martedì 31 gennaio 2012

RADIO ONDE FURLANE: E JE TORNADE LA TRASMISSION "INTERNAZIONALITARI" !




Dopo un an e mieç
e je tornade la trasmission radiofoniche

“INTERNAZIONALITARI”

inmaneade da

RADIO ONDE FURLANE


“Dopo di cuasi di un an e mieç di sospension, adun cun chê radiofoniche, e torne a partî ancje la version internet di Internazionalitari, il boletin di informazion par furlan su lis nazions cence stât e su lis comunitâts minorizadis de Europe. La decision di suspindi il program e il blog e jere stade cjapade par vie des dificoltâts finanziaris di Radio Onde Furlane dopo che la Regjon e veve azerât par doi agns di file i fonts pai programs radiotelevisîfs par furlan. Cumò alc al è cambiât e si à decidût di tornâ a scomençâ cu la trasmission e, di chê strade, ancje cul blog che, pe ocasion, si presente ancje cuntune gnove muse e cun cualchi contignût in plui. Sperìn che il nestri sfuarç al sedi preseât.”

Radio Onde Furlane
Carli Pup

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Ve ca la puntade di martars
ai 31 di Zenâr, a 11 di matine

Cjaris amiis e cjârs amîs,
us ricuardi che doman, martars ai 31 di Zenâr, a 11 di matine e larà in onde une gnove pontade di Internazionalitari. O podarês scoltâle ator pal Friûl sui 90 Mhz di Radio Onde Furlane o ben vie streaming dal sît de stesse emitente, baste lâ su http://www.ondefurlane.eu/ e o cjatais daurman il leam par scoltâle de rêt. La repliche e je invezit in program miercus prin di Fevrâr a une dopodimisdì.
Po, dentri di miercus di sere, o cjatarês lis gnovis di cheste pontade (e alc in plui) ancje sul blog de trasmission ( internazionalitari.blogspot.com ). Cheste setemane si fevele di:
- Scozie: referendum su la autodeterminazion, consultazions viertis
- Finlande: presentadis lis racomandazions dal Consei de Europe
- Slovachie: sentence cuintri des “classis speciâls” pai rom
- Bretagne: il parê dal Consei Culturâl su la politiche linguistiche
- Austrie: HSK al domande plui cravuat a scuele
- Letonie: vie libare al referendum sul ricognossiment dal rus
- Republiche Ceche: un partît gnûf par difindi i rom
- UE: politichis pai rom, la Comission Europeane e riclame 9 stâts
- Paîs Basc: insegnament dal basc in dute la Navare, no dal Parlament
- Irlande dal Nord: pes autoritâts europeanis e covente une leç sul gaelic
- Irlande: lis associazions pe lenghe cuintri dal gnûf model di finanziament
- Cossovo: scuintris violents sui confins cu la Serbie
- Paîs Catalans: scuintri su la leç pe lenghe tes Baleârs
- Albanie: impresonât un rapresentant de minorance greghe


mandi
 
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La trasmission radiofoniche INTERNAZIONALITARI 
 e va in onde il martars a 11 di matine e in repliche il miercus a une di dopomisdì, su Radio Onde Furlane.


domenica 29 gennaio 2012

REGIONE FRIULI: LE BUGIE DELLE SIRENE DELLA POLITICA REGIONALE





Regione Friuli - Vg

LE BUGIE DELLE SIRENE

 DELLA POLITICA REGIONALE.

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“ Pare sia diventato un luogo comune, ripetuto spesso e periodicamente come fosse un ritornello, una cantilena. La cantilena delle sirene della politica regionale. Con il ritornello che piccolo non vale, non conta, non è conveniente. Che piccolo non produce, non incide, non ottiene.

Ecco allora che l'intero Friuli-Venezia Giulia viene paragonato ad un quartiere di Roma o Milano. (…)

Peccato che la premessa con la quale le sirene della politica avevano esordito non sia, già quella, esatta. (...)

