REGIONE
Disegno
di legge regionale 68
di
riordino degli enti locali
"Panontin"
…........
A
TRIESTE I POTERI
DELL'AREA
METROPOLITANA
LA REGIONE
"ASSO PIGLIA TUTTO"
AL FRIULI
(PROVINCE DI UD, PN E GO)
SOLO
UNA CORDA PER IMPICCARLO !!!
…...................
Dal
sito internet
del
settimanale LA VITA CATTOLICA (Ud)
FORTE
INVOLUZIONE DELLA REGIONE.
BUTTATI
50 ANNI DI AUTONOMIA
"Un
disegno ancora fortemente accentratore che vede la Regione
protagonista a danno dei territori svuotati di autonomia e potere
decisionale.
I sindaci nei loro Comuni e nelle Unioni saranno meri esecutori materiali e per di più con risorse ancora tutte da scoprire”.
I sindaci nei loro Comuni e nelle Unioni saranno meri esecutori materiali e per di più con risorse ancora tutte da scoprire”.
Nella
grande ed evidente confusione che caratterizza il disegno di legge 68
di riordino degli enti locali è questa, secondo il presidente
dell’Upi (Unione province italiane) del Friuli-V.G., Pietro
Fontanini, l’unica preoccupante certezza per il destino della
Regione che, dopo 50 anni di applicazione dei principi di autonomia e
decentramento, si appresta a un’inversione di rotta: Regione
sola al comando ed enti locali marginalizzati.
“Altro
che sfida culturale per gli amministratori locali, per usare le
parole dell’assessore Panontin – aggiunge Fontanini –: sarà
la Regione a dettare tutte le regole mentre i primi cittadini avranno
le mani legate e dovranno fare i conti soprattutto
con le penalizzazioni finanziarie in caso di non adesione all’Unione
e di performance finanziarie lontane dai risultati che sarà sempre
la Regione a decidere”.
Vicenda
travagliata quella del ddlr 68 e non ancora conclusa. La conferma
arriva dal presidente della V Commissione Vincenzo Martines che, a
lavori conclusi, si è affrettato a definire il testo licenziato “un
cantiere aperto”.
Fontanini
tuona contro la mancanza di una seria analisi e della necessaria
ponderatezza con cui una materia così importante è stata affrontata
negli ultimi mesi. “Alla
prima versione del disegno di legge ne sono seguite svariate altre –
commenta il presidente dell’Upi regionale – un
segnale tangibile e imbarazzante per una Regione che vuole fregiarsi
del titolo di ‘laboratorio delle riforme’, e che evidenzia
l’inadeguatezza dell’estensore del provvedimento e degli uffici
regionali che lo affiancano nella gestione di una tematica così
delicata. Il futuro che attende gli amministratori
locali è pieno di incognite”.
A preoccupare non è solo il ddlr 68 in sé ma la strategia ispiratrice di fondo: la spoliazione dell’autonomia dei territori.
"I
cittadini - chiarisce Fontanini - eleggeranno sindaci e consiglieri che non gestiranno più le funzioni e le risorse del loro territorio: saranno le Unioni e quindi i loro componenti più forti o gli accordi sopra o sottobanco, a decidere.
Non
avranno voce in capitolo nemmeno per gli acquisti dei propri Comuni
visto che entrerà a regime la centrale unica di committenza
regionale”.
Nessun
margine d’azione nemmeno sul versante degli investimenti
“perché - aggiunge Fontanini – la Regione, anche per i prossimi
tre anni, con il protocollo firmato con lo Stato, ha confermato le
attuali restrittive regole del patto di stabilità, che il resto
d’Italia a breve potrebbe non applicare più”.
In questo contesto, le Province saranno presto smembrate di funzioni. “La gran parte delle competenze – commenta Fontanini – in perfetta sintonia con un neocentralismo imperante, saranno assegnate alla Regione e quindi lontano dai cittadini e dalle imprese, con conseguente aumento di inefficienza, burocrazia, tempi e livello di spesa”.
In questo contesto, le Province saranno presto smembrate di funzioni. “La gran parte delle competenze – commenta Fontanini – in perfetta sintonia con un neocentralismo imperante, saranno assegnate alla Regione e quindi lontano dai cittadini e dalle imprese, con conseguente aumento di inefficienza, burocrazia, tempi e livello di spesa”.
