IL VIGNETO FRIULI
Il
“ratto” della Ribolla Gialla:
scambi oscuri tra Friuli e Veneto
per svendere la varietà
ed espandere il Prosecco
di Fabio Giavedoni
2 dicembre 2015
http://www.slowfood.it/slowine/il-ratto-della-ribolla-gialla-scambi-oscuri-tra-friuli-e-veneto-per-svendere-la-varieta-ed-espandere-il-prosecco/
Partiamo
da alcuni dati di fatto:
– il
consumo e la richiesta di vini “con le bollicine” – quelli
prodotti nobilmente con Metodo Classico ma soprattutto quelli
vinificati in autoclave – è cresciuto a vista d’occhio negli
ultimi anni, quanto meno in Italia.
– il
Prosecco si è imposto con forza sui mercati di tutto il mondo, e
veleggia saldamente verso l’ambizioso obiettivo di un miliardo di
bottiglie.
–
prima di questa
incredibile ascesa “chi governa” aveva avuto la bella idea di
“blindare” il termine Prosecco estendendo la zona di produzione
verso est fino al paese omonimo in provincia di Trieste (e
incredibilmente anche verso ovest, includendo le province di Padova e
Vicenza…), legando in tal modo il nome a un luogo geografico; un
astuto stratagemma che vieta quindi l’utilizzo del termine Prosecco
al resto del mondo.
– contemporaneamente
a ciò hanno preso piede in Friuli, velocemente e sostanziosamente,
gli impianti di glera, il nuovo nome che ora si da al vitigno che
origina il Prosecco: partendo praticamente dal nulla, raggiungono ora
gli 3.700 ettari di superficie vitata, per una produzione di oltre
500.000 ettolitri. La massima parte del Prosecco prodotto con queste
uve viene però vinificato e/o commercializzato da aziende che non
sono friulane (principalmente venete).
– anni
fa in Friuli sono sorte come funghi etichette mai viste di Ribolla
Gialla Spumante, crediamo proprio per venire incontro alle richieste
del mercato delle bollicine. Storicamente era una sola l’etichetta
di Ribolla Gialla Spumante che si conosceva in Friuli: quella di
Collavini, azienda di Corno di Rosazzo, che da 30 anni produce un
ottimo Charmat lungo (almeno 28 mesi sur lies) con la ribolla; ora se
ne contano decine, in massima parte di mediocre qualità.
–
la
Ribolla è il vitigno simbolo dei produttori di Oslavia – e oggi
anche di altri territori delle colline friulane, nonché della Brda
slovena – che da tempo hanno preso a macerare queste uve durante la
fermentazione per produrre quei vini importanti e corposi che si sono
imposti nel mondo con il nome di Orange
wines.
Leggi in materia tutto quello che c’è da leggere su Josko Graver,
Damijan Podversic, Stanko Radikon e molti altri ancora …
– ultimo
dato di fatto: la ribolla gialla non è tra le varietà ammesse nei
vari disciplinari di Doc e Igt del Veneto, ma negli ultimi anni in
questa regione ne è stata piantata tantissima – sembra più di
1.000 ettari – soprattutto in pianura, in modo quasi illegale; così
tanta che i vivai di Rauscedo (in Friuli, sono tra i più grandi
produttori di barbatelle in Italia, ndr) da tempo non riescono ad
accontentare la richiesta di piantine di ribolla che viene dai pochi
produttori friulani di collina perché tutto è già stato prenotato
dai veneti.
Bene,
cosa sta succedendo in questi giorni?
Rumors
molto attendibili ci avvertono che sarebbe stato proposto un patto
tra la regione Veneto e la regione Friuli Venezia Giulia che prevede
la possibilità di un’ulteriore estensione della superficie vitata
a glera in Friuli (per produrre uve atte a diventare Prosecco): si
parla di circa 1.000 ettari. Allo stesso tempo il patto prevede il
beneplacito, da parte della regione Friuli Venezia Giulia, al
progetto di nuova Doc transregionale sul Pinot Grigio, su cui abbiamo
già scritto in passato (se vuoi leggere tutta la vicenda clicca
qui e poi clicca
anche qui). Ma
soprattutto il patto prevede la possibilità per i produttori veneti
di produrre finalmente Ribolla Gialla,
in particolare nella tipologia Spumante ma anche, dopo adeguata
revisione dei disciplinari, in versione ferma.
