giovedì 30 novembre 2017

QUANDO UN CORSO DI LINGUA FRIULANA PER TUTTI I CONSIGLIERI REGIONALI?


QUANDO UN CORSO

DI LINGUA FRIULANA

PER TUTTI I CONSIGLIERI REGIONALI?


..........

Non prendiamo neppure in considerazione le recentissime provocatorie dichiarazioni iper-scioviniste del solito consigliere regionale triestino Bruno Marini, noto esponente del nazionalismo italiano di Trieste e molto vicino alle associazioni triestine degli esuli istriani, esuli (di 70 anni fa!!) a cui ha garantito un abbonamento annuale su tutti i Bus della provincia di Trieste a euro 5 (con un regalo di oltre 300 euro a persona pagato da tutti i cittadini di questa regione!!) e a cui, con grandissima probabilità, deve la sua elezione a Consigliere regionale, oltre che essere un noto buongustaio di palline di gelato addebitate poi – così risulta - ai cittadini di questa regione (legittima spesa di rappresentanza, naturalmente!!).

E non prendiamo neppure in considerazione la pubblicazione, di pochi giorni fa, di un articolo pesantemente provocatororio e anti-friulano sul "solito" quotidiano IL PICCOLO di Trieste.

Articolo in cui si dà ampio spazio alle argomentazioni di Bruno Marini contro la tutela della lingua friulana e la "Seconda conferenza regionale di verifica e proposte su la situazione della legge regionale 29/2007", verifica prevista dalla stessa legge regionale 29/2007 e che avrà luogo l'1 e il 2 di dicembre a Udine.
 
Si vede che la redazione del quotidiano "Il Piccolo" non aveva nulla di più importante da pubblicare o forse sa che tra i suoi affezionati lettori triestini i friulanofobici sono la maggioranza.

E meno male che, come dichiarato da Bolzonello «Trieste deve rafforzare sempre più le relazioni col resto della regione, con la Mitteleuropa e con i Balcani. Parliamo di una capitale d' area, con una dimensione sovraregionale, che non può pensare in piccolo. La Regione sarà a fianco del suo capoluogo, punto di riferimento e valore aggiunto per tutto il territorio».

Ognuno è ovviamente libero di assecondare i desiderata e i sogni di Trieste soprattutto in periodo pre-elettorale, ma forse il Vice Presidente regionale Bolzonello farebbe bene a cercare di conoscere un pò meglio "la vera realtà municipale e provincialissima di Trieste di cui Bruno Marini è un tipico rappresentante."

http://www.movimentofriuli.it/it/ragionamenti-pelosi-a-trieste/

Poniamo infine una domanda:

posto che oltre il 50% della popolazione regionale è minoranza linguistica friulana, non dovrebbe essere obbligatorio per  “TUTTI” i Consiglieri regionali conoscere (scritta e parlata) la lingua friulana? O forse il consigliere Bruno Marini, si sentirebbe declassato nel frequentare un tal corso che gli permetterebbe di non aver più bisogno in aula consiliare di un traduttore?  

Garantiamo che la lingua friulana non è infettiva e neppure morde oltre che essere parlata dalla metà dei cittadini della regione Friuli – VG e compresa dal 90% della popolazione regionale. Ricordiamo inoltre che è una lingua riconosciuta e tutelata sia dalla Repubblica italiana che da trattati internazionali europei ratificati anche dall'Italia....

Ma forse Bruno Marini non lo sa o forse "finge" di non sapere che "parlare friulano è parlare europeo perché il Friuli è Europa!" 



LA REDAZIONE DEL BLOG

lunedì 27 novembre 2017

I FRIULANOFONI SONO MINORANZA LINGUISTICA DI SERIE A!


 
In attesa della
 Seconda conferenza regionale
sulla minoranza linguistica friulana
che si svolgerà l'1 e il 2 dicembre 2017
alcune considerazioni:
 
 
per la politica regionale i Friulanofoni  - nei fatti, perché a parole e chiacchiere gran parte dei politici regionali sono bravissimi nel nascondere la loro vera opinione -  non sono una "minoranza linguistica" riconosciuta e tutelata dalla Repubblica Italiana ai sensi dell'art. 6 della Costituzione italiana e successiva legge 482/99, al pari della minoranza linguistica slovena che vive in regione,  ma esiste solo una  lingua friulana da "promuovere" possibilmente spendendo il meno possibile e non dando attuazione neppure a tutele a costo zero!
 
Gli slovenofoni  sono invece considerati dalla politica regionale - giustamente UNA MINORANZA:  minoranza, è giusto porlo in evidenza, per altro  sfruttata - com'è successo recentemente - per creare in regione collegi elettorali aventi finalità che nulla hanno a che spartire con la tutela della minoranza stessa,  o per concludere trattative economiche con la Slovenia di nessun rilievo sul piano della tutela linguistica.

Pura ignoranza giuridica e  costituzionale, pregiudizi mai superati nei confronti dei friulanofoni o malafede della classe politica regionale? Sicuramente miopia politica...
 
L'autonomia speciale della nostra regione oggi si giustifica solo con la presenza massiccia in regione di minoranze linguistiche, friulanofoni in primis. Tutelare seriamente la minoranza linguistica friulana (la seconda in termini numerici presente in Italia) significa dunque difendere la nostra autonomia speciale: quando la classe politica regionale lo capirà? 
..................