(…) in Italia esistono 3 regioni che come estensione territoriale sono più piccole di questa. Il Friuli-Venezia Giulia ha più abitanti di ben 5 altre regioni. Come rapporto popolazione/territorio il Fvg ha una densità maggiore di addirittura 8 regioni italiane! E si potrebbe continuare con il numero dei comuni del Fvg che sono 218 contro i 305 dell'Abruzzo e i 333 del Trentino-Alto Adige. Oppure con il numero delle province: la piccola Liguria ne ha 4, mentre ne hanno 2 ciascuna la Basilicata (con appena 586 mila abitanti) e il Molise (con soltanto 320 mila abitanti!).

Se prossimamente troverete qualche politico che inizierà il suo discorso con i quartieri di Roma e Milano, ricordategli subito queste cose.”

Roberto Meroi

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LEGGI TUTTO L’ARTICOLO

Il Friuli
non è
un quartiere di Milano

di

 Roberto Meroi



Pare sia diventato un luogo comune, ripetuto spesso e periodicamente come fosse un ritornello, una cantilena. La cantilena delle sirene della politica regionale.

Con il ritornello che piccolo non vale, non conta, non è conveniente. Che piccolo non produce, non incide, non ottiene.

Ecco allora che l'intero Friuli-Venezia Giulia viene paragonato ad un quartiere di Roma o Milano. Che ci volete fare? Questa è la dura realtà, non contate nulla, non siete nulla. E allora? Le sirene della politica non ti danno subito la loro risposta. Intanto tu meditaci sopra e confida che, considerato il presupposto, loro avranno certamente la soluzione giusta, il rimedio a tutti i mali.

La parola d'ordine è unificare. Non disperdere. Unificare, naturalmente, per il bene della collettività che ne trarrà giovamento e guadagno.

Unifichiamo, allora, tutto quello che è più d'uno: i porti, i teatri, le fiere, le camere di commercio, i comuni, le province, le università, le aziende sanitarie, magari la Triestina con l'Udinese. E concentriamo poi tutto nelle mani paterne della Regione a Trieste! Una bella pensata, una soluzione per tutti i mali come con l'elisir di Dulcamara nella famosa opera di Donizetti.

Peccato che la premessa con la quale le sirene della politica avevano esordito non sia, già quella, esatta. Perché, per prima cosa, il Friuli-Venezia Giulia con 1.235.000 abitanti non può essere soltanto un quartiere di Roma (che di residenti ne ha 2.780.000 con 22 rioni e 35 quartieri) e nemmeno di Milano, con i suoi 1.340.000 abitanti e 73 quartieri. Men che meno di Napoli o Torino che sono abbondantemente sotto il milione. Quindi, il presupposto di partenza non regge.

E poi: in Italia esistono 3 regioni che come estensione territoriale sono più piccole di questa. Il Friuli-Venezia Giulia ha più abitanti di ben 5 altre regioni. Come rapporto popolazione/territorio il Fvg ha una densità maggiore di addirittura 8 regioni italiane! E si potrebbe continuare con il numero dei comuni del Fvg che sono 218 contro i 305 dell'Abruzzo e i 333 del Trentino-Alto Adige. Oppure con il numero delle province: la piccola Liguria ne ha 4, mentre ne hanno 2 ciascuna la Basilicata (con appena 586 mila abitanti) e il Molise (con soltanto 320 mila abitanti!).

Se prossimamente troverete qualche politico che inizierà il suo discorso con i quartieri di Roma e Milano, ricordategli subito queste cose.


Roberto Meroi

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L’articolo è stato pubblicato sul quotidiano “Il Gazzettino” di Udine, sabato 28 gennaio 2012




sabato 28 gennaio 2012

UNIVERSITA' - NO ALL'ABOLIZIONE DEL VALORE LEGALE DELLA LAUREA



LAUREA

Il rettore di Bari:

"No all'abolizione

del valore legale"





«Così non si va nessuna parte - afferma il rettore dell'università di Bari Corrado Petrocelli - negare il valore legale della laurea significa compromettere definitivamente la mobilità sociale.
Dietro queste proposte, c'è l'idea di concentrare le eccellenze in poche realtà, lasciando che tutti gli altri atenei svolgano attività derubricate a rango inferiore. Si rischia di compromettere l'omogeneità del nostro sistema universitario, fondata sull'inscindibilità tra ricerca e didattica. Invece di collaborare per raggiungere un obiettivo, qui si vorrebbe imporre un criterio di governo estraneo alla nostra attività. È già successo con la regola del 90% nel rapporto tra spese fisse e fondi statali».

