridico della Repubblica, con le norme fondamentali delle riforme economico-sociali e con gli obblighi internazionali dello Stato, nonché nel rispetto degli interessi nazionali e di quelli delle altre Regioni, la Regione ha potestà legislativa nelle seguenti materie:

1) ordinamento degli Uffici e degli Enti dipendenti dalla Regione e stato giuridico ed

economico del personale ad essi addetto;

1 bis) ordinamento degli enti locali e delle relative circoscrizioni;

"omissis"

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dal Blog INTERNAZIONALITARI

12.4.2016



Font: Alsaciens Réunis, 22/03/16
 




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DOMANDA


La riforma regionale

degli enti locali,

L.r. 26/2014


"imposta dall'alto" dalla Giunta regionale senza  interpellare  preventivamente il territorio e utilizzando  "commissariamenti e  ricatti  finanziari" nei confronti dei Comuni "non ubbidienti"; oltre che aver cancellato dallo Statuto di autonomia speciale le Provincie - ente locale previsto dalla Costituzione italiana - senza aver prima consultato con un referendum la popolazione della regione Friuli-Vg
 

rispetta la "Carta europea
 
dell'autonomia locale"?


A NOI PARE PROPRIO DI NO...


La Redazione del Blog

venerdì 15 aprile 2016

REFERENDUM DEL 17 APRILE 2016 - ANDIAMO A VOTARE E VOTIAMO "SI"' !





COMUNICATO STAMPA


Referendum

del 17 aprile


 
Il Comitato per l'autonomia e il rilancio del Friuli, in occasione del referendum del 17 aprile sulla durata delle concessioni per l'estrazione di gas e petrolio nei nostri mari, considerato che:
  • il referendum è stato richiesto da numerose Regioni, in difesa delle proprie prerogative e nell'interesse dei propri cittadini,
  • con la norma oggetto del referendum, si introducano concessioni su beni dello Stato praticamente senza scadenza e che tale principio leda gli interessi collettivi,
  • che il voto sia un diritto – dovere di tutti i cittadini e cittadine,

    i
    nvita ad andare a votare
    ed a votare SI'

    per il Comitato per l'Autonomia e il Rilancio del Friuli - il presidente Paolo Fontanelli

    15 aprile 2016

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martedì 12 aprile 2016

QUANDO AVRA' TERMINE LA FRIULANOFOBIA DELLA STAMPA REGIONALE (SALVO LODEVOLI ECCEZIONI)?








QUANDO AVRA' TERMINE

LA FRIULANOFOBIA

DELLA STAMPA REGIONALE
(salvo lodevoli eccezioni)?
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Dal quotidiano on-line FRIULI SERA

numero 34 di lunedì 11 aprile 2016
pagina 9



PROVINCIA. DELIBERATI AIUTI PER LA PROMOZIONE DELLA LINGUA

Friulano, erogati 20 mila euro un beneficio “per i soliti noti”


Pioggia di euro sul Friulano. E’ stato deciso oggi in Giunta a palazzo Belgrado, che ha approvato il primo riparto di fondi per il 2016 destinato a soggetti pubblici e privati per attività di promozione della lingua friulana. Sedici i beneficiari di questa prima tranche di finanziamenti per complessivi 20 mila euro attinti da fondi propri di bilancio. Tra i prescelti segnaliamo i soliti noti: l’associazione culturale “Colonos” con lo spettacolo “Gnots furlanis”, il Comune di Codroipo per il premio letterario San Simon, l’associazione Video Telecarnia per la “Television in lenghe mari”, il mensile “La patrie dal Friûl” della “Clape di culture Patrie dal Friûl”. Fontanini annuncia un ulteriore riparto in corso d’anno, «l’obiettivo – dice - è quello di stimolare la promozione della nostra lingua e della nostra cultura, sostenendo le tante iniziative sviluppate sul territorio».


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COMMENTO

DELLA REDAZIONE DEL BLOG


Quando avrà fine la “FRIULANOFOBIA”
della stampa regionale
(salvo lodevoli eccezioni)?



20 mila euro.....una  "pioggia di euro sul Friulano": ???

