lunedì 28 gennaio 2019

I SINDACI PROTESTANO: "LA RAI RISPETTI I DIRITTI DELLA MINORANZA LINGUISTICA FRIULANA"



I SINDACI PROTESTANO:
 
LA RAI  RISPETTI I DIRITTI
 DELLA
MINORANZA LINGUISTICA FRIULANA 

 
 
 
Fotografia inviataci da Diego Navarria
che ringraziamo.
 
 

Assemblee
de Comunitât Linguistiche Furlane

Li de/presso l’ARLeF Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane 
Via/Vie Prefettura, 13 -33100 Udine/Udin
Tel. 0432 555870 e-mail clif@regione.fvg.it


Udine, 26 gennaio 2019

 
COMUNICATO STAMPA

I sindaci friulani chiedono
a Governo e Rai
trasmissioni televisive in lingua friulana
e i fondi necessari per garantirne l’avvio.
In mancanza, annunciano azioni legali



L’immediato avvio delle trasmissioni televisive in lingua friulana sulla Rai regionale mediante una specifica disposizione nella prossima convenzione inerente alla Regione Friuli-Venezia Giulia, sottoscritta fra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Rai, da stipularsi, a rigor di norma, entro il mese di aprile 2019, e lo stanziamento dei fondi necessari a garantire le trasmissioni televisive, nel corso del quadriennio 2019-2022, con un numero di ore e di risorse non inferiori a quelle previste per la lingua slovena. È quanto chiedono al Governo e alla Rai i sindaci dell’Assemblea della Comunità linguistica friulana, che, sabato 26 gennaio, hanno ribadito le loro istanze agli amministratori regionali e ai parlamentari del Friuli-Venezia Giulia nel corso di una conferenza stampa nella sede della Regione a Udine.

In mancanza, «sin da subito – ha comunicato il presidente dell’Assemblea della Comunità Linguistica Friulana Diego Navarria – saranno fatti valere nelle opportune sedi, anche presso l’Autorità Giudiziaria, i legittimi interessi dei cittadini di lingua friulana previsti dalla normativa vigente (compreso il Contratto di servizio RAI attualmente in vigore), allo stato palesemente violati per ciò che concerne le trasmissioni televisive e sottodimensionati per ciò che concerne quelle radiofoniche».

Le gravi inadempienze del servizio pubblico radiotelevisivo erano già state denunciate in una lettera ai vertici della Rai sottoscritta, il 23 ottobre 2018, da 76 sindaci aderenti alla Comunità Linguistica Friulana che aderivano ai contenuti della mozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale il 26 luglio 2018, relativa alla necessità di un importante impegno per il rafforzamento e la valorizzazione dell’informazione e delle strutture a tutela delle minoranze linguistiche regionali. La mozione impegnava la Giunta regionale a dare attuazione alle previsioni normative relative alla promozione delle culture e alla tutela delle minoranze linguistiche presenti in regione, e a potenziare e valorizzare la sede redazionale di Udine e la sede di corrispondenza di Pordenone al fine di garantire trasmissioni radiofoniche e televisive in lingua friulana per una programmazione oraria almeno pari a quella riconosciuta alla lingua slovena. L’azione dei primi cittadini nasceva dal fatto che la Rai regionale del Friuli-Venezia Giulia non aveva dato alcun segno di condivisione di tali contenuti e impegni, pur chiaramente definiti dalle norme. Anzi, all’avvio della programmazione radiotelevisiva autunnale, si osservava una immutata carenza di contenuti in lingua friulana e in lingua tedesca e un indebolimento dei servizi del telegiornale regionale dedicati alle notizie relative ai territori di Udine, Gorizia e Pordenone. A tre mesi dalla lettera, non constatando alcuna variazione della situazione né da parte della Rai né degli organi politici e amministrativi informati della stessa (fatta eccezione per un’ulteriore mozione in Consiglio regionale, primo firmatario Bernardis), i primi cittadini hanno sollecitato, dunque, con forza azioni concrete a tutela del diritto al servizio pubblico di comunicazione radiotelevisiva da parte delle minoranze.

