mercoledì 30 marzo 2016

RADIO ONDE FURLANE - TRASMISSION "DRET E LEDRÔS": APROFONDIMENT SETEMANÂL DI ATUALITÂT.




RADIO ONDE FURLANE


"la radio libare dai Furlans"

 frecuencis Mhz
di Radio Onde Furlane:
i 90 Mhz in gran parte del Friuli,
i 90.200 e i 106.500 Mhz in Carnia
e i 96.600 Mhz a  Colonia Caroya, in Argentina.

SI PUES SCOLTÂ RADIO ONDE FURLANE
ANCJE IN STREAMING!

www.ondefurlane.eu

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TRASMISSION

DRET E LEDRÔS


E la sabide… al rive Dret e ledrôs, l’aprofondiment setemanâl di atualitât. Un confront a plui vôs sui argoments plui cjalts che a tocjin il Friûl, tra cronache, politiche, culture, ambient e teritori, cul coordenament de redazion e cu la conduzion di Mauro Missana.

Une cerce di pontadis!


BUINE SCOLTE!

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DRET E LEDRÔS
 
di sabide 6.02.2016
 
Autonomisim e  Patrie dal Friûl

MARIO ANZIL
 
AUTONOMISIM
 
I Referendum par dividi la regjon
 in dôs provinciis autonomis  "Friûl e Trieste"
 e par parâ vie lis UTI


DREE VENIER 

mensîl in lenghe furlane
"LA PATRIE DAL FRIÛL"
 
Il gnûf diretôr e
presentazion  numâr  Fevrâr 2016

  
ADRIAN CESCJE
 
POLITICHE LINGUISTICHE

Fevelìn di politiche linguistiche
e dal so gnûf libri

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DRET E LEDRÔS

di sabide 22.02.2016

La metude in discussion

 dal Friûl
 
e la riforme da lis UTI
 
Interviste a Sergio Cecotti

cu la partecipazion di:
 
Ferdinando Ceschia - Sindacalist
 
Elena D'Orlando - Professore universitât di Udin di dirit costituzionâl
 
Federico Simeoni - Conseîr provinciâl (Udin) 
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 DRET E LEDRÔS

di sabide 27.02.2016

27.02.2016 Zornade Furlane

dai Dirits 


http://www.ondefurlane.eu/dl-27-02-2016-zornade-furlane-dai-dirits/


Cjacaradis sui "dirits de

comunitât furlane" cun:


- Aldevis Tibaldi -  Comitât Friûl rurâl

- Lorenzo Fabbro
President Agenzie regjonâl  pe lenghe furlane - (ARLeF)

- Massimo Moretuzzo - Sindic di Merêt di Tombe e Puartevôs de Associazion "Pat pe autonomie"

- Diego Navarria - Sindic di Cjarlin  e President de "Assemblee linguistiche furlane"

- Mario Anzil - puartevôs dal "Comitât pal Referendum"


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DRET E LEDRÔS


di sabide 20.03.2016

 

  SAPADE

Referendum par passâ in Friûl

no rispietât!

 
http://www.ondefurlane.eu/dret-ledros-20-03-2016-sapade/

Intervistis a:

- il Sindic di Sapade
 
- il Senadôr Carlo Pegorer

- i citadins di Sapade e la vôs dal Comitât  

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domenica 27 marzo 2016

FRIULI - RIFORMA SANITA' REGIONALE E SQUILIBRI TERRITORIALI


FRIULI

RIFORMA SANITA' REGIONALE

E

SQUILIBRI TERRITORIALI

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ANNO 2011


LA VITA CATTOLICA

settimanale dell'Arcidiocesi di Udine

28 gennaio 2011

editoriale del Direttore Roberto Pensa

ATTENTI AI FINTI CACCIATORI DI SPRECHI.

