VONDE ATACS
AE
AUTONOMIE
E
AL FRIÛL!
DOSSIER
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DOSSIER
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Comitato
per l'Autonomia e il Rilancio del Friuli
Comunicato stampa
Comunicato stampa
Diceva
Andreotti che un sigaro e un ordine del giorno non si nega a nessuno
e tuttavia chissà quali meriti ha il senatore Ranucci per ottenere
l'approvazione da parte del Senato dell'Ordine del giorno che impegna
il Governo a presentare una ulteriore proposta di modifica della
Costituzione per ridurre il numero delle Regioni!
La
furia “riformista” di proposte di modifiche su modifiche alla
Carta Costituzionale ci sta nauseando e ora arriviamo a
una proposta di cui si deve far carico il Governo perchè
evidentemente il senatore Ranucci, come parlamentare, non è capace
di scrivere un emendamento compiuto, assumersene la responsabilità,
e farlo votare!
Il Senatore
quindi, prudentemente, si trincea dietro un ordine del giorno per ora
di scarso effetto ma di cui potrà vantarsi per infiocchettare il suo
curriculum politico e affida ad una futura sessione di revisione
costituzionale l'obiettivo di ridurre il numero delle Regioni.
Obiettivo che vede la scomparsa della nostra Regione come uno dei
pochissimi risultati ottenibili – storicamente sacrificare il
Friuli è una costante dello Stato italiano!
In verità
viene il dubbio che al Governo interessi più l'impegno ad una
ulteriore revisione della Carta, visto che la riforma in discussione
presenta sicuramente delle incongruenze, piuttosto che il passaggio
sul commassamento delle Regioni.
Per
ora abbiamo sentito la reazione dei Senatori Sonego e Pegorer, gli
altri parlamentari friulani tacciono? La presidente Serracchiani non
viene sentita dal Governo prima di accettare simili ordini del
giorno?
Il
presidente del Comitato
Paolo
Fontanelli
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Movimento dei sindaci
in
Friuli
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RADIO ONDE FURLANE
scolte in Streaming
Intervistis a
cure di Mauro Missana
a
MASSIMO MORETUZZO
e
e
SERGIO CECOTTI
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Con l'appoggio di Verdini e Renzi e il «cambiamento degli equilibri politici in Parlamento», «per la prima volta è possibile che la legge sulla riforma delle Regioni (quella che ne prevede la riduzione a 12, con la creazione di una macroregione in cui il Friuli finisce con il Veneto, ndr), abbia i numeri per essere approvata. Per questo anche noi non abbiamo più anni per organizzarci, ma settimane».
Dal sito
on-line
del
settimanale dell'Arcidiocesi di Udine
LA VITA
CATTOLICA
9.10.2015
Con l'appoggio di Verdini e Renzi e il «cambiamento degli equilibri politici in Parlamento», «per la prima volta è possibile che la legge sulla riforma delle Regioni (quella che ne prevede la riduzione a 12, con la creazione di una macroregione in cui il Friuli finisce con il Veneto, ndr), abbia i numeri per essere approvata. Per questo anche noi non abbiamo più anni per organizzarci, ma settimane».
Così Sergio Cecotti, ex sindaco di Udine ed
ex presidente della Regione, alla conferenza stampa che ha presentato
il nuovo «Patto per
l'autonomia», la coalizione nata all'interno del «Laboratorio di
autonomia», per opera di un gruppo di sindaci della Provincia di
Udine, ma anche di quelle di Pordenone e Gorizia,
allo scopo di difendere la specialità della regione, messa a rischio
dalle Riforme.
La coalizione è stata presentata questa
mattina al Caffè Caucig di Udine da un ricco parterre di sindaci -
Massimo Moretuzzo, sindaco di
Mereto di Tomba, Gianpaolo Bidoli, di Tramonti di Sotto, Giovanni
Battista Bossi, di Bicinicco, Marco Del Negro, di Basiliano, Markus
Maurmair, di Valvasone - e consiglieri comunali - Gianluca
Casali, di Martignacco, Miriam Causero, di Carlino, Fabrizio
Mascarin, di Dolegna del Collio, Elisabetta Basso, Premariacco.
Presenti anche il parlamentare del Pd, Paolo Coppola, i consiglieri
regionali Enzo Martines (Pd) e Claudio Violino (Gruppo misto), oltre
a numerosi altri amministratori, tra cui il vicesindaco di Udine,
Carlo Giacomello.
«Siamo preoccupati – ha
detto Moretuzzo –. Le dichiarazioni a favore della macroregione
sono ormai bypartisan e non sono semplici boutade». E
ad aggravare ancor più la situazione, ha proseguito il sindaco di
Mereto di Tomba l'accoglimento, da parte del Governo, dell'ordine del
giorno del senatore Ranucci che prevede la riduzione a 12 delle
regioni. Ipotesi che metterebbe fine all'autonomia e con la
conseguenza di indebolire da un lato la democrazia locale -
aumentando lo iato tra istituzioni e cittadini - e di conseguenza "la
coesione sociale che è stata il punto di forza dello sviluppo del
Friuli-Venezia Giulia".
Di
qui la proposta del Patto per l'autonomia, ovvero, ha spiegato
Morettuzzo, "una rete di amministratori, esponenti del mondo
economico e culturale, oltre gli schieramenti di sinistra e di
destra" con lo scopo di difendere specialità ed autonomia.
«L'ordine
del giorno sulla riduzione del numero delle regioni – ha poi
aggiunto Moretuzzo – grida vendetta. Auspico che tutti i deputati
facciano tutti gli atti necessari affinché esso non diventi legge».
Dichiarazione
che ha chiamato in causa l'unico parlamentare friulano presente. «Per
me l'autonomia non si tocca - ha rassicurato Paolo Coppola - e su
questo, al di là di alcuni che portano avanti discorsi puramente
elettoralistici, ho rilevato un accordo sul fatto che togliere
l'autonomia al Friuli-V.G. per qualche voto non darebbe nessun
beneficio. Non credo ci sia pericolo, ma l'odg
approvato ieri è molto grave e inaccettabile".
Intanto,
però, Cecotti suona la carica del Patto per l'autonomia, ipotizzando
«una coalizione, progressista, ma aperta anche al centro destra, che
si presenti alle elezioni politiche».
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Ten di voli: Facebook
LABORATORI DI AUTONOMIE
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Lei ancje: IL POST DEL BLOG
DI "EURO FURLAN"
"Îr a misdì a Udin al è stât presentât il Patto per l’Autonomia, une iniziative cjapade sù di un trop di sindics e di aministratôrs locâi cun chê di difindi e promovi la specialitât de Regjon e di slargjâ i spazis de democrazie partecipade.
La iniziative e somee jessi chê juste tal moment just (o almancul: prime che al sedi masse tart).
E rive juste tal moment che la fantasime dal Partito della nazione e mostre ad in plen la sô brute muse grise, nere e cun trê pineladis di ros, di blanc e di vert (o di Verdin?): centraliste, pseudoeficientiste, afariste e nazionaliste. (....)"
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Che in Italia sia in atto una INVOLUZIONE democratica crediamo sia sotto gli occhi di tutti.
RispondiEliminaAUTONOMIA è sinonimo di DEMOCRAZIA.
Ma l'autonomia è sotto attacco perché non permette di concentrare nelle mani di pochi (o uno solo?) il potere politico.
(...) Non possiamo pensare di ‘stare sereni’ (ogni riferimento è voluto). Le dichiarazioni di Ettore Rosato e di Matteo Salvini sulla macroregione non sono state delle boutade, come dimostra l’ordine del giorno presentato in Senato da Ranucci e fatto proprio dal governo. Certo, ci sono posizioni diverse, come quelle di Lodovico Sonego e Carlo Pegorer, peraltro definiti ‘politici veneti’ dall’Ansa, ma non basta Quella della regione triveneta è una proposta inaccettabile, sia dal lato della democrazia, sia da quella della coesione sociale. Di fronte a quest’attacco senza precedenti, il “Patto per l’autonomia” si rivolge invece a chi vuole rilanciare con forza la specialità che è un bene dell’intero territorio regionale e del suo straordinario insieme di diversità geografiche, linguistiche, culturali ed economiche che in questa fase devono fare quadrato e trovare una strategia comune”. (...)
RispondiEliminaMASSIMO MORETUZZO
Dal sito istituzionale del Consiglio regionale Friuli-vg -
RispondiEliminaComunicati Agenzia Consiglio Notizie
Gruppi di opposizione: difesa specialità, urgente convocare Aula
13 Ottobre 2015, ore 16:00
(ACON) Trieste, 13 ott - COM/MPB - "Per non condizionare il dibattito su una mozione già preannunciata dai consiglieri Ncd Alessandro Colautti e Paride Cargnelutti e per privilegiare l'unità delle forze politiche su un tema importante come quello dell'Autonomia regionale, si è ritenuto, assieme a tutte le forze di opposizione, assolutamente necessario convocare d'urgenza il Consiglio regionale per mantenere alto il profilo istituzionale e trovare la massima convergenza di tutti nelle azioni a difesa dell'Autonomia del Friuli Venezia Giulia".
Su iniziativa dei consiglieri regionali di Ncd Colautti (già proponente di una mozione sull'argomento) e Cargnelutti, con i colleghi Tondo (AR), Bianchi (M5S), Riccardi (FI), Violino (Misto), Ciriani (FdI/AN), Dipiazza (AR), Sibau (AR), Revelant (AR), Santarossa (AR), Sergo (M5S), Frattolin (M5S), Dal Zovo (M5S), Ussai (M5S), Piccin (Misto), Zilli (LN), è stata inviata al presidente del Consiglio regionale Franco Iacop la richiesta formale di convocazione dell'Aula ai sensi dell'art. 52 comma 6 del regolamento interno, in base al quale il presidente convoca l'Assemblea entro 15 giorni quando ne faccia richiesta il presidente della Regione o un quarto dei consiglieri, quindi 13, mentre i firmatari in questa occasione sono addirittura 17.
Al di là dell'annunciata mozione sulla difesa della specialità, la gravità del merito e l'urgenza dei tempi determinati dall'accoglimento da parte dell'Esecutivo nazionale dell'ordine del giorno del sen. Ranucci, che impegna il Governo a presentare una riforma che riduca il numero delle Regioni prima che entri in vigore il ddl Boschi e quindi entro ottobre 2016, è un fatto gravissimo.
Ed è gravissimo che l'accoglimento dell'odg da parte del sottosegretario Pizzetti - che lo ha riformulato con la previsione di una apposita sessione di revisione costituzionale sull'argomento - non abbia avuto nemmeno la necessità di un voto del Senato e che quindi inserisca formalmente, in modo surrettizio, tale argomento nell'agenda governativa.
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