Navarria ha ricordato, nel corso della conferenza stampa, come il contratto di servizio Rai in vigore (2018-2022) preveda già l’obbligo di “garantire la produzione e distribuzione di trasmissioni radiofoniche e televisive in lingua friulana”, disposizione al momento violata. Attualmente sono previste soltanto 90 ore di trasmissioni radiofoniche in lingua friulana all’anno e nessuna trasmissione televisiva (a fronte delle 4.517 radiofoniche e 208 televisive in lingua slovena, che può contare anche su una propria sede dedicata). Ha evidenziato che trova assolutamente corretto che la minoranza slovena sia tutelata e che nulla va tolto alla stessa. Va solo garantito il diritto nella stessa misura per la consistente minoranza friulana.

Erano presenti 21 sindaci o loro delegati (molti con la fascia tricolore), i consiglieri regionali Diego Bernardis e Massimo Moretuzzo che sono intervenuti con dichiarazioni. Il presidente Navarria ha letto le mail di disponibilità al confronto e al sostegno dei Senatori Mario Pittoni e Tatiana Rojc e dei deputati Aurelia Bubisutti e Guido Germano Pettarin.

Con cortese preghiera di pubblicazione/diffusione
 

Per informazioni:

Diego Navarria
 
 
…………………………. 
 
Regione Friuli-VG 
Comuni di Lingua friulana
ai sensi dell'art. 3 della legge 482/99
 
 
PROVINCIA DI PORDENONE  su un totale di 50 Comuni:
 
 
ANDREIS, ARBA, ARZENE, AVIANO, BARCIS, BUDOIA, CASARSA DELLA DELIZIA, CASTELNOVO DEL FRIULI, CAVASSO NUOVO, CLAUT, CLAUZETTO, CORDENONS, CORDOVADO, FANNA, FONTANAFREDDA, FRISANCO, MANIAGO, MEDUNO, MONTEREALE VALCELLINA, MORSANO AL TAGLIAMENTO, PINZANO AL TAGLIAMENTO, POLCENIGO, PORDENONE,  SAN GIORGIO DELLA RICHINVELDA, SAN MARTINO AL TAGLIAMENTO, SAN QUIRINO, SAN VITO AL TAGLIAMENTO, SEQUALS, SESTO AL REGHENA, SPILIMBERGO,  TRAMONTI DI SOPRA, TRAMONTI DI SOTTO, TRAVESIO, VALVASONE, VITO D'ASIO, VIVARO, ZOPPOLA.

PROVINCIA DI UDINE su un totale di 134 Comuni:
 
AIELLO DEL FRIULI, AMARO, AMPEZZO, AQUILEIA, ARTA TERME, ARTEGNA, ATTIMIS, BAGNARIA ARSA, BASILIANO, BERTIOLO, BICINICCO, BORDANO, BUIA, BUTTRIO, CAMINO AL TAGLIAMENTO, CAMPOFORMIDO, CAMPOLONGO TAPOGLIANO, CARLINO, CASSACCO, CASTIONS DI STRADA, CAVAZZO CARNICO, CERCIVENTO, CERVIGNANO DEL FRIULI, CHIOPRIS-VISCONE, CHIUSAFORTE, CIVIDALE DEL FRIULI, CODROIPO, COLLOREDO DI MONTE ALBANO, COMEGLIANS, CORNO DI ROSAZZO, COSEANO, DIGNANO, DOGNA, ENEMONZO, FAEDIS, FAGAGNA, FIUMICELLO, FLAIBANO, FORGARIA NEL FRIULI, FORNI AVOLTRI, FORNI DI SOPRA, FORNI DI SOTTO, GEMONA DEL FRIULI, GONARS, LATISANA, LAUCO, LESTIZZA, LIGNANO SABBIADORO, LIGOSULLO, MAGNANO IN RIVIERA, MAJANO, MALBORGHETTO-VALBRUNA, MANZANO, MARTIGNACCO, MERETO DI TOMBA, MOGGIO UDINESE, MOIMACCO, MONTENARS, MORTEGLIANO, MORUZZO, MUZZANA DEL TURGNANO, NIMIS, OSOPPO, OVARO, PAGNACCO, PALAZZOLO DELLO STELLA, PALMANOVA, PALUZZA, PASIAN DI PRATO, PAULARO, PAVIA DI UDINE, POCENIA, PONTEBBA, PORPETTO, POVOLETTO, POZZUOLO DEL FRIULI, PRADAMANO, PRATO CARNICO, PRECENICCO, PREMARIACCO, PREONE, PREPOTTO, RAGOGNA, RAVASCLETTO, RAVEO, REANA DEL ROIALE, REMANZACCO, RESIUTTA, RIGOLATO, RIVE D'ARCANO, RIVIGNANO, RONCHIS, RUDA, SAN DANIELE DEL FRIULI, SAN GIORGIO DI NOGARO, SAN GIOVANNI AL NATISONE, SANTA MARIA LA LONGA, SAN VITO AL TORRE, SAN VITO DI FAGAGNA, SAURIS, SEDEGLIANO, SOCCHIEVE, SUTRIO, TALMASSONS, TARCENTO, TARVISIO, TAVAGNACCO, TEOR, TERZO D'AQUILEIA, TOLMEZZO, TORREANO, TORVISCOSA, TRASAGHIS, TREPPO CARNICO, TREPPO GRANDE, TRICESIMO, TRIVIGNANO UDINESE, UDINE, VARMO, VENZONE, VERZEGNIS, VILLA SANTINA, VILLA VICENTINA, VISCO, ZUGLIO.