Fontanini
definisce ridicole le funzioni rimaste in capo alle Province, “un
affronto per enti virtuosi nella spesa ed efficaci nei servizi
riconosciuti a livello nazionale ma scomodi in Friuli-V.G.”.
La
riforma che si appresta all’esame del Consiglio regionale
rappresenta, secondo Fontanini, “un clamoroso passo indietro,
un’involuzione per la nostra Regione che, proprio
esercitando in modo virtuoso l’autonomia e favorendo il
protagonismo dei territori, ha raggiunto obiettivi importanti in
svariati settori.
Autonomia
che permea tutto il sistema degli enti locali e che viene ora
sacrificata nel nome di un risultato propagandistico
ben lontano dalle reali esigenze di sviluppo, di ammodernamento e di
competitività del Friuli-Venezia Giulia”.
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Da
il quotidiano
IL PICCOLO di Trieste
“ (…) Nella mia legge di riforma degli enti locali non c’è la città metropolitana, perché non c’è nella legge statutaria che abolisce le province dopo un voto quasi unanime dell’aula consiliare, compreso il M5S. Gli unici astenuti furono i Cittadini» spiega l’assessore regionale alle Autonomie locali Paolo Panontin. «Nella mia riforma non parlo di città metropolitana perché c’era quel voto da rispettare.
INTENDIAMO COMUNQUE DARE DIGNITA' ALL'AREA
GIULIANA.
Qualche idea c’è» aggiunge Panontin. Non sarà la città metropolitana immaginata da Delrio.
«IL PROBLEMA E' DI FORMA PIU' CHE SOSTANZA. NOI VOGLIAMO DARE ALL'AREA GIULIANA TUTTE LE PREROGATIVE DI UN'AREA METROPOLITANA», insiste l’assessore.(…)”
di Fabio Dorigo - 4 novembre
2014
A scanso di equivoci, l'area giuliana (sic!) è la Provincia di Trieste composta da una città (Trieste - circa 200 mila abitanti ) e pochissimi comuni limitrofi.
RispondiEliminaN.B. Nessun abitante della Provincia di Trieste si definisce "giuliano", termine di uso esclusivamente mediatico (stampa e RAI). I cittadini di Trieste si definiscono, giustamente "triestini" e il Carso triestino è abitato quasi esclusivamente da cittadini italiani di lingua slovena che è dubitabile si ritengano "giuliani".
RispondiEliminaPROSSIMAMENTE ALLA TRASMISSIONE TELEVISIVA RAI - "CHI LO HA VISTO?" :
RispondiEliminaStatuto speciale della Regione autonoma
Friuli - Venezia Giulia
Legge costituzionale
31 gennaio 1963, n. 1
e successive modifiche e integrazioni
Art. 11
La Regione esercita normalmente le sue funzioni amministrative DELEGANDOLE alle Province ed ai Comuni, ai loro consorzi ed agli altri enti locali, o avvalendosi dei loro uffici.
(...)
....................
La terminologia "area giuliana" è funzionale ad una colonizzazione di territori che non fanno parte della Provincia di Trieste (ex .territorio TLT zona A).
RispondiEliminaParlando di "provincia di Trieste" si indica un territorio con confini definiti e chiari, e quindi a chi a Trieste ha sogni di ampliamento territoriale, questa terminologia non va bene per ovvi motivi.
Ma cos'è " l'area giuliana"?
E' un elastico estensibile a piacimento della politica triestinocentrica e dei sogni di espansione di Trieste.
La "Venezia Giulia" non esiste, così come non esistono i "giuliani". Venezia Giulia è un nome politico utilizzato dal fascismo in funzione antislava e funzionale all'irredentismo italiano di fine 1800....
Non solo non esiste la Venezia Giulia, ma non esiste nemmeno la "provincia di Trieste", poiché nel 1954 si sono dimenticati di reistituirla (e infatti nello Statuto regionale del 1963 si cita il Comune di Trieste e gli altri 5 piccoli comuni), dunque essa è di fatto abusiva!
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