T E A T R I
"NO"
ALLA FUSIONE TRA "ROSSETTI"
"NO"
AL RIPIANAMENTO PUBBLICO
DEL “PROFONDO ROSSO”
DEL "ROSSETTI"!
DEL "ROSSETTI"!
..................
Pure il “Rossetti” di Trieste
si rimbocchi le maniche
si rimbocchi le maniche
di Roberta Michieli
L'omologazione e il fordismo paiono essere le linee guida della politica regionale. Linee guida ampiamente discutibili anche se oggi vanno per la maggiore tra i politici regionali che pare ignorino sia la grande ricchezza (anche sul piano economico/turistico/agroalimentare!) delle differenze culturali e linguistiche, che il concetto economico di diseconomia.
Troppo spesso la politica regionale dimentica che la nostra regione è una regione esclusivamente amministrativa inventata nel 1947 mettendo assieme il Friuli multilingue e pluriculturale, erede del tollerante ed europeo Patriarcato di Aquileia, con una Trieste che nel 1918 ha subito una pesante metamorfosi che l'ha trasformata da città europea quale era stata sotto gli Asburgo (da metà del 1800 al 1915), in una città che nel 1918 ha visto fuggire tutta o quasi la classe dirigente, intellettuale e imprenditoriale, austriaca, slovena e croata poi sostituita da una modestissima classe dirigente italiana.
La politica regionale, con caparbietà persegue da anni una omologazione non accettabile da un Friuli multilingue e con una forte identità. L'omologazione è invece funzionale alla Trieste di oggi, città priva di una identità, abituata alla pioggia di capitali e contributi pubblici miliardari a fondo perduto (Fondo per Trieste e molto altro ancora).
Anche l'attuale vicenda della fortissima pressione politica regionale (Serracchiani, Honsell e il sindaco di Trieste) affinché Trieste sia dotata di una “teatro nazionale” a spese del Teatro Stabile di Innovazione CSS e dell'Accademia Nico Pepe, trova la sua spiegazione nel quadro sopra delineato.
Il Politeama Rossetti (Teatro stabile) risulta privo dei requisiti richiesti dal Decreto ministeriale del 1° luglio 2014 art. 10 per poter aspirare ad essere “Teatro Nazionale”. Ma, non bastasse tutto ciò, risulta essere un teatro stabile che fino ad ora ha accumulato un passivo patrimoniale che supera i due milioni di euro e ha collezionato un numero esagerato di esercizi in “rosso”.
Ricordo che nel 2012 la Regione fu costretta a concedere al Politeama Rossetti un contributo straordinario per evitargli la “liquidazione coatta”; e il “profondo rosso” di questo teatro stabile non è stato certamente determinato dai tagli del Fus (Fondo unico per lo spettacolo).
Ricordo che nel 2012 la Regione fu costretta a concedere al Politeama Rossetti un contributo straordinario per evitargli la “liquidazione coatta”; e il “profondo rosso” di questo teatro stabile non è stato certamente determinato dai tagli del Fus (Fondo unico per lo spettacolo).
Eppure, nonostante tutto ciò, a Trieste (ma anche a Udine dal servile Honsell!) viene considerato ovvio che Udine e il Friuli (Teatro Stabile di Innovazione CSS e Accademia Nico Pepe) si sacrifichino ai “sogni di gloria” di un un Teatro Stabile triestino, il Politeama Rossetti. Un teatro che se avesse avuto la sede legale in Friuli, nel 2012 la politica regionale non avrebbe sicuramente salvato dalla “liquidazione coatta”. Ma mentre al Friuli (Provincia di Ud, Pn e Go) non si concedono sconti e si taglia a destra e a manca, a Trieste si regalano fondi pubblici a copertura di debiti milionari (20 milioni di euro al solo teatro lirico Verdi!).
Relativamente al Teatro Stabile di innovazione CSS, credo sia importante ricordare che è assurdo straparlare di “basta contrapposizione tra territori”. Il Friuli e Trieste sono due realtà diversissime e non omologabili e il CSS dovrebbe porsi al servizio della particolarissima cultura multilingue del Friuli e non omologarsi in una realtà regionale posticcia.
Trieste non può pretendere di salvare un suo teatro cancellando importanti eccellenze di altri, né che l'ente pubblico continuamente ripiani i suoi debiti milionari. Impari a tagliare i costi e a rimboccarsi le maniche. In Friuli da sempre lo stiamo facendo, lo incominci a fare anche Trieste!
1 novembre 2014
Roberta Michieli – Tavagnacco
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La lettera è stata pubblicata il 2 novembre 2014 sul quotidiano IL GAZZETTINO di Udine.
Il 4 novembre è stata pubblicata sul quotidiano IL MESSAGGERO VENETO di Udine.
Il 6 novembre è stata pubblicata sul settimanale dell'Arcidiocesi di Udine, LA VITA CATTOLICA.