DOCUMENTI
 
Dal sito istituzionale del Consiglio regionale:

http://www.consiglio.regione.fvg.it/pagine/comunicazione/comunicatistampa.asp?comunicatoStampaId=577164

2º Conferenza tutela lingua friulana: venerdì e sabato a Udine 

26/11/2017, 13:39        

"(ACON) Trieste, 26 nov - AB - La seconda Conferenza regionale sulla tutela, la valorizzazione e la promozione della lingua friulana terrà i suoi lavori a Udine venerdì e sabato prossimi, 1 e 2 dicembre: il primo giorno all'Auditorium del palazzo della Regione, in via Sabbadini 31, dalle 9.00 alle 16.30; il secondo giorno nel Salone del Parlamento del Castello, nella sola mattinata, con inizio alle 10.00.

Il programma di venerdì sarà dedicato al dibattito e all'approfondimento delle relazioni dei quattro gruppi di lavoro - pubblica amministrazione, politica linguistica, istruzione, media - mentre sabato, in quella che può essere definita la sessione plenaria, le relazioni verranno presentate nella loro veste definitiva, cui seguiranno le votazioni su eventuali documenti e le conclusioni.

La Conferenza si pone come un importante momento di verifica per le politiche linguistiche, ma anche come luogo di proposta sull'attuazione della legge regionale di tutela, valorizzazione e promozione della lingua friulana, la 29 del 2007, che impone la sua convocazione almeno una volta ogni cinque anni, e comunque non oltre sei mesi prima della scadenza della legislatura.

Nei primi mesi del 2017 è stata costituita una Cabina di regia presieduta, su mandato dell'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, dal consigliere Claudio Violino, che si è riunita con cadenza mensile e ha seguito le fasi di ideazione e di coordinamento necessarie alla realizzazione della Conferenza.

A sua volta, la Cabina di regia ha costituito - con il supporto dell'ARLeF - i quattro gruppi di lavoro, con il compito di redigere una relazione sulla tematica di competenza da presentare alla Conferenza plenaria."
 

MA LA TERMINOLOGIA PERO' CAMBIA RADICALMENTE SE CI SI RIFERISCE AGLI SLOVENOFONI....


Conferenza tutela minoranza slovena: conclusioni Gabrovec (4) 

http://www.consiglio.regione.fvg.it/pagine/comunicazione/comunicatistampa.asp?comunicatoStampaId=577144

25/11/2017, 14:51 
       
"(ACON) Trieste, 25 nov - AB - A concludere questi due giorni di dibattito e di approfondimenti, il vicepresidente del Consiglio regionale del FVG Igor Gabrovec, che ha dato atto alla Conferenza di aver messo tutti di fronte a uno specchio - creato dallo Slori con le quattro relazioni - dove ciascuno ha potuto vedere cose positive e criticità per traguardare alle future sfide.

Qualcuno ha lamentato una non eccessiva partecipazione - ha aggiunto Gabrovec - ma il dato numerico non deve far passare in secondo piano quello più importante, ossia che la Conferenza si è sviluppata con una platea importante, attenta, di qualità, e gli interventi che si sono succeduti ne sono la prova.

Abbiamo sentito, discusso, approfondito, individuato - ha concluso Gabrovec - ora dobbiamo assumerci le conseguenti responsabilità e avere il coraggio di apportare le modifiche che sono emerse e che potranno portare la tutela della minoranza slovena a un livello sempre maggiore di efficacia."



..................

COMMENTO
DELLA REDAZIONE DEL BLOG


Prendiamo atto che "finalmente" si è evitato di definire gli slovenofoni "minoranza nazionale" anche se giornalisti e politici regionali pare facciano ancora una grandissima fatica ad usare il termine giuridico corretto di "minoranza linguistica" riferendosi agli slovenofoni.

Nel  2007 la L.r. 29/2007 (tutela minoranza linguistica friulana)  fu oggetto  di un pesantissimo attacco  politico che  determinò  i  pesanti limiti di questa legge regionale, ancor oggi - a distanza di 10 anni - in gran parte non applicata  e  pesantissime  affermazioni scioviniste - al limite del razzismo linguistico -  si ascoltarono in Consiglio regionale durante il dibattito consiliare, ma oggi non è arrivato il momento di fare un salto culturale?

 
"ART. 6 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA:
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche."


Con la legge 482/99 lo Stato italiano ha dato attuazione all'art. 6 della costituzione italiana riconoscendo 12 minoranze linguistiche, due di queste sono i friulanofoni e gli slovenofoni, e superando la precedente situazione di tutela extra-costituzionale.
 
Non c'è NESSUNA differenza sul piano giuridico e sostanziale tra le due minoranze linguistiche sopra citate.
 
La differenza c'è ancora solo nella testa di gran parte della classe politica regionale (destra, centro o sinistra non fa alcuna differenza...) che ragionando in termini calcistici colloca i friulanofoni  nella categoria "Promozione", nel mentre colloca  gli slovenofoni in serie B (quella di serie A è riservata ai tedeschi della provincia di Bolzano...).
 
Una riprova l'abbiamo avuta di recente con il rifiuto del Consiglio regionale di imporre per iscritto alla società regionale FVG Strade l'obbligo della cartellonistica bilingue (italiano-friulano) sulle strade regionali  di sua competenza che attraversano i territori dove vive la minoranza linguistica friulana.