PROVINCIA DI GORIZIA su un totale di 25 Comuni:
 
CAPRIVA DEL FRIULI, CORMONS, DOLEGNA DEL COLLIO, FARRA D'ISONZO, GORIZIA, GRADISCA D'ISONZO, MARIANO DEL FRIULI, MEDEA, MONFALCONE, MORARO, MOSSA, ROMANS D'ISONZO, SAGRADO, SAN LORENZO ISONTINO, VILLESSE. 
 
 
CHI LO DICE ALLA SEDE RAI DI TRIESTE
E ALLA POLITICA REGIONALE?

…………..

 
Il Comitato per l'autonomia e il rilancio del Friuli appoggia in toto  la denuncia e sollecita a sua volta una forte risposta politica regionale, nei fatti e non solo a parole,  alla grave violazione, da parte della RAI, dei diritti linguistici della minoranza linguistica friulana previsti all'art. 12 della L. 482/99.
 
Sollecita inoltre Rai Trieste ad una più puntale informazione giornalistica dei TG regionali, in particolare il TG delle 19.30, troppo esclusivamente incentrati sulla città di Trieste.
 
Il Direttivo 
 

giovedì 24 gennaio 2019

27 GENNAIO 2019 - GIORNATA DELLA MEMORIA - di Laura Matelda Puppini


 
 
27 GENNAIO 2019

GIORNATA DELLA MEMORIA

Per non dimenticare quella tempesta devastante

che fu la shoah, che tante vite travolse.

Dal sito “non solocarnia”

da un articolo a firma di

Laura Matelda Puppini



" (…) il 27 gennaio 1945 si aprivano i cancelli di Auschwitz, il più grande centro di sterminio umano, dell'epoca.
 
Per quanto riguarda i campi di sterminio nazisti, detti “Lager”, essi ebbero un ruolo fondamentale nella “macchina di annientamento e di sterminio di massa” condotta dai nazifascisti.

Ma contro chi si mosse questa macchina?

Contro gli ebrei, gli oppositori politici e quindi anche i partigiani della guerra di Liberazione, i disabili fisici e psichici, gli zingari, gli omosessuali, i Testimoni di Geova che rifiutavano di prestare servizio militare, ed altri ancora.
Dopo l’8 settembre 1943, quando gli italiani vennero considerati dai Tedeschi non più alleati ma nemici, finirono nei Lager nazisti anche soldati ed ufficiali italiani, internati perché appartenenti a truppe nemiche. Le loro condizioni di vita e di lavoro erano tali che spesso morivano per la fatica e gli stenti.

Tutti coloro che, catturati in diversi paesi d’Europa, non potevano venir utilizzati come manodopera e quindi non degni di “partecipare al grande sforzo bellico del Reich”, cioè vecchi, malati, bambini, donne, ragazzette, erano destinati all’eliminazione nelle camere a gas.

