mercoledì 19 novembre 2014

REGIONE - RIFORMA ENTI LOCALI: AL FRIULI SOLO UNA CORDA PER IMPICCARLO !!


REGIONE

Disegno di legge regionale 68

di riordino degli enti locali

"Panontin"

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A TRIESTE I POTERI
DELL'AREA METROPOLITANA


LA REGIONE
"ASSO PIGLIA TUTTO"  

AL FRIULI
(PROVINCE DI UD, PN E GO)
 SOLO
UNA CORDA PER IMPICCARLO !!!

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Dal sito internet

del settimanale LA VITA CATTOLICA (Ud)




FORTE INVOLUZIONE DELLA REGIONE. 

BUTTATI 50 ANNI DI AUTONOMIA


"Un disegno ancora fortemente accentratore che vede la Regione protagonista a danno dei territori svuotati di autonomia e potere decisionale.

I sindaci nei loro Comuni e nelle Unioni saranno meri esecutori materiali e per di più con risorse ancora tutte da scoprire”.
 
Nella grande ed evidente confusione che caratterizza il disegno di legge 68 di riordino degli enti locali è questa, secondo il presidente dell’Upi (Unione province italiane) del Friuli-V.G., Pietro Fontanini, l’unica preoccupante certezza per il destino della Regione che, dopo 50 anni di applicazione dei principi di autonomia e decentramento, si appresta a un’inversione di rotta: Regione sola al comando ed enti locali marginalizzati.
 
Altro che sfida culturale per gli amministratori locali, per usare le parole dell’assessore Panontin – aggiunge Fontanini –: sarà la Regione a dettare tutte le regole mentre i primi cittadini avranno le mani legate e dovranno fare i conti soprattutto con le penalizzazioni finanziarie in caso di non adesione all’Unione e di performance finanziarie lontane dai risultati che sarà sempre la Regione a decidere”.
 
Vicenda travagliata quella del ddlr 68 e non ancora conclusa. La conferma arriva dal presidente della V Commissione Vincenzo Martines che, a lavori conclusi, si è affrettato a definire il testo licenziato “un cantiere aperto”.
 
Fontanini tuona contro la mancanza di una seria analisi e della necessaria ponderatezza con cui una materia così importante è stata affrontata negli ultimi mesi. “Alla prima versione del disegno di legge ne sono seguite svariate altre – commenta il presidente dell’Upi regionale – un segnale tangibile e imbarazzante per una Regione che vuole fregiarsi del titolo di ‘laboratorio delle riforme’, e che evidenzia l’inadeguatezza dell’estensore del provvedimento e degli uffici regionali che lo affiancano nella gestione di una tematica così delicata. Il futuro che attende gli amministratori locali è pieno di incognite”. 

A preoccupare non è solo il ddlr 68 in sé ma la strategia ispiratrice di fondo: la spoliazione dell’autonomia dei territori.

 
"I cittadini - chiarisce Fontanini - eleggeranno sindaci e consiglieri che non gestiranno più le funzioni e le risorse del loro territorio: saranno le Unioni e quindi i loro componenti più forti o gli accordi sopra o sottobanco, a decidere.
 
Non avranno voce in capitolo nemmeno per gli acquisti dei propri Comuni visto che entrerà a regime la centrale unica di committenza regionale”.
 
Nessun margine d’azione nemmeno sul versante degli investimenti “perché - aggiunge Fontanini – la Regione, anche per i prossimi tre anni, con il protocollo firmato con lo Stato, ha confermato le attuali restrittive regole del patto di stabilità, che il resto d’Italia a breve potrebbe non applicare più”.

In questo contesto, le Province saranno presto smembrate di funzioni. “La gran parte delle competenze – commenta Fontaniniin perfetta sintonia con un neocentralismo imperante, saranno assegnate alla Regione e quindi lontano dai cittadini e dalle imprese, con conseguente aumento di inefficienza, burocrazia, tempi e livello di spesa.
 