Insomma
quella che era diventata una varietà fortemente identitaria per il
Friuli – pensiamo in particolare ai vini fermi e/o da uve macerate
– sta per essere svenduta a una regione confinante, che l’ha già
piantata in terreni non vocati per la produzione di grandi vini ma
ottimi per garantire rese generose per vini “con le bollicine” di
mediocre qualità.
Non
c’è che dire, una bella Caporetto per il Friuli!
Nulla
di tutto questo però è definitivo, anzi speriamo che i rumors
che abbiamo raccolto non siano così veri come sembra; in caso
contrario proporrei una pacifica ma decisa sollevazione di popolo:
che ne dite?
FABIO GIAVEDONI
Da facebook – RIBOLLA OSLAVIA WINE
RispondiElimina12 MAGGIO 2015
Le bottiglie sono già arrivate a Milano, domani tocca a noi!
Presentiamo la Ribolla Gialla di Oslavia a Expo 2015 Milano, alle 16.30 nella sala Convivium del padiglione Vino a taste of italy.
È vero, Oslavia è un fazzoletto di terra che sembra scomparire di fronte alla platea mondiale dell'Expo. Ma siamo orgogliosi del nostro lavoro e di queste colline.
Soprattutto siamo convinti che la Ribolla Gialla sia un vitigno unico e prezioso, capace di primeggiare fra i grandi bianchi di tutto il mondo.
Speriamo di riuscire a trasmettere innanzitutto questo amore anche ai tantissimi visitatori dell'Expo.
Con we love FIEGL wine, Il Carpino, Dario Princic, La Castellada, Primosic, Radikon Wines.
https://www.facebook.com/ribollawine/posts/848667825208873
TITOLO: Ribolla gialla, bandiera di tutto il Collio storico
RispondiEliminadi CLAUDIO FABBRO
31 marzo 2007 – da il quotidiano IL MESSAGGERO VENETO (Ud) (Archivio)
http://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2007/03/31/UD_09_AGENDA5.html
TESTO
Antichissimo vitigno coltivato in Friuli Venezia Giulia nelle provincie di Gorizia e Udine, nelle colline slovene della 'Goriska Brda" e, per il passato, in Istria.
Secondo taluni autori la Ribolla corrisponderebbe all'Avola o Evola dei romani. Altri sostengono che il Pucinum, tanto caro all'imperatrice Livia Drusilla, avesse come base la Ribolla.
Il primo documento risale al lontano 1299 e si riferisce agli atti del notaio Ermanno di Gemona in 'Notariorum Joppi". Si tratta di un contratto di vendita. Il Dalmasso, nel III volume della 'Storia della vite e del vino", in 'Annali del Friuli" di F. Manzano, ricorda che nel XII secolo il Friuli forniva alla Repubblica di Venezia la Ribolla del Collio.
In un documento di compravendita di un terreno sito in comune di Barbana (ora in Brda), nel 1376, si precisa invece che da tale appezzamento il colono ricavava 'sex urnas raboli". La presenza del vino Raibola (o Ràbola) dell'Istria e del Collio, nel Friuli, risulta anche da un documento stilato ad Udine nel 1324.
Fino agli inizi del '900 la Ribolla veniva coltivata in tutto il Collio, anche in mescolanza con vecchi vitigni locali, tipo 'Pogroznica", 'Pila" e "Glera". Negli anni 60, nel Collio, è venuto meno l'interesse per la Ribolla, crescendo, per contro, la simpatia per altri vitigni quali Tocai friulano, Pinot bianco e grigio, Sauvignon, Traminer e Riesling.
Nella Goriska Brda, invece, si è creduto maggiormente nelle potenzialità del vitigno, che negli anni 80 rappresentava oltre il 65% della produzione totale. Il riconosciuto 'Padre della Ribolla" (alias 'Rebula") fu, per oltre trent'anni, il direttore della Cantina sociale di Casteldobra, l'ingegner Zvonimir (Miro) Simcic, accademico della vite e del vino. Solo nell'ultimo decennio l'introduzione di varietà 'universali" a bacca bianca è stata, nella 'oriska Brda", prerogativa della generalità dei viticoltori.
