mercoledì 31 maggio 2017

RICOSTRUZIONI POSTSISMICHE - "IL MODELLO FRIULI" E' FUORI MODA!!


 
"IL MODELLO FRIULI"?

E' fuori moda in un momento

in cui il centralismo
 
è il metodo di governo!!
.........
 

Riceviamo e pubblichiamo

 

COMUNICATO STAMPA
 

RICOSTRUZIONI POSTSISMICHE
 

di Franceschino Barazzutti

I friulani hanno certamente letto che il presidente della Repubblica Mattarella, in occasione della sua visita alle zone terremotate dell’Emilia, ha dichiarato “Il modello Emilia è da esportare”. Senza nulla togliere a quella ricostruzione, rilevo che nella sua visita in Friuli in occasione del quarantesimo del sisma del 1976, che sconvolse questa terra con 989 vittime, il presidente Mattarella nei suoi interventi alle lodi per il “modello Friuli” non fece seguire neppure un accenno all’opportunità della sua esportazione, nonostante il successo generalmente riconosciuto.

Ma già! In una fase della vita nazionale in cui la politica ha abbracciato il centralismo come metodo di governo, al pur tanto apprezzato modello Friuli va messa la sordina. Tant’è che nelle ricostruzioni postsisma che si sono susseguite dal 1976 non in una è stato adottato il modello Friuli e i risultati non sono stati positivi.

Al modello Friuli va messa la sordina perché impregnato del massimo decentramento dallo Stato alla Regione e da questa ai Comuni ed ai sindaci-funzionari delegati della Regione, perché la popolazione svolse un ruolo da protagonista in un processo altamente democratico. Al contrario, la gestione centralista della ricostruzione vuole una sola persona-commissario straordinario, cui spettano le decisioni, mentre i terremotati stanno buoni e tranquilli ad aspettare la risoluzione dei propri problemi.

Invero il modello Friuli è stato messo in sordina anche perché il Friuli stesso vi è finito, in quanto terminata la ricostruzione, ha contato sempre meno nei palazzi romani: dopo gli illustri ministri di un tempo è da anni che il Friuli non ha nel governo neanche un sottosegretario.
 

Franceschino Barazzutti

presidente onorario dell’Associazione Comuni terremotati e sindaci della ricostruzione del Friuli.

31 maggio 2017
 
 

lunedì 29 maggio 2017

VOTEREMO NUOVAMENTE CON UNA LEGGE ELETTORALE INCOSTITUZIONALE? LE PREMESSE CI SONO TUTTE!!


 
VOTEREMO NUOVAMENTE
CON UNA LEGGE ELETTORALE
INCOSTITUZIONALE?

LE PREMESSE
CI SONO TUTTE...
 
....................

"La legge elettorale non è un dettaglio tecnico. Si tratta di una scelta politica, che va pensata in un’ottica di lungo periodo e nell’interesse del Paese, non di uno o più partiti."
 

Felice Besostri e Salvatore Salzano
 

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Dal blog dell'Avv. Felice Besostri

Leggi elettorali e

scelte politiche


Pubblicato da: Felice Besostri 22 maggio 2017

di Felice BESOSTRI e Salvatore SALZANO

Due sentenze della Corte costituzionale, prima la n.1/2014 e ora la 35/2017 hanno dichiarato incostituzionali le ultime due leggi elettorali. Il referendum del 4 Dicembre 2016 ha dimostrato che occorre una legge elettorale che rispetti la volontà degli elettori. Eppure la discussione di questi giorni sembra che voglia ignorare tutto ciò.

Avremo una terza legge incostituzionale?

Dobbiamo evitarlo: tre leggi incostituzionali di seguito rappresenterebbero un rischio per la credibilità e la tenuta delle istituzioni. Occorre allora tenere conto dei principi che discendono dalle sentenze della Consulta e, soprattutto, delle questioni non ancora esaminate. Se i rimanenti dodici Tribunali su ventidue, investiti in primo grado, si pronunciassero in base sui ricorsi ancora pendenti (la sentenza n. 35/2017 ha deciso sulle ordinanze di soli 5 Tribunali), l’impatto sui lavori della Commissione Affari Costituzionali della Camera sarebbe fortissimo. Teoricamente 4 o 5 pronunciamenti potrebbero arrivare prima del 29 maggio, data presunta per la conclusione dei lavori della Commissione e la trasmissione di un testo base all’aula di Montecitorio.

