martedì 2 marzo 2010

Sistema universitario e ddl regionale, ecco le modifiche richieste da Udine

L’assessore Rosolen ospite del Senato Accademico.
Il Rettore Compagno: «Perequazione tra università e uguale peso nei processi decisionali e di governance»
Il Senato Accademico dell’ateneo di Udine ospiterà domani, mercoledì 3 marzo, su invito del rettore Cristiana Compagno, l’assessore regionale all’Università e ricerca Alessia Rosolen. La visita sarà occasione per illustrare i contenuti del disegno di legge regionale sul “Sistema universitario regionale” che introduce nuovi criteri e meccanismi per il finanziamento regionale al sistema universitario. Ma non solo. L’ateneo friulano, infatti, chiederà alcuni interventi correttivi al ddl regionale. «Sostanzialmente – anticipa Compagno – le proposte che faremo all’assessore e al governo regionale sono: che nei criteri di allocazione delle risorse fra atenei si tenga conto del processo di perequazione tra università e che il disegno di legge sia modificato in modo che nei processi decisionali venga garantito uguale peso all’università di Udine».

Secondo l’ateneo friulano «il ddl – spiega Compagno - non prevede alcun intervento riequilibratore del grave sottofinanziamento che da anni subisce l’università di Udine. Manovra che, certamente, spetta primariamente allo Stato». Tuttavia, all’articolo 3 del ddl regionale «si parla – continua Compagno – di “premiazione delle eccellenze” e di “meccanismi premiali”, concetti che richiamano una sana competizione tra atenei nell’allocazione di risorse finanziarie. Ma non si può istituire una gara se le condizioni di partenza tra i concorrenti non sono almeno simili». Da qui la richiesta affinché la Regione, in sede di regolamento, «introduca – sottolinea il rettore di Udine – un meccanismo perequativo in modo da moderare l’effetto differenziale del sottofinanziamento, che dal 2001 a oggi, lo ricordiamo, si attesta a 108 milioni di euro».

L’Ateneo di Udine punta poi il dito sull’articolo 5 del ddl, laddove è prevista l’istituzione della Conferenza del sistema universitario, in aggiunta al già operante Comitato regionale di coordinamento. «Con l’articolo 5 – afferma Compagno - l’università del Friuli rischia di rimanere sempre in minoranza nelle decisioni che verranno prese nell’istituenda Conferenza». La proposta del rettore friulano è, in particolare, «che i pareri che la Conferenza andrà a formulare per la Giunta regionale in merito ai finanziamenti per i progetti non vengano assunti a maggioranza, come indicato in ddl, bensì all’unanimità».

Il ddl, prevede, infatti, che la Conferenza, di cui fanno parte le università di Udine e di Trieste, la Scuola internazionale superiore di studi avanzati di Trieste e i Conservatori di musica di Udine e di Trieste, proponga tali finanziamenti decidendo a maggioranza. Al voto di rettori e direttori dei suddetti Enti si unisce anche quello del presidente della Conferenza, ossia dell’assessore regionale competente. «Entro questa diversa numerosità - conclude Compagno – soltanto il voto unanime garantisce equità nei processi decisionali e negoziali».
Messaggero Veneto
02/03/2010

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