La Vita Cattolica UDINE (22 marzo 2010)
Presentata la proposta del Comitato per l'autonomia e il rilancio del Friuli
La Corte costituzionale con una sentenza del 2009 ha riconosciuto che la lingua friulana è un elemento di identità individuale e collettiva di importanza basilare. Partendo da questo riconoscimento, il Comitato per l’autonomia e il rilancio del Friuli ha elaborato una proposta, senza alcuna richiesta di fondi – è stato ribadito – per una crescita della tutela della lingua friulana che passi attraverso lo statuto di autonomia.
La proposta, contenuta in un documento che il Comitato consegnerà alla Commissione paritetica Stato-Regione, è stata illustrata oggi a Udine (nella foto un momento dell'incontro) dai rappresentanti del Comitato, Arnaldo Baracetti e Gianfranco D'Aronco, insieme ai referenti degli enti e delle istituzioni che l’hanno sottoscritta: tra queste il Comune, l'Università e la Provincia di Udine e l’Arcidiocesi. Presenti anche i parlamentari Carlo Pegorer (Pd), Mario Pittoni (Lega Nord) e Ferruccio Saro (Pdl) e Pietro Fontanini, presidente della Provincia di Udine e componente della Commissione paritetica.
Una delle richieste contenute nel documento è la realizzazione di una carta d'identità bilingue italiano-friulano da rilasciare, su richiesta, ai residenti nei comuni friulanofoni del Friuli-Venezia Giulia. Alla Commissione il Comitato chiede inoltre l'impegno per le norme di attuazione dello statuto speciale della Regione riguardanti le disposizioni di tutela della lingua friulana e che la disciplina dell'insegnamento curricolare del friulano sia demandata alla Regione, sentito l'Ufficio scolastico regionale. Inoltre, è stato chiesto che nelle località friulanofone si attribuisca la precedenza agli insegnanti che abbiano dimostrato la conoscenza della lingua e della cultura friulana davanti ad un'apposita commissione regionale. Una precedenza chiesta anche per i dipendenti pubblici che conoscono il friulano, specie per le funzioni di «front office».
«Si tratta di passare attraverso le norme che attuano l’autonomia regionale, come suggerisce la stessa Consulta», ha spiegato in conferenza stampa William Cisilino, dell’Istitût pre Checo Placerean. «Non si cercano fondi in più si chiede solamente di poter utilizzare al meglio le risorse già a disposizione per esercitare come Regione autonoma un'autonomia sulla tematica dell'insegnamento e, in parte, su quella degli uffici pubblici».
Ora dunque l’impegno passa alla Commissione paritetica, presieduta dall’europarlamentare Giovanni Collino.
Nessun commento:
Posta un commento