La richiesta di inserire quest'obbligo nello Statuto di questa società regionale, era motivata dal gravissimo fatto che la società FVG Strade sistematicamente risulta sostituire la cartellonistica già bilingue italiano-friulano  posta dalle ex-Province con la cartellonistica  monolingue italiana.


..................

DOCUMENTI

tratto da:

http://www.arlef.it/media/fck/CONFERENCE%20REGJONA_L_Relazion_Planificazion%20Ling._par%20furlan-192d1.pdf

"L’azione regionale di pianificazione linguistica a favore della lingua friulana a dieci anni dall’approvazione della legge regionale 29/2007: risultati, difficoltà e mancanze.
 
Relazione del Gruppo di lavoro ‘Pianificazione linguistica’
 

Coordinatore: Donato Toffoli

 
"(...) È importante sottolineare il fatto che le politiche linguistiche possono essere fatte anche a costo zero, ad esempio con l’utilizzo della lingua friulana nelle occasioni pubbliche e ufficiali da parte degli amministratori locali: per questo aspetto, gli esempi positivi restano ancora troppo pochi. La situazione degli enti partecipati dal Pubblico (in particolare dalla Regione) è molto critica laddove, anche in presenza di indicazioni specifiche del PGPL, non si garantiscono i diritti linguistici dei cittadini. Questo vale principalmente per le società che gestiscono  infrastrutture e servizi di pubblica utilità, come quelle dei trasporti o della viabilità. Ciò ha portato addirittura a fare passi indietro come nel caso dei cantieri passati dalla Provincia di Udine a FVG Strade laddove, se prima la nuova segnaletica stradale veniva apposta automaticamente in forma bilingue, successivamente è stata scelta la sola forma italiana. È dunque evidente che la Regione e le Pubbliche Amministrazioni, che hanno in mano la maggior parte delle azioni di questi soggetti, devono dare regole chiare perché tutto ciò che si fa venga proposto in forma bi- o plurilingue (...)"

 
 LA REDAZIONE DEL BLOG
 
 

domenica 26 novembre 2017

LENGHE FURLANE: SUNS EUROPE DAL 30 DI NOVEMBAR AL 2 DI DICEMBAR A UDIN

 
LENGHE FURLANE
 
UN APUNTAMENT
DI NO PIERDI!!


SUNS EUROPE
FESTIVAL DES LENGHIS
MINORIZADIS
 

Dal 30 novembre 2017 al 2 dicembre 2017
a Udine
Teatro Nuovo Giovanni da Udine 


Dal sito istituzionale de l'ARLeF

http://www.arlef.it/progjets/suns-europe-festival-des-arts-in-lenghe-minoritarie/suns-europe-2017

(...)


Cemût vignî a viodi la serade finâl
   
Pal concierton finâl, i biliets a son disponibii dai 21 di Novembar al public alì di Radio Onde Furlane, a La Girada e alì dal Angolo della Musica intai oraris di viertidure. Dai 24 di Novembar si ju cjate ancje alì de bilietarie dal Teatri Gnûf Giovanni da Udine. No si pues ritirâ plui di 4 biliets parom.

I nons dai partecipants pal Cine e pe Leterature

 Suns Europe però nol è dome musiche, ma ancje cine e leterature. Intal foyer dal Teatron si viodarà il curt ‘The Hunter’ (Maori) di Richard Turner, un altri curtmetraç al è chel dal regjist Egil Pedersen (Sápmi) che al à non ‘Ealli Guodda Joavkkus’, intant che la Sardegne e je rapresentade dal lavôr di Andrea Zuliani,Per Anna’. Al sarà proietât ancje ‘Int Art’ (Friûl) di Dorino Minigutti e Giorgio Cantoni, e Neka (Innu) curtmetraç di Nemnemiss McKenzie. Si clame invezit Separado (Gales) il luncmetraç di Gruff Rhys. Protagonist di une serade speciâl (il prin di Dicembar, a nûf di sere, cun jentrade libare fin che a son puescj) te sale principâl dal Teatri al sarà invezit Missus, l’ultin lavôr di Massimo Garlatti Costa (in prime regjonâl) che al conte la lote dai predis di Glesie Furlane par tignî vive la flame dal furlan. Pe leterature al è in program l’incuintri cui vincidôrs dal Premi S. Simon 2017. A son po previodûts aprofondiments tant che chel dedicât ae iniziative europeane pai dirits linguistics ‘Minority Safepack’ e Scuele Europe, là che musiciscj e artiscj di dute Europe a incuintrin i students furlans.

Di cui che al è inmaneât il Festival

 Suns Europe al è un progjet inmaneât des cooperativis Informazione Friulana (editore di Radio Onde Furlane) e Puntozero cu la poie de ARLeF (Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane), de Regjon Friûl – Vignesie Julie e de Fondazion Friuli, cu la colaborazion dal Comun di Udin, de Fondazion Teatro Nuovo Giovanni da Udine, dal Babel Film Festival e cul patrocini dal Consei de Europe. 
 
