venerdì 27 novembre 2015

PORTI DEL FRIULI - VENEZIA GIULIA: BISOGNA FARE CHIAREZZA



 
PREMESSA

Porto di Trieste e Porto Nogaro:
alcuni dati fondamentali
da tener presente



Il porto di Trieste è un porto COMMERCIALE (ossia con merci in transito) essenzialmente PETROLIFERO dove la voce petrolio greggio risulta valere ben il 70% della totalità delle merci sbarcate e imbarcate.
 
Il petrolio greggio - dai dati pubblicati dall'autorità portuale triestina e relativi al 2014 - infatti vale ben 41,5 milioni di tonnellate su un totale merci di 57,1 milioni di tonnellate.

Dati forniti dall'autorità portuale di Trieste - Anno 2014
 
- totale delle merci sbarcate ed imbarcate: 57.153.931 tonn.
  • petrolio greggio ed altre rinfuse liquide: 42.400.849 tonn.
  • petrolio greggio: 41.493.027 tonn.


E il restante 30% delle merci imbarcate e sbarcate nel Porto di Trieste?

Da il Piccolo di Trieste, 3 dicembre 2014
 

TRIESTE. Un anno decisamente da incorniciare il 2014 per il porto di Capodistria. Da gennaio a settembre, infatti, per quanto concerne il traffico contenitori (teu) ha fatto registrare un incremento pari al 15% per complessivi 510.265 contenitori movimentati. Da rilevare che quello di Capodistria, in fatto di teu, è lo scalo più importante dell’Alto Adriatico. Il primato è confermato dalle cifre. Sempre nel periodo gennaio-settembre 2014 il porto di Trieste, sempre in tema di contenitori, ha fatto registrare 358.619 movimentazioni pari a un incremento del 3%. (...) 


 

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Il porto di Giorgio di Nogaro è un porto INDUSTRIALE le cui banchine sono essenzialmente al servizio dell'industria friulana insediata nell'immediato retroterra portuale (Distretto industriale Aussa-Corno: il più importante di tutta la regione).
Da pochissimo tempo, dopo anni di assurda attesa mentre gli altri porti dell'Adriatico venivano regolarmente dragati, sono finalmente iniziati i dragaggi che dovrebbero (meglio usare il condizionale!!!)  "RIPORTARE" i fondali agli iniziali 7,5 metri di profondità di oltre 10 anni fa, quando si è smesso di dragare creando ovvi problemi all'operatività portuale e allo sviluppo di questo porto dalle grandi potenzialità...

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COMUNICATO STAMPA
 
I PORTI DEL FRIULI - VENEZIA GIULIA:
BISOGNA FARE CHIAREZZA



Scrive il Fattoquotidiano in un articolo di Daniele Martini che
Esemplare il caso dell’Alto Adriatico. Il Friuli (F-VG. in realtà) guidato dal vicesegretario del Pd Deborah Serracchiani ha avviato l’iter di approvazione del nuovo piano regolatore del porto di Monfalcone imperniato sul terminal container. Ignorando del tutto che a pochi chilometri di distanza, a Trieste, progettano di accrescere proprio la capacità di movimentazione del terminal locale da 700mila a 1 milione e 200mila Teu, la misura standard di volume nel trasporto dei container. Mentre a Venezia hanno in testa la costruzione di una innovativa e costosa piattaforma offshore. Oltre che vice segretario di Renzi, la Serracchiani è anche responsabile per il partito del settore dei Trasporti, ma sembra tenere in poco conto gli orientamenti del governo. Mentre un altro esponente Pd, Riccardo Nencini, vice di Delrio, parla a sua volta un’altra lingua e magnifica il ruolo centrale di Venezia nell’ambito delle strategie governative sulla portualità italiana dell’Alto Adriatico.”

Sembra che il governo regionale, affaticato dall'aver stravolto il sistema delle autonomie locali, stia brancolando senza una meta precisa: parliamo della crisi economica che perdura, nonostante le dichiarazioni trionfali sui nuovi assunti (ma con un numero di licenziati più alto degli assunti, per cui l'effetto complessivo è che c'è sempre più disoccupazione e lavoro sempre più precario!) e le scelte di politica economica che lasciano perplessi.

