Bundì, mi clami Bruno Colledani e o soi conseîr comunâl di minorance a Spilimberc e o us scrîf par descrivi la situazion là che mi cjati pal sempliç fat di tabaiâ par furlan in consei comunâl.
Da simpri o feveli nome par furlan in consei e di simpri la maiorance (Pdl + Lega Nord) a mi sta mitint stralecs a no finî par rindimi dificil l'espletament dal gno dirit di tabaiâ par furlan (leç 482/99, articul 7, come 1). A no mi è mai stât impedît di esprimimi par furlan (a mancjares altri!) ma a no àn mai palesât a clâr la lôr no-volontât politiche di permeti che ducj a capissine i gnei intervents (traduzion in simultanee e in economie cun personâl dal comun, par esempli, come proviodude dae 482/99 articul 7, come 3 "Qualora uno o piú componenti degli organi collegiali ... dichiarino di non conoscere la lingua ammessa a tutela, deve essere garantita una immediata traduzione in lingua italiana").
In reonte, in gnei intervents par furlan a no vegnin verbalizâts.
Di rezint la maiorance a si è aprovade un regolament che, seben no impedint al conseîr di esprimisi par furlan, di fat a j dinee cualsisei verbalizazion in câs che a nol voli ripeti l'intervent par talian o a nol voli voltâ par talian ducj i siei scrits.
E parcè jo, par esercitâ un gno dirit, varessio di cjamâmi di una reonte di vore?
Chest intun Comun là che al esist un asesôr ae Identitât culturâl (Marco Dreosto de Lega Nord) che al definis "straçarie spindi bêçs pal furlan"!
Us aleghi un link jessût intai ultins dis sui cuotidians locâls su la "cuestion Spilimberc" e us saludi ducj di cûr, domandant di pandi cheste mail a plui personis pussibul (mailing list, blogs, articui e vie discurint) par che a si saveti trop dure che e jè fâ valê i dirits linguistics a Spilimberc e, purtrop, in dut il Friûl.
Mandi
Bruno Colledani
Ve ca il link zontât da Bruno Colledani:
RispondiElimina--------------------
Messaggero Veneto – domenica 25 luglio 2010
Serracchiani (Pd): <>
di Ilaria Gianfagna
Sulla tutela delle minoranze in Friuli Venezia Giulia vi è «l'assoluta violazione dei diritti, palesemente dimenticati» dal centrodestra: ha denunciato il segretario regionale ed europarlamentare Pd, Debora Serracchiani. Con il caso del consigliere di Spilimbergo che «non può parlare friulano nelle sedute in Comune» e quello della scuola bilingue di San Pietro al Natisone, di cui non si conoscono le sorti, a 50 giorni dall'inizio dell'anno scolastico, l'europarlamentare del Pd Debora Serracchiani solleva il caso minoranze linguistiche. «Denunciamo l'assoluta violazione e la non attuazione delle norme sul friulano e lo sloveno – spiega – e porteremo le due vicende al Presidente della Repubblica se necessario». A Spilimbergo il problema risale a circa due anni fa. «Ho sempre parlato in friulano nei consigli per la legge 482/99 - spiega il consigliere Bruno Colledani – ma ora è stato approvato un regolamento ad hoc che ostacola i miei interventi, che non vengono verbalizzati». Secondo il consigliere «c'è un rifiuto dell'applicazione della normativa - aggiunge la Serrachiani - proprio da parte della Lega Nord, mentre la Regione ci sta prendendo in giro, visto che punta tutto sul plurilinguismo e la specialità per poi non rispettare le leggi»: Serracchiani si dichiara consapevole del fatto che non si tratta di una priorità. «È una battaglia di sensibilità e cultura politica - continua - si possono risolvere questi problemi senza spendere un euro, ma manca la volontà politica». Per quanto riguarda la scuola di San Pietro al Natisone, dove si parla anche Sloveno, il caso risale al 5 marzo quando i bambini sono stati dislocati in altre sedi. «Non c'è ancora una comunicazione ufficiale - aggiunge il coordinatore regionale degli sloveni nel Pd Andrea Gergolet - di che cosa accadrà».
Nonostante una visita alla scuola da parte della VI commissione regionale, secondo il consigliere Paolo Menis, non «è stato fatto niente». «Dagli 11 milioni previsti dalla legge 38/01 per le lingue minoritarie si è passati ai 3,2 milioni di euro quest'anno - spiega ancora Lorenzo Fabbro già presidente dell'Arlef - mentre al friulano è stato tagliato circa il 30 per cento il budget».
Maria Gianfagna
Il TITOLO dell'articolo pubblicato sul Messaggero Veneto domenica 25 luglio 2010 è:
RispondiElimina"Seracchiani (Pd): Minoranze ignorate dal centro-destra".
E va in internet a dâ un cuc ancje ca:
RispondiElimina1) IL PICCOLO di Triest
http://www.informatrieste.eu/blog/blog.php?id=6954
2) ANSA Notiziari regjonâl:
http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:-vdg_9OMfdgJ:www.regione.fvg.it/rafvg/ansa/ansaRegionaleb.act%3Fansa%3D20100724.057%26dir%3D/rafvg/cms/RAFVG/ansa/+bruno+colledani+spilimbergo&cd=28&hl=it&ct=clnk&gl=it
Buine leture!
