RIFORMA ENTI LOCALI
"PANONTIN/SERRACCHIANI"
LA
REGIONE VIOLA
LO
STATUTO DI AUTONOMIA
E LA COSTITUZIONE ITALIANA!
E LA COSTITUZIONE ITALIANA!
Art.
11, primo comma,
dello Statuto di autonomia speciale:
La
Regione esercita normalmente le
sue funzioni amministrative delegandole
alle Province ed ai Comuni, ai loro consorzi ed agli altri enti
locali, o avvalendosi dei loro uffici.
.......................
http://www.quirinale.it/qrnw/statico/costituzione/pdf/costituzione.pdf
...........................
COSTITUZIONE ITALIANA
(omissis)
LE REGIONI, LE PROVINCIE, I COMUNI
ART. 114.
La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato.
I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i princìpi fissati dalla Costituzione.
Roma è la capitale della Repubblica. La legge dello Stato disciplina il suo ordinamento.
http://www.quirinale.it/qrnw/statico/costituzione/pdf/costituzione.pdf
...........................
Dal
sito on-line del settimanale
LA
VITA CATTOLICA
Nei
Comuni friulani
non si muoverà foglia
che
Trieste non voglia?
25.10.2015
http://www.lavitacattolica.it/stories/regione/9142_nei_comuni_friulani_non_si_muover_foglia_che_trieste_non_voglia/#.Vk3CJuRdHcs
Negli
anni passati, quando con facilità (fasulla) si parlava di
federalismo, la speranza degli
autonomisti era quella di una Regione "leggera" che
impostasse le politiche di sviluppo del Friuli-Venezia Giulia e di
Comuni finalmente liberi di decidere dove spendere i fondi di loro
competenza secondo progetti che rispondono ai programmi presentati ai
loro cittadini e dei quali poi i sindaci dovranno rispondere
presentandosi al giudizio degli elettori. Cosa
che attualmente non avviene, perché di fatto, attraverso una miriade
di leggi e di riparti di settore (per non parlare delle norme
finanziarie "ad personam" per singoli comuni e progetti),
la
Regione ha un fortissimo potere gestionale, che invece secondo lo
Statuto di autonomia dovrebbe essere esercitato dagli enti locali.
Con
la riforma Panontin delle autonomie locali questo cambierà?
L'assessore lo aveva assicurato in modo enfatico nel luglio scorso quando fu approvata la riforma della finanza locale: "Finalmente le Amministrazioni comunali potranno ricominciare a fare politica e a programmare con un arco temporale adeguato i loro interventi sul territorio". Insomma una rivoluzione federalista. E' così? La riforma ha sicuramente il grande merito di superare il criterio della "spesa storica" (sulla base del quale, ad esempio, Trieste prende più finanziamenti del Friuli) e vede come soggetto fondamentale le Uti (Unioni territoriali intercomunali) togliendo una notevole fetta di potere ai singoli comuni. Su questo però l'assessore Panontin era stato chiaro: "Come Giunta regionale siamo infatti convinti che sia necessario strutturare i Comuni con dimensioni di scala funzionali all'erogazione dei servizi, perché - e lo dico con le parole del presidente nazionale dell'Anci, Piero Fassino - è inutile rivendicare autonomie che poi non si è in grado di gestire". E fin qui possiamo accettare il ragionamento di Panontin, pur osservando che purtroppo i vertici delle Uti non sono scelti dai cittadini col voto e quindi nessuno potrà democraticamente esprimersi sul loro operato.
L'assessore lo aveva assicurato in modo enfatico nel luglio scorso quando fu approvata la riforma della finanza locale: "Finalmente le Amministrazioni comunali potranno ricominciare a fare politica e a programmare con un arco temporale adeguato i loro interventi sul territorio". Insomma una rivoluzione federalista. E' così? La riforma ha sicuramente il grande merito di superare il criterio della "spesa storica" (sulla base del quale, ad esempio, Trieste prende più finanziamenti del Friuli) e vede come soggetto fondamentale le Uti (Unioni territoriali intercomunali) togliendo una notevole fetta di potere ai singoli comuni. Su questo però l'assessore Panontin era stato chiaro: "Come Giunta regionale siamo infatti convinti che sia necessario strutturare i Comuni con dimensioni di scala funzionali all'erogazione dei servizi, perché - e lo dico con le parole del presidente nazionale dell'Anci, Piero Fassino - è inutile rivendicare autonomie che poi non si è in grado di gestire". E fin qui possiamo accettare il ragionamento di Panontin, pur osservando che purtroppo i vertici delle Uti non sono scelti dai cittadini col voto e quindi nessuno potrà democraticamente esprimersi sul loro operato.