Gli esperti come Carlo Finocchietti - direttore di un centro specializzato nel riconoscimento dei titoli, il Cimea - provano a mettere ordine nel polverone alzato da un appello sottoscritto, tra gli altri, da Francesco Giavazzi, Alberto Alesina, Margherita Hack e Andrea Ichino, fratello del più famoso Pietro. «Abolire il valore legale del titolo di studio è irrealistico - afferma - c'è bisogno di una riforma costituzionale che, con i tempi che corrono, non mi sembra possibile. E poi si dovrebbe eliminare l'ordinamento didattico nazionale, cancellare il concorso come strumento di accesso alle professioni». Ipotesi peraltro già esclusa: chi vorrà fare il medico, o l'avvocato, dovrà laurearsi e fare l'esame di stato.

Ma allora di cosa si sta parlando, in realtà? «Si contrappone il modello "liberista" degli Stati Uniti a quello "corporativo" italiano, ma da decenni la situazione è cambiata su entrambe le sponde dell'oceano - spiega Finocchietti - in Italia c'è già stata una liberalizzazione che ha depotenziato il valore legale a favore dell'autonomia degli atenei che definiscono la propria offerta formativa. Anche negli Stati Uniti, si sono stabiliti standard minimi verificati da società di accredimento su base di disciplinare o territoriale». (….)

Anche gli studenti, insieme alle organizzazioni sindacali, dichiarano la loro opposizione: «Se il governo dovesse procedere - afferma Luca Spadon, portavoce di Link - si darebbe il via libera alla più spaventosa delle liberalizzazioni. Bisogna invece eliminare le università telematiche, rifinanziare il diritto allo studio, e garantirne l'universalità, con tasse eque e fortemente progressive».


Roberto Ciccarelli 

Rettore dell'Università di Bari

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Leggi tutto l'articolo

"Il Manifesto", 24 gennaio 2012



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giovedì 26 gennaio 2012

SPECIALITA' - INCONTRO REGIONE GOVERNO: COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO PER L'AUTONOMIA E IL RILANCIO DEL FRIULI.






COMUNICATO STAMPA
DEL
“COMITATO PER L’AUTONOMIA
E IL RILANCIO DEL FRIULI”

Udine, 25 gennaio 2012

SPECIALITA’:
INCONTRO REGIONE GOVERNO

E’ importante, anzi molto importante, che il Presidente Tondo abbia indetto un incontro dei parlamentari e dei Capigruppo in Regione per definire linee e strategie volte a salvaguardare la nostra specialità statutaria.
Quando ci sono problemi di fondo, e la salvaguardia della specialità è tra questi il più rilevante, è necessario, afferma il Comitato per l’Autonomia ed il Rilancio del Friuli, che le rappresentanze istituzionali superino pur legittime posizioni di parte per tutelare gli interessi basilari dei territori interessati.
Le motivazioni a sostegno della specialità non mancano sia sul piano storico, sia sul piano contingente, sia su quello della prospettiva. Il governo e il suo Presidente devono “sentire” la “unitarietà” delle diverse forze politiche regionali, come del resto avvenuto in passato in momenti cruciali della storia della Regione e del Friuli.
Il Comitato per l’autonomia ed il Rilancio del Friuli ritiene che la Regione, in primis il Presidente, debba adoperarsi per un ulteriore incontro da farsi possibilmente con il Presidente della Repubblica, quale garante della Costituzione e del corretto operare delle istituzioni, e con le competenti Autorità ministeriali per porre, in modo organico, i grandi temi che, oltre o “accanto” alla specialità, riguardano il Friuli e la Regione nel suo insieme: legge 482/1999 per la tutela delle minoranze linguistiche storiche, nuove norme di attuazione dello statuto di autonomia, trasferimento alla Regione delle competenze in materia di istruzione, sottofinanziamento storico dell’Università del Friuli, realizzazione del corridoio Adriatico- Baltico quale infrastruttura necessaria per la nostra economia.
Alla definizione di queste grandi questioni aperte, al fine della “unitarietà” delle proposte, è utile e opportuno, secondo il Comitato per L’autonomia ed il rilancio del Friuli, l’apporto di quanti possono e vogliono dare il loro contributo: soggetti istituzionali, forze politiche, economiche e sociali, rappresentati delle realtà locali e di interessi diffusi.
E’ ovvio che la regia spetta alla Regione.
Per il Comitato - Il coordinatore
Roberto Dominici
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mercoledì 25 gennaio 2012