Ilustrazion Suns Europe 2017 di Marta Zanello.

 info@sunseurope.org
Pagjine Facebook

http://www.arlef.it/media/fck/DEFprogramma-553a6.pdf
  
----------

MISSUS A
 
SUNS EUROPE

 
 
missus_newsletter.jpg
 
 
Vinars 1 di Dicembar 2017
 
Teatri gnûf Giovanni da Udine aes 21.00 - (Sale Grande)
 
La storie dai ultims predis di "Glesie Furlane". La Glesie dai furlans, inte lôr bataie di ogni dì par tignî vive la lôr lenghe.
 
UN FILM DI
MASSIMO GARLATTI-COSTA
 
 
........................
 
E CA SOT  L'ARTICÛL IN LENGHE TALIANE
PUBLICÂT SUL SÎT "UDINETODAY"

http://www.udinetoday.it/eventi/suns-europe-novembre-dicembre-2017-progrmma.html

 
 

mercoledì 22 novembre 2017

IL COMUNE DI SAPPADA RITORNA A CASA!


Il COMUNE DI SAPPADA
"PLODN"
RITORNA A CASA!

BENTORNÂT
INTE PATRIE DAL FRIÛL!!


 
dal sito il FRIULI.it

articolo a firma di Hubert Londero e Silvia De Michielis

http://www.ilfriuli.it/articolo/Politica/Sappada_ritorna_in_Friuli/3/173575


Il Comune di Sappada torna a casa. Oggi alle 13.54 la Camera dei Deputati ha approvato, dopo un intenso dibattito durato tutta la mattinata, il passaggio del Comune dolomitico al Friuli Venezia Giulia. A votare a favore sono stati Partito Democratico, Lega Nord, Fratelli d'Italia, Movimento 5 Stelle, Alternativa popolare e Sinistra Italiana. Si sono astenuti, invece, il Movimento democratico progressista e Forza Italia, che hanno eccepito sulle conseguenze del voto e sulla correttezza dell'iter legislativo. Diversi deputati eletti in Veneto hanno votato in maniera contraria rispetto alle dichiarazioni di voto dei propri partiti d'appartenenza.(...)

Navarria: adesso è il momento della festa

"Ho messo il cuore a Sappada - dichiara Diego Navarria sindaco di Carlino e presidente della Comunità Linguistica Friulana – e ora è giusto far festa. Tutto il Friuli deve far festa per il voto favorevole della Camera che ha approvato il ritorno di Sappada. Ho sostenuto la causa di Sappada in occasione della Festa della Patria del 3 aprile 2016 a Gradisca. Da lì è partito un movimento di opinione, sostenuto dall’Assemblea dei sindaci friulani, che ha fatto pressione sulla politica perché decida. Ma non lo dico per prendere meriti – e spero che nessuno se li intesti – perché il merito del risultato è tutto e solo dei sappadini che hanno avuto la convinzione, la costanza, direi la testardaggine di 'tignî dûr', di resistere per 10 lunghi anni di fronte aì mille trabocchetti della politica e della burocrazia. 'Siamo friulani – han detto - e lo vogliamo essere anche dal punto di vista amministrativo'. Ora, per accoglierli degnamente in Friuli, serve il Friuli! Ma questa è un’altra battaglia. Ora facciamo festa".(...)


.................

Dal sito Sappada.info


LA STORIA DI SAPPADA

L’ipotesi più probabile sulle origini Sappada sostiente che i primi abitanti arrivassero da una valle vicina, più a nord, nell’attuale Austria

Si pensa che la località da cui partirono i primi Sappadini sia Innervilgratten, vista l’analogia della parlata e delle usanze. Il periodo in questione è il secolo undicesimo, quando su quella zona dell’Austria dominavano gli Heimfels. Forse fu per la prepotenza di questi regnanti che un gruppo di persone decise di avventurarsi verso un luogo più tranquillo.

La valle che raggiunsero era coperta da boschi e ricca di selvaggina. Venne chiesto il permesso di occupare la zona al patriarca di Aquileia e questo fu concesso in cambio di un modesto compenso annuale e della fedeltà verso di lui. I nuovi abitanti della valle iniziarono allora il disboscamento della zona per fare posto a prati per il pascolo e alle abitazioni sul versante nord, al sole.

(...) nel 1350 Sappada passò dalla giurisdizione del Cadore a quella della Carnia (Friuli n.d.r.).

Nel 1852 Sappada passava dalla provincia di Udine a quella di Belluno che a sua volta, qualche anno dopo, veniva annessa all’Italia (1866). (…)

................


lunedì 20 novembre 2017

RIFORMA ENTI LOCALI E DICHIARAZIONI PRE-ELETTORALI DELL'ASSESSORE PAOLO PANONTIN


RIFORMA ENTI LOCALI

MENTRE L'ENTE REGIONE RIDE
E I COMUNI PIANGONO
LACRIME AMARE

L'ASSESSORE PANONTIN
FA DICHIARAZIONI
PRE-ELETTORALI
TUTTE DA DIMOSTRARE!

.........



dal sito del settimanale IL FRIULI

Abolizione delle Province: oltre 31 milioni di euro i risparmi

Lo ha reso noto l'assessore regionale alle Autonomie locali e coordinamento delle riforme, Paolo Panontin

 16 novembre 2017


"Ad oggi ammontano a oltre 31 milioni di euro i risparmi annui certificati derivanti dal superamento delle Province del Friuli Venezia Giulia.
Lo ha reso noto l'assessore regionale alle Autonomie locali e coordinamento delle riforme, Paolo Panontin, precisando che questi risparmi di spesa sono riportati nella legge di stabilità approvata dalla Giunta. (...)