"(…) Particolare attenzione merita, senz'altro, una proposta già avanzata a suo tempo dalla precedente giunta regionale guidata da Riccardo Illy, ma che mantiene tutt'ora un'ampia gamma politicamente trasversale di sostenitori: la creazione di un'unica azienda socio-sanitaria per tutto il Friuli-Venezia Giulia. (…). A prima vista è una proposta accattivante (…). C'è però qualcosa che non quadra. Innanzitutto sappiamo che esiste oggi un forte squilibrio nella ripartizione dei fondi, che la giunta Tondo si è impegnata a riequilibrare (anche se su tempi molto lunghi).  Per un cittadino triestino, si spendono all'anno per la sanità 2550 euro. Chi risiede in provincia di Udine ne ha a disposizione solo 1933, e peggio ancora va a Pordenone (1724 euro) e soprattutto a Gorizia (1628). Dalla Venezia Giulia si difendono dicendo che lì, la popolazione è più anziana e ha maggiori necessità. Ma si capisce che il motivo di fondo è un eccessivo accentramento storico di servizi a Trieste; al quale non si riesce (o non si vuole) porre rimedio. (...)" 

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ANNO 2016
 

DUE DOMANDE
 ALLA PRESIDENTE
DEBORA SERRACCHIANI


1) Con la “SUA” riforma sanitaria è stato preso in considerazione il problema del pesantissimo squilibrio nella ripartizione dei fondi che ancor oggi risulta favorire la sanità triestina a discapito del resto della regione?

Che fine ha fatto il progetto di riequilibrare (in 10 anni!!!) i finanziamenti alla sanità  regionale?


2) Perchè Trieste - al di là della furbata di inventare il nome "Ospedali Riuniti" - ha ben DUE OSPEDALI (Maggiore e Cattinara) continuamente ristrutturati/potenziati e finanziati con fondi pubblici regionali, nel mentre nel resto della regione (Friuli) si stanno eliminando posti letto/reparti e chiudendo ospedali, tra proteste popolari e istituzionali, e  minacce di ricorsi al TAR?


GRAZIE DELLE RISPOSTE

LA REDAZIONE DEL BLOG
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MINI DOSSIER
per saperne di più

 
  1) Cattinara congela il taglio dei posti letto 
Il commissario Delli Quadri rassicura: «Nel 2016 non tocco nulla. Priorità alla ristrutturazione. Undici assunzioni in arrivo»


4 marzo 2016
 
TRIESTE L’Azienda ospedaliera e sanitaria annuncia nuove assunzioni, undici in tutto tra infermieri, tecnici di Radiologia, anestesisti e Oss, e rimanda a data da destinarsi i tagli ai posti letto.(...)
 
2) 24 marzo 2016
 
Latisana scende in piazza: "il punto nascita non si tocca".
 
Oltre 1.300 persone alla fiaccolata per difendere il presidio sanitario. Tanti gli amministratori che hanno sfilato in mezzo alla folla fra gli striscioni 


 


 


 
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mercoledì 23 marzo 2016

"IL FRIULI NON ESISTE?" - COMUNICATO STAMPA


Comitât pe Autonomie e pal Rilanç dal Friûl

Comitato per l'Autonomia e il Rilancio del Friuli 

Udine 

Comunicato stampa
 
Il Friuli non esiste?

 

Sembra non esistere per il governo regionale che lo spezzetta in 17 UTI che svuotano completamente i Comuni friulani, non esistere (nella sua identità linguistica, soprattutto) per il governo nazionale che ne dimentica regolarmente l'esistenza, non esistere per quasi tutti i parlamentari eletti da queste parti e che non sono capaci nè di alzare la voce col proprio partito nè di costruire alleanze a favore del territorio.

Non esistere, ridotto a una landa fittiziamente privilegiata da una autonomia gestita, appunto, da una capitale regionale che non sta in Friuli.

Non esistere perchè le volontà espresse dai suoi cittadini nei referendum e nelle elezioni non vengono rispettate:
  • non viene rispettato il referendum sull'acqua nè con le leggi nazionali nè con quelle regionali
  • non vengono rispettati dal Parlamento i referendum che chiedono il passaggio al Friuli (-Venezia Giulia) di Sappada e Cintocaomaggiore, nel quasi silenzio della vicesegretaria del partito di maggioranza.

Un asse trasversale tra Venezia e Trieste, nemici storici tra di loro per la portualità ma alleati contro il Friuli, briga contro i friulani ai quali non sono concessi nè trasporti rapidi verso il resto del Paese (i treni sulla Udine – Mestre erano più rapidi ai tempi delle vaporiere..., una linea autostradale Udine – Pordenone – Treviso sembra una utopia irrealizzabile e inconcepibile) nè progetti di sviluppo degni di tal nome.

