venerdì 11 dicembre 2015

"AUTONOMIA SOTTO ASSEDIO" di GIORGIO CAVALLO



Autonomia

sotto assedio


di

GIORGIO CAVALLO


La discussione sul futuro della nostra regione si sviluppa su due fondamentali livelli: tra specialisti, o che si ritengono tali, e tra la gran massa dei cittadini che respirano informazioni e sensibilità semplificate.

Mi riferisco a questa seconda vasta categoria di cui probabilmente dipenderà anche il futuro del Friuli-Venezia Giulia sia per il comportamento nel voto referendario sulle modifiche della costituzione, se ci sarà, sia per l'appoggio o meno che verrà dato nelle eventuali mobilitazioni per la revisione dello Statuto speciale del F-VG.

Allo stato attuale sono piuttosto pessimista su questo futuro perché nella pubblica opinione generica, anche grazie all’egemonia di organi di informazione sia a livello italiano che regionale, stanno passando due messaggi:
  • che le regioni hanno fallito nella loro azione di governo, dilapidando risorse in quelle normali ma soprattutto in quelle speciali, compreso il F-VG, e non sono state in grado di combattere adeguatamente contro la crisi economica e la devastazione del sistema produttivo ed occupazionale;
  • che, nello specifico nella Regione F-VG, considerando l’insieme delle amministrazioni pubbliche, si spenda molto di più di quanto competerebbe in base al prelievo fiscale. Su questo in particolare si è distinto il Messaggero Veneto  le cui elaborazioni sono state anche riprese da autorevoli organi di stampa “nazionali”.
In realtà nessuna di queste argomentazioni avrebbe la conseguenza logica di eliminare le Regioni, ed in particolare la nostra, ma questo è ormai una percezione diffusa e lo stesso direttore del Messaggero Veneto Cerno ha cominciato a preoccuparsi di esserne il portavoce e magari si è accorto che esiste ancora qualche voce, nel caso la Vita Cattolica, che cerca di raccontare meglio ciò che sta succedendo. 

Ma sono proprio i ragionamenti sopra riportati ad essere devianti e profondamente sbagliati anche nella interpretazione dei numeri:
  • è vero: il F-VG non è stato in grado di reagire efficacemente alla crisi ed i suoi dati macroeconomici, PIL innanzitutto e difficoltà del settore manifatturiero, sono impietosi. E va anche detto che la politica regionale non è in grado di esprimere legislazione ed amministrazione a misura dei tempi. Quindi nessun alibi per chi ha governato in questi anni. Ma vivaddio, il bilancio regionale, tra contributo della Regione e degli Enti Locali al risanamento della spesa pubblica e riduzione di entrate proprie per norme statali che incidono su queste come gli 80 euro famosi, ha avuto una riduzione di oltre 1 miliardo di euro all’anno, che, essendo spesa, corrisponde di fatto ad un -3% del PIL annuale. Improvvidi gli amministratori regionali a farsi tagliare in questa misura (e accollarsi in toto la sanità e la terza corsia dell’autostrada) ma è anche vero che ben difficilmente si può recuperare PIL riducendo drasticamente la spesa pubblica. Non siamo la Grecia ma il concetto è quello.
  • l’altra narrazione è falsa: non è vero che il calcolo del residuo fiscale ed i CPT (conti pubblici territoriali) dimostrano che in regione il pubblico spende più di quanto incassa.

    Se
    Ermano e Bressan
    quando hanno presentato i loro numeri sul Messaggero Veneto avessero controllato meglio le fonti si sarebbero accorti che nella contabilità delle amministrazioni pubbliche vengono calcolate (per il 2013) spese di 1,2 miliardi per la difesa e per la sicurezza, fatte sì nel territorio regionale ma per una funzione di carattere generale (il Trentino e il Sud Tirolo in tali voci non raggiungono i 0,4 miliardi di euro) ma soprattutto in quei conti c’è una cifra esorbitante di interessi pagati in Regione (3,5 miliardi) di cui la gran parte 2-2,5 miliardi di euro sono quanto lo stato paga alle Assicurazioni Generali, la cui sede legale è a Trieste, per i bond italiani da essa detenuti e che nel 2013 hanno oscillato tra i 58 ed i 54 miliardi. 

Come si può vedere i numeri si lasciano facilmente manipolare e anche i CPT sono di difficile verifica: tra l’altro la contabilità del 2013 indicherebbe che nel sistema pubblico allargato, dove sono comprese le imprese locali e nazionali fornitrici di servizi ai cittadini ed alla comunità, vi è in Regione F-VG un attivo di 1,5 miliardi di euro, che quindi farebbe andare in forte positivo il saldo finale. Tutto da verificare sugli apporti delle singole voci come per i conti che riguardano il residuo fiscale effettuati dalla CGIA di Mestre o da Eupolis Lombardia, e che comunque sono positivi per il F-VG pur in una situazione che peggiora di anno in anno a causa della crisi.

L’utilizzo di queste armi numeriche per rilanciare il centralismo statale come risolutore dei nostri problemi in una prospettiva futura è una manipolazione che peraltro non mette in conto che livelli di corruzione, esasperazione di spese pubbliche, incapacità politica risiedono in misura sicuramente superiore, perlomeno per quanto ci riguarda, nella macchina legislativa, amministrativa e giurisprudenziale dello stato, e che quindi l’indicazione di un unico criminale in questo frangente è una pura operazione ideologica.

I nostri problemi ci sono, e sono dei macigni, ma è sempre meglio puntare al rispetto del principio di sussidiarietà che alla magnanimità del principe.


Giorgio Cavallo


Udine 30 novembre 2015

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Il documento a firma di Giorgio Cavallo è stato pubblicato sul settimanale dell'Arcidiocesi di Udine LA VITA CATTOLICA , a pagina 8, giovedì 3 dicembre 2015, con il Titolo "3,7 miliardi in Difesa e Bond".  

Ringraziamo Giorgio Cavallo per averci concesso la pubblicazione della sua ottima analisi che dimostra indiscutibilmente come sia in atto un chiarissimo strumentale attacco giornalistico e politico alla nostra autonomia speciale.


La Redazione del blog


7 commenti:

  1. "(...) ma soprattutto in quei conti c’è una cifra esorbitante di interessi pagati in Regione (3,5 miliardi) di cui la gran parte 2-2,5 miliardi di euro sono quanto lo stato paga alle Assicurazioni Generali, la cui sede legale è a Trieste, per i bond italiani da essa detenuti e che nel 2013 hanno oscillato tra i 58 ed i 54 miliardi.(...)" - GIORGIO CAVALLO

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    E' del tutto evidente che quanto incassato dalla società ASSICURAZIONI GENERALI a titolo di interessi statali sui bond da essa posseduti, non finiscono né nelle casse della regione, né nelle tasche dei cittadini della regione F-VG, ma sono nella esclusiva disponibilità delle Assicurazioni Generali che poi, presumibilmente, li "spalmerà" in investimenti societari a livello nazionale o sotto forma di utili distribuiti ai suoi azionisti....

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    1. Sempre le Generali: le stesse che hanno preteso e fatto istituire più treni veloci, pagati dalla Regione, per collegare Trieste (senza passare per Gorizia, Udine e Pordenone) con Roma e Milano con vetture semivuote fino a Mestre ...
      tanto pagano i contribuenti delle altre province... mica le Generali!!!

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    2. SNAIT, sì sempre le Generali: come ben scrivi non possono prendere l'aereo Ronchi (G0) - Milano, ma necessitano di un treno "Trieste - Venezia - Milano"..... senza fermate nella bassa friulana! E poco importa che viaggi mezzo vuoto!

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  2. "(...) nella contabilità delle amministrazioni pubbliche vengono calcolate (per il 2013) spese di 1,2 miliardi per la difesa e per la sicurezza, fatte sì nel territorio regionale ma per una funzione di carattere generale (il Trentino e il Sud Tirolo in tali voci non raggiungono i 0,4 miliardi di euro) (...) GIORGIO CAVALLO

    COMMENTO

    Quando nella regione F-VG c'era UN TERZO dell'esercito italiano - SERVITU' MILITARI A PARTE ! - la nostra regione allora era la MANTENUTA D'ITALIA? O piuttosto sosteneva un onere gravosissimo, anche sul piano economico e ambientale, derivante dalle pesantissime servitù militari?

    E comunque le spese per la sicurezza non hanno un carattere generale e dunque da imputare a livello nazionale e non regionale?

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  3. E COSI' SCRIVEVA SEMPRE GIORGIO CAVALLO IL 2 NOVEMBRE 2014, RIFERENDOSI AL GIORNALISTA "UDINESE" TOMMASO CERNO NELLA SUA NUOVA VESTE DI DIRETTORE RESPONSABILE DEL MESSAGGERO VENETO:

    TITOLO - Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Un 2 novembre per il Friuli.

    Finalmente, con il fondo del 2 novembre, il nuovo direttore del Messaggero Veneto ha svelato il suo programma di regista del coro.

    Affidiamo per il momento a Debora Serracchiani la difesa possibile dell'Autonomia “virtuosa” e prepariamoci a lavorare per la macroregione del Nord in cui anche il Friuli potrà trovare la sua giusta collocazione.

    Chi conosce fin da piccolo il direttore del MV sa bene che è una persona intelligente e volpina nel costruire scenari attribuendo ad altri le argomentazioni a supporto delle proprie idee. In questo caso approfitta di una iniziativa denominata “plebiscito per l'indipendenza “ del Friuli, cerimoniosamente autenticata dal suo predecessore, e che in realtà era, come si è accorto chi ne abbia approfondito le caratteristiche, nulla di più che una originale e fantasiosa propaganda digitale per la costituzione di una associazione e per l'elezione del suo direttivo.

    Per Cerno tutto ciò che ha a che fare con l'identità friulana è in odore di retrò: per carità salviamo pure la lingua ma non sprechiamo soldi, e prepariamoci perciò ad affrontare seriamente il mondo dal punto di vista della Padania delle infrastrutture e delle reti. E costruiamo su questa prospettiva il nostro modello istituzionale per il futuro.

    Giorni fa, in occasione del resoconto di Marco Di Blas (blog del MV e del Piccolo del 26 ottobre) sulla disastrosa situazione dell'esercito austriaco, ho mandato ad alcuni amici uno scritto in cui proponevo di approfittare della situazione facendo inviare dall'Italia al nostro vicino un ultimatum con minaccia di invasione se non accettava, a cento anni dall'inizio della I Guerra mondiale, di riprendersi il Sud Tirolo, il Trentino, Trieste e il Friuli, non solo quello della Contea di Gorizia e Gradisca ma proprio tutto, anche per garantirsi un po' di continuità territoriale. In questo modo l'Italia potrebbe risolvere gran parte dei problemi di dissipazione gestionale e finanziaria legati alle Regioni a statuto speciale del nord e, lo penso ora dopo aver letto il pensiero di Cerno, avviare un serio federalismo del Nord Padano senza intralci di nostalgici.

    Per la verità io credevo di fare dell'ironia approfittando della poca dimestichezza dei friulani con i paradossi, mentre Cerno, che ha conosciuto il Friuli soprattutto nei locali alla moda di Udine e nei passi perduti del Consiglio regionale, di quanto scrive immediatamente se ne convince.

    Sarà opportuno cambiare prospettiva e cominciare guardare il mondo non più da Google ma di nuovo da Aquileia.

    Non allego contenuti seri a questo messaggio, sono altre le sedi in cui farlo, ma spero che, come auspica il neurolinguista Franco Fabbro, poiché i giovani non hanno né tempo né forze per occuparsi delle politiche e del Friuli, lo facciano i pensionati friulani, di cielo di terra e di mare, assieme ai percettori di vitalizi, fintanto che lo stato italiano non dichiarerà fallimento. Poi, per forza, dovranno occuparsene i giovani, le donne e gli immigrati.

    GIORGIO CAVALLO
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    1. Tommaso Cerno: qualche settimana fa mi è piaciuto il modo in cui è stato "demolito" in una trasmissione televisiva dal padre comboniano Giulio Albanese... finalmente qualcuno che non ha avuto soggezione per lui!

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  4. Ovviamente sul fronte "Messaggero Veneto" e i due esperti "Ermano e Bressan"...... silenzio tombale!

    Che non abbiano letto la contro-analisi di Giorgio Cavallo pubblicata su La Vita Cattolica?

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