mercoledì 8 ottobre 2014

REGIONE - L'ASSESSORE PANONTIN E L'ARROGANZA DELLA POLITICA


REGIONE

L'ASSESSORE PANONTIN
E
L'ARROGANZA DELLA POLITICA


Dal Messaggero Veneto:
 
 
 

Autonomie locali,

bocciata la riforma Panontin

7 ottobre 2014



Al Cal non raggiunge il quorum dei dodici voti. Romoli e Fontanini chiedono all’assessore una pausa di riflessione sul Ddl”
di Mattia Pertoldi

La riforma Panontin non raggiunge il quorum dei dodici voti al Consiglio delle autonomie locali (Cal) e il presidente Ettore Romoli – assieme a Pietro Fontanini – chiede all’assessore “una pausa di riflessione” sul Ddl di riordino degli enti locali.

I voti contrari delle Province di Udine, Pordenone e Gorizia e dei Comuni di Tarvisio, Cividale e Santa Maria la Longa – sommati alle astensioni della Provincia di Trieste, di Gorizia, Medea, Prata e Ragogna