COMUNITA' FRIULANA E DISCRIMINAZIONE LINGUISTICA





La Minoranza linguistica storica friulana è discriminata dal Ministero della Pubblica Istruzione e dall’Ufficio scolastico regionale.
Perchè la Giunta regionale non fa ricorso contro questa discriminazione? Cosa sta aspettando?

Come mai questo masochismo istituzionale?

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 (…) Spiega Codega: "Il direttore dell'Ufficio scolastico ha comunicato la linea del ministero della Pubblica Istruzione in riferimento al dimensionamento: l'applicazione del Decreto n. 98/2011 con i parametri di riferimento più alti per quanto riguarda tutta la regione (minimo 1000 alunni per gli I.C. e 500 per le scuole secondarie) e l'applicazione dei parametri più bassi (minimo 500 alunni per gli I.C. e 300 per le scuole secondarie) solo nelle aree linguistiche ove è presente la minoranza slovena. (…)

LEGGI TUTTO IL COMUNICATO STAMPA
SUL SITO DELLA REGIONE


Comunicati Agenzia Consiglio Notizie
PD: Codega, accorpamenti scuole, Comuni non difendono autonomia
24 Gennaio 2012, ore 16:32
(ACON) Trieste, 24 gen - COM/MPB - Per il consigliere regionale del PD Franco Codega, è clamoroso che i Comuni della nostra regione invece di difendere l'autonomia delle loro scuole, decidano in molti casi per la soppressione della loro autonomia e l'accorpamento in maxiscuole. Il consigliere fa riferimento a quanto emerso in VI Commissione, all'audizione sul problema del dimensionamento della rete scolastica del direttore scolastico regionale Beltrame, dopo le dichiarazioni dell'assessore regionale all'istruzione Roberto Molinaro e l'incontro dei rappresentanti dei Gruppi consiliari con i sindacati scuola della regione.
Spiega Codega: "Il direttore dell'Ufficio scolastico ha comunicato la linea del ministero della Pubblica Istruzione in riferimento al dimensionamento: l'applicazione del Decreto n. 98/2011 con i parametri di riferimento più alti per quanto riguarda tutta la regione (minimo 1000 alunni per gli I.C. e 500 per le scuole secondarie) e l'applicazione dei parametri più bassi (minimo 500 alunni per gli I.C. e 300 per le scuole secondarie) solo nelle aree linguistiche ove è presente la minoranza slovena.
"La linea della Giunta regionale, ribadita più volte con tanto di delibere, era invece quella di prevedere i parametri più bassi in tutti i territori ove era presente anche la lingua friulana, ossia nell'80 % della regione. Lo scopo era chiaramente quello di permettere ai Comuni il mantenimento il più possibile di scuole autonome, anche in presenza di un numero di alunni più basso di quanto previsto per la normalità del territorio nazionale. La sorpresa è che, secondo il ministero che applica i parametri più restrittivi, il numero di scuole autonome previste in regione per il prossimo anno scolastico è di 110, mentre per il Piano regionale appena approvato ieri dalla Giunta, che intendeva applicare criteri più ampi, il numero di scuole autonome approvato è di 108, addirittura due in meno di quelle previste dal ministero.
"La colpa? Dei Comuni - per Codega - che liberi di istituire più scuole, hanno preferito in molti casi accorparle e crearne di maxi. La stessa Regione non credeva ai suoi occhi quando qualche settimana fa ha avuto in mano il quadro e ha proceduto a una verifica presso i Comuni, verifica che in realtà ha confermato la situazione.
"E così, di fronte a 32 nuove istituzioni sorte nella regione (2 a Gorizia, 8 a Pordenone, 3 a Trieste, 19 a Udine ) 55 sono state soppresse (4 a Gorizia, 14 a Pordenone, 7 a Trieste, 30 a Udine). In tutto 23 scuole in meno quando potevano essere tranquillamente 20 in più. Come mai questo masochismo istituzionale? - l'interrogativo finale del consigliere che annota: - È quello che ci si domandava nell'incontro con i sindacati. Sono ben 18 le scuole sopra i 1.200 alunni. Si creeranno sicuramente problemi di gestione e di sicurezza. Quale logica dietro questa scelta dei Comuni?"
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Il grassetto e la colorazione sono della redazione del Blog