La seconda tranche della somma dei risparmi (20.173.472 euro) afferisce proprio ai costi per i dipendenti. Anche in questo caso il taglio della spesa è al netto, nel senso che la somma deriva dal raffronto algebrico tra i minori costi delle Province e quelli che avrebbero dovuto essere i maggiori costi per la Regione, che è l'unico Ente al quale è stato trasferito il personale provinciale nel periodo che va dal 2014 al 2016.
 
Nel dettaglio, infatti, a seguito dei commissariamenti e del progressivo svuotamento di funzioni, corrisponde a 28 milioni di euro al 31 dicembre del 2016 il minor costo per il personale delle Province rispetto alla stessa data del 2013. In via teorica, conseguentemente a questo processo, le spese dell'amministrazione regionale avrebbero dovuto registrare un analogo aumento dei costi, che invece sono saliti non di 28 ma di soli 8 milioni: da 170.462.641 a 178.652.650 euro. Questo in primo luogo in virtù di una procedura di assorbimento dei dipendenti provinciali che ha portato a una rimodulazione dei ruoli, delle funzioni e degli incarichi dirigenziali del personale interessato. Oltre a ciò e al blocco del turnover, il risparmio è frutto di una riorganizzazione strutturale a livello regionale che, ad esempio, ha ridotto i contratti interinali e quelli a tempo determinato e che ha concentrato gli uffici mantenendo comunque i presidi territoriali. (…)

LEGGI TUTTO L'ARTICOLO
 


.........

COMMENTO
 
DELLA REDAZIONE DEL BLOG

Posto che le funzioni svolte dall'Ente Provincia SONO TRANSITATE ad altri  (e quindi  qualcuno le sta esercitando con annessi costi di gestione e di personale e - soprattutto - la cui efficienza è tutta da dimostrare) e che nessun dipendente provinciale è stato licenziato, poniamo alcune domande alla Giunta regionale di Debora Serracchiani:
 
1) che fine hanno fatto i dipendenti provinciali diventati dipendenti regionali con uno stipendio di gran lunga maggiore di quello loro accreditato quando erano dipendenti provinciali? E il dato fornito dall'Assessore Panontin contabilizza tra i costi della regione "TUTTI" i dipendenti provinciali transitati in regione o solo una parte come denunciato dal movimento "Patto per l'Autonomia"?

2) e con quale selezione interna gli ex-dipendenti provinciali hanno sostituito i dipendenti regionali andati in quiescenza? Sono stati usati come "tappa buchi" senza tener conto del loro precedente ruolo e professionalità? Intanto i nostri ragazzi friulani e triestini emigrano all'estero per mancanza di lavoro in regione... 
 
3) gli ex-dipendenti provinciali hanno sostituito dipendenti regionali che avevano un contratto di lavoro a tempo determinato che non è stato loro rinnovato (creando così ulteriore disoccupazione in regione)? Pare proprio di sì....
 
 4) Posto che le funzioni provinciali sono tutte o quasi transitate all'ente regione, quanti ex-dipendenti provinciali continuano a svolgere le stesse mansioni di prima ma "a stipendio aumentato"?  E nel calcolo algebrico fatto da Panontin,  il costo dei dipendenti provinciali che ora lavorano nella società regionale FVG STRADE spa, a chi è stato attribuito? Alla regione o alla società regionale FVG STRADE spa?

5) L'elemento "EFFICIENZA del servizio svolto" è stato valutato da Panontin o viene dato per scontato che l'ente regione è più efficiente dell'ex-ente provincia che aveva ormai rodati i servizi svolti? Ricordiamo che "la inefficienza costituisce un costo" pesante per il cittadino e dunque non può essere ignorata limitandosi solo ad un "calcolo algebrico" di costi retributivi.... 

Nel frattempo ci permettiamo di ricordare che i Comuni sono alla “canna del gas” e che hanno grossissimi problemi di carenza di personale:
 
 
DOMANDA:

Quanti dipendenti provinciali sono stati assegnati ai Comuni?

RISPOSTA:

Con grandissima probabilità "NESSUNO"!

E infatti i Comuni, quasi tutti "alla canna del gas" e stremati a causa della fortissima carenza di personale,  recentemente  sono stati autorizzati dalla Giunta regionale Serracchiani a indire concorsi pubblici per la assunzione di personale in sostituzione dei dipendenti andati in quiescenza. Futuri dipendenti che ovviamente  e giustamente non lavoreranno gratis.... 

Per altro, con il solito "criterio del ricatto" usato da Panontin per imporre le Uti, i Comuni non aderenti alle Uti potranno sostituire SOLO il 50% dei dipendenti andati in quiescenza contro il 100% concesso ai Comuni aderenti alle Uti.

 

.............................

 
DAL SITO DEL MOVIMENTO

"PATTO PER L'AUTONOMIA" 
 
 
Panontin: tutto è lecito
in campagna elettorale,
ma un po’ di modestia non guasterebbe
 
 

"L’assessore Panontin ha “certificato” che con l’abolizione delle Province e la nuova politica accentratrice dei servizi verso la Regione sono stati risparmiati nel 2016 circa 30 milioni di euro. Una prima tranche, pari a 10 milioni, sarebbero provenienti dal taglio della struttura di base delle Province: organi politici, gestione di sedi, riscaldamenti, cancelleria, macchine di rappresentanza e di servizi e altro ancora. I conti sono probabilmente giusti ma, a parte gli organi politici, cosa è successo alle sedi provinciali e alle altre strutture? Sono forse state smantellate o vendute, o magari in molti casi esistono ancora, in parte, al servizio di qualcosa d’altro, pesano su qualche capitolo pubblico comunque?
 