L’assessore al Comune di Spilimbergo Marco Dreosto, a risposta della lettera del consigliere comunale Bruno Colledani, ci ha inviato via e-mail la nota che di seguito, come da sua richiesta, pubblichiamo.
RispondiElimina-----------------
LETTERA E-MAIL DELL’ASSESSORE COMUNE DI SPILIMBERGO, SIG. MARCO DREOSTO
Noi difendiamo con iniziative ed investimenti la nostra cultura, altri fanno solo piccola speculazione.
In riferimento alla comunicazione inviata dal Consigliere Comunale del Pd di Spilimbergo, Bruno Colledani, in qualità di assessore all’Identità Culturale del Comune di Spilimbergo e per essere stato nominato direttamente, sono con la presente a precisare che:
L’Amministrazione Comunale di Spilimbergo, tutela la lingua friulana e tutte le iniziative per la valorizzazione e la diffusione della stessa.
Mai, in nessuna occasione, ne durante le sedute del Consiglio Comunale, ne in altre occasioni istituzionali, e’ stato impedito ad alcuno di esprimersi in lingua friulana; anzi, lo stesso Sindaco nella giornata di insediamento del Consiglio Comunale ha espresso il Suo giuramento anche in marilenghe;
Quale segno di grande attenzione verso la nostra identità e la nostra cultura, e nonostante l’attuale crisi economica, abbiamo investito per l’anno 2010 quasi il doppio rispetto all’anno precedente per iniziative rivolte alla lingua friulana, nel dettaglio:
- Corso in Lingua Friulana con la collaborazione della Società Filologica;
- Antologica del Concorso letterario Zal par Furlan;
- Collaborazione intercomunale al progetto “Spieli”;
- Spettacolo “La Pimpa” in occasione dell’anniversario della Patria del Friuli;
- Consegna delle costituzioni in Lingua Friulana ai neo-diciottenni del Comune;;
- Percorso Ator par Spilimberg in itinere;
- Indizione della 3^ edizione del Concorso “Zal par Furlan” in itinere;
E’ falso, quanto detto dal Consigliere Colledani, che il sottoscritto avrebbe definito "straçarie spindi bêçs pal furlan" come risulta peraltro dai verbali della seduta del Consiglio Comunale del 26 Luglio 2010 (on line nel sito del Comune di Spilimbergo).
Personalmente ritengo che in un momento congiunturale come quello attuale, chi come il Consigliere Comunale Bruno Colledani è in grado di tradurre anche per iscritto i propri interventi in lingua friulana, dovrebbe farlo, senza far gravare questo costo su tutti i cittadini. Alla Sua domanda : “E parcè jo … varessio di cjamâmi di una reonte di vore?” rispondo semplicemente che chi come noi ha scelto il di assolvere a compiti di dovere civico, deve farsi carico anche di qualche onere, in questo caso per lui quello di tradurre, per poter essere verbalizzati, i pochi interventi che fa. E visto il Suo giusto attaccamento all’espressione ed alla tutela della marilinghe, quale miglior occasione di questa, la divulgazione e diffusione della stessa anche tra coloro che non avendo la fortuna di conoscerla potrebbero utilizzare le sue traduzioni a guisa di una moderna “Stele di Roseta”;
Ringraziando per l’attenzione, colgo l’occasione per inviare a tutti un caloroso
Mandi.
Marco Dreosto
Assessore all’Identità CulturaleComune di Spilimbergo
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RispondiEliminaSu domande del Conseîr comunâl BRUNO COLLEDANI o publichìn la sô cuintri repliche al Assessôr Marco Dreosto:
RispondiEliminaFinalmenti a saltin fûr al scuviert!
Propit culì a sta la diference: cualchidun al trate la lenghe come una robe muarte tant di ritegni di vê bisugne di una stele di Rosetta, cualchidun a la ten vive tal unic môt di tignî vive una lenghe: doprantle, no nome par zuraments che a san tant di folklôr o di cjampanis a muart. Lis costituzions consegnadis ai fantats di 18 agns dal comun di Spilimberc àno dentri ancje l'articul sîs che al dîs: "La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche"? E ducj nô, si impensino che mancul di un mês indaûr Napolitano, il President de Republcihe, al disè a Udin di meti in vore la Costituzion? Nô, a Spilimberc, stino seguint chest consei? Al è simpri timp che la Leghe, soredut chê di Spilimberc, a si ledi a fâ un salt a Barcelone, in Galizie, intai Paîs Bascs, in Ladinie, a Bolzan, intal Gales, in Scozie, in Laponie e v.i. par viodi cemôt che a si met in vore una serie politiche linguistiche, che a no sedi nome di façade. Spietant simpri che ancje la Leghe di Spilimberc a voli fâ vivi la marilenghe in tes ocasions publichis e no nome in ostarie us saludi ducj di cûr.
BRUNO COLLEDANI
6 di Avost 2010