C'è
però dell'altro che lascia perplessi in una visione di
sussidiarietà. Panontin lo ha illustrato in
giunta venerdì scorso 23 ottobre. "La riforma della
finanza locale - ha spiegato Panontin - prevede che Regione ed
Enti locali stipulino annualmente un'intesa per lo sviluppo, un
accordo che, a regime, è destinato a precedere temporalmente la
legge finanziaria, e definisce le grandezze finanziarie generali
da destinare agli Enti locali e
la loro destinazione di massima". Se si
parla di destinazione di massima, ciò potrebbe ancora rientrare
in un ruolo di indirizzo della Regione. Ma poi Panontin
aggiunge: "L'intesa sarà annuale, con proiezione
triennale, in base al trend di andamento delle entrate pubbliche
e definirà, in primo luogo, potenzialità da sviluppare e
criticità da superare; in secondo luogo definirà gli eventuali
vincoli da rispettare; infine definirà la partecipazione di
ciascun livello di governo all'attuazione delle politiche
concertate, ovviamente sulla base di rispettive competenze e
potenzialità". Insomma
la Regione metterà bocca su tutto: fino a che
punto? Se per i vertici di una Uti le potenzialità del
territorio da sviluppare prioritariamente sono alcune mentre la
Regione pensa che siano altre, quale punto di vista prevarrà?
Tra i "vincoli da rispettare" ci può essere anche
l'indicazione che un investimento va fatto in un comune dell'Uti
("amico" politicamente, magari....) piuttosto che in
un altro?
Non
vorremmo che passasse ancora il motto:
"Nei
Comuni friulani non si muove foglia che l'amministrazione
regionale a Trieste non voglia"
ROBERTO PENSA
(Roberto Pensa - direttore responsabile del settimanale della Arcidiocesi di Udine, LA VITA CATTOLICA)
(Roberto Pensa - direttore responsabile del settimanale della Arcidiocesi di Udine, LA VITA CATTOLICA)
Dunque i 57 ricorsi contro la legge di riforma degli Enti locali, così come ora formulata dalla Regione, e la non approvazione degli Statuti delle UTI da parte di ben OTTANTA Comuni regionali, sono pienamente MOTIVATI!
RispondiEliminaChe la riforma degli enti locali "Panontin/Serracchiani" sia "oggi" IMPANTANATA è sotto gli occhi di tutti e questo è il risultato di una politica ARROGANTE che non ascolta nessuno ma ritiene al contrario di avere la "verità in tasca" da imporre dall'alto a tutto e a tutti!
RispondiEliminaQuesta riforma degli enti locali è "totalmente" da rivedere e risulta osteggiata dalla quasi totalità dei Comuni regionali (anche se i Comuni dello stesso colore politico della Giunta regionale pare brontolino solo in PRIVATO!) con la unica eccezione dei Comuni Capoluogo di Provincia che sperano - con questa riforma incostituzionale - di aumentare il loro potere amministrativo trasformandosi in un Comune extra-large!
"vede come soggetto fondamentale le Uti (Unioni territoriali intercomunali) togliendo una notevole fetta di potere ai singoli comuni." Roberto Pensa
RispondiEliminaCosa resterà ai Comuni e al Sindaco eletto dai cittadini con la istituzione delle UTI?
Forse l'ufficio anagrafe..... se non viene accentrato anche quello!
Con quale programma potrà presentarsi all'elettorato un candidato Sindaco? Con un foglio in bianco visto che a decidere tutto sarà l'UTI?
Una riforma regionale degli Enti locali costruita con una mentalità AZIENDALISTICA (i cui risparmi sono tutti da dimostrare!), che cancella l'AUTONOMIA (prevista dalla Costituzione italiana!) ) dei COMUNI e che prevede il COMMISSARIAMENTO dei Comuni stessi con un COMMISSARIO "IMPOSTO E SCELTO" dalla REGIONE nel caso in cui il Consiglio Comunale non approvi lo Statuto e l'atto Costitutivo dell'UTI in cui la Regione HA DECISO che il Comune sia inserito....
RispondiEliminaOssia....REGIONE = PODESTA' FASCISTA!..... in totale violazione sia della Costituzione italiana che dello Statuto di autonomia speciale!
Il tutto imposto dall'alto con una arroganza politica incredibile!