sabato 21 novembre 2015

RIFORMA ENTI LOCALI: LA REGIONE VIOLA LO STATUTO DI AUTONOMIA E LA COSTITUZIONE ITALIANA!



RIFORMA ENTI LOCALI

"PANONTIN/SERRACCHIANI"

LA REGIONE VIOLA

LO STATUTO DI AUTONOMIA

E LA COSTITUZIONE ITALIANA!

 
Art. 11, primo comma, 
dello Statuto di autonomia speciale:   

La Regione esercita normalmente le sue funzioni amministrative delegandole alle Province ed ai Comuni, ai loro consorzi ed agli altri enti locali, o avvalendosi dei loro uffici.

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COSTITUZIONE ITALIANA
(omissis)

LE REGIONI, LE PROVINCIE, I COMUNI
  ART. 114.


La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato.

I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i princìpi fissati dalla Costituzione.

Roma è la capitale della Repubblica. La legge dello Stato disciplina il suo ordinamento.

http://www.quirinale.it/qrnw/statico/costituzione/pdf/costituzione.pdf
 
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Dal sito on-line del settimanale
LA VITA CATTOLICA

  
Nei Comuni friulani

non si muoverà foglia

 
che Trieste non voglia?


25.10.2015
 

Negli anni passati, quando con facilità (fasulla) si parlava di federalismo, la speranza degli autonomisti era quella di una Regione "leggera" che impostasse le politiche di sviluppo del Friuli-Venezia Giulia e di Comuni finalmente liberi di decidere dove spendere i fondi di loro competenza secondo progetti che rispondono ai programmi presentati ai loro cittadini e dei quali poi i sindaci dovranno rispondere presentandosi al giudizio degli elettori. Cosa che attualmente non avviene, perché di fatto, attraverso una miriade di leggi e di riparti di settore (per non parlare delle norme finanziarie "ad personam" per singoli comuni e progetti), la Regione ha un fortissimo potere gestionale, che invece secondo lo Statuto di autonomia dovrebbe essere esercitato dagli enti locali.

Con la riforma Panontin delle autonomie locali questo cambierà?

L'assessore lo aveva assicurato in modo enfatico nel luglio scorso quando fu approvata la riforma della finanza locale: "Finalmente le Amministrazioni comunali potranno ricominciare a fare politica e a programmare con un arco temporale adeguato i loro interventi sul territorio". Insomma una rivoluzione federalista. E' così? La riforma ha sicuramente il grande merito di superare il criterio della "spesa storica" (sulla base del quale, ad esempio, Trieste prende più finanziamenti del Friuli) e vede come soggetto fondamentale le Uti (Unioni territoriali intercomunali) togliendo una notevole fetta di potere ai singoli comuni. Su questo però l'assessore Panontin era stato chiaro: "Come Giunta regionale siamo infatti convinti che sia necessario strutturare i Comuni con dimensioni di scala funzionali all'erogazione dei servizi, perché - e lo dico con le parole del presidente nazionale dell'Anci, Piero Fassino - è inutile rivendicare autonomie che poi non si è in grado di gestire". E fin qui possiamo accettare il ragionamento di Panontin, pur osservando che purtroppo i vertici delle Uti non sono scelti dai cittadini col voto e quindi nessuno potrà democraticamente esprimersi sul loro operato.
C'è però dell'altro che lascia perplessi in una visione di sussidiarietà. Panontin lo ha illustrato in giunta venerdì scorso 23 ottobre. "La riforma della finanza locale - ha spiegato Panontin - prevede che Regione ed Enti locali stipulino annualmente un'intesa per lo sviluppo, un accordo che, a regime, è destinato a precedere temporalmente la legge finanziaria, e definisce le grandezze finanziarie generali da destinare agli Enti locali e la loro destinazione di massima". Se si parla di destinazione di massima, ciò potrebbe ancora rientrare in un ruolo di indirizzo della Regione. Ma poi Panontin aggiunge: "L'intesa sarà annuale, con proiezione triennale, in base al trend di andamento delle entrate pubbliche e definirà, in primo luogo, potenzialità da sviluppare e criticità da superare; in secondo luogo definirà gli eventuali vincoli da rispettare; infine definirà la partecipazione di ciascun livello di governo all'attuazione delle politiche concertate, ovviamente sulla base di rispettive competenze e potenzialità". Insomma la Regione metterà bocca su tutto: fino a che punto? Se per i vertici di una Uti le potenzialità del territorio da sviluppare prioritariamente sono alcune mentre la Regione pensa che siano altre, quale punto di vista prevarrà? Tra i "vincoli da rispettare" ci può essere anche l'indicazione che un investimento va fatto in un comune dell'Uti ("amico" politicamente, magari....) piuttosto che in un altro?
Non vorremmo che passasse ancora il motto: "Nei Comuni friulani non si muove foglia che l'amministrazione regionale a Trieste non voglia"
ROBERTO PENSA


(Roberto Pensa - direttore responsabile del settimanale della Arcidiocesi di Udine, LA VITA CATTOLICA)

4 commenti:

  1. Dunque i 57 ricorsi contro la legge di riforma degli Enti locali, così come ora formulata dalla Regione, e la non approvazione degli Statuti delle UTI da parte di ben OTTANTA Comuni regionali, sono pienamente MOTIVATI!

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  2. Che la riforma degli enti locali "Panontin/Serracchiani" sia "oggi" IMPANTANATA è sotto gli occhi di tutti e questo è il risultato di una politica ARROGANTE che non ascolta nessuno ma ritiene al contrario di avere la "verità in tasca" da imporre dall'alto a tutto e a tutti!

    Questa riforma degli enti locali è "totalmente" da rivedere e risulta osteggiata dalla quasi totalità dei Comuni regionali (anche se i Comuni dello stesso colore politico della Giunta regionale pare brontolino solo in PRIVATO!) con la unica eccezione dei Comuni Capoluogo di Provincia che sperano - con questa riforma incostituzionale - di aumentare il loro potere amministrativo trasformandosi in un Comune extra-large!

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  3. "vede come soggetto fondamentale le Uti (Unioni territoriali intercomunali) togliendo una notevole fetta di potere ai singoli comuni." Roberto Pensa

    Cosa resterà ai Comuni e al Sindaco eletto dai cittadini con la istituzione delle UTI?

    Forse l'ufficio anagrafe..... se non viene accentrato anche quello!

    Con quale programma potrà presentarsi all'elettorato un candidato Sindaco? Con un foglio in bianco visto che a decidere tutto sarà l'UTI?

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  4. Una riforma regionale degli Enti locali costruita con una mentalità AZIENDALISTICA (i cui risparmi sono tutti da dimostrare!), che cancella l'AUTONOMIA (prevista dalla Costituzione italiana!) ) dei COMUNI e che prevede il COMMISSARIAMENTO dei Comuni stessi con un COMMISSARIO "IMPOSTO E SCELTO" dalla REGIONE nel caso in cui il Consiglio Comunale non approvi lo Statuto e l'atto Costitutivo dell'UTI in cui la Regione HA DECISO che il Comune sia inserito....

    Ossia....REGIONE = PODESTA' FASCISTA!..... in totale violazione sia della Costituzione italiana che dello Statuto di autonomia speciale!

    Il tutto imposto dall'alto con una arroganza politica incredibile!

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