O piuttosto "una miseria di finanziamento da dividersi oltretutto tra ben 16 beneficiari" (dunque una BRICIOLA a testa...)?
Se 20 mila euro sono una "pioggia di denaro",  cosi infatti scrive il redattore dell'articolo,  cosa sono le decine di milioni di euro regalati dalla Regione Friuli-Vg al teatro lirico Verdi di Trieste a fronte di un pauroso buco di bilancio? Le cascate del Niagara?

O forse tutto è finanziabile con fondi pubblici salvo la tutela dei diritti linguistici della Comunità friulanofona (forte di oltre 600 mila cittadini di lingua friulana che vivono nella regione Friuli - Vg!), Comunità alla quale il Parlamento italiano in attuazione all'articolo 6 della Costituzione italiana ha riconosciuto lo status di “minoranza linguistica” e la tutela di diritti individuali e collettivi?

Ricordiamo che i così chiamati ironicamente dal giornalista “i soliti noti” sono tutti soggetti (o iniziative) di primaria importanza per la tutela della minoranza linguistica friulana....

Solo a titolo informativo. Dal sito del Comitato 482:
1)
 
2)

Anche per la Consulta i friulani non sono una minoranza di serie B

http://com482.altervista.org/comunicats/comst13_05_it.pdf


"Con la sentenza numero 215, depositata il 18 luglio (2013 ndr), la Corte Costituzionale è finalmente intervenuta sull’articolo, 19, comma 5, del decreto legge n. 98 del 6 luglio 2011 (decreto legge sulla revisione della spesa pubblica) chiarendo a quanti ancora non l’avessero capito che la comunità di lingua friulana è una delle minoranze linguistiche storiche riconosciute dalla Repubblica italiana la cui tutela discende direttamente dall’articolo 6 della Costituzione e non una minoranza di serie B. (...)

Il concetto ci sembra abbastanza chiaro e ci auguriamo possa evitare nuovi episodi di discriminazione nei confronti dei friulani (ma anche dei sardi, degli occitani, ecc.).

Non possiamo però non chiederci come sia possibile che, in un paese che si definisce civile e democratico, ci si trovi ancora a dover ricorrere alla Corte Costituzionale per affermare quelle che dovrebbero essere ormai delle ovvietà.
Il problema è purtroppo molto più profondo e infatti, a oltre un decennio dalla sua approvazione, non solo buona parte di quanto previsto dalla legge 482/99 sulla tutela delle minoranze linguistiche rimane lettera morta, ma i suoi stessi principi di base continuano ad essere ignorati da molti politici, amministratori, funzionari e anche giornalisti italiani.

C’è allora da chiedersi quando la Repubblica italiana riuscirà davvero a riconoscere pienamente la propria diversità linguistica e nazionale? A tale domanda però, neppure la Consulta può dare una risposta.

Udine, 19 luglio 2013

Il portavoce del Comitato 482 - Carlo Puppo


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lunedì 4 aprile 2016

"UTI - UNIONI TERRITORIALI INTERCOMUNALI": VERSO LA SOLUZIONE FINALE?


Comitato per l'autonomia
e il rilancio del Friuli


COMUNICATO STAMPA

1 aprile 2016


Unioni Territoriali Intercomunali:

VERSO LA SOLUZIONE FINALE?



Mentre gli avvocati e i giudici si apprestano allo scontro in tribunale sul destino delle UTI, nei corridoi del palazzo di piazza Oberdan si sta giungendo alla soluzione “politica” ovvero a trovare il meccanismo economico che faccia digerire a tutti l'obbrobrio giuridico di questa riforma.

Un po' di soldi in più a chi accetta le UTI, qualcosa a chi ne vuole restare fuori e la riforma sarà fatta, con buona pace del Friuli e di tutte le obiezioni.

Ma, al di là degli aspetti costituzionali e giuridici e dell'immagine di “grande” riformatrice che conquisterà la nostra Regione, l'istituzione delle UTI e l'abolizione delle Provincie porterà a un grave risultato politico che evidentemente piace a molti politici e commentatori: lo spezzatino del Friuli in 17 piccoli governatorati nei quali la stessa parola “Friuli” scompare (solo in sei casi la denominazione della UTI fa riferimento al Friuli, per non parlare dell'incerto e frammentario uso del plurilinguismo).
 
