REGIONE
LE
UTI?
(Unioni
Territoriali Intercomunali)
IN
REGIONE
IL SIMBOLO DELLA
IL SIMBOLO DELLA
ARROGANZA
POLITICA!!
"VOGLIO, ORDINO
E COMANDO!"
....................
"VOGLIO, ORDINO
E COMANDO!"
....................
"(…)
Rammaricandosi
per i ricorsi al Tar e per il fatto che la giustizia possa
sostituirsi in questo modo alla politica,
Serracchiani
si è detta pronta ad adottare le modifiche che eventualmente
saranno decise dal Tribunale amministrativo
– come
ad esempio la collocazione di un Comune in una Uti rispetto ad
un’altra
–
e che quindi la riforma andrà
comunque avanti. (...) "
COMMENTO:
.....
e ci mancherebbe pure che le sentenze del TAR (Tribunale
Amministrativo Regionale) non fossero rispettate dalla Giunta
regionale!!!
E
ci mancherebbe pure che i cittadini (e i Sindaci!!) non abbiano il
"sacrosanto diritto" di rivolgersi al TAR ogni qualvolta
ritengano che la politica abusi del suo ruolo o sia stato violato un
loro diritto......
Per gestire in forma associata i servizi comunali è sufficiente una semplice Convenzione tra Comuni, non servono le UTI imposte dall'alto dalla Giunta regionale e senza ascoltare il territorio!!!
Per gestire in forma associata i servizi comunali è sufficiente una semplice Convenzione tra Comuni, non servono le UTI imposte dall'alto dalla Giunta regionale e senza ascoltare il territorio!!!
Bastano le Convenzioni tra Comuni, nate dal basso, a creare economie di scala!!! E la democrazia è il valore costituzionale più importante che abbiamo: basta violarlo!
Il Fondo perequativo NON PUO' intendersi come "una premialità" a favore dei Comuni che non contestano la riforma regionale degli enti locali (UTI) perchè ciò è in antitesi al concetto stesso di "perequazione", ossia "del rendere uguale".
Scopo di un fondo perequativo a favore dei Comuni è infatti quello di far sì che in tutti i Comuni i cittadini abbiano lo stesso standard di servizi.
La Giunta regionale di Debora Serracchiani, al contrario, trovandosi in una situazione di "impantanamento" della legge regionale 26/2014 (riforma enti locali), sta usando il Fondo perequativo per ricattare i Comuni che non hanno approvato Statuto e Atto costitutivo dell'UTI "a loro assegnata in via coercitiva", creando così cittadini di serie A e cittadini di serie Z a seconda se il loro Comune accetti o meno la legge regionale di riforma degli enti locali, legge imposta dall'alto ai Comuni regionali con modalità dittatoriali (voglio, ordino e comando...)
La Giunta regionale di Debora Serracchiani, al contrario, trovandosi in una situazione di "impantanamento" della legge regionale 26/2014 (riforma enti locali), sta usando il Fondo perequativo per ricattare i Comuni che non hanno approvato Statuto e Atto costitutivo dell'UTI "a loro assegnata in via coercitiva", creando così cittadini di serie A e cittadini di serie Z a seconda se il loro Comune accetti o meno la legge regionale di riforma degli enti locali, legge imposta dall'alto ai Comuni regionali con modalità dittatoriali (voglio, ordino e comando...)
LA REDAZIONE DEL BLOG
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Dal sito della CISL
Udine
"LE UTI?
TRIONFO DELLA BUROCRAZIA"
La
riforma delle Uti? "Da cambiare a stretto giro di posta, anche
se uscisse indenne dai ricorsi al Tar”.
E'
impietosa l'analisi dell'economista Fulvio
Mattioni
sulla rivisitazione degli enti locali, che prevede appunto la
costituzione delle Uti a fronte dell'abolizione delle quattro
Province del Fvg:
"doveva migliorare servizi e riequilibrare i territori, ma
l'unica a vincere è stata la burocrazia". (...)