martedì 24 gennaio 2012

UN PICCOLO COMUNE PIEMONTESE SCRIVE AL PROF. MARIO MONTI


Un piccolo comune piemontese
scrive
al Prof. Mario Monti
(Presidente del Consiglio dei Ministri
del Governo italiano)

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Da “Nòvas n.108 Genoier 2012”

Lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri del Governo Italiano Prof. Mario Monti
Letra al President dal Conselh di Ministres dal govèrn italian, Prof. MARIO MONTI
di Giacomo Lombardo
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Al Presidente del Consiglio dei Ministri del Governo Italiano,
Prof. MARIO MONTI
e c.p.c al Ministro per gli Affari regionali, turismo e sport,
Dott. PIERO GNUDI
e al Ministro per i rapporti con il Parlamento,
Dott. PIERO GIARDA.
Loro sedi

Chi Le scrive è Sindaco di un piccolissimo comune montano piemontese, Ostana, di lingua e cultura occitana, situato ai piedi del Monviso, poco distante dalla sorgente del fiume Po.
Il Comune di Ostana contava circa 1300 abitanti negli anni venti del secolo scorso. Le due guerre mondiali, le emigrazioni (prima in Francia poi verso la Torino della FIAT) hanno ridotto la presenza umana nel periodo invernale a solo una decina di persone negli anni novanta. Di contro, la superficie da governare è rimasta la stessa con tutti i problemi idrogeologici e ambientali che l’abbandono ha contribuito a incrementare.
Dopo quasi trent’anni di Amministrazioni Comunali che hanno lavorato per riportare in paese almeno una piccola parte di quella popolazione, ora possiamo dire di aver vinto, se non la guerra, una battaglia, considerando che ad Ostana abitano tutto l’anno circa quaranta persone, delle quali sei sono bambini. In estate gli abitanti sono circa quattrocento e, pur con professioni in parte diverse rispetto a quelle tradizionali, nel paese si è rimessa in moto una sana economia.
La mancanza di una seria politica verso la montagna (quella vera, non le località famose...) ha favorito l’abbandono e la trasformazione del territorio in luoghi degradati lasciati all’arbitrio della natura.
Le alluvioni sono sovente imputate alla cementificazione. Se questo è vero per i fondi valle che ne subiscono le conseguenze (senza che gli amministratori che hanno permesso che si costruisse sugli argini dei fiumi vengano resi responsabili dei disastri) è a monte che bisogna intervenire regolando con accorgimenti appropriati il territorio e il corso delle acque impedendo così che le grandi ed improvvise masse che scendono a valle si trasformino nelle forze devastatrici a cui purtroppo assistiamo sempre più di frequente.
I nostri vecchi con il loro lavoro capillare provvedevano a tutto ciò. Ora noi amministratori facciamo quello che possiamo spesso supplendo alle scarse risorse a disposizione con il volontariato di amministratori e popolazione e nella maggior parte delle volte (come nel caso di Ostana) senza percepire alcuna indennità per il servizio istituzionale che prestiamo.
Se i piccoli comuni verranno di fatto eliminati (vedi art. 16 della manovra Tremonti) il presidio di un vitale e fragile territorio verrà a mancare peggiorando la situazione e portando a più gravi disastri.
D’altra parte in Italia la classe politica (specie negli ultimi decenni) ha sovente governato con occhi miopi guardando solo a tamponare, mai a programmare e risolvere con pazienza e lungimiranza i veri problemi: così è molto più facile e le promesse facili attirano applausi. Fino all’alluvione successiva……e alle relative lacrime di coccodrillo.
Abbiamo cercato in tutte le maniere di spiegare queste cose agli organi istituzionali, ma nessuno ci ascolta. Si crede di risparmiare accorpando i piccoli comuni. In realtà, ci saranno costi più elevati a seguito delle più grandi superfici da gestire e dei conseguenti maggiori spostamenti del personale e del non coinvolgimento dei residenti locali.
E’ risaputo che l’ente pubblico più è grande più aumenta il proprio tasso di inefficienza.
I risparmi reali si potrebbero ottenere diminuendo l’apparato burocratico a cui i piccoli comuni sono sottoposti. La nostra unica impiegata passa il tempo a rispondere a questionari, a rendiconti, a infinite richieste di certificazioni con interfaccia di programmi ministeriali che sovente non funzionano. Le stesse incombenze di comuni enormemente più grandi!
Alcune funzioni devono essere accorpate nell’ottica di una maggiore efficienza e risparmio, come d’altra parte abbiamo già fatto nel passato, con buon senso e buon governo, con molte di esse (quelle che hanno valenza sovra comunale) senza che nessuno ce lo imponesse.
Ci aspettavamo che il Suo recente provvedimento intervenisse sul famigerato articolo 16 della manovra di Tremonti: cosa per la quale mi pare ci fosse anche un O.d.G. approvato da un ramo del Parlamento. Così non è stato: non sappiamo se per un disguido o per una precisa volontà.
Io mi auguro ancora che venga annullato in via definitiva l’articolo 16 e che si porti a termine in modo organico una ridefinizione di tutta l’architettura istituzionale in modo da dare equilibrio e competenze ai vari livelli di governo del territorio.
Gli accorpamenti dei comuni avvenuti durante il ventennio fascista hanno avuto conseguenze devastanti e ci hanno insegnato che purtroppo nella pratica il comune più grande prevale sul più piccolo prosciugandolo di risorse a causa della scarsa forza elettorale che rappresenta, indipendentemente dalla virtuosità dello stesso