Ma la cosa più interessante riguarda il personale, tutto passato alla Regione. Qui le indicazioni numeriche sono molto precise: 20 milioni di euro risparmiati per i dipendenti provinciali diventati regionali, il che corrisponde, al netto della rimodulazione di ruoli, funzioni e incarichi dirigenziali, ad almeno 400 dipendenti in meno frutto del blocco della sostituzione dei pensionati e del mancato rinnovo dei contratti a termine con il poco apprezzabile risultato di aver creato dei nuovi disoccupati.
In realtà abbiamo molti dubbi che questo corrisponda al vero e, con ogni probabilità, le cifre riportate nascono dal fatto che molto personale provinciale è arrivato in Regione a 2016 inoltrato e la contabilizzazione è piuttosto parziale.

E Panontin dovrebbe chiarire soprattutto se le funzioni prima svolte dalle Provincie esistono ancora, come funzionano o chi le svolge e quali sono i loro costi.

Da quanto si percepisce circolando lungo le ex strade provinciali, guardando i cigli stradali, entrando nei centri per l’impiego, le cui sedi sono state ridimensionate, oppure chiedendo un’autorizzazione per l’attraversamento di una strada regionale o per un trasporto speciale, ma ancora nell’organizzare eventi culturali o sportivi prima finanziati dalle province, la realtà dei servizi resi è di un drammatico stato di abbandono e un assordante assenza di risposte.
 
E magari la giunta regionale e, in primis il neo candidato presidente Sergio Bolzonello, dovrebbe raccontare come mai con tutti questi esuberi di personale e i conseguenti risparmi non sono stati in  grado di lenire la disperata domanda di personale da parte di Comuni, ormai svuotati e impediti a svolgere funzioni essenziali.

Senza dimenticare che si omette di fare una comparazione su quanto stanno costando le UTI, le 18 piccole province, la cui potenziale spesa di funzionamento è tutta ancora da conteggiare, e che dai primi passi, tra direttori generali, assunzioni di personale di staff e costi di avvio, paiono mangiarsi ampiamente tutte le somme risparmiate.

 La logica della eliminazione delle Province non può rispondere solo a un astratto concetto di risparmio, attuato con tagli lineari conseguenza del mancato turn over, ma deve dimostrare di svolgere meglio e con più efficienza le precedenti funzioni. Non pare proprio sia così.

 E infine, enorme contraddizione, non ci si può vantare di risparmiare 20 milioni di euro frantumando prassi rodate e nel contempo regalare allo Stato centrale 1,5 miliardi di euro all’anno del bilancio regionale per risanare una finanza di cui gli enti locali del Friuli Venezia Giulia non solo per nulla responsabili.
 
..................

sabato 18 novembre 2017

"UTI: IL PROBLEMA IRRISOLTO" - COMUNICATO STAMPA



Comitât pe Autonomie
e pal Rilanç dal Friûl

Comunicato stampa
18/11/2017
 

UTI: il problema irrisolto
 
Al di là degli aspetti costituzionali e giuridici riportati nel nostro blog
l'istituzione delle UTI e l'abolizione delle Provincie ha portato allo spezzatino del Friuli in 17 piccoli dipartimenti nei quali la stessa parola “Friuli” scompare (solo in sei casi la denominazione della UTI fa riferimento al Friuli, per non parlare dell'incerto e frammentario uso del plurilinguismo).

Dicevamo a suo tempo che per il Friuli ed i friulani questa è una riforma indigeribile, a meno che non abbia come controparte geopolitica il trasferimento della capitale regionale a Udine, lasciando a Trieste una sua specifica autonomia.

Riconfermiamo anche oggi che l'unica mediazione possibile per accettare le UTI (debitamente rimodellate dal basso; restituendo ai Comuni tutte le Funzioni fondamentali ed eliminando l’obbligatorietà ad aderire alle Uti) e l'abolizione delle province che davano rappresentanza amministrativa al territorio e alle sue identità è quella di ridare dignità al Friuli e portare la capitale regionale a Udine (ipotesi che comporterà per il proponente pene ben più gravi di quanto previsto per Puidgemont...)!

Solo per una possibile mediazione si potrebbe chiedere che l'Assemblea della Comunità linguistica friulana assuma compiti di coordinamento e gestione di ADEGUATE risorse per le politiche culturali, sportive, scolastiche ecc. con propria sede e personale in Udine.

Oppure che si realizzi una Assemblea delle UTI di tutti i Comuni delle ex-provincie di Udine, Pordenone e Gorizia che riproponga una pari dignità tra i territori rappresentati, ricostruendo un Friuli policentrico, con compiti di gestione della relativa area vasta con funzione di “provincia autonoma”. Un nuovo Parlamento del Friuli!

Le forze politiche che si apprestano a candidarsi alla guida della Regione sapranno dirci prima cosa intendono fare e quali progetti hanno per il Friuli?


Udine, 18.11.2017

il presidente

dott. Paolo Fontanelli


........................
 
