LE UTI?
"IL TRIONFO
DELLA BUROCRAZIA"
Una intervista
all'economista
Fulvio Mattioni
pubblicata
sul settimanale
IL
FRIULI
Venerdì
18 dicembre 2015
La
riforma delle Uti? "Da cambiare a stretto giro di posta, anche
se uscisse indenne dai ricorsi al Tar”.
E' impietosa l'analisi
dell'economista Fulvio Mattioni
sulla rivisitazione degli enti
locali (...)
(…)
Insomma, questa riforma, che andrebbe cambiata ancora prima di vedere
la luce, è fatta per i burocrati e non per i cittadini e le imprese.
E che questo sia un 'flop' della politica lo dimostra anche il fatto
che a decidere di quello che accadrà in futuro sarà il tribunale,
al quale tanti primi cittadini hanno fatto ricorso, e non i nostri
rappresentanti”.
Dal sito internet della CISL-Udine
LE UTI? IL TRIONFO DELLA BUROCRAZIA
La
riforma delle Uti? "Da cambiare a stretto giro di posta,
anche se uscisse indenne dai ricorsi al Tar”.
E'
impietosa l'analisi dell'economista
Fulvio Mattioni sulla
rivisitazione degli enti locali, che
prevede appunto la costituzione delle Uti a fronte dell'abolizione
delle quattro Province del Fvg: "doveva migliorare servizi e
riequilibrare i territori, ma l'unica a vincere è stata la
burocrazia".
SPINTA
DELLA CRISI.
"Tale riforma - ragiona Mattioni - è venuta alla luce, dopo
le 'sperimentazioni' passate sulla spinta della necessità di
rispondere alla crisi della finanza pubblica. Insomma,
era emerso il problema vero di spendere di meno. Tuttavia, per
ottenere questo scopo, era indispensabile mettere mano al sistema
composto dalla Regione e dalle sue società 'in house' da una
parte e degli enti locali dall'altra. Due gli obiettivi:
tagliare gli sprechi e migliorare i servizi pubblici. Vista la
situazione, insomma, era indispensabile far pagare meno questi
ultimi ai cittadini, il che equivale a dare loro più risorse”.
DECENTRAMENTO
NECESSARIO.
"Visto
che - continua l'economista - gli
sprechi erano imputabili soprattutto alla Regione
(in caso contrario, non sarebbe servita alcuna riforma e sarebbe
bastato lasciare che i Comuni razionalizzassero la propria spesa
mettendosi assieme su base volontaria), si
sarebbe dovuto cominciare da li. E l'unico modo
di riformarla sarebbe stato quello di decentrare alcune funzioni
(penso al collocamento, alle energie alternative, trasporto
pubblico agricoltura, foreste e turismo) e su questa base
disegnare i confini delle Unioni territoriali. All'amministrazione
regionale sarebbero dovuti rimanere, salvo settori come quello dei
rifiuti, dei porti, delle ferrovie, i compiti d'indirizzo e di
monitoraggio. In particolare, si sarebbe dovuto puntare su una
gestione più manageriale dei servizi pubblici e del welfare”.
CAMMINO INVERSO. Invece, per Mattioni, si è fatto il cammino inverso, partendo proprio dal 'pezzo' del sistema che meno aveva bisogno di essere rivisitato: "da una parte, i Comuni avevano già preso la strada della gestione manageriale dei servizi, mentre la Regione è sempre stata caratterizzata da un modo di fare burocratico. Dall'altra, i municipi erano già entrati nell'ottica del risparmio: i trasferimenti da parte della Regione sono diminuiti, nel corso degli anni, del 30 per cento. Insomma, si è intervenuti proprio su quella parte del sistema che già era ridotta all'osso. Senza contare che, invece di tener presenti le esperienze già maturate in passato sul nostro territorio, è stata 'importata' l'impostazione Del Rio, che parte già vecchia e non ha alle spalle alcuna sperimentazione. Vista la nostra competenza primaria in materia di enti locali, si sarebbe potuto 'partorire' qualcosa di meglio”.