Basteranno le celebrazioni del 3 di aprile a dire che il Friuli c'è?
 
 
il presidente del Comitato
dott. Paolo Fontanelli

16 marzo 2016

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sabato 19 marzo 2016

FRIULI - GIU' LE MANI DALL'ACQUA "BENE COMUNE"!!!


FRIULI

GIU' LE MANI DALL'ACQUA

"BENE COMUNE"!!!

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Assemblee de Comunitât

Linguistiche Furlane


Li dal Comun di Cjarlins - Place S. Roc, 24 – 33050 Cjarlins / presso il Comune di Carlino P. S. Rocco, 24 -33050- Carlino

Tel 0431-687811 / Fax 0431-687824





Carlino, li 26 febbraio 2016


Al Presidente del Consiglio delle autonomie locali 

Ai Componenti del Consiglio delle autonomie locali

Al Presidente della IV° Commissione permanente Vittorino Boem


All'Assessore regionale Sara Vito


Oggetto: Parere sulla PROPOSTA DI LEGGE N.135 “Organizzazione delle funzioni relative al servizio idrico integrato e al servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani” presentata ai consiglieri Boem e altri.

Dopo aver esaminato la Proposta di Legge n. 135, che oggi viene sottoposta al parere del C.A.L, non posso che apprezzare che si faccia un tentativo di dare risposte soprattutto ai problemi relativi agli aspetti tecnici e organizzativi e alla necessità di efficienza/efficacia del servizio. Pesa inoltre la necessità di dare soluzione al problema delle infrazioni UE, che è grave e andrà sempre di più ad aggravarsi in futuro.

Ma mi sono chiesto:

  • quale sarà il ruolo dei Comuni all'interno di un ambito unico?
  • come potrà l’ambito unico rispondere alle specificità e alle particolarità territoriali di cui è estremamente ricca la nostra Regione che anche proprio per questa ricchezza di diversità è Autonoma e a Statuto Speciale?
La risposta alla prima domanda è semplice e incontrovertibile: ci sarà un allontanamento ulteriore delle istituzioni locali dal governo delle risorse locali e dei beni comuni, dei quali l’acqua rappresenta un bene non solo simbolico ma fondamentale. Il rischio che intravedo è che l’allontanamento del governo dell’acqua dai Comuni sottragga sempre più il “bene acqua” stesso dalla categoria dei diritti per sottoporlo alle regole del profitto.
Alla seconda domanda, ovvero come potrà rispondere l’ambito unico alle specificità territoriale, stanno rispondendo i territori stessi. Non sto qui a esporre quali e quante obiezioni sollevano gli amministratori e le comunità di territori che sottolineano le loro particolarità. I problemi della montagna non sono gli stessi della pianura. Quelli dell’alta pianura asciutta non sono i medesimi della bassa pianura. Chi ha i pozzi con pompa, chi ha i pozzi artesiani, chi ha un ambito interregionale con il Veneto, e altri ancora, con molte situazioni particolari. Appare quindi evidente che l’organizzazione dei servizi idrici delle nostre “diversità” avrebbe bisogno di una normativa cucita su misura e non compatibile con quella dello Stato.
  • Alla luce di quanto sopra affermato ed in particolare dell’ultimo assunto sopra espresso;
  • considerati i rischi connessi alle prospettive prefigurate dall'autority acqua ed energia al convegno del 12 febbraio scorso (unificazione dei gestori fino a raggiungere dimensioni sovraregionali e, a detta dell'autority, che la legge del F-VG va in questa direzione);
  • ritenuto che le funzioni relative al servizio idrico integrato nella nostra Regione avrebbero necessità di una normativa specifica e differente da quella della Stato Italiano;
  • considerato che, a seguito della prevista riforma della Costituzione della Repubblica, lo Statuto della Regione Autonoma Friuli – Venezia Giulia sarà sottoposto a revisione;
  • che le azioni necessarie ed urgenti per dare risposta alle sanzioni UE in tema di depurazione possono essere intraprese anche senza la modifica delle modifiche di governo d’ambito previste dal presente Progetto di Legge;
sottopongo all’attenzione del C.A.L., del relatore Consigliere Vittorino Boem e del Consiglio Regionale le seguenti proposte:

  1. che, in occasione della revisione dello Statuto Regionale prevista a seguito della riforma della Costituzione, sia pretesa la competenza primaria della Regione su acqua ed energia per le speciali caratteristiche naturali ed antropiche del suo territorio, consentendo conseguentemente alla Regione stessa di legiferare nel modo più adatto a tali diversità, con il coinvolgimento delle istituzioni locali e secondo il principio di sussidiarietà.
  1. che l’approvazione del presente Progetto di Legge 135 sia sospeso fino all’approvazione delle modifiche statutarie di cui al punto 1), dimostrando così fortemente di voler esercitare la specialità come hanno fatto altre regioni autonome.
E’ una sfida non facile e che richiede la volontà di essere “Regione Speciale” perché lo è veramente. Rinunciare vuol dire perdere la partita prima di giocarla.

Diego Navarria

Sindaco di Carlino

Presidente dell’Assemblea della

Comunità Linguistica Friulana



NOTA BENE 

Il documento sopra pubblicato è stato presentato al CAL che ha comunque dato parere favorevole a maggioranza e quindi ora il Progetto andrà in Consiglio Regionale.

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DAL SITO INTERNET DEL SETTIMANALE "IL FRIULI"

http://www.ilfriuli.it/articolo/Cronaca/Riesplode_la_battaglia_per_difendere_l'acqua_pubblica/2/152990




Riesplode la battaglia per difendere l'acqua pubblica

L'appello dei sindaci e dei Comitati alla Regione, affinché sospenda il disegno di legge sulla gestione delle risorse idriche e faccia valere la sua specialità

di Alessandro Di Giusto

14/03/2016

Fermare la discussione e l’approvazione della proposta di legge regionale 135 in materia di “Organizzazione delle funzioni relative al servizio idrico integrato e al servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani”, prima che sia troppo tardi.

La richiesta è stata fatta oggi nel corso di una affollata conferenza stampa nel palazzo della Regione a Udine.

Questa volta, accanto ai Comitati che da tempo si battono per mantenere pubblica la gestione dell’acqua, forti anche del referendum del 2011, c’erano pure molti sindaci. Perché sono già 38 i primi cittadini che hanno sottoscritto l’appello rivolto a Trieste, nel quale si chiede di rivedere la normativa ora in discussione, sospendendo subito l’iter per la sua approvazione e facendo valere lo Statuto regionale che su tale materia prevede la competenza esclusiva.

Nonostante il chiaro responso del referendum del 2011 quando gli italiani avevano deciso di mantenere la gestione dell’acqua in mano al pubblico – ha spiegato il sindaco di Mereto di Tomba, Massimo Morettuzzola Regione procede a tappe forzate verso l’istituzione del gestore unico, precorrendo addirittura quanto deciso a Roma, dove si procede speditamente verso la privatizzazione dell’acqua. Alla Regione chiediamo invece di imboccare una via alternativa, rivendicando la propria autonomia e adottando soluzioni che tengano conto delle peculiarità del nostro territorio e delle esperienze in corso come in Trentino Alto Adige, dove appunto hanno fatto valere pienamente le loro prerogative”.
Dello stesso tenore le richieste fatte da
Marco Iob, del comitato acqua bene comune del Fvg e da Franceschino Barazzutti, a nome dei Comitati per la tutela delle acque montane, convinti che sia possibile seguire una via alternativa e se possibile simile a quella già intrapresa da molti altri Paesi europei che stanno togliendo al privato la gestione dell’acqua.

Nella IV Commissione permanente però è mancata la discussione, stando a quanto detto dal Consigliere del M5S Cristian Sergo, che ha stigmatizzato il divieto di ascoltare in audizione i Comitati, decisione presa dal presidente della commissione stessa e primo firmatario del disegno di legge regionale, il consigliere del Pd Vittorino Boem. “Manca perfino il parere dell’Anci, mentre gli uffici regionali che pure avrebbero dovuto pronunciarsi sui singoli articoli sono stati tenuti in disparte”.