Esaminiamo le possibilità oggi in discussione.

Un sistema di collegi uninominali a riparto proporzionale, con premio di maggioranza, sarebbe incostituzionale per violazione degli artt. 48, 56 e 58 e dei principi del voto eguale, personale e diretto. Idem un sistema che abbassi la soglia per il premio e alzi quella di accesso, che abbia o no capilista bloccati. Stesso rischio per tutti i sistemi che confondono e complicano la volontà di espressione del cittadino.

Gli unici sistemi elettorali sicuramente costituzionali sono quelli semplici, cioè quelli proporzionali con o senza una limitata soglia di accesso e, al massimo, un limitato premio di maggioranza legato ad una soglia significativamente alta, oppure quelli maggioritari senza fronzoli, come quelli che impongono di ottenere la maggioranza parlamentare conquistando la maggioranza dei collegi uno per uno, senza trucchi. Un maggioritario all’inglese, dove si vince per merito di candidati, conquistando la maggioranza dei seggi, secondo la volontà degli elettori, è perfettamente costituzionale, benché scandalizzi la maggioranza dei nostri amici e compagni e non sia tra le nostre opzioni preferite.

Il sistema alla francese, invece, è più distorsivo del maggioritario all’inglese. Nel modello francese, con il ballottaggio, al secondo turno prevale il meno peggio o il voto contro, che spesso è una cosa molto diversa dalla iniziale volontà dell’elettore.

Cosa fare allora?

La legge elettorale non è un dettaglio tecnico. Si tratta di una scelta politica, che va pensata in un’ottica di lungo periodo e nell’interesse del Paese, non di uno o più partiti.

Non fu così con Mattarellum, Porcellum e Italicum, alla base dei quali c’erano calcoli per favorire gli interessi di partito: il Partito Popolare, nel primo caso, il PdL nel secondo e il PD nel terzo. Calcoli che si sono per giunta rivelati sbagliati e hanno condannato il Paese ad anni di paralisi e degrado della politica.

I due partiti egemoni nei due Poli, Forza Italia e PDS-DS, erano d’accordo su tre punti: sistema politico bipolare tendenzialmente bipartitico; sistema elettorale maggioritario; togliere ai cittadini la scelta dei loro rappresentanti, grazie a collegi uninominali e liste parzialmente (Mattarellum) o totalmente (Porcellum) bloccate fino all’invenzione dei capilista bloccati (Italicum). (…)

LEGGI TUTTO IL DOCUMENTO


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SISTEMA ELETTORALE ALLA TEDESCA? 

Basta imbrogli!

La legge elettorale alla tedesca
è ben altro rispetto a quanto proposto
dal Partito democratico di Renzi! 
 
Dal Blog dell'Avv. Besostri
 
Comunicato Stampa
del 24 maggio 2017
 
(…) «L’ultimo progetto di legge elettorale presentato dal Pd, che per comodità chiamiamo Fianum, è assolutamente incostituzionale. Non solo per il motivo che il voto non è uguale, come avveniva nel Porcellum e nell’Italicum, ma anche perché non è nemmeno libero e personale come richiede l’articolo 48 della Costituzione e neppure diretto come richiedono l’articolo 56 per la Camera dei deputati e l’articolo 58 per il Senato.

Per salvare questo pdl bisogna farlo diventare un vero e proprio germanicum cioè con il cinquanta per cento di eletti nel proporzionale e il cinquanta per cento in collegi uninominali da scorporare se superano la percentuale ottenuta nei collegi plurinominali proporzionali. Non siamo al supermercato dove compri uno e te ne danno due. Quindi deve essere ammesso il voto disgiunto tra collegio uninominale maggioritario e collegio plurinominale proporzionale» (...)
 
Avv. Felice Besostri
 

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venerdì 26 maggio 2017

Legge elettorale - basta BLITZ a favore di Trieste!


