di DOMENICO PECILE
Arnaldo Baracetti, una vita nel Pci di cui è stato esponente di spicco anche a livello nazionale: ex consigliere regionale, ex parlamentare, e poi fra i fondatori del Comitato per l’autonomia e il rilancio del Friuli. Che cosa si aspetta dalla visita in Friuli del presidente della Repubblica, Napolitano? Partirei da una premessa... Prego. Il Friuli è Italia. Però... Però?È una regione con sue specifiche particolarità, quelle cioè che si riferiscono all’identità del popolo friulano, alla sua lingua, alla sua cultura. Ed è una regione anche unita contrariamente a quello che molti possono credere. E questo sperate venga riconosciuto e avallato dal presidente Napolitano? Noi chiediamo al capo dello Stato che riconosca questi termini perché sono previsti dalla Costituzione. Esiste l’unità dello Stato che è indivisibile. Ma esistono anche regioni che hanno specificità. Senza contare che l’articolo 6 della Costituzione parla della tutela delle minoranze linguistiche. Richieste legittime, ma che state reiterando da anni. Certamente, noi chiediamo la valorizzazione dell’identità storico-culturale del Friuli e la valorizzazione delle minoranze friulana, slava e tedesca. E lo facciamo muovendoci nell'ambito della Costituzione. Nel concreto, in cosa consiste la valorizzazione del Friuli?
La valorizzazione del Friuli significa fare in modo, attraverso il decentramento dei poteri, che la Comunità delle Province di Udine e di Pordenone diventi un organismo decisionale vero per lo sviluppo del Friuli e che gestisca poteri delegati dalla Regione, poteri per altro previsti dal decentramento. Ma vi aspettate che sia Napolitano ad accreditare questo organismo che ancora non è perfettamente decollato per resistenze tutte interne al Fvg? Siamo assolutamente consapevoli che su questa specifica questione il presidente non può fare molto, tuttavia può darci il suo sostegno, può confermare la bontà delle nostre battaglie che si muovono, come dicevo, sulla base della Costituzione. Lei ci fa intravedere un Friuli in ombra Oggi il Friuli è appunto nell’ombra e questo succede per un’eccessiva egemonia dei triestini e per la loro forte pressione sui politici regionali friulani. Siete dunque anti-triestini? No! Quando abbiamo fatto la prima legge sulla ricostruzione nell’ormai lontano 1979 e avevamo previsto la nascita dell’università di Udine, Trieste rispose picche. Non la volevano. In compenso ci chiesero di poter realizzare l’Area di ricerca. E noi dicemmo di sì. Insomma, le chiusure sono sempre da parte loro. Quindi? Vogliamo semplicemente che il Friuli conti di più e meglio. Questo chiediamo e questo potrebbe essere accolto. Ma sarebbe interessante un atto formale da parte del presidente. Napolitano può dare garanzie di copertura costituzionale alle nostre richieste, ai diritti e alla attese dei friulano. Quello che chiederemo sarà formalizzato dal sindaco Honsell e dal presidente Fontanini . Da parte nostra renderemo note sulla stampa le nostre posizioni con un documento del presidente D’Aronco. È ottimista? Sì, perché ci muoviamo nel quadro della Costituzione e perché sappiamo che questo presidente ne è un garante vero.
La valorizzazione del Friuli significa fare in modo, attraverso il decentramento dei poteri, che la Comunità delle Province di Udine e di Pordenone diventi un organismo decisionale vero per lo sviluppo del Friuli e che gestisca poteri delegati dalla Regione, poteri per altro previsti dal decentramento. Ma vi aspettate che sia Napolitano ad accreditare questo organismo che ancora non è perfettamente decollato per resistenze tutte interne al Fvg? Siamo assolutamente consapevoli che su questa specifica questione il presidente non può fare molto, tuttavia può darci il suo sostegno, può confermare la bontà delle nostre battaglie che si muovono, come dicevo, sulla base della Costituzione. Lei ci fa intravedere un Friuli in ombra Oggi il Friuli è appunto nell’ombra e questo succede per un’eccessiva egemonia dei triestini e per la loro forte pressione sui politici regionali friulani. Siete dunque anti-triestini? No! Quando abbiamo fatto la prima legge sulla ricostruzione nell’ormai lontano 1979 e avevamo previsto la nascita dell’università di Udine, Trieste rispose picche. Non la volevano. In compenso ci chiesero di poter realizzare l’Area di ricerca. E noi dicemmo di sì. Insomma, le chiusure sono sempre da parte loro. Quindi? Vogliamo semplicemente che il Friuli conti di più e meglio. Questo chiediamo e questo potrebbe essere accolto. Ma sarebbe interessante un atto formale da parte del presidente. Napolitano può dare garanzie di copertura costituzionale alle nostre richieste, ai diritti e alla attese dei friulano. Quello che chiederemo sarà formalizzato dal sindaco Honsell e dal presidente Fontanini . Da parte nostra renderemo note sulla stampa le nostre posizioni con un documento del presidente D’Aronco. È ottimista? Sì, perché ci muoviamo nel quadro della Costituzione e perché sappiamo che questo presidente ne è un garante vero.
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