domenica 9 gennaio 2011

VORREMMO ESSERE TUTTI BILINGUI !




Educazione Plurilingue
Educazion Plurilengâl
Plurilingual Education


Chiarissimo Direttore,

ho letto  "We speak Furlân" di Tommaso Cerno pubblicato dalla Sua rivista, un articolo infarcito di errori, falsità e talvolta gravemente lesivo dei diritti e della dignità della comunità linguistica friulana. Spero che Ella vorrà concedermi di replicare sui punti più controversi dell’intervento e offrire ai Suoi lettori una versione meno faziosa e approssimativa . Trovo francamente intollerabile che il suo giornale sostenga le tesi faziose e discriminatorie esposte nell'articolo. I diritti linguistici sono, infatti, parte integrante dei diritti umani fondamentali. Per questo voglio esprimere la mia indignazione per questo attacco da parte del suo giornale ai diritti linguistici dei friulani e, di conseguenza, anche a quelli delle altre comunità minorizzate che si trovano nello Stato italiano.



Vorremmo essere

 tutti bilingui!

Commento all’articolo We speak Furlân
di Tommaso Cerno
a p.66 de L’Espresso, 3 settembre 2009

di Silvana Schiavi Fachin

Già docente di Glottodidattica, Didattica del Friulano ed Educazione Plurilingue presso l’Università di Udine/ Universitât dal Friûl e ora presidente del CFL2000 (Consorzi Lenghe 2000)


Vorrei incominciare la mia analisi con alcune osservazioni di ordine ortografico e linguistico. Il cognome del giornalista dovrebbe essere scritto correttamente Černo perché di origine slovena. A proposito di onomastica: noi appartenenti a gruppi linguistici minoritari abbiamo subito un processo di privazione dei nostri caratteri identitari a partire dai nomi propri: nomi, cognomi, patronimici.

Da quando ne ho avuto consapevolezza ho speso molto tempo ed energie per difendere il mio cognome originale con una sola c e la sua caratteristica di parola tronca uno dei tratti distintivi della lingua friulana nei confronti dei molti che ancora lo scrivono Facchin o Facchini. Furlan invece si scrive senza l’accento circonflesso che nella grafia del friulano sta ad indicare l’allungamento della vocale- lat/latte si oppone infatti a lât / andato, voce del verbo andare/lâ. L’errore più grave e molto significativo è contenuto nell’espressione contenuta nell’occhiello: cartelli bilingue invece di cartelli bilingui, concordato al maschile plurale! Un errore che riscontro molto frequentemente sulla stampa e anche purtroppo nelle circolari del MPI. Trattasi infatti di un calco: fenomeno per cui una lingua trae da un’altra lingua un elemento adattandolo al suo sistema morfologico. Un errore molto interessante che manifesta le difficoltà di questo paese ad affrontare i problemi del bilinguismo, del trilinguismo, ecc. e dell’educazione plurilingue cioè in/con diverse lingue. Un problema che emerge in maniera eclatante nell’intervento del giornalista che vive in una regione particolarmente caratterizzata dal multilinguismo per la presenza, oltre all’italiano di tre importanti minoranze linguistiche – la friulana, la slovena e la tedesca- di molte comunità venetofone e, in tempi più recenti, di gruppi linguistici provenienti da diversi paesi del mondo: albanesi, romeni, bosniaci, arabi, cinesi, ecc.

Una realtà ideale per promuovere nei cittadini di questo territorio una buona competenza plurilingue partendo dal coltivare le lingue dell’ambiente, ampliandola gradualmente con l’accostamento alle lingue dei paesi vicini – l’Austria e la Slovenia – per estenderlo quindi alle lingue di più vasta circolazione come l’inglese, lo spagnolo, il francese il cinese o l’arabo.

Per raggiungere questi obiettivi è indispensabile che uno stato o una regione adottino una politica linguistica “addittiva”, che aggiunge, che investe sull’educazione, sui mezzi di comunicazione, sulla cultura, sulla formazione degli insegnanti, dei traduttori, dei giornalisti, degli attori, dei musicisti, ecc. E invece no. Tommaso Černo, orgoglioso del monolinguismo italiano nazionale che concede qualche spiraglio soltanto alla conoscenza dell’inglese che alla prova dei fatti ( si vedano i dati riportati dall’Eurobarometro) risulta però aspirazione velleitaria, sbeffeggia i tentativi di innovare l’impianto degli apprendimenti e degli insegnamenti linguistici che nella nostra regione si sono sviluppati sperimentalmente sin dagli anni ottanta e che mostra chiaramente di non conoscere. Caro Černo, in molti paesi d’Europa da anni si promuove una politica linguistica a salvaguardia del patrimonio linguistico e culturale che la caratterizza, per mantenere in vita il suo “coro polifonico” come lo ha felicemente definito il prof.Tullio De Mauro e noi abbiamo sempre cercato di guardare oltre i nostri confini.

