mercoledì 6 gennaio 2016

"FUSIONI COMUNI: SERVONO PROPRIO?" - L'OPINIONE DI UN SINDACO


Riforma regionale
Enti Locali
L.r. 26/2014

FUSIONI COMUNI
Servono proprio?
 
   
E la storia e l'identità dei territori? Valori fondamentali che non possono essere dimenticati dal legislatore o inutile "paccotaglia"?

La Storia e  la  Identità di una  Comunità  possono  essere svendute per far quadrare i conti di un Bilancio Comunale ampiamente taglieggiato dal Governo centrale (oggi Matteo Renzi, ma ieri tutti i Presidenti del Consiglio da Monti in poi)?

E poi perché il Governo centrale (Roma) sistematicamente toglie fondi e risorse sempre e solo agli Enti locali nel mentre sono nello Stato gli sprechi maggiori?      

E le “CONVENZIONI” previste - in alternativa alle unioni dei comuni e alle fusioni - dalla legge statale di riforma enti locali? Non sono forse un'ottima soluzione per risolvere i problemi dei Comuni senza cancellarne l'identità e la storia e nel rispetto dell'art. 5 della Costituzione italiana (principio autonomistico)?



LA REDAZIONE DEL BLOG

 
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L'OPINIONE DI UN SINDACO

 

Da il quotidiano

IL MESSAGGERO VENETO (Ud)

lunedì 4 gennaio 2014, pag. 22


Comune di Treppo Grande

Celotti: ecco la nostra soluzione
per mantenere l'identità

"C'è una differenza sostanziale tra la necessità di fusione e la volontà di fusione. E io credo che a Treppo Grande non esistano nessuna delle due, perchè il paese che rappresento ha una forte identità, sia comunale che frazionale".
Così la pensa il sindaco Manuela Celotti, secondo la quale sarebbe un grave errore dunque vedere nella fusione l'unica soluzione ai problemi che il Comune di Treppo Grande condivide con moltissimi altri enti locali, piccoli, medi o grandi che siano."A me sembra – prosegue – che l'ansia di trovare soluzioni semplici e immediate a problemi complessi favorisca ragionamenti superficiali, rischiando di sacrificare l'identità, la storia e la rappresentanza del nostro Comune".

I due grandi problemi che affliggono i Comuni medi e piccoli sono il ridotto numero di dipendenti e l'aumento generalizzato del carico burocratico.
 
"Per il primo problema – dice Celotti – la soluzione è la gestione associata di alcuni servizi ( e i Comuni lo fanno da anni ), mentre per il secondo “basterebbe” mettere in atto la tanto nominata semplificazione.
Lo dico quindi in modo chiaro, come ho già fatto durante l'ultimo consiglio: la mia amministrazione è favorevole a percorrere la strada della collaborazione fra enti, che ci ha portati, nell'attesa di capire cosa avverrà rispetto all'UTI collinare, ad approvare le convenzioni per la gestione associata di alcuni servizi; non è invece favorevole a rincorrere progetti di fusione che non sarebbero comunque risolutivi, soprattutto all'interno dello scenario di una riforma degli enti locali che punta su uno sviluppo di area vasta.
Quando un Comune, per piccolo che sia, esprime una vitalità politica e amministrativa, e ricordo che alle ultime elezioni a Treppo Grande abbiamo visto ben 3 candidati sindaci e 6 liste a sostegno, e quando può contare su un tessuto comunitario vitale, quale è il nostro, allora chi lo amministra ha il dovere di cercare soluzioni che risolvano i problemi “logistici” del paese tutelandone identità e storia."  

"Così - conclude Celotti -, se  l'amministrazione  precedente vedeva  nella fusione  l'unica  soluzione  possibile, l'attuale amministrazione  comunale ha  trovato  soluzioni diverse. Per garantire la sostenibilità amministrativa, chiusa l'esperienza dell'Unione, abbiamo stipulato semplici convenzioni con il Comune di Buja, con il quale collaboriamo in modo reciprocamente rispettoso."

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3 commenti:

  1. Non bastavano le UTI inventate a tavolino in qualche ufficio regionale e poi imposte a TUTTI i Comuni (grandi, medi e piccoli!!!) a forza di commissariamenti e fondi tagliati (il 30% dei trasferimenti spettanti!!!) per chi non ci sta?

    Ora abbiamo anche il PIANO FUSIONI COMUNI, ugualmente inventato a tavolino al chiuso di qualche ufficio regionale...

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  2. La legge statale di riforma degli enti locali nr. 56/2014 (legge Delrio) prevede forme associative e fusioni tra Comuni solo per i Comuni con un numero di abitanti non superiore a 5.000 o 3.000 ( se montani). E ci risulta prevedere anche forme di REFERENDUM sia per le Unioni di Comuni che per le fusioni.

    La legge regionale sulla riforma degli enti locali, relativamente alle UTI viene IMPOSTA a TUTTI i Comuni regionali anche se con più di 5.000 abitanti....

    Ai sensi della sentenza della Corte Costituzionale nr. 50/2015, le UNIONI DI COMUNI non sono nuovi Enti ma soltanto una "forma istituzionale associativa di Comuni".

    La legge DELRIO rispetta l'autonomia dei Comuni nel momento in cui offre l'alternativa delle CONVENZIONI tra Comuni....

    Giusto per la precisazione....

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  3. "E la storia e l'identità dei territori? Valori fondamentali che non possono essere dimenticati dal legislatore o inutile "paccotaglia"?" - La redazione del Blog.

    Per il duo Panontin/Serracchiani, la risposta siamo certi che è: INUTILE PACCOTAGLIA!!!

    E infatti sia le UTI che le Fusioni di Comuni, sono state progettate a tavolino dalla Giunta regionale senza tener minimamente conto né del territorio, né della identità territoriale, né della storia del territorio!

    L'identità è il più importante valore di una Comunità!!!

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