Legge elettorale

"PORCELLUM NR. 3"

testo in uscita dalla

Commissione parlamentare

(oggi  venerdì 26 maggio
era l'ultimo giorno utile per presentare emendamenti in Commissione.)

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Dal Blog dell'avv.

Felice Besostri


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Come minoranza linguistica friulana denunciamo la pesantissima discriminazione che la nostra minoranza continua a subire, in particolare nella formazione dei collegi elettorali.

Denunciamo l'inserimento in questo testo di proposta di legge elettorale del BLITZ della deputata triestina di lingua slovena Tamara BLAZINA, eletta nelle file del Partito democratico TRIESTINO. Blitz che discrimina pesantemente la minoranza linguistica friulana e non è di nessuna utilità alla minoranza linguistica slovena salvo il fatto che ingigantendo a dismisura il collegio elettorale TRIESTINO, aumenta in maniera abnorme il numero dei parlamentari NOMINATI da Trieste (città che avendo 200 mila abitanti sarà predominante nel collegio extra-large confezionato ad hoc per questa città) aumentando così la possibilità che un rappresentante della minoranza linguistica slovena venga NOMINATO dal Partito Democratico in posizione utile per essere SICURAMENTE eletto.

Un calcolo elettorale triestino che divide la regione storica FRIULI in due collegi e trasforma i Friulani in DONATORI di voti a favore di Trieste!!!

Così recita infatti la proposta di legge in uscita dalla Commissione parlamentare (vedi il Blog dell'avv. Felice Besostri di cui sopra il link):

ART. 3.(Delega al Governo per la determinazione dei collegi  uninominali e dei collegi plurinominali).
(….)

f) nella circoscrizione Friuli – Venezia Giulia uno dei collegi uninominali è costituito in modo da favorire l’accesso alla rappresentanza dei candidati che siano espressione della minoranza linguistica slovena, ai sensi dell’articolo 26 della legge 23 febbraio 2001, n. 38; ai sensi dell’art. 5 della stessa L. 38/01, sui territori legalmente zonizzati come trilingui o quadrilingui, ciò non potrà pregiudicare la locale minoranza linguistica germanofona, che andrà preferita, in quanto meno numerosa;


I 600 mila friulanofoni
non contano nulla???

Portatori di voti
a favore di Trieste? 


 LA LEGGE ELETTORALE
NON PENALIZZI IL FRIULI

di Roberto Meroi

http://comitat-friul.blogspot.it/2017/02/la-legge-elettorale-non-penalizzi-il.html



BASTA BLITZ ELETTORALI

A FAVORE DI TRIESTE!!


La seconda minoranza linguistica
in termini numerici
che vive in Italia
non può essere discriminata
dagli interessi elettorali
di una città di 200 mila abitanti!!
 

LA REDAZIONE DEL BLOG




martedì 23 maggio 2017

REGIONE FRIULI-VG: L'AQUILA "REGIONALE" E' UN SIMBOLO DI SOTTOMISSIONE A ROMA!

 
REGIONE FRIULI-VG
 
L'AQUILA DELLA BANDIERA
DELLA REGIONE?
 
E' UN SIMBOLO DI SOTTOMISSIONE 
A ROMA (secolo 238 d.C)
CHE NON HA NULLA
A CHE SPARTIRE CON
L'AQUILA FRIULANA
FILOIMPERIALE!!!
 
MA A TRIESTE PARE
NON LO SAPPIANO!
 
e a quanto pare, non lo sanno
neppure i giornalisti locali
e i politici di casa nostra!!!
 
  
Dal quotidiano
 IL MESSAGGERO VENETO
 
18 MAGGIO 2017

http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2017/05/18/news/torna-l-alabarda-sui-cappelli-dei-vigili-scacciata-l-aquila-friulana-1.15355849


COMMENTO
DELLA REDAZIONE DEL BLOG

Scacciata l'aquila friulana dai cappelli dei vigili urbani di Trieste? Ma se non c'è mai stata!!! 
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Bandiera ufficiale della regione
Friuli -Venezia Giulia,
inventata nel 1964.

(l'aquila simboleggia l'Aquileia romana
- del secolo 238 d.C. -  
che si genuflette devotamente a Roma!!!)