Sappiamo che il Suo governo sta preparando una manovra che faccia ripartire l’Italia. La prego di non dimenticare che la montagna rappresenta quasi il 50% del territorio nazionale e che, se ben gestita, può essere fonte di sviluppo, di lavoro, di creazione di ricchezza. A Ostana ormai da due decenni viene favorita una progettualità innovativa in un’ottica di sostenibilità e riequilibrio territoriale che si avvicini agli esempi virtuosi di luoghi dove la montagna è realmente considerata una risorsa. Sopprimere i piccoli comuni significherebbe vanificare una ricchezza conquistata con il lavoro di decenni.
Credo che molteplici realtà come la nostra che scommettono sull’innovazione per preservare e valorizzare un territorio cruciale come quello montano debbano essere prese in considerazione per immaginare e proporre azioni che facciano realmente crescere l’Italia.
Mi rendo conto che chiederLe un incontro per illustrare nel dettaglio le nostre problematiche (che sono quelle di tanti comuni che hanno lavorato con i nostri medesimi obiettivi e la medesima passione) e gli interventi che sarebbero necessari per portare a termine il nostro progetto possa  apparire fuori dell’ordinario ma ritengo sia mio dovere “provarci”.
Sono ovviamente disponibile a incontrare chi Ella volesse delegare per portare anche un briciolo di “pratica quotidianità”, cosa che sovente nei palazzi romani (ma anche in quelli torinesi) è materia sconosciuta.
La ringrazio anticipatamente per l’attenzione che vorrà riservare a questo modesto appello.
Cordiali saluti e auguri di buon lavoro.
Sindaco  Giacomo Lombardo
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Dal sito internet
http://www.chambradoc.it/novasN108Genoier2012-1.page?docId=6118

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Il grassetto e la colorazione del testo
sono della Redazione del blog

venerdì 20 gennaio 2012

CENSIMENT E DISCRIMINAZION LINGUISTICHE DAL ISTAT






CENSIMENT E
DISCRIMINAZION LINGUISTICHE
DAL ISTAT

di
Adrian Cescje

In ocasion dal censiment 2011 l’Istat al à dât fûr modui scrits in lenghe taliane a ducj i furlans, cence tignî cont de leç 482/99. Però al à dât fûr modui scrits in lenghe slovene pai slovens, in lenghe todescje e ladine par todescs e ladins di Bolzan, e in lenghe francese te Val di Aoste.