Il 10 novembre è stata pubblicata sul sito on-line di IL DIARI in lingua friulana
http://nuke.ildiari.eu/Coments/tabid/77/Default.aspx
Il 10 novembre è stata pubblicata sul sito on-line di IL DIARI in lingua friulana
http://nuke.ildiari.eu/Coments/tabid/77/Default.aspx
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IL
“ROSSETTI”
FA
POCA PRODUZIONE
di
Remo Brunetti
di
Remo Brunetti
Da amante del
Teatro, sono
molto perplesso sulla fusione che a ogni costo la Presidente
Serracchiani, il Comune di Udine e il Comune di Trieste, stanno
cercando di imporre al teatro stabile CSS e alla Accademia Nico
Pepe, nell'esclusivo
interesse del triestino Politeama Rossetti che in
quanto a buona amministrazione lascia molto a desiderare visto i due
milioni e 208 mila euro di passività patrimoniale e i numerosi conti
economici in rosso fisso.
Come noto,
con il Decreto Ministeriale 1° luglio 2014 sono stati modificate le
modalità di finanziamento ai teatri già beneficiari del Fus (Fondo
unico per lo spettacolo). Una vera rivoluzione che crea una nuova
categoria di teatri, il teatro nazionale. Per
poter essere finanziati come teatro nazionale il decreto all'art. 10
prevede un “minimo” di 240 giornate recitative “di
produzione”.
E questo sembra impensierire gli amministratori triestini che hanno
subito mosso le loro pedine politiche alla ricerca di una soluzione.
Ma
il Politeama Rossetti (teatro stabile) che tanto ambisce a diventare
Teatro nazionale, quanta produzione di prosa fa oggi?
E quanta “ospitalità” è presente nel suo programma
stagionale? E se escludiamo i Musical, spettacolo teatrale molto
popolare e che attira molti spettatori (oltre che essere
costosissimo!), cosa resta dei 170 mila spettatori di cui questo
teatro si fa tanto vanto?
Formulo
queste domande perchè il
futuro Teatro nazionale sarà essenzialmente un teatro di produzione
di prosa e non di ospitalità di Musical, caratteristica primaria del
Rossetti.
Mi
meraviglia poi il fatto che la politica regionale sorvoli sui conti
in rosso del Politeama Rossetti. Evidentemente
questo aspetto della questione per la politica regionale pare essere
del tutto marginale, mentre invece è un chiaro segnale di cattiva
gestione del teatro stesso.
Cercare di
aggiustare il bilancio del Rossetti a spese del Friuli attraverso la
fusione con CSS e Nico Pepe (ossia la cancellazione di due eccellenze
teatrali friulane!) o, in alternativa, con l'ennesimo contributo
regionale straordinario, ritengo siano strade non percorribili e
soprattutto non accettabili.
In Friuli
diciamo che “Bisugne fâ il pas daûr de gjambe”. E dunque anche
il Rossetti inizi a tagliare i costi di gestione e a riformulare le
sue stagioni teatrali.
E
soprattutto rispetti le eccellenze teatrali della città di Udine che
non sono al suo servizio!
3
novembre 2014
Remo
Brunetti
Cavazzo
Carnico
….........
La
lettera a firma di Remo Brunetti è stata pubblicata su il quotidiano
IL GAZZETTINO di Udine il 4 novembre 2014
La lettera a firma di Remo Brunetti è stata pubblicata sul quotidiano IL MESSAGGERO VENETO di Udine il 10 novembre 2014.
La lettera a firma di Remo Brunetti è stata pubblicata sul quotidiano IL MESSAGGERO VENETO di Udine il 10 novembre 2014.
A Udine da almeno un decennio lo storico e importantissimo museo di storia naturale manca di una sede e i suoi preziosissimi reperti sono rinchiusi in bauli e scatole, eppure la Regione, sempre così prodiga e pronta a mettere mano al portafoglio per salvare i teatri triestini (ben 20 milioni di euro regalati al teatro lirico Verdi di Trieste!!) dalla chiusura per "profondo rosso", si guarda bene dall'intervenire con un finanziamento adeguato.....
RispondiEliminaE questo è solo uno dei tanti esempi di pesante squilibrio nei finanziamenti che la regione riserva alle due parti che compongono la regione, il Friuli e Trieste, che potremmo fare...
Teatro nuovo "Giovanni da Udine", CSS e Nico Pepe, perché non si alleano tra di loro e creano una realtà teatrale solo friulana, figlia di un Friuli multilingue e pluriculturale, che dia lustro e valorizzi una realtà sociale, culturale e storica - quella friulana - straordinariamente ricca?
RispondiEliminaUn teatro da 1500 posti, un teatro stabile di Innovazione che ha già saputo dimostrare il suo valore, una accademia d'arte drammatica importante, assieme potrebbero fare gran di cose: perché dunque andare a cercare avventure fondendosi in un teatro triestino con debiti milionari e noto soprattutto per l'ospitalità dei costosissimi Musical?
MA QUANTA SENSIBILITA' POLITICA “FRIULANA” NEI CONFRONTI DEI DEBITI MILIONARI DEI TEATRI TRIESTINI !!
RispondiEliminaConsigliere regionale Colautti perchè non si preoccupa del Porto di San Giorgio di Nogaro che da 12 anni sta aspettando che si draghi il canale portuale? Perchè non si preoccupa del Museo di storia naturale di Udine, da oltre 10 anni senza una sede? Perchè non si preoccupa dell'Interporto di Cervignano, abbandonato dalla politica regionale?
