martedì 23 maggio 2017

REGIONE FRIULI-VG: L'AQUILA "REGIONALE" E' UN SIMBOLO DI SOTTOMISSIONE A ROMA!

 
REGIONE FRIULI-VG
 
L'AQUILA DELLA BANDIERA
DELLA REGIONE?
 
E' UN SIMBOLO DI SOTTOMISSIONE 
A ROMA (secolo 238 d.C)
CHE NON HA NULLA
A CHE SPARTIRE CON
L'AQUILA FRIULANA
FILOIMPERIALE!!!
 
MA A TRIESTE PARE
NON LO SAPPIANO!
 
e a quanto pare, non lo sanno
neppure i giornalisti locali
e i politici di casa nostra!!!
 
  
Dal quotidiano
 IL MESSAGGERO VENETO
 
18 MAGGIO 2017

http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2017/05/18/news/torna-l-alabarda-sui-cappelli-dei-vigili-scacciata-l-aquila-friulana-1.15355849


COMMENTO
DELLA REDAZIONE DEL BLOG

Scacciata l'aquila friulana dai cappelli dei vigili urbani di Trieste? Ma se non c'è mai stata!!! 
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Bandiera ufficiale della regione
Friuli -Venezia Giulia,
inventata nel 1964.

(l'aquila simboleggia l'Aquileia romana
- del secolo 238 d.C. -  
che si genuflette devotamente a Roma!!!)

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 Bandiera storica della "Patria del Friuli"

(l'aquila rappresenta una precisa scelta di
campo filoimperiale
dei  Patriarchi di Aquileia)

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L'aquila FRIULANA nel logo
della "Università del Friuli"

Udine è la capitale storica
della millenaria regione Friuli
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In un articolo pubblicato il 18 luglio 2008 dal quotidiano IL MESSAGGERO VENETO, il dott. Maurizio Buora, all'epoca  Conservatore del castello di Udine, ci racconta come nel 1964 fu inventata la bandiera ufficiale della regione Friuli - Venezia Giulia e come l'aquila di questa bandiera  regionale non abbia nulla a che spartire con l'aquila della bandiera del Patriarcato d'Aquileia e della "Patrie dal Friûl", OSSIA......C'E' AQUILA E AQUILA!!

Peccato che sia la politica triestina che i media locali paiano ignorare la genesi del "pastrocchio"  datato 1964 che è stato ufficializzato con legge come bandiera regionale....

Dall'archivio internet del quotidiano IL MESSAGGERO VENETO:
 
 
 
Buora : «Ma quella della Regione è l'aquila dei sotans»
                                
«Un'interessante discussione sull'aquila simbolo della Regione. Credo sia opportuno che i lettori siano informati di alcuni fatti, forse non a tutti noti». E' questo l'esordio della lunga disamina del Conservatore del castello di Udine, Maurizio Buora che piomba sulla polemica di questi giorni.

L'aquila detta del beato Bertrando – spiega Buora – compare non solo su una parte delle preziose vesti con cui fu seppellito, nel 1350 (oggi conservate nel bel Museo del Duomo di Udine), ma anche nelle monete da lui coniate. Tale aquila è diversa da quella usata da altri suoi predecessori, come Gregorio di Montelongo (1251 – 1269), Raimondo della Torre (1273 – 1298) e altri (Pietro Gera e via dicendo). L'aquila – insiste – comparve per la prima volta nelle monete della Sicilia, sotto il regno di Enrico VII e di Costanza (1195) come insegna dell'impero d'Occidente. Con Federico II e i suoi successori troviamo indifferentemente la testa volta a destra o a sinistra. Quindi la scelta dell'aquila per le monete aquileiesi, oltre a rispondere all'etimologia popolare che fa derivare il nome dell'antica Aquileia da un'aquila che sarebbe apparsa in cielo al momento della sua fondazione, indica originariamente una precisa scelta di campo filoimperiale, anche se questa poi poté passare in secondo piano.  