Anche a proposito dell’uso veicolare delle lingue segnalo che l’art.4 della l.482/99 recita “ (…) Nelle scuole elementari e nelle scuole secondarie di primo grado è previsto l’uso anche della lingua di minoranza come strumento di insegnamento” e quindi prevede che il friulano venga utilizzato per insegnare/apprendere tutti i contenuti disciplinari: matematica, scienze, antropologia culturale, storia geografia ,ecc., ecc. In molte  scuole della Provincia di Udine nelle quali sin dagli anni ottanta si vanno sperimentando forme di educazione plurilingue – friulano, italiano, italiano L2, lingua straniera o sloveno ,tedesco, italiano, italiano L2, lingua straniera ecc. - questa modalità ora indicata come CLIL (Content and Language Integrated Learning ) che anche il MIUR caldeggia viene largamente praticata con successo.

Circa il problema del tradurre nelle lingue minoritarie, mi corre l’obbligo di segnalare al giornalista Cerno che tutte le lingue si arricchiscono con le traduzioni e la traduzione è un’attività alta che richiede competenze, cultura, sensibilità e creatività.

Ed è grazie a queste qualità che le traduzioni di Fernanda Pivano hanno fatto conoscere a noi italiani la letteratura americana e anche la lingua italiana ne ha ricevuto indubbi benefici. Agli inizi degli anni settanta, quando la Didattica Delle Lingue Moderne è entrata nel piano di studi delle Facoltà di Lingue, il nostro italiano era infarcito di francesismi e anglicismi. Ora, anche grazie alle traduzioni, è nata una lingua settoriale relativa alla glottodidattica. Un fenomeno che ha interessato molti altri settori disciplinari. Si pensi alle discipline scientifiche, alla tecnologia, alle scienze della comunicazione ,ecc., tutti ambiti che si sono arricchiti importando nuovi termini, strutture morfologiche e sintattiche. Tutto ciò ha un costo e richiede investimenti, studi e ricerche, formazione. Anche lo stato italiano e le regioni in armonia con quanto sino dagli anni settanta stanno facendo il Consiglio d’Europa e la Commissione Europea debbono investire in una politica linguistica innovativa che sostenga la salvaguardia del multilinguismo europeo e quindi italiano e le competenze plurilingui dei cittadini e certamente è loro compito controllare la qualità dei progetti, delle attività dei gruppi di ricerca e dei risultati che essi conseguono.

Nella denuncia del giornalista Cerno non riscontro affatto i requisiti di un’indagine d’inchiesta. Leggo soltanto enunciazioni di principio peraltro sbagliate, pregiudizi e stereotipi coniugati con una grave ignoranza dei contenuti delle leggi italiane e del Friuli Venezia Giulia.

Silvana Schiavi Fachin
Settembre 2009
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La lettera che pubblichiamo, a firma dell’On.le Prof.ssa Silvana Fachin Schiavi, non è mai stata inviata alla Redazione del settimanale L’Espresso e solo ora – gennaio 2011 - ha diffusione pubblica.

Ringraziamo l’On.le Prof.ssa Silvana Fachin Schiavi per la gentile concessione alla pubblicazione del suo articolo, redatto nel settembre 2009, e poi non inviato al destinatario.

La redazione del Blog
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4 commenti:

  1. Nel settembre 2009, il documento non fu inviato alla Redazione dell'Espresso esclusivamente per mancanza di tempo, essendo all'epoca, la prof.ssa Silvana Fachin Schiavi, molto impegnata ad organizzare un importante Convegno internazionale.

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  2. E chest il coment di BEPI AGOSTINIS - Udin

    "Daspò cheste biele, juste e puntuâl rispueste de professore Silvana Schiavi Fachin, o speri che il gjornalist in cause al vebi capît la falope che al à fat, e se al à un pôc di umiltât (e sarà grivie) al varès di publicâ sui gjornâi sedi nazionâl che tal locâl il so pintiment. Bepi Agostinis "

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  3. Sono d'accordo con Vitellozzo. Lettera molto bella.

    Peccato non sia stata inviata alla Redazione del L'Espresso nel settembre 2009....

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