Problemi “troppo friulani” per cercare di risolverli?
Comunicati Agenzia Consiglio Notizie
NCD:Colautti, debiti Teatro Rossetti troppo pesanti in caso di fusione
5 Novembre 2014, ore 18:49
(ACON)Trieste, 5 nov - COM/MPB - "In considerazione della pesante situazione patrimoniale deficitaria di 2 milioni e 200 mila euro (come si apprende dalla stampa) del Teatro Stabile Rossetti è opportuno conoscere se l'assessore regionale alla Cultura ha valutato le conseguenze che il debito dello stabile triestino potrebbe avere nel caso di fusione con il (Teatro Stabile di innovazione FVG) e Nico Pepe di Udine o in caso di trasformazione in Teatro di interesse culturale". A intervenire con una interrogazione all'assessore competente sull'ipotesi di fusione tra il teatro Rossetti ed i Teatri di Udine o sulla trasformazione del Rossetti in Tric (teatro di interesse culturale) è il capogruppo del Nuovo Centrodestra in Consiglio Regionale FVG, Alessandro Colautti che chiede garanzie sulla sostenibilità economica dell'operazione. "Considerato che la situazione di dissesto del Rossetti ha radici profonde (1986-1989), che l'ultimo utile di bilancio è stato registrato nel 2012 grazie a un contributo straordinario di Regione e Comune di circa 300mila euro per evitare la liquidazione coatta, rilevato che a causare queste forti passività non sono stati i tagli al Fus, ma cinque anni di perdite di esercizio tra il 2008-2013, periodo in cui il costo del personale è anche aumentato di 200mila euro; è opportuno sapere se in caso di fusione la Regione abbia previsto un piano economico di rientro dal debito per evitare che anche le altre realtà teatrali vadano a fondo accollandosi una zavorra economica molto pesante. "Inoltre - continua Colautti - in caso di fusione quali sono gli indirizzi relativi alle attività e produzioni teatrali che dovrebbero trovare uno sviluppo positivo sul territorio nazionale tali da rappresentare un'entrata per il nuovo ente teatrale? Infine, in caso di trasformazione del Rossetti in Teatro di rilevante interesse culturale (Tric) quali conseguenze ci sarebbero per gli altri Teatri regionali e quali saranno le conseguenze sul debito accumulato dall'ente teatrale triestino?".
http://www.consiglio.regione.fvg.it/pagine/comunicazione/comunicatistampa.asp?comunicatoStampaId=344316
COSA SIGNIFICA "RIMBOCCARSI LE MANICHE" ?
RispondiEliminaNon certamente coprire le perdite milionarie con un mutuo garantito dalla regione, dal Comune di Trieste e dagli altri soci del Politeama Rossetti!
Anche il lirico Verdi di Trieste ha utilizzato questo trucco: un mutuo di 20 milioni di euro, garantito con fidejussione dalla Regione che poi HA PAGATO TUTTE LE RATE DEI PRIMI ANNI E ALLA FINE SI E' ACCOLLATA IL RESIDUO DEBITO DI 14 MILIONI DI EURO!
Chiunque è capace di ripianare i proprio debito milionario con questo trucco!
Altro è diminuire i costi e rivedere il programma stagionale, ossia rimboccarsi le maniche......
AVEVAMO SCRITTO:
RispondiElimina"Teatro nuovo "Giovanni da Udine", CSS e Nico Pepe, perché non si alleano tra di loro e creano una realtà teatrale solo friulana, figlia di un Friuli multilingue e pluriculturale, che dia lustro e valorizzi una realtà sociale, culturale e storica - quella friulana - straordinariamente ricca?
Un teatro da 1500 posti, un teatro stabile di Innovazione che ha già saputo dimostrare il suo valore, una accademia d'arte drammatica importante, assieme potrebbero fare grandi cose: perché dunque andare a cercare avventure fondendosi in un teatro triestino con debiti milionari e noto soprattutto per l'ospitalità dei costosissimi Musical?"
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PARE SI SIA STATI ASCOLTATI DALLA GIUNTA DEL COMUNE DI UDINE
Da notizie di stampa risulta che il Politeama Rossetti abbia deciso di non richiedere a Roma di diventare "teatro nazionale"; la Regione è ritornata sui suoi passi rinunciando ad IMPORRE un progetto che voleva ad ogni costo IMPORRE.
Honsell (sindaco di Udine) e il suo assessore alla cultura - sempre da informazione di stampa - pur continuando a dirsi, a nostro parere "ASSURDAMENTE", dispiaciuti perché non ci sarà nessuna fusione tra Rossetti, CSS e Nico Pepe, hanno prospettato un progetto solo udinese in cui il teatro Giovanni da Udine, CSS e Nico Pepe, lavorino assieme per trasformare Udine nella "la città dei teatri".
Finalmente la Giunta comunale di Udine si spende per Udine e non a favore di una politica regionale triestinocentrica e matrigna nei confronti del Comune di Udine!