«Anche l'aquila scelta a simbolo della Regione ha un'origine aquileiese. Come mi disse Laura Ruaro Loseri, essa fu da lei scelta nel 1964 – quand'era direttrice dei Civici Musei di Trieste – traendo spunto dal fianco di un'iscrizione rinvenuta ad Aquileia – argomenta ancora Buora , pubblicata più volte dal Brusin e conservata nel Museo archeologico locale. L'iscrizione si riferisce al così detto bellum Aquileiense ovvero alla lotta che vide opposte le truppe di Massimino il Trace e gli abitanti della città, che impedì all'imperatore legalmente in trono di entrare e di proseguire verso Roma. La vicenda potrebbe prestarsi a diverse letture: di fatto fu un episodio di guerra civile, in cui una parte della popolazione scelse di rimanere fedele al senato e non all'imperatore. Ciò accadeva nel 238 d.C.».

Nel 238 d.C., dunque, a ricordo della vittoriosa resistenza degli Aquileiesi – insiste il Conservatore – fu predisposta per volontà del senato locale (= ordo decurionum) una base onoraria che mostra, come si è detto, su un lato la personificazione della città di Aquileia, in ginocchio dinanzi a Roma maestosamente seduta in trono. Di fatto è un interessante rovesciamento della situazione: come si è detto furono gli Aquileiesi a salvare il senato, mentre il messaggio trasmesso dall'immagine vuol far credere che gli Aquileiesi ringrazino la città di Roma, e il potere centrale in essa residente, per l'aiuto ricevuto in quest'occasione. Proprio sopra il capo di Aquileia volteggia quell'aquila che vediamo raffigurata nello stemma della Regione. Simbolo dunque di genuflessa devozione. Cent'anni dopo, nel IV sec. d. C., alcuni miliari posti lungo le strade del Friuli – si avvia a conludere – avrebbero riportato la dicitura devota Venetia, riproponendo lo stesso concetto di devota sottomissione. «C'è dunque aquila e aquila. C'è l'aquila imperiale e l'aquila per così dire regionale.

L'aquila della Regione, lungi dal rappresentare un simbolo di autonomia, appare, a chi sappia leggere il significato delle immagini – e oggi da più parti si dice che viviamo nella civiltà delle immagini -, come un appropriato emblema dei "sotans"».
 

 
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COMMENTO
 
La bandiera ufficiale della regione Friuli-Venezia Giulia è notoriamente un simbolo in cui i cittadini di questa regione non si sono mai riconosciuti essendo un simbolo del tutto inventato nel 1964 partendo da una iscrizione romana del 238 d.C trovata ad Aquileia.
 
Oltretutto la millenaria regione storica Friuli e la città di Trieste  le loro bandiere storiche e identitarie le avevano già....
 
Noi friulani ci teniamo ben stretta la "nostra" aquila  filoimperiale che non ha nulla da spartire con l'aquila ufficiale regionale, oltretutto un simbolo quest'ultima, come ha ben spiegato il dott. Maurizio Buora, di "genuflessa devozione" a Roma (simbolo perfetto - sic! - per una regione ad autonomia speciale! Soprattutto oggi che pare farsi scippare da Roma ogni autonomia...).

A questo punto è giusto e legittimo che anche i vigili urbani dei Comuni friulani pretendano anche loro sul cappello il simbolo della loro identità storica, ossia l'aquila friulana filo imperiale, dal momento che l'aquila regionale non li rappresenta sul piano identitario!
O solo i vigili urbani di Trieste hanno diritto al riconoscimento identitario e a mettere l'alabarda sui loro cappelli?

Questo privilegio concesso SOLO a Trieste è un piccolo fatto di nessuna importanza?  No, è un fatto molto grave perché rappresenta la cartina di tornasole di come funziona la gestione politica amministrativa regionale....

 
LA REDAZIONE DEL BLOG 

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Il "commento" della redazione del Blog è stato pubblicato come lettera sul settimanale "LA VITA CATTOLICA" - mercoledì 31 maggio 2017, rubrica "Giornale aperto" - con il significativo titolo "Sulle divise dei vigili si metta l'aquila friulana".   
 
 

6 commenti:

  1. Ma non è ora di finirla con questo andazzo per cui in regione ci sono figli e figliastri?

    Basta accontentare la politica triestina!!