Al è stât cualchi furlan che al à refudât chei modui in non dal dirit che i ven de Costituzion e de leç 482/99.

Chi si proferissin tant che documentazion lis letaris inviadis di Adrian Cescje di Nimis al Istat e al so Comun (scritis par furlan e par talian) in Dicembar, la rispueste dal Istat e la repliche.

Interessant al è viodi cun cualis argomentazions, che no tegnin de bande dal dirit, al rispuint l’Istat.


1) Prime letare al ISTAT



2) Rispueste date dal ISTAT



3) Seconde letare, di repliche,

ae rispueste dal ISTAT




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 Publicazion autorizade

dal prof. Adrian Cescje



 

giovedì 19 gennaio 2012

COMPLIMENTS A DREE VENIER E AI SOI "GNOGNOSAURS" !



COMPLIMENTS A
DREE VENIER
E AI SOI
GNOGNOSAURS” !

Cumò a fevelin ancje in sart ! Cjale ca....
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Provincia de Casteddu - Provincia di Cagliari

Dettagli dell'evento
Presentazione del libro Is Gnognosaurs "I dinosauri che parlano sardo! "
( venerdì 20 gennaio 2012 )
Venerdì 20 gennaio 2012, alle ore 17,00, presso la sala della Provincia di Cagliari “Ex Cappella” sita in via Giudice Guglielmo, sarà presentato il libro di Andrea Dree Venier, Is Gnognosaurs "I dinosauri che parlano sardo!", tradotto dal Friulano in lingua sarda dallo scrittore Ivo Murgia ed edito da Condaghes.
La collaborazione tra i due scrittori nasce sulle colonne della storica rivista autonomista friulana “La Patrie dal Friûl” e dall’incontro delle diverse sensibilità identitarie che si uniscono nelle questioni linguistiche. Testi pregevoli e raffinati e disegni ricercati contribuiscono a veicolare il messaggio da trasmettere ai bambini e ragazzi. Ivo Murgia nel suo scrupoloso lavoro di traduzione, interamente in lingua sarda fresca e moderna, si attiene rigorosamente ai parametri del testo originale, confezionando un’opera che si inserisce a pieno titolo nella letteratura per l’infanzia. L’opera contribuisce a una nuova stagione di impegno autonomistico attraverso l’uso quotidiano della lingua.
Il progetto ha avuto il contributo della Provincia di Cagliari tramite la Legge Regionale 26 del 1997 sulla “Promozione e valorizzazione della lingua e della cultura della Sardegna”. L’opera letteraria e il progetto a sostegno della stessa, verrà presentato da Ivo Murgia.
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Dal sito della Provincia di Cagliari


lunedì 16 gennaio 2012

INOVÂL PAI 80 AGNS DI ARNALDO BARACETTI





INOVÂL

PAI  80 AGNS

DI ARNALDO BARACETTI


Udin
Vinârs ai 20 di Zenâr dal 2012 aes 17.30

Palaç Belgrât - Sede de provincie di Udin
Salon dal Consei


Pe ocasion al sarà presentât il libri in so omaç "Friuli. Autonomia e territorio" di Gianfranco Ellero e Geremia Gomboso.


Aes 17.30
A pandaran i lôr auguris a Arnaldo Baracetti:

Renzo Tondo
  - President regjon Friûl-Vg
Pietro Fontanini - President Provincie di Udin
Furio Honsell - Sindic Comun di Udin
Cristiana Compagno - Retore Universitât dal Friûl
Lorenzo Zanon - President ARLeF
Geremia Gomboso - Segretari Istitût Ladin Furlan
Gianfranco Ellero - Diretôr Golaine di Studis sul Autonomisim
Gianfranco D'Aronco - President Comitât pe Autonomie e pal Rilanç dal Friûl
Lorenzo Pelizzo - President Societât Filologjiche Furlane
Adriano Luci - President Confindustrie di Udin
Roberto Muradore - Segretari CISL di Udin

aes 19.00  - Giringhel finâl

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Lei sul Messaggero Veneto di Udin, la interviste a l'On. Arnaldo Baracetti:

http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2011/12/29/news/baracetti-festeggia-80-anni-di-battaglie-in-difesa-del-friuli-1.3000065