Un altro
tema è quello del riequilibrio territoriale, "che è
contenuto - ricorda Mattioni - anche nel nostro Statuto regionale.
Si tratta di un obiettivo importante: è ciò che garantisce che a
tutti i cittadini siano dati gli stessi servizi e allo stesso
costo. Invece
di creare un 'colosso', ovvero l'Uti triestina i cui confini
ricalcano quelli dell'ormai ex Provincia, e 17 'nanetti',
si sarebbero dovute creare almeno altre due aree urbane di grandi
dimensioni (Udine e Pordenone) e, accanto a queste, altri pochi
enti leggermente più piccoli. Invece, ci troviamo davanti al
Golia triestino, che per le sue dimensioni rischia di attirare la
gran parte degli investimenti, e di 17 Davide che avranno
difficoltà a garantire tutti i servizi necessari ai propri
cittadini”.
FLOP DELLA POLITICA. Chi ci guadagna da tutto questo pare essere solamente la burocrazia. "Già in passato - conclude Mattioni - il comparto unico, costato 470 milioni, aveva reso meno elastici ed efficienti i municipi (tolto il collocamento passato alle Province per una norma nazionale, la mobilità dei dipendenti pubblici ha riguardato ben 16 persone). Ora i sindaci, gli unici che il cittadino può 'tirare per la giacchetta' in caso di disservizi e non coinvolti nella stesura del testo, si trovano ad aver a che fare con un livello burocratico in più.
Insomma, questa riforma, che andrebbe cambiata ancora prima di vedere la luce, è fatta per i burocrati e non per i cittadini e le imprese. E che questo sia un 'flop' della politica lo dimostra anche il fatto che a decidere di quello che accadrà in futuro sarà il tribunale, al quale tanti primi cittadini hanno fatto ricorso, e non i nostri rappresentanti”.
...........
E intanto l'ente regione continua ad accentrare TUTTO, ma proprio TUTTO in Piazza Unità d'Italia a Trieste spogliando il territorio e gli altri enti locali: ora è la volta dei musei la cui gestione sarà centralizzata nel solito ente/agenzia "BARACCONE" regionale....
RispondiElimina(...) Dall'altra, i municipi erano già entrati nell'ottica del risparmio: i trasferimenti da parte della Regione sono diminuiti, nel corso degli anni, del 30 per cento. Insomma, si è intervenuti proprio su quella parte del sistema che già era ridotta all'osso. Senza contare che, invece di tener presenti le esperienze già maturate in passato sul nostro territorio, è stata 'importata' l'impostazione Del Rio, che parte già vecchia e non ha alle spalle alcuna sperimentazione. Vista la nostra competenza primaria in materia di enti locali, si sarebbe potuto 'partorire' qualcosa di meglio”. (...)
RispondiEliminaCOMMENTO:
Prima la Regione ( e anche lo Stato centrale) tagliano "a pieni mani" i finanziamenti ai Comuni e poi.... li spingono a unirsi perchè - secondo i tagliatori di teste altrui - non avrebbero "le forze finanziarie" e il numero di dipendenti sufficienti per assolvere singolarmente alle funzione loro delegate...
RIDICOLI!! RIDICOLI!!
Date ai Comuni i mezzi finanziari e di personale adeguati e non ci saranno più problemi.
Semplificate la BUROCRAZIA oggi asfissiante e solo questo sarà sufficiente a ridurre i costi....
E il primo a ridurre gli sprechi dovrebbe essere lo Stato centrale, a seguire poi le regioni.
Le Provincie non costavano quasi NULLA, ma sono state offerte alla opinione pubblica come agnello sacrificale. Ora tocca ai Comuni, pilastro portante dell'amministrazione italiana?
Quando toccherà ai "Tagliatori di teste"? Mai?
DOMANDA: CHI CI GUADAGNA?
RispondiEliminaRISPOSTA. LA BUROCRAZIA REGIONALE!!!