Fontanini definisce ridicole le funzioni rimaste in capo alle Province, “un affronto per enti virtuosi nella spesa ed efficaci nei servizi riconosciuti a livello nazionale ma scomodi in Friuli-V.G.”. 

La riforma che si appresta all’esame del Consiglio regionale rappresenta, secondo Fontanini, “un clamoroso passo indietro, un’involuzione per la nostra Regione che, proprio esercitando in modo virtuoso l’autonomia e favorendo il protagonismo dei territori, ha raggiunto obiettivi importanti in svariati settori.
 
Autonomia che permea tutto il sistema degli enti locali e che viene ora sacrificata nel nome di un risultato propagandistico ben lontano dalle reali esigenze di sviluppo, di ammodernamento e di competitività del Friuli-Venezia Giulia”.

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Da il quotidiano
 
IL PICCOLO di Trieste

“ (…) Nella mia legge di riforma degli enti locali non c’è la città metropolitana, perché non c’è nella legge statutaria che abolisce le province dopo un voto quasi unanime dell’aula consiliare, compreso il M5S. Gli unici astenuti furono i Cittadini» spiega l’assessore regionale alle Autonomie locali Paolo Panontin.
«Nella mia riforma non parlo di città metropolitana perché c’era quel voto da rispettare.
 
INTENDIAMO COMUNQUE DARE DIGNITA' ALL'AREA GIULIANA.

Qualche idea c’è» aggiunge Panontin. Non sarà la città metropolitana immaginata da Delrio.

«IL PROBLEMA E' DI FORMA PIU' CHE SOSTANZA. NOI VOGLIAMO DARE ALL'AREA GIULIANA TUTTE LE PREROGATIVE DI UN'AREA METROPOLITANA», insiste l’assessore.(…)”

 
di Fabio Dorigo  - 4 novembre 2014


5 commenti:

  1. A scanso di equivoci, l'area giuliana (sic!) è la Provincia di Trieste composta da una città (Trieste - circa 200 mila abitanti ) e pochissimi comuni limitrofi.

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  2. N.B. Nessun abitante della Provincia di Trieste si definisce "giuliano", termine di uso esclusivamente mediatico (stampa e RAI). I cittadini di Trieste si definiscono, giustamente "triestini" e il Carso triestino è abitato quasi esclusivamente da cittadini italiani di lingua slovena che è dubitabile si ritengano "giuliani".

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  3. PROSSIMAMENTE ALLA TRASMISSIONE TELEVISIVA RAI - "CHI LO HA VISTO?" :

    Statuto speciale della Regione autonoma
    Friuli - Venezia Giulia

    Legge costituzionale
    31 gennaio 1963, n. 1
    e successive modifiche e integrazioni

    Art. 11

    La Regione esercita normalmente le sue funzioni amministrative DELEGANDOLE alle Province ed ai Comuni, ai loro consorzi ed agli altri enti locali, o avvalendosi dei loro uffici.
    (...)
    ....................

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  4. La terminologia "area giuliana" è funzionale ad una colonizzazione di territori che non fanno parte della Provincia di Trieste (ex .territorio TLT zona A).

    Parlando di "provincia di Trieste" si indica un territorio con confini definiti e chiari, e quindi a chi a Trieste ha sogni di ampliamento territoriale, questa terminologia non va bene per ovvi motivi.

    Ma cos'è " l'area giuliana"?

    E' un elastico estensibile a piacimento della politica triestinocentrica e dei sogni di espansione di Trieste.

    La "Venezia Giulia" non esiste, così come non esistono i "giuliani". Venezia Giulia è un nome politico utilizzato dal fascismo in funzione antislava e funzionale all'irredentismo italiano di fine 1800....

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  5. Non solo non esiste la Venezia Giulia, ma non esiste nemmeno la "provincia di Trieste", poiché nel 1954 si sono dimenticati di reistituirla (e infatti nello Statuto regionale del 1963 si cita il Comune di Trieste e gli altri 5 piccoli comuni), dunque essa è di fatto abusiva!

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