RIFORMA
ENTI LOCALI,
SERVONO
SINDACI
CHE
PENSINO IN GRANDE
di
ROBERTO MEROI
Giovedì 13 Novembre 2014,
Il
Gazzettino (Ud)
In Friuli
ci sono 211 comuni e, quindi, 211 sindaci.
Non sono pochi.
Tuttavia, l'opinione pubblica regionale sente
intervenire questi sindaci solo raramente su questioni che non siano
di stretta pertinenza comunale. Impegnatissimi ad amministrare, si
dirà.
Sarà pure così, ma c'è da sottolineare che essi sono stati
votati ed eletti dai cittadini e che, pertanto, a tutti gli effetti
sono dei politici. Politici
di questa regione, politici in buona parte con radici friulane e di
lingua madre friulana.
Ognuno
di essi potrebbe essere chiamato a comporre quelle nuove unioni
territoriali intercomunali secondo lo schema di disegno
dell'ipotizzata
riforma di ordinamento degli enti locali che la giunta regionale
intenderebbe far calare sulle teste del milione di cittadini che
compongono quelle che sono le province di Gorizia, Pordenone e Udine.
I
cittadini vorrebbero che i sindaci degli attuali comuni friulani
facessero davvero i politici. Vorrebbero sentirli esprimere il loro
parere anche su temi di politica regionale.
Certamente,
perché sono loro i politici di oggi, ma soprattutto perché adesso
spetta a loro delineare quale sarà l'assetto futuro
dell'intero Friuli, Trieste a parte.
Una
eventuale riforma stabilita dalla Regione potrebbe decidere le sorti
dell'intero Friuli per i prossimi 50 anni, se non per l'intero secolo
XXI.
La
giunta regionale non può pensare di fare tutto da sola legiferando
allegramente su un tema così importante per lo sviluppo futuro di
questo piccolo lembo di terra, ma deve ascoltare il parere anche di
tutti i sindaci del Friuli, perché essi sono i rappresentanti del
popolo friulano.
I
sindaci del Friuli, a loro volta, devono prendersi le loro
responsabilità e rendersi
conto che il destino di centinaia di migliaia di persone passerà
anche attraverso le loro convinzioni e la loro azione politica.
Riflettano, dunque, molto bene tutti i sindaci del Friuli! Si
preparino adeguatamente a dire dei no convinti, se occorre.
Non
accettino passivamente le direttive del partito.
Pensino
sì al loro comune, grande o piccolo che sia, ma guardino, in
un'ottica più vasta, intercomunale, anche alle problematiche future
di tutto il Friuli. Comincino
a pensare in grande.
Roberto Meroi
Ieri, 26 novembre 2014, il Consiglio regionale della Regione Friuli-Venezia Giulia, squallidamente semivuoto perché tutti i partiti di opposizione + il M5S sono usciti dall'aula consiliare in segno di protesta, ha approvato con i soli voti della maggioranza (Pd + Sel), una PESSIMA legge di riforma degli enti locali sulla quale, per altro, pende un rinvio alla Corte Costituzionale in quanto si è voluto svuotare le province prima ancora che la Costituzione italiana e lo Statuto speciale di autonomia della nostra regione, fossero modificati. Come dire che il carro è stato messo davanti ai buoi.
RispondiEliminaI Sindaci dei Comuni friulani sono preoccupati, ma non osano, purtroppo, protestare più di tanto.
Quanto costerà ai cittadini di questa regione, il loro silenzio? Quando oseranno "pensare in grande" e "protestare" difendendo così l'interesse dell'intera comunità friulana?