Avevamo scritto ormai due anni fa che era una riforma inemendabile, a meno che non avesse come controparte geopolitica il trasferimento della capitale regionale a Udine, lasciando a Trieste una sua specifica autonomia. Riconfermiamo anche oggi che, al di là di tutti gli accordi di bassa macelleria politica, l'unica mediazione possibile per accettare le UTI è quella di ridare dignità al Friuli e portare la capitale regionale a Udine!



Il presidente

Paolo Fontanelli



Il Comunicato stampa è stato pubblicato dal settimanale "LA VITA CATTOLICA" (settimanale della Arcidiocesi di Udine) nella rubrica "Giornale aperto", il 6 aprile 2016, con il significativo titolo "Così le Uti annientano il Friuli"  

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Mini-dossier sulle UTI


UTI - I MOTIVI DEL RICORSO AL TAR

DI 57 COMUNI



da un articolo pubblicato sul quotidiano il Messaggero Veneto (Ud) il 20 aprile 2015

a firma di Maura Delle Case

"(...) «Per i Comuni tali principi rappresentano una coercizione - afferma l’avvocato Billiani -, poiché azzerano l’autonomia di scelta degli amministratori. Violano i principi fissati dalla Costituzione, che all’art 5 “riconosce e promuove le autonomie locali”, al 114 le riconosce quali enti costitutivi della Repubblica, mentre non prevede unioni, tantomeno in forma obbligatoria. All’articolo 119 la Carta riconosce ai Comuni “autonomia finanziaria di entrata e di spesa” - continua Billiani -, ma se - come prevede la legge regionale - tasse e tributi saranno trasferiti obbligatoriamente all’Unione l’autonomia verrà meno.
La riforma viola anche lo Statuto regionale, che all’articolo 4 dice sì che la Regione ha potestà in materia di enti locali, ma al primo comma precisa che la deve esercitare in armonia con la Costituzione, con i principi generali dell’ordinamento e con gli obblighi internazionali assunti dallo Stato, come la Carta europea delle autonomie, ratificata dall’Italia nel 1989».
Il ricorso passa poi alla lente d’ingrandimento la questione della rappresentatività: «Oggi il consiglio comunale è sovrano, domani, cito la norma, verrà sentito. Il suo parere non sarà vincolante. Le minoranze varranno quasi zero», prosegue l’avvocato (...)
 


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Proteste a Trieste

«No all’Uti mignon»


da un articolo pubblicato sul quotidiano IL PICCOLO (Trieste)

il 30 marzo 2016

TRIESTE La polemica sui "supercomuni" non risparmia la provincia di Trieste. (…) I sindacati osservano che la nascita dell'Uti Giuliana è prevista per il 20 aprile. Un'Uti a dir poco dimezzata giacché sarà costituita solo dai Comuni di Trieste e Sgonico:
 
(…) «Davvero stupefacente che quella che è stata presentata all'opinione pubblica come una grande riforma, necessaria per efficientare la pubblica amministrazione, ridurre i costi e migliorare i servizi, si traduca sostanzialmente, nella nostra provincia, in un'unione di servizi tra Sgonico e Trieste» ironizzano i sindacati. E subito dopo, con altrettanto sarcasmo, aggiungono che il primo step riguarderà la Polizia Locale: «I circa 200 lavoratori dell'area, dipendenti del Comune di Trieste, saranno unificati a quelli del comune di Sgonico, cioè a nessuno».

Morale: «Anche qualora la riforma dovesse andare a compimento, ci troveremmo di fronte alla condivisione solo di alcuni servizi, con la creazione ex novo di un ente guidato da un ulteriore direttore generale (saranno ben 18 i fortunati in regione) con relative strutture amministrative e conseguenti presumibili costi. Elementi tali da porre più di un interrogativo in merito all'effettivo miglioramento dei servizi e all'asserito risparmio economico».
 


 

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