Il Comunicato Stampa è stato pubblicato il 18.11.2017 sul quotidiano FRIULISERA.IT

http://friulisera.it/anche-comitato-lautonomia-rilancio-del-friuli-problema-uti-irrisolto/
  


mercoledì 15 novembre 2017

L'ITALIA E' ANCORA UNA REPUBBLICA PARLAMENTARE?


 
L'TALIA E' ANCORA
UNA REPUBBLICA
PARLAMENTARE?

............

COSTITUZIONE ITALIANA

Il potere legislativo appartiene
al PARLAMENTO

il potere esecutivo appartiene
al GOVERNO

E' ANCORA COSI?


"(…) Intervento anche dell'On. Serena Pellegrino di Sinistra Italiana che ha raccontato la sua esperienza, relativa all'approvazione del Rosatellum, vista dall'Aula della Camera, ma soprattutto ha raccontato come già oggi il lavoro Parlamentare sia stato espropriato, in massima parte, dall'uso smodato della decretazione d'urgenza e dalla pratica del “voto di fiducia” che mortifica la stessa natura del lavoro di deputati e senatori chiamati solo alla “ratifica” di atti del Governo.
 
Insomma già oggi, ha spiegato Pellegrino, lo spirito della Carta costituzionale non è rispettato, domani con il Rosatellum il rischio è che la situazione peggiori. (…)" FF

Tratto dall'articolo di Redazione pubblicato sul quotidiano “FRIULISERA”:

Rosatellum: fosse un vino sarebbe una bevanda sofisticata e dannosa per la salute del Paese  

di Redazione · Pubblicato 15 novembre 2017 · Aggiornato 15 novembre 2017

sabato 11 novembre 2017

UNIVERSITA' DEL FRIULI - INAUGURAZIONE ANNO ACCADEMICO 2017/2018. IL PRESIDENTE SERGIO MATTARELLA SARA' SALUTATO ANCHE NELLE LINGUE DELLE MINORANZE?


Università del Friuli

13 novembre 2017

INAUGURAZIONE
ANNO ACCADEMICO 2017/2018

alla presenza del Presidente

della Repubblica Italiana

Sergio Mattarella

 

«Sâr President, benvignût in Friûl. Gospod Predsednik, dobrodošli v Furlaniji. Sehr geehrter Herr Präsident, willkommen in Friaul».

..........................

Il Presidente Sergio Mattarella
sarà salutato dalle autorità
anche nelle altre
tre lingue della regione
(friulano, sloveno e tedesco)?
 
O il peggior provincialismo imporrà
il monolinguismo italiano?



L’Università degli Studi di Udine è stata, fin dall’inizio, fondata sul legame profondo con il territorio in quanto: espressa dalla volontà popolare, istituita con la legge 8 agosto 1977 n. 546allo scopo di contribuire al progresso civile, sociale e alla rinascita economica del Friuli e di divenire organico strumento di sviluppo e di rinnovamento dei filoni originali della cultura, della lingua, delle tradizioni e della storia del Friuli (art. 26)

............

Dal Blog LIDRÎS E BUTUI


Lunis ai 13 Mattarella

al sarà in Friûl.

 

Cualchidun i daràjal il benvignût ancje par furlan, par sloven e par todesc?


10 novembre 2017

Lunis ai 13 di Novembar si scree il cuarantesim an academic de Universitât dal Friûl e al sarà presint anche il President de Republiche Taliane, Sergio Mattarella.

Al sarès biel che cualchidun dai sorestants dal Friûl – il Retôr de Universitât, la Presidente de Regjon, il Sindic di Udin… – i des il benvignût tes cuatri lenghis dal Friûl e cussì i disès ancje:


Cualchi an indaûr al jere sucedût. Cemût che si lei culì, il Sindic di Faedis di in chê volte, Cristiano Shaurli, jal   veve   dit  al  President  de  Republiche  di   in  volte, Giorgio Napolitano, e i veve ancje consegnât un document, prontât dal Comitât/Odbor/Komitaat/Comitato 482, che al domandave propit l’intervent dal President, tant che “garant de Costituzion”, a pro de metude in vore ad in plen des leçs di tutele e duncje a pro de garanzie plene di chei dirits ricognossûts in tiermin formâi de Leç fondamentâl de Republiche e di ches altris normis specifichis, cemût che a domandin ancje in Europe. (…)



 

 
 

sabato 4 novembre 2017

LA MINORANZA LINGUISTICA FRIULANA PER L'EUROPA E' "MINORANZA NAZIONALE"


LIS PERAULIS A SON IMPUARTANTIS

LA MINORANZA LINGUISTICA FRIULANA?

PER L'EUROPA
E' MINORANZA NAZIONALE
ESATTAMENTE COME GLI SLOVENOFONI
CHE VIVONO IN REGIONE!!

PER LA NOSTRA COSTITUZIONE
ESISTONO SOLO
"MINORANZE LINGUISTICHE"

..........


Sul settimanale locale IL FRIULI, in uscita ieri venerdì 3 novembre 2017, troviamo pubblicato un articolo a pagina 9 in cui si distingue tra “minoranze nazionali” e “minoranze linguistiche”,  dividendo così le minoranze in due distinte categorie.

Nella prima categoria, secondo il giornalista del settimanale IL FRIULI, troviamo gli slovenofoni della nostra regione, nella seconda i friulanofoni.