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 Bandiera storica della "Patria del Friuli"

(l'aquila rappresenta una precisa scelta di
campo filoimperiale
dei  Patriarchi di Aquileia)

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L'aquila FRIULANA nel logo
della "Università del Friuli"

Udine è la capitale storica
della millenaria regione Friuli
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In un articolo pubblicato il 18 luglio 2008 dal quotidiano IL MESSAGGERO VENETO, il dott. Maurizio Buora, all'epoca  Conservatore del castello di Udine, ci racconta come nel 1964 fu inventata la bandiera ufficiale della regione Friuli - Venezia Giulia e come l'aquila di questa bandiera  regionale non abbia nulla a che spartire con l'aquila della bandiera del Patriarcato d'Aquileia e della "Patrie dal Friûl", OSSIA......C'E' AQUILA E AQUILA!!

Peccato che sia la politica triestina che i media locali paiano ignorare la genesi del "pastrocchio"  datato 1964 che è stato ufficializzato con legge come bandiera regionale....

Dall'archivio internet del quotidiano IL MESSAGGERO VENETO:
 
 
 
Buora : «Ma quella della Regione è l'aquila dei sotans»
                                
«Un'interessante discussione sull'aquila simbolo della Regione. Credo sia opportuno che i lettori siano informati di alcuni fatti, forse non a tutti noti». E' questo l'esordio della lunga disamina del Conservatore del castello di Udine, Maurizio Buora che piomba sulla polemica di questi giorni.

L'aquila detta del beato Bertrando – spiega Buora – compare non solo su una parte delle preziose vesti con cui fu seppellito, nel 1350 (oggi conservate nel bel Museo del Duomo di Udine), ma anche nelle monete da lui coniate. Tale aquila è diversa da quella usata da altri suoi predecessori, come Gregorio di Montelongo (1251 – 1269), Raimondo della Torre (1273 – 1298) e altri (Pietro Gera e via dicendo). L'aquila – insiste – comparve per la prima volta nelle monete della Sicilia, sotto il regno di Enrico VII e di Costanza (1195) come insegna dell'impero d'Occidente. Con Federico II e i suoi successori troviamo indifferentemente la testa volta a destra o a sinistra. Quindi la scelta dell'aquila per le monete aquileiesi, oltre a rispondere all'etimologia popolare che fa derivare il nome dell'antica Aquileia da un'aquila che sarebbe apparsa in cielo al momento della sua fondazione, indica originariamente una precisa scelta di campo filoimperiale, anche se questa poi poté passare in secondo piano.  

«Anche l'aquila scelta a simbolo della Regione ha un'origine aquileiese. Come mi disse Laura Ruaro Loseri, essa fu da lei scelta nel 1964 – quand'era direttrice dei Civici Musei di Trieste – traendo spunto dal fianco di un'iscrizione rinvenuta ad Aquileia – argomenta ancora Buora , pubblicata più volte dal Brusin e conservata nel Museo archeologico locale. L'iscrizione si riferisce al così detto bellum Aquileiense ovvero alla lotta che vide opposte le truppe di Massimino il Trace e gli abitanti della città, che impedì all'imperatore legalmente in trono di entrare e di proseguire verso Roma. La vicenda potrebbe prestarsi a diverse letture: di fatto fu un episodio di guerra civile, in cui una parte della popolazione scelse di rimanere fedele al senato e non all'imperatore. Ciò accadeva nel 238 d.C.».

Nel 238 d.C., dunque, a ricordo della vittoriosa resistenza degli Aquileiesi – insiste il Conservatore – fu predisposta per volontà del senato locale (= ordo decurionum) una base onoraria che mostra, come si è detto, su un lato la personificazione della città di Aquileia, in ginocchio dinanzi a Roma maestosamente seduta in trono. Di fatto è un interessante rovesciamento della situazione: come si è detto furono gli Aquileiesi a salvare il senato, mentre il messaggio trasmesso dall'immagine vuol far credere che gli Aquileiesi ringrazino la città di Roma, e il potere centrale in essa residente, per l'aiuto ricevuto in quest'occasione. Proprio sopra il capo di Aquileia volteggia quell'aquila che vediamo raffigurata nello stemma della Regione. Simbolo dunque di genuflessa devozione. Cent'anni dopo, nel IV sec. d. C., alcuni miliari posti lungo le strade del Friuli – si avvia a conludere – avrebbero riportato la dicitura devota Venetia, riproponendo lo stesso concetto di devota sottomissione. «C'è dunque aquila e aquila. C'è l'aquila imperiale e l'aquila per così dire regionale.