Parliamo della chiusura di Agemont, che pure avrà fatto errori, ma che comunque serviva, parliamo dell'Aussa-Corno messa in liquidazione e con la prospettiva che quello che resterà, dopo la svendita, sarà gestito in modo centralistico da Trieste.

Non vogliamo entrare nel merito delle evidenti discrasie e diversità tra un porto prevalentemente petrolifero come Trieste, che dovrebbe rispondere ad una governace unica dell'Alto Adriatico, Monfalcone in grado di crescere per le facili comunicazioni ferroviarie e stradali ed ora soprattutto funzionale al grande cantiere di Fincantieri e allo scarico del carbone per la centrale, e Porto Nogaro, porto di livello regionale, interessato a svolgere per ora prevalentemente un servizio per le fabbriche poste a ridosso delle banchine.

E' proponibile una governance unica tenendo conto di queste diversità e, soprattutto, del progetto di Renzi e Del Rio di creare, come si è detto, un'autorità unica dell'Alto Adriatico? O si erano sbagliati? E non sarebbe sbagliato anche calpestare la (poca) autonomia del porto friulano?

E a quando un progetto reale di rilancio dalla crisi dell'Aussa-Corno, del Consorzio industriale, dell'interporto e scalo di Cervignano e di tutta l'area della Bassa friulana. Basta con misure a singhiozzo con liquidazioni poco credibili, a cui far seguire accentramenti su Trieste perfino di collegio elettorale. Bisogna farsi carico seriamente del percorso di un patto territoriale di sviluppo, da Isonzo a Tagliamento, tra Regione, Enti locali, CCIAA di Udine, imprese e sindacati per affrontare i nodi reali della crisi e rispondere alle esigenze di un territorio in grave degrado socioeconomico e senza un progetto di rinascita che non passa certo con episodi come il rilancio di pezzi della TAV, ma di priorità come nuova occupazione e rilancio della attività imprenditoriali.

Si trovano i finanziamenti per la Promotur, indispensabile per la montagna, si sono trovate le decine di milioni per il teatro Verdi per il quale nessuno ha pensato di liquidarlo per la perdurante crisi finanziaria, a maggior ragione bisogna individuare i finanziamenti per la Bassa Friulana per la quale i dragaggi in corso rappresentano solo un lavoro che andava fatto 10 anni fa!

Udine, 26.11.15

 Comitato per l'autonomia
e il rilancio del Friuli
 
il Presidente
 
dott. Paolo Fontanelli
 

4 commenti:

  1. Alla Serracchiani adesso interessa solo la rielezione di Cosolini a Trieste!

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  2. Già..... 20 MILIONI DI EURO la Giunta regionale della Serracchiani li ha trovati in un pomeriggio per risanare i pluri-milionari debiti del teatro lirico VERDI di Trieste.... e nessuno ha chiesto di VENDERE questo teatro TRIESTINO per coprire i buchi di bilancio! Eppure erano anni e anni che questo teatro era pesantemente indebitato....

    Ma quando si parla di Friuli, allora la musica della politica regionale cambia.... e anche di molto!

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  3. “La Vita Cattolica” giovedì 30 maggio 2013

    TITOLO - Porto Nogaro arranca per i mancati dragaggi

    ll Comandante Spalluto: grandi potenzialità
    di Flavio D’Agostini

    "La pesante crisi congiunturale che anche il Friuli sta vivendo non ha mancato di manifestare ripercussioni sull'attività del porto di Nogaro, storica realtà economica che si sviluppa sulle sponde del tratto finale del fiume Corno, unico porto in provincia di Udine e porto più a Nord dell'Adriatico, attorno al quale si è sviluppata, a partire dagli anni 60 del secolo scorso, la Zona industriale Aussa Corno (Ziac), della quale Porto Nogaro costituisce, dando lavoro a 450 addetti più l'indotto, la più grande azienda.