Scrive infatti nell'articolo il giornalista: "(...) La minoranza slovena non ha un seggio garantito in Parlamento (come accade invece per la minoranza italiana in Slovenia), tantomeno quella tedesca e friulana. E' vero, quest'ultima non rientra nella definizione di 'minoranza nazionale' (...)" 
 
 
RICORDIAMO PER L'ENNESIMA VOLTA:
 

1) “Minoranza nazionale” non significa affatto “minoranza linguistica con Stato”. E' un termine giuridico equivalente al termine giuridico “minoranza linguistica”. E' un termine utilizzato dal Consiglio d'Europa e anche dalla Costituzione slovena con riferimento a TUTTE le minoranze linguistiche, con o senza Stato.
 

2) Nel sistema giuridico italiano e nella Costituzione italiana,  esistono SOLO “minoranze linguistiche”; nel sistema giuridico sloveno e nella Costituzione slovena, esistono SOLO “minoranze nazionali”: i due termini giuridici rappresentano la stessa identica fattispecie giuridica senza alcuna differenza tra loro. Cambia solo il sistema giuridico in cui vengono utilizzati.

La "prova del nove" che noi friulanofoni per l'Europa siamo “minoranza nazionale” esattamente come gli slovenofoni della nostra regione, pur non esistendo uno Stato che ha come lingua ufficiale la lingua friulana? 
 
 
ECCOLA
 
CONVENZIONE QUADRO PER LA PROTEZIONE DELLE MINORANZE NAZIONALI (1995)

(ratificata dall'Italia il 3 novembre 1997 – entrata in vigore in Italia il 1 marzo 1998)

 
In applicazione di questo trattato internazionale in vigore in Italia dal 1998, ossia, ripetiamo nuovamente, la "Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali", un Comitato del Consiglio d'Europa verifica periodicamente se lo Stato italiano tutela adeguatamente le minoranze nazionali che vivono in Italia e, ma guarda tu chi lo avrebbe mai detto! verifica anche il livello di tutela goduto in Italia dai friulanofoni che dunque a pieno diritto - per il sistema giuridico europeo - possono definirsi "minoranza nazionale" esattamente come gli slovenofoni e i tedescofoni della nostra regione!

Questo trattato internazionale trova infatti piena applicazione anche a favore della minoranza linguistica friulana anche se la politica regionale e i giornalisti di casa nostra spesso non lo sanno (e allora è il caso che si informino!) o "fingono di non saperlo" per poter continuare a discriminare i friulanofoni considerandoli una minoranza di serie B.
 
Dal sito del comitato 482:
 
Relazione del Comitato (Consiglio d'Europa) di verifica della attuazione della "Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali" nello Stato italiano.

Strasburgo 30 maggio 2011

http://com482.altervista.org/documents/legjislazion/FCPNM_3rd_OP_Italy_eng.pdf   

Al punto 144 di questo documento del Consiglio d'Europa – anno 2011 - si legge:

144. With regard to Friulian, it has been reported that, despite the agreement concluded between the region and RAI in this connection, the resources needed to implement it have still not been made available by the central government. This has resulted in considerable delays in implementing the guarantees laid down in the legislation on radio and television broadcasting in this language. The Advisory Committee welcomes the fact that the region has used special subsidies to support radio and television broadcasts in Friulian by RAI/private broadcasters. It nevertheless notes that, for television in particular, these are irregular broadcasts at off-peak times. Greater central- government support for the Friulian print media is also expected.

...........

Di seguito pubblichiamo  il link del Post pubblicato sul Blog di EUROFURLAN nel giugno scorso.
 
 
Questa la parte finale del Post di EUROFURLAN che ben spiega la questione sul piano legislativo, costituzionale e dei trattati internazionali europei ratificati anche dall'Italia:
 
"(...) La etichete «minorancis linguistichis” (cu la zonte di “storichis”, daûr de Leç 482/1999) e vâl par dutis lis popolazions ricognossudis tal articul 2 di chê stesse Leç (che a sedin defininidis cuntun agjetîf etnic o tant che «parlanti» une des lenghis che a son elencadis nol cambie nuie), daûr dal principi di fonde proferît cul articul 6 de Costituzion. A son dutis «minorancis linguistichis», e vonde.

Se impen si va daûr de Convenzion cuadri pe protezion des minorancis nazionâls dal Consei de Europe, che e je stade ratificade de bande dal Stât talian ancjemò tal 1997, dutis chês comunitâts (cu la zonte di rom e sinti, dismenteâts fin cumò de normative taliane) a son calcoladis tant che «minorancis nazionâls» e la lôr tutele (di dutis, no dome di chês che a fevelin chê stesse lenghe che dilà dal clap e je chê dominante e uficiâl) al è l’impegn che la Republiche taliane e à cjapât sù propit cu la ratifiche fate daûr de Leç 302/1997 e che magari cussì no e à manignût une vore pôc, massim cun riferiment aes comunitâts furlane e sarde.

Lis peraulis a son impuartantis. Si à di fâ atenzion. Soredut se si à chê di di promovi la lenghe, la culture e i dirits dai furlans.

Se di no, par dîle ancjemò cun Nanni Moretti: «Continuiamo così, facciamoci del male». "
 EUROFURLAN
 

La Redazione del blog