L'aquila della Regione, lungi dal rappresentare un simbolo di autonomia, appare, a chi sappia leggere il significato delle immagini – e oggi da più parti si dice che viviamo nella civiltà delle immagini -, come un appropriato emblema dei "sotans"».
 

 
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COMMENTO
 
La bandiera ufficiale della regione Friuli-Venezia Giulia è notoriamente un simbolo in cui i cittadini di questa regione non si sono mai riconosciuti essendo un simbolo del tutto inventato nel 1964 partendo da una iscrizione romana del 238 d.C trovata ad Aquileia.
 
Oltretutto la millenaria regione storica Friuli e la città di Trieste  le loro bandiere storiche e identitarie le avevano già....
 
Noi friulani ci teniamo ben stretta la "nostra" aquila  filoimperiale che non ha nulla da spartire con l'aquila ufficiale regionale, oltretutto un simbolo quest'ultima, come ha ben spiegato il dott. Maurizio Buora, di "genuflessa devozione" a Roma (simbolo perfetto - sic! - per una regione ad autonomia speciale! Soprattutto oggi che pare farsi scippare da Roma ogni autonomia...).

A questo punto è giusto e legittimo che anche i vigili urbani dei Comuni friulani pretendano anche loro sul cappello il simbolo della loro identità storica, ossia l'aquila friulana filo imperiale, dal momento che l'aquila regionale non li rappresenta sul piano identitario!
O solo i vigili urbani di Trieste hanno diritto al riconoscimento identitario e a mettere l'alabarda sui loro cappelli?

Questo privilegio concesso SOLO a Trieste è un piccolo fatto di nessuna importanza?  No, è un fatto molto grave perché rappresenta la cartina di tornasole di come funziona la gestione politica amministrativa regionale....

 
LA REDAZIONE DEL BLOG 

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Il "commento" della redazione del Blog è stato pubblicato come lettera sul settimanale "LA VITA CATTOLICA" - mercoledì 31 maggio 2017, rubrica "Giornale aperto" - con il significativo titolo "Sulle divise dei vigili si metta l'aquila friulana".   
 
 

venerdì 19 maggio 2017

CONVEGNO-DIBATTITO 22 MAGGIO 2017: "CON QUALE LEGGE ELETTORALE VOTEREMO?" - RELATORE AVV. FELICE CARLO BESOSTRI

 
I cittadini elettori friulanofoni
ricorrenti anti-italicum
invitano tutti i cittadini elettori,
tutti i comitati, movimenti, partiti,
al seguente 
 
CONVEGNO - DIBATTITO
 

CON QUALE LEGGE ELETTORALE VOTEREMO?
 
UNA TERZA LEGGE ELETTORALE INCOSTITUZIONALE ?!?
 
BASTA PREMI DI MAGGIORANZA, BASTA LISTE  BLOCCATE, BASTA MINORANZE LINGUISTICHE DI SERIE A E DI SERIE C !!!
 

Salone d’Onore

del Consiglio Provinciale di Udine

Piazza Patriarcato n. 3 - UDINE

 
Lunedì 22 Maggio 2017

alle ore 17.00 

Relatore

Avv. Felice Carlo Besostri


PROGRAMMA

 

PARTE GENERALE: Una nuova legge elettorale rispettosa della Costituzione  - (Avv. Felice Carlo Besostri)

PARTE SPECIALE: Le questioni linguistiche nella Reg. Aut. Friuli – Venezia Giulia - (Avv. Luca Campanotto)


SALUTO

On. Pietro Fontanini, Presidente della Provincia di Udine

INTERVERRANNO


RELATORE - Avv. Felice Carlo Besostri

Avvocato Costituzionalista del Foro di Milano, relatore al Senato della L. 482/99, referente dei pool legali anti PORCELLUM, EUROPORCELLUM e ITALICUM 

Federico Simeoni, cons. provinciale Patrie Furlane

ricorrente anti EUROPORCELLUM e ITALICUM

Paolo Fontanelli, presidente Comitât pe Autonomie e pal Rilanç dal Friûl

ricorrente anti EUROPORCELLUM e ITALICUM

 
Avv. Luca Campanotto 

ricorrente e legale anti-ITALICUM, referente distrettuale anti-EUROPORCELLUM e anti-ITALICUM
 

I Comitati Friulani per il NO al referendum costituzionale 04/12/2016

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NUOVA LEGGE ELETTORALE:

QUALE RAPPRESENTANZA PER I FRIULANI?
 