La maggioranza regionale pare decisa a chiudere la partita prima che il Parlamento si pronunci sulla proposta di legge presentata da decine di deputati, compresi alcuni del Pd, che impone di mantenere in mano pubblica la gestione delle risorse idriche, ma la deputata di Sel, Serena Pellegrino, apparsa piuttosto contrariata per la scelta dei consiglieri regionali della sua formazione di sostenere il provvedimento regionale, ha denunciato apertamente una manovra giudicata scandalosa: “Alla Camera dei deputati, Il Pd dopo aver taciuto per mesi ha presentato una serie di emendamenti che semplicemente - ha ricordato Pellegrino - sovvertono completamente lo spirito stesso della proposta, teso a ripubblicizzare la gestione dell’acqua”.

Non è chiaro se a Trieste ascolteranno le richieste di sindaci e territorio, vista anche la manovra in corso a livello nazionale che del referendum del 2011 pare infischiarsene.  
Se così non fosse, se la maggioranza dovesse andare avanti a spron battuto, dovrà fare i conti con la richiesta di referendum abrogativo, preannunciata da Barazzutti.
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martedì 15 marzo 2016

REGIONE - LE UTI? IL SIMBOLO DELLA ARROGANZA POLITICA!!!


REGIONE

LE UTI?

(Unioni Territoriali Intercomunali)

IN REGIONE
IL SIMBOLO DELLA
ARROGANZA POLITICA!!


"VOGLIO, ORDINO
E COMANDO!"

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"(…) Rammaricandosi per i ricorsi al Tar e per il fatto che la giustizia possa sostituirsi in questo modo alla politica, Serracchiani si è detta pronta ad adottare le modifiche che eventualmente saranno decise dal Tribunale amministrativocome ad esempio la collocazione di un Comune in una Uti rispetto ad un’altra e che quindi la riforma andrà comunque avanti. (...) "


COMMENTO:

..... e ci mancherebbe pure che le sentenze del TAR (Tribunale Amministrativo Regionale)  non fossero rispettate dalla Giunta regionale!!!

E ci mancherebbe pure che i cittadini (e i Sindaci!!) non abbiano il "sacrosanto diritto" di rivolgersi al TAR ogni qualvolta ritengano che la politica abusi del suo ruolo o sia stato violato un loro diritto......

Per gestire in forma associata i servizi comunali è sufficiente una semplice Convenzione tra Comuni, non servono le UTI imposte dall'alto dalla Giunta regionale e senza ascoltare il territorio!!!

Bastano le Convenzioni tra Comuni, nate dal basso, a creare economie di scala!!! E la democrazia è il valore costituzionale più importante che abbiamo: basta violarlo!

Il Fondo perequativo NON PUO' intendersi come "una premialità" a favore dei Comuni che non contestano la riforma regionale degli enti locali (UTI) perchè ciò  è in antitesi al concetto stesso di "perequazione", ossia "del rendere uguale".

Scopo di un fondo perequativo a favore dei Comuni è infatti quello di far sì che in tutti i Comuni i cittadini abbiano lo stesso standard di servizi.

La Giunta regionale di Debora Serracchiani, al contrario,  trovandosi in una situazione di "impantanamento" della legge regionale 26/2014 (riforma enti locali), sta usando il Fondo perequativo per ricattare i Comuni che non hanno approvato Statuto e Atto costitutivo dell'UTI "a loro assegnata in via coercitiva", creando così cittadini di serie A e cittadini di serie Z a seconda se il loro Comune accetti o meno la legge regionale di riforma degli enti locali, legge imposta dall'alto ai Comuni regionali con modalità dittatoriali (voglio, ordino e comando...


LA REDAZIONE DEL BLOG


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Dal sito della CISL

Udine

"LE UTI?

TRIONFO DELLA BUROCRAZIA"


La riforma delle Uti? "Da cambiare a stretto giro di posta, anche se uscisse indenne dai ricorsi al Tar”. 

E' impietosa l'analisi dell'economista Fulvio Mattioni sulla rivisitazione degli enti locali, che prevede appunto la costituzione delle Uti a fronte dell'abolizione delle quattro Province del Fvg: "doveva migliorare servizi e riequilibrare i territori, ma l'unica a vincere è stata la burocrazia". (...)

18 dicembre 2015