Auschwitz funzionò per circa quattro anni e mezzo con una media di 710 morti al giorno.

Il 27 gennaio 1945 l’esercito russo, come da accordi, raggiunse Auschwitz e donò ai pochi sopravvissuti la libertà. Furono gli uomini dalla stella rossa che avanzarono da est liberando dai nazisti le terre occupate, mentre Inglesi ed americani avanzavano da ovest. E sia i russi che gli alleati contarono migliaia di morti in quel procedere verso la liberazione dal nazismo, appoggiati dai partigiani, appoggiati da parte della popolazione. Fu uno sforzo immane. Poi lo storico incontro a Torgau, sull’Elba, tra l’esercito russo e quello americano, il 27 aprile 1945, ed il comunicato congiunto anglo-americano e russo. Sognavano tutti la fine della guerra, il ritorno a casa, la fidanzata … la fine di tutto quell’orrore, di tutto quel terrore che aveva insanguinato l’Europa.

Ed il fascismo era a fianco del nazismo.

(…) Le leggi razziali, in Italia, ridussero gli ebrei in povertà, li sottoposero ad umiliazioni ed al pubblico ludibrio, impedì loro luoghi, attività, impieghi.

E nonostante molti italiani aiutassero gli ebrei a nascondersi, le cifre della Shoah in Italia furono tragiche: i deportati furono 8500. I morti furono circa 7.500 quasi tutti ad Auschwitz. Si salvarono quindi 1000 persone. A questi 7500 dobbiamo aggiungere i morti delle Ardeatine, di Meina, della Risiera. In totale furono 7750. Ed è sconvolgente il dato dei bambini e adolescenti morti: i morti da zero a 20 anni ammontarono a 1288 persone, tra questi i bimbi da zero a tre anni furono 483 e quelli con pochi mesi di vita 72. E dei 33mila ebrei italiani in fuga dopo l’8 settembre 1943, la percentuale degli uccisi fu del 20%, cioè 1 su 5. (6). 6 milioni di ebrei morirono per quella tempesta devastante, che non poterono scongiurare… e non furono i soli; milioni di persone morirono nella seconda guerra mondiale. (...)"



Laura Matelda Puppini



LEGGI TUTTO L'ARTICOLO
 

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La Redazione del blog ringrazia Laura Matelda Puppini per averle concesso la pubblicazione del suo articolo.

mercoledì 9 gennaio 2019

"Un senatore in più al Trentino e uno in più all'Alto Adige" - Comunicato Stampa


 
 
 
 


Comunicato stampa

9.1.2019


Un senatore in più al Trentino

e uno in più all'Alto Adige



Fa poco clamore la riforma per ridurre il numero di senatori che si sta discutendo in Senato.

Eppure in Friuli dovrebbe far saltare sulla sedia i nostri politici poiché già col sistema elettorale attuale il Friuli, e Udine in particolare, è sotto rappresentato in Parlamento rispetto all'area triestina; con questa riforma resterà qualcosa?

La SVP sta riuscendo a mantenere l'attuale livello di presenza (ed un rafforzamento dell'autonomia provinciale e regionale) e quindi, rispetto alla riforma in preparazione, un senatore in più al Trentino e uno in più all'Alto Adige grazie al proprio peso politico, ai voti che raccoglie, alla forza con cui difende i diritti della propria minoranza che già gode di consistenti tutele extra-costituzionali grazie a clausole contenute in trattati internazionali imposti all’Italia dopo la sconfitta nella seconda guerra mondiale e pur essendo una minoranza numericamente inferiore alle minoranze friulana e sarda (rispettivamente 314.000 tedeschi in provincia di Bolzano, circa 650.000 friulani e un milione di sardi).

In Regione non siamo riusciti a ricontrattare con Roma i fondi taglieggiati da Berlusconi, Renzi, ed ora Conte, non si sta procedendo con la richiesta di nuove competenze, ed ora perderemo peso politico in Senato. A scapito del Friuli, ben s'intende!

per il Comitato per l'Autonomia e il Rilancio del Friuli

il presidente
Paolo Fontanelli