 Dopo l'esito popolare del referendum costituzionale del 4/12/2016 e la bocciatura della legge elettorale “Italicum” da parte della Corte Costituzionale e dopo l'ennesimo sollecito da parte del Presidente Mattarella, in questi giorni in Parlamento si è riaperto il confronto su quale legge elettorale dare al Paese.  

Il dibattito si è incagliato nuovamente su premio di maggioranza, liste bloccate, collegi elettorali misti e soglie di sbarramento a fisarmonica.Il rischio concreto è che le parti politiche, in barba alla volontà popolare espressa a dicembre ed ai dettami della Consulta, imbastiscano nuovamente un testo pasticciato, contraddittorio e ancora una volta incostituzionale. 

Rimangono inoltre sospese e invariate tutte le questioni discriminatorie nei confronti del gruppo di minoranza linguistica friulana (minoranza riconosciuta dalla L. 482/99 e dalle convenzioni internazionali sottoscritte dalla Repubblica Italiana) ovvero la differenza di trattamento tra i deputati riservati solo alla minoranza linguistica tedesca del Sud Tirolo, la soglia di sbarramento eccessivamente alta (20%) per i rappresentanti dei gruppi linguistici friulano e sloveno e la suddivisione del Collegio del Friuli in due circoscrizioni elettorali di cui una sproporzionatamente sbilanciata a favore della città di Trieste a scapito dell' elezione di deputati friulani. Questioni queste che hanno portato un gruppo composto da vari esponenti del mondo politico ed intellettuale friulano, come Federico Simeoni (Cons. Prov. Patrie Furlane) e Paolo Fontanelli (Comitato Rilancio Autonomia Friuli) ad insistere nel opporre un ricorso elettorale contro l’ITALICUM coordinati dall’avv. prof. on. Felice Carlo Besostri di Milano e dal l’avv. Luca Campanotto di Udine. 

Lunedì 22/5/2017 alle ore 17,00 presso il salone del Consiglio della Provincia di Udine, con relatore d'eccezione il prof. Besostri e l'intervento dei Comitati friulani per il NO alla riforma costituzionale, ci sarà l' occasione per fare il punto della situazione e ribadire la volontà degli elettori friulani di voler essere rappresentati da una legge elettorale che tenga veramente conto delle volontà dei cittadini e delle espressioni dei territori.  

L'invito è stato esteso a tutti gli attori politici (parlamentari, senatori, consiglieri regionali e sindaci) del Friuli da cui ci attendiamo una ferma rivendicazione dell' Autonomia di questa Regione.

Con preghiera di diffusione. 
 

Cordiali saluti 

Paolo Fontanelli 

Comitato per l' Autonomia e lo Sviluppo del Friuli
 

(Documento condiviso con Federico Simeoni)



lunedì 15 maggio 2017

TRIESTE E L'IMPERO DI MARIA TERESA D'AUSTRIA


 
TRIESTE
E L'IMPERO DI
MARIA TERESA D'AUSTRIA
 
 

Trieste deve tutto a l'imperatrice Maria Teresa d'Austria: prima che l'Austria nel 1700 decidesse di costruirsi uno sbocco al mare, Trieste era una piccola cittadina di pescatori e contadini....

Maria Teresa d'Austria fu una imperatrice che seppe ben governare l'Impero d'Austria e i popoli che ne facevano parte anche se la storiografia italiana e il nazionalismo italiano  continuano ancor oggi a rappresentare l'Impero d'Austria come un Impero oppressore.....