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  2. Dal sito internet UDINETODAY

    Articolo della Redazione - 18 maggio 2017

    TITOLO - Via l'aquila "friulana" dai cappelli dei vigili di Trieste, torna l'alabarda

    SOTTO-TITOLO - Il vicesindaco di Trieste: «Non siamo il capoluogo del Friuli e ci teniamo alle nostre specificità»

    "Fra un mese circa il simbolo della Regione, e il suo richiamo all'antico Patriarcato di Aquileia, sparirà dai cappelli della Polizia locale di Trieste. Come ha ricordato il collega Emanuele Esposito su TriestePrima, al momento della sua introduzione fu un cambiamento duro da accettare. Fece storcere il naso non solo a gran parte della classe politica giuliana, ma soprattutto al personale in divisa. E' proprio per questo motivo che il vicesindaco di Trieste, Pierpaolo Roberti, ha presentato una modifica all'uniforme del corpo triestino che la legge regionale aveva uniformato alle altre divise e livree presenti nelle quattro province (...)"

    http://247.libero.it/rfocus/31742445/1/via-l-aquila-friulana-dai-cappelli-dei-vigili-di-trieste-al-suo-posto-l-alabarda/

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    Commento:

    AQUILA PATRIARCALE? Ma questi sanno di cosa stanno parlando? Evidentemente NO....

    E se una legge regionale ha uniformato i simboli sui cappelli dei vigili urbani di TUTTI i Comuni della regione, perché mai a Trieste è stata concessa una deroga? O la deroga vale anche per Comuni friulani o la Regione OBBLIGA Trieste ad uniformarsi alla legge regionale!!!

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  3. Due considerazioni:

    1) La Trieste del 238 d.C. non faceva parte dell'impero romano? E non era all'epoca SUDDITA di Roma? Giusto dunque che sui cappelli dei vigili urbani di Trieste ci sia l'aquila ROMANA....

    2) L'alabarda pare sia in realtà un'arma da guerra (medioevo) friulana: LO SPIEDO FRIULANO!!

    Dunque sui cappelli dei vigili urbani di Trieste è ritornato LO SPIEDO FRIULANO che ha cacciato L'AQUILA ROMANA del 238 d.C?

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  4. Da una lettera dei lettori pubblicata sul quotidiano IL PICCOLO di Trieste il 14 aprile 2010:

    "(...) l'Alabarda (fra l'altro, duole ricordarlo, ma la perfidia dei furlani è talmente radicata e risalente nel tempo che perfino il simbolo sullo stemma cittadino non è nient'altro che un ben modesto spiedo friulano) (...) - Gianpaolo Gaspari - 14 aprile 2010"

    http://ricerca.gelocal.it/ilpiccolo/archivio/ilpiccolo/2010/04/14/NZ_22_GASP.html


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  5. Da Wikipedia: STEMMA DI TRIESTE

    "(...)Secondo la leggenda lo stemma di Trieste ebbe origine del martirio di San Sergio. Infatti il santo alla sua partenza dalla città, presentendo prossima la propria morte, aveva promesso ai cittadini suoi compagni di fede che nel caso in cui egli venisse ucciso per la sua fede essi avrebbero ricevuto un segno celeste, ed infatti la sua alabarda cadde dal cielo sulla piazza maggiore di Trieste, il giorno in cui San Sergio soffriva il martirio in Persia, nel 336.

    L'arma è attualmente conservata nel tesoro della cattedrale di San Giusto e viene ritenuta inattaccabile dalla ruggine. QUESTO TIPO D'ARMA VIENE DEFINITO COME SPIEDO ALLA FURLANA ed era un'arma usata nella zona nel XIV secolo; (...)"

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  6. CONCLUDENDO

    Al di là del fatto politico gravissimo che la Giunta regionale abbia concesso una deroga esclusivamente alla città di Trieste mentre tutti gli altri comuni regionali SONO OBBLIGATI a rispettare la legge regionale, possiamo così riscrivere CORRETTAMENTE i titoli dei giornali locali:

    "UNO SPIEDO FRIULANO (arma medievale) scaccia l'AQUILA ROMANA dai cappelli dei vigili urbani di Trieste"

    Che sia il caso che l'ordine dei giornalisti obblighi i suoi iscritti a seguire un SERIO corso di storia locale?

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