(segue)
TITOLO: Ribolla gialla, bandiera di tutto il Collio storico
RispondiEliminadi CLAUDIO FABBRO
31 marzo 2007 – da il quotidiano IL MESSAGGERO VENETO (Ud) (Archivio)
http://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2007/03/31/UD_09_AGENDA5.html
TESTO
(SECONDA E ULTIMA PARTE)
In due disciplinari della nostra regione di produzione dei vini Doc è possibile ritrovare la Ribolla gialla: Collio (53 ettari circa) e Colli orientali del Friuli (più di 65 ettari). A onor del vero quando venne emanato il Dpr 24.05.1968 di riconoscimento della Doc Collio nello stesso veniva ricompresa la Ribolla gialla non già 'in purezza", bensì riunita in un 'uvaggio" che fotografava la situazione del Collio 'classico" in cui almeno il 90% dei vigneti era costituito da vitigni a bacca bianca; le vecchie vigne erano in gran parte una miscela di Ribolla (45-55%) con Tocai friulano e Malvasia istriana.
Nel 1968, nel Collio, il Pinot bianco era in grande accelerazione e c'era ancora spazio per gli aromatici (Traminer e Riesling). Pinot grigio e Chardonnay verranno in seguito, così come il Cabernet sauvignon. Nelle successive modifiche del disciplinare e da ultimo con il Dpr 25.03.1998 (Gazzetta ufficiale nº 88 del 16.04.1998) il Collio, pur mantenendo e ampliando l'uvaggio comprendente la Ribolla, ha ammesso anche la tipologia in purezza aderendo, come era giusto, alle due scuole di pensiero.
Nei Colli orientali, per contro, la Ribolla gialla sin dal primo disciplinare (Dpr 20.07.1970) era prevista in purezza. In tale caso evidenzia tutta la sua piacevole freschezza (vinificazione in bianco, affinamento in acciaio, controllo termico) che ne fa un partner ideale con tutti gli antipasti a base di pesce. Va servito fresco (10 gradi circa).
Per fare il punto sullo stato dell'arte di questo grande autoctono una delegazione dell'Accademia della vite e del Vino con il presidente professor Antonio Calò, il professor Angelo Costacurta, l'enologo Marco Felluga e per la parte slovena l'ingegner Miro Simcic /I/BB(nella foto)/I/B, nonché vari tecnici e viticoltori, si è ritrovata a Russiz Superiore di Capriva. Nell'occasione sono stati degustati – in forma anonima – ben 19 campioni (Collio e Brda), in un affascinante confronto fra vini giovani, invecchiati e lungamente macerati.
L'Accademia è stata costituita il 30 luglio 1949 dal Comitato nazionale vitivinicolo con decreto firmato dall'allora presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, ed eretta a Ente morale il 25 luglio 1952. Comprende 555 membri (onorari, ordinari, corrispondenti italiani e stranieri) e ogni categoria è a numero chiuso.
claudiofabbro@tin.it
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E' certo che la scelta di accantonare i vini autoctoni friulani di grandissima qualità in favore del vino Prosecco è una scelta vincente? In prospettiva futura non potrebbe essere una grandissimo errore commerciale?
RispondiEliminaSono proprio questi grandi vini autoctoni (soprattutto i vini bianchi) che hanno fatto grande il "Vigneto Friuli"....
Due sono le scelte che si possono fare: produrre vino in grande quantità a prezzo commerciale o produrre vino più costoso di altissima qualità e come tale riconosciuto dal mercato che lo acquista proprio perché "VIGNETO FRIULI = QUALITA".....
Un dubbio ATROCE:
RispondiEliminache i politici di casa nostra - improvvisati "enologi"!!! - che sono chiamati a decidere dei destini della viticoltura regionale, CONFONDANO ancora la Ribolla gialla (rebula) con la Ribolla che si beve mangiando le castagne...
Sono due vini completamente DIVERSI e la Ribolla gialla (rebula) - che la Giunta regionale vuole regalare ai veneti - è un vino PREGIATISSIMO e ANTICO - oltre che autoctono friulano, del grande valore qualitativo che NON VA SVENDUTO ad una regione confinante!