L'unico rimprovero che noi friulani possiamo fare a Maria Teresa  è quello di essere stata la responsabile (assieme alla Repubblica di Venezia!!) della cancellazione del Patriarcato di Aquileia, la "seconda dignità dopo quella romana": fu infatti  Maria Teresa d'Austria a chiedere ed ottenere dal papa la soppressione di questa millenaria istituzione e la creazione di due Arcidiocesi, Gorizia (1752) e Udine (1753).

Rimane comunque il fatto positivo che  a Trieste "finalmente" ricordino chi ha creato questa città....

....anche se tutto ciò mette in grande imbarazzo il nazionalismo italiano!
 
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Dal quotidiano IL PICCOLO – Trieste

13 maggio 2017 

"Ritratto di Maria Teresa", tutto esaurito per la lectio magistralis di Paolo Mieli

di Pietro Spirito
 

http://ilpiccolo.gelocal.it/tempo-libero/2017/05/13/news/ritratto-di-maria-teresa-lectio-magistralis-di-paolo-mieli-per-la-madre-di-trieste-e-dell-europa-1.15330498?ref=hfpitsec-1



" (...) Eppure a Trieste di Maria Teresa rimane una memoria sotto traccia, privilegiando piuttosto figure come Massimiliano e Sissi. «Questo si spiega facilmente - osserva Mieli -: per noi italiani, quando siamo diventati una nazione ci è sembrato che ricordare Maria Teresa fosse semplicemente un cedimento alle ragioni del Risorgimento, che è sempre stato presentato come movimento di popoli che si liberavano di regimi demoniaci per unirsi in un destino unitario meraviglioso: per cui la demonizzazione degli Stati preunitari ha portato a dimenticare, a mettere da parte una figura come quella di Maria Teresa». «Massimiliano e Sissi - aggiunge lo storico - sono figure più oleografiche che non comportano una valutazione politica, mentre Maria Teresa porta a un serie di valutazioni politiche e storiche fondamentali, che rimettono in discussione, pur senza rinnegarli, i presupposti della nostra storia unitaria». (...)"
 
......................
 
 
COMMENTO
 
Stesso destino di Maria Teresa d'Austria  l'ha subito in regione e in Italia la grande pluri-millenaria realtà storica del Patriarcato di Aquileia che non ha mai trovato spazio in nessun libro di storia su cui studiano a scuola i friulani e gli italiani....
 
La stessa città di Aquileia è oggi chiamata  dai media eslusivamente  "la città romana"  cancellando così l'Aquileia patriarcale la cui grande e importante storia  ebbe inizio nei primi secoli dopo Cristo e fine solo nel  1751: oltre 1500 anni di grande civiltà europea!

Una grande millenaria storia europea  che il Risorgimento italiano non potendola usare per finalità propagandistiche nazional/patriottiche,   ha  nascosto  o  minimizzato..... 



Per saperne di più:
 
Dal sito di "Forumeditrice"

dell'Università di Udine  

http://www.forumeditrice.it/cirf-didattica-online/storia-patriarcato-aquileia.html
 
 
La redazione del Blog
 
 

mercoledì 10 maggio 2017

E' NOSTRO DIRITTO VOTARE, FINALMENTE, CON UNA LEGGE ELETTORALE COSTITUZIONALE!


 
E' NOSTRO DIRITTO

VOTARE, FINALMENTE,

CON UNA LEGGE ELETTORALE

COSTITUZIONALE!


 
Dal Blog di Felice Besostri

13 marzo 2017
 



"(…) La recente sentenza della Corte Costituzionale n.35/2017, ha infatti dichiarato incostituzionale buona parte dell’Italicum. Il professor D’Alimonte, il principale sostenitore, in ambito giuridico e scientifico, dell’Italicum, ha detto che la sentenza ha colpito al cuore la “sua” legge. A chi, con insofferenza e delusione, dice “quello che la cittadinanza dice o fa, non conta niente”, facciamo notare che nel corso di dieci anni il popolo sovrano ha detto NO a due controriforme della Costituzione e fermato due leggi elettorali incostituzionali.

Ci pare poco? Direi che è molto.

