Lettera a firma di Giancarlo Castellarin.
Messaggero Veneto – 5 marzo 2010.
Come spiegarsi che la neoassessora triestina agli Enti locali consideri costoso solo il mantenimento dei piccoli Comuni friulani, mentre la pesante situazione del Comune di Trieste (con una quantità pletorica di dipendenti!) continua a essere ignorata dalla politica regionale? Trieste ok? Solo il piccolo Comune di Ligosullo, o quello di Forni di Sopra, sono un costo e uno spreco?
Tuttavia, quello che più preoccupa al momento, è la difficoltà della giunta regionale a regolare coerentemente i processi innescati dalla crisi economica. Questo va ad aggravare particolarmente la situazione del settore manifatturiero, dal dopoguerra spina dorsale dell'economia friulana, che ne potrebbe uscire drasticamente ridimensionata. Non è certo un caso la giornata di lotta proclamata dal sindacato provinciale il 19 marzo.
Un altro aspetto che sconcerta è l'indifferenza di questa giunta, ma anche dell'opposizione verso gli strumenti della cultura friulana, dall'università che è lasciata a cavarsela da sola con gli inauditi tagli di Roma, alla tutela della lingua friulana. Si è molto più interessati invece a privilegiare dialetti venetofoni anche "inesistenti" in regione: come il dalmatico. Dove questo sia autoctono, soltanto Piero Camber e amici lo sanno! Per i dialetti venetofoni sono già disposti stanziamenti, nessuna lacrima questa volta di Tondo per la competizione coi sussidi dei disoccupati!
Che dire poi degli impatti ambientali che la giunta consentirebbe in terra friulana, tra elettrodotti aerei, autostrade inutili, ripompaggi sull'unico lago naturale in regione, megacentrali elettriche a legna senza cogenerazione, e quant'altro, mentre il nucleare lo si scaricherebbe agli sloveni.
Che le vecchie disparità create dalla politica nel territorio regionale vadano ridimensionate dovrebbe essere una priorità di qualsiasi politica equa e attenta al territorio. Ma pare che la "questione Friuli" ormai non sia più scritta nell'agenda dell'attuale giunta regionale! Neanche i partiti in Friuli hanno fatto la loro parte, vedasi l'assenza di lettura, attenzione e interpretazione delle dinamiche del territorio nei loro congressi regionali che porta automaticamente a penalizzare sempre e comunque gli interessi del Friuli, ormai senza coordinamento, ma oggetto solo di episodiche difese di singoli in consiglio regionale o al Parlamento nazionale. Questa assenza di livelli adeguati di proposta ha estromesso il Friuli dalle agende di lavoro nazionali ed europee e dai tavoli dove si decide di investimenti pubblici e sviluppo. A esempio, nell'ultima conferenza del Cipe si è parlato solo di "cose" triestine. E il Friuli? Prosegue l'enfasi sull'attuazione di pessime progettazioni, come il cosiddetto Corridoio 5, che emarginano il Friuli, progettazione supportata accanitamente dalla componente tradizionalista del Pd.
Inoltre, la trattativa per il consenso triestino sulla presidenza che doveva vincere le elezioni regionali deve essere stata elusiva rispetto ai problemi friulani, se in particolare le tre assessore triestine si sentono in diritto di passare con forzature oltre i nostri problemi, lasciandoci sorpresi e amareggiati. A esempio, del neoassessore all'Energia, il Comitato per la vita del Friuli rurale dice: «Che dire delle banalità tirate fuori dal neo-assessore Savino, la quale, ignara del ridicolo, ha invitato i friulani alla sottomissione, invece di difendere con le unghie e coi denti l'Autonomia della regione e il territorio?». Il presidente del Comitato per l'autonomia del Friuli, circa l'attività dell'assessore all'Università e ricerca, Rosolen, sottolinea i tentativi dì piegare l'università di Udine alle pretese triestine in cambio di poche lenticchie. Tralascio l'opera dell'assessore alla Sanità, anch'esso triestino, sotto il tiro di tecnici e sindaci. A volte il mondo istituzionale da impressione di vitalità, malgrado le dure manovre di taglio del governo centrale, mentre in giro per l'Italia si finanziano a piè di lista deficit ingiustificabili e si gonfiano i budget di realtà certo non virtuose.
Giancarlo Castellarin Udine
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