18 dicembre 2015
18 dicembre 2015
LEGGI
TUTTO IL DOCUMENTO:
http://www.cisludine.it/Archivio-Articoli/Le-Uti-Trionfo-della-burocrazia-Venerdi-18-Dicembre-2015
http://www.cisludine.it/Archivio-Articoli/Le-Uti-Trionfo-della-burocrazia-Venerdi-18-Dicembre-2015
Dal sito internet del settimanale IL FRIULI
RispondiEliminaTITOLO
Uti: ultimatum dell’Anci Fvg
SOTTO-TITOLO
L’associazione dei comuni rilancia la disponibilità al dialogo con la Regione solo se si cancellano azioni punitive e coercitive
24/02/2016
Ripartire dal punto di rottura: Anci Fvg esprime ancora una volta la propria disponibilità al confronto costruttivo sulla Legge 26 ma a condizione che la Regione faccia marcia indietro di fronte a ogni forma di illogica penalizzazione per i comuni che non aderiscono alle Uti.
“Siamo pronti a risederci al tavolo con il governo regionale ma deve essere un tavolo di risoluzione, di confronto reale e costruttivo, altrimenti lo scenario probabile è quello di altri ricorsi o di un’adesione solo formale alle Uti che in alcuni territori le svuoterebbe di efficacia”.
Sono decise le parole del presidente Mario Pezzetta a conclusione del Comitato esecutivo di oggi che vede i sindaci compatti in un fronte comune.
“Gli ultimi emendamenti presentati, infatti, invece di favorire maggiore flessibilità e una obbligatorietà ragionata, contraddicono norme importanti appena approvate come la legge 18 sulla finanza locale”.
In queste ore emerge la proposta di ridurre le penalizzazioni per i comuni non aderenti o ricorrenti dal 15 al 7,5 per cento del FONDO PEREQUATIVO.
Tale misura rischia di rivelarsi inefficace a causa della necessità di approvare i bilanci triennali: i comuni devono per forza tener conto della previsione dei tagli che, secondo la Legge 26, dovrebbero arrivare al 45 per cento nel 2018.
Nessuna amministrazione è in grado di ridurre le proprie spese in modo così consistente: il risultato sarà che i comuni ricorrenti e che non aderenti non saranno in grado di approvare il bilancio.
La posizione di Anci è chiara: alcune funzioni comunali strategiche dovranno essere svolte a livello sovracomunale (come il piano strategico del territorio che ha implicazioni urbanistiche e di infrastrutture), mentre i servizi potranno essere regolati secondo il principio di adeguatezza.
All’incontro odierno sono intervenuti Elena Cecotti, Debora Del Basso, Paolo Urbani, Renato Carlantoni, Renzo Francesconi, Fabio Gentile, Roberto Ceraolo, Renzo Mazzer, Pino Napoli, Lavinia Clarotto e Paolo Menis
http://www.ilfriuli.it/articolo/Politica/Uti-points-_ultimatum_dell%E2%80%99Anci_Fvg/3/152268
Il testo della legge di riforma degli enti locali, risulta elaborato dalla Giunta regionale senza minimamente interpellare il territorio. Prevede il commissariamento per i Comuni che non approvano Statuto e atto costitutivo dell'UTI a cui LA GIUNTA REGIONALE li ha assegnati in maniera coercitiva.
RispondiEliminaFallito totalmente il metodo politico coercitivo in quanto ben 91 Comuni risultano molto critici e ben quasi 60 Comuni sono ricorsi al TAR per bloccare questa legge, ora la Giunta regionale sta girando la regione per SPIEGARE (SIC!) la legge e proporre minime elasticità di nessun peso.
Nel contempo i cittadini - numerosissimi - stanno firmando per la richiesta di un Referendum abrogativo della legge regionale 26/2014 (riforma enti locali).....
dal sito on-line del settimanale "LA VITA CATTOLICA"
RispondiEliminaTITOLO - Uti al via il 15 aprile con chi ci sta. Per chi dice no, taglio dei fondi
15.02.2016
O aderisci volontariamente all'Uti o ti taglio i fondi.
Suonano più o meno così, in parole povere, gli emendamenti al disegno di legge n. 136 sul riordino delle funzioni provinciali, approvato a maggioranza oggi, con il fronte di centrosinistra favorevolmente compatto, mentre centrodestra e Movimento 5 Stelle votavano no.
Tra i cambiamenti, sicuramente la costituzione del Capo IV bis ha registrato la maggior parte degli interventi in quanto prevede la costituzione di diritto (ex lege) delle Uti dal 15 aprile 2016 tra i Comuni che a quella data abbiano approvato lo statuto della costituenda Unione. Inoltre l'avvio delle funzioni associate, da parte delle Uti, passa al primo luglio 2016, data in cui è fissata anche la decorrenza dell'operatività delle Uti.
La costituzione ex lege opera anche tra i Comuni della Comunità montana della Carnia e del Consorzio comunità collinare che abbiano approvato lo statuto della rispettiva Uti, se nel frattempo tali enti non si siano trasformati in Unione. Una volta costituite, le Uti possono adattare il proprio statuto alle necessità derivanti dalla difformità della loro composizione rispetto alle previsioni del Piano di riordino territoriale (Prt). L'esercizio associato della funzione in materia di servizi sociali dei Comuni da parte delle Uti avrà luogo dalla realizzazione del Prt sull'intera regione, ciò per evitare la frammentazione dei servizi sociali.
Alla volontarietà dell'adesione alle Uti (fino ad ora era obbligatoria, con tanto di commissariamento "ad acta" per chi non provvedeva agli atti necessari) ha però un risvolto importante: LA GIUNTA REGIONALE INTERVIENE SULLE QUOTE DI PEREQUAZIONE DEL FONDO ORDINARIO TRANSITORIO PER LE UTI ISTITUITO NELLA L.R 18/2015: la quota di perequazione è concessa dal 2016 ai Comuni delle Uti che abbiano approvato lo statuto entro il 15 aprile 2016, mentre a quei Comuni che entrano in una Uti dopo il 15 aprile 2016 è concessa dall'anno successivo a quello di adozione della delibera di ingresso. Insomma, o si aderisce nei tempi stabiliti o si resta a bocca asciutta.
Il Fondo transitorio, oggi pari a 19.125.500 euro per il triennio 2016-1018, di cui 5.613.500 euro per l'anno 2016 e 6.756.000 per ciascuno degli anni 2017 e 2018 (così stabilito nella legge di stabilità, ovvero la LR 34/2015), è abbassato a 16.860.000 euro totali e a 3.348.000 euro per il 2016. Così come alle Comunità montane, fino alla loro soppressione è assegnato un Fondo straordinario, per l'anno 2016, non più di 1.082.500 euro ma di 3.348.000.
La Giunta scavalca il Tar e ignora le richieste di mediazione
Grande perplessità desta il fatto che la Giunta regionale forzi la mano prima che il Tar del Friuli-Venezia Giulia possa esprimersi sui ricorsi presentati da numerosi comuni sulla legittimità delle Uti. Importanti udienze sono attese a marzo.
Ignorate anche numerose iniziative di mediazione...(...)
Continua a leggere l'articolo
della VITA CATTOLICA:
http://www.lavitacattolica.it/stories/regione/9832_uti_al_via_il_15_aprile_con_chi_ci_sta_per_chi_dice_no_taglio_dei_fondi/#.VsLg0o-cHct
"Rammaricandosi per i ricorsi al Tar e per il fatto che la giustizia possa sostituirsi in questo modo alla politica" - Debora Serracchiani
RispondiEliminaSarebbe come dire che fior fiore di costituzionalisti non avrebbero dovuto attivarsi per ricorrere contro l'ITALICUM e la minoranza linguistica friulana dovrebbe subire le posizioni ideologiche INCOSTITIZIONALI del Governo Renzi e del Parlamento italiano o gli italiani non dovrebbero protestare perché vogliono che l'acqua rimanga un "bene comune" e non vogliono diventi - PER LEGGE - un business? Suvvia, evitiamo di affermare "cretinate partitiche"....