(...) Cosa ci attende, ora? L’auspicio è che il Parlamento faccia una nuova legge elettorale priva di elementi di incostituzionalità, come i capilista bloccati, ancora presenti in ciò che resta dell’Italicum. Esperti come Besostri saprebbero individuare eventuali nuovi vulnus alla Costituzione, portando noi resistenti a ricorsi, richieste di referendum, altro. I capilista bloccati significano due terzi di parlamentari non scelti da noi. Di chi sarebbero rappresentanti? Delle segreterie dei partiti, non del popolo sovrano. (…)

Non faccio questione di partito, in questo caso. L’importanza che in Parlamento ci siano rappresentanti che sappiano avvalersi di giuristi rispettosi della Costituzione, ci è confermata da una informazione avuta da Besostri. Solo sguardi acuti e sapienti si accorsero che, nella “riforma” che abbiamo bocciato, ci fu il tentativo, sventato, di “costituzionalizzare” i vitalizi ai parlamentari. Tentativo voluto da chi, oggi, dice “andiamo presto al voto, prima che scattino, a settembre, i vitalizi”. Controllo la mia indignazione, che mi farebbe dire che vergogna!

Per concludere.

Se il Parlamento non riesce a fare una nuova legge elettorale condivisa e costituzionale, come Mattarella auspica, con quale legge andremo votare, quando sarà il momento, nel 2018, a scadenza naturale (mio personale auspicio)? Se il Parlamento non conclude – dice Besostri -, e se la Corte invalida tutto l’Italicum, si voterà con ciò che resta del Porcellum, il cosiddetto Consultellum, un imperfetto proporzionale. Speriamo, invece, in uno scatto di dignità e responsabilità di chi abita l’attuale Parlamento, nonostante sia stato eletto con una legge incostituzionale. Altrimenti dovremmo concludere che il fantasma di Weimar si annida nel Parlamento, non nella quasi sempre disprezzata “cittadinanza attiva”."

Maria Paola Patuelli

Coordinamento per la democrazia costituzionale



domenica 7 maggio 2017

CANCELLAZIONE PROVINCE: TUTTO O.K.?



REGIONE FRIULI - VG
CANCELLAZIONE PROVINCE:

TUTTO O.K.?

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Questi  i punti salienti
dello studio della Cgia di Mestre

presentato il 15 ottobre 2014

sui costi della cancellazione
delle province nella nostra regione.

http://www.upinet.it/4384/istituzioni_e_riforme/province_friuli_venezia_giulia_presentato_studio_cgia_mestre/
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Relativamente alla cancellazione delle province, oltre ai costi di questa operazione sia in termini finanziari che organizzativi analizzati dalla Cgia di Mestre nel 2014, c'è un ulteriore problema che pare non essere stato valutato dalla Giunta regionale di Debora Serracchiani  che con grandissima probabilità dava per scontata la vittoria del "Sì" al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 e conseguentemente la cancellazione delle Province dalla Costituzione italiana....

Con la cancellazione delle province nel 2016 (poco prima del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 che con la vittoria del NO ha mantenuto le province in Costituzione!!) dallo Statuto di autonomia speciale, oggi la regione Friuli - VG è disallineata con il resto del territorio italiano che conserva le province quale ente locale "costituzionalizzato" di area vasta. Un disallineamento che non potrà che creare problemi.....

Un esempio?

Come la mettiamo con le prefetture (ufficio territoriale del governo centrale) che sono previste per ogni provincia italiana ora che da noi in regione le province non esistono più?

Non essendoci più le province nella nostra regione eliminiamo anche le prefetture?

Creiamo un'unica prefettura "centralizzata"  a Trieste con un Friuli (95% del territorio regionale) ridotto a periferia di Trieste?

Copiamo la soluzione adottata nel 1945 in Valle d'Aosta (in tutto solo 126.935 abitanti!!) dove, con la cancellazione della provincia,  i poteri della Prefettura furono attribuiti al Presidente di regione?

Nessuno ne parla, ma non per questo il problema del "disallineamento" non esiste!

Ed esiste anche una soluzione.

Creare due distinte e autonome aree amministrative di area vasta, il Friuli e Trieste, con una regione unitaria "leggera" che si occupa solo di legislazione: esattamente come aveva proposto il padre della nostra regione, il senatore Tiziano Tessitori!

La Redazione del Blog