    DOMANDA: Ma il problema più impellente dell'area portuale non è tanto la crisi, quanto l'ormai annosa questione dei dragaggi.

    RISPOSTA: «Risolto questo, la potenzialità e l'attrattività della struttura aumenterebbero e l'attività potrebbe raddoppiare», ha spiegato a «la Vita Cattolica» Luigi Spalluto, comandante dell'Ufficio circondariale marittimo di Porto Nogaro, distaccato dalla Capitaneria di porto di Monfalcone, dalla quale dipende. «Il porto di Nogaro è una realtà di grande importanza per la Bassa friulana - spiega Spalluto -. Offre un servizio rilevante alla Ziac, nata grazie alla facilità di movimentazione delle merci che grazie al porto è possibile, oltre alla presenza di altre importanti infrastruture come l'Autostrada A4 Venezia-Trieste-Tarvisio. Qui sono installate due compagnie portuali fra di loro consorziate, la Midolini e l'Impresa Portuale Porto Nogaro, che occupano una cinquantina di addetti, e operano la Guardia di finanza e la Dogana, per le attività di vigilanza e gestione delle pratiche relative alle merci, il nostro ufficio di Capitaneria di porto, che si occupa della gestione dell'entrata e uscita delle navi e di garantire la sicurezza della navigazione, e diverse agenzie marittime, che gestiscono gli arrivi e le partenze delle navi. Una realtà estremamente interessante e dalle enormi potenzialità, per la quale come Ufficio marittimo ci adoperiamo per ottenere la massima operatività, agevolando e garantendo la sicurezza della navivigazione» -

    (...)

    DOMANDA: Porto Nogaro sta soffrendo molto per la crisi?

    RISPOSTA: «Quello di Nogaro è un porto che lavora, nonostante la crisi in atto, anche se è vero che quest'anno stiamo registrando un momento di difficoltà. Dopo il boom del 2012, infatti, nel primo trimestre del 2013 si è registrato un calo del 25% di attività di movimentazione merci, dovuto soprattutto al calo del trasporto delle bramme a causa dell'ormai annoso problema del mancato dragaggio e dei fondali, per il quale nemmeno la nomina di un commisario ha portato ai benefici sperati. Gli attuali fondali, ridotti a sì e no sei metri di pescaggio, permettono infatti il passaggio solo di navi piccole, di circa 5 mila tonnellate di stazza».

    DOMANDA:Le prospettive, dunque?

    RISPOSTA: «Se con i dragaggi i canali venissero portati, come è auspicabile, a 7,5 metri, si permetterebbe il passaggio di navi di 8-10 mila tonnellate, più adatte per i traffici tradizionali di questo porto. Il problema vero non è dunque la mancanza di merci, ma l'attuale inadeguatezza a riceverle: risolto questo problema, la potenzialità e l'attrattività della struttura aumenterebbero, a vantaggio anche di tutta la zona industriale».
    (...)

    Flavio D'Agostini

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  4. Dal sito del settimanale LA VITA CATTOLICA (Ud)

    1.04.2015

    "Dopo 19 ANNI DALL'ULTIMO INTERVENTO DI DRAGAGGIO oggi restituiamo una prospettiva di sviluppo a Porto Nogaro e all'intero sistema della portualità regionale. Grazie ad un'importante sinergia tra istituzioni possiamo rimettere quest'area industriale nella condizione di lavorare". Sono le parole della presidente della Regione Debora Serracchiani, intervenuta oggi alla cerimonia di riconsegna del cantiere per il dragaggio del fiume Corno a San Giorgio di Nogaro. L'intervento è finalizzato a ripristinare la profondità storica di 7,5 metri di tutto il canale marittimo di accesso allo scalo commerciale di Porto Margreth, dall'asta marittima all'asta lagunare fino all'asta fluviale. I lavori prevedono lo scavo di circa 240 mila metri cubi di sedimenti che verranno utilizzati per rinforzare gli argini del fiume Corno per circa 6 chilometri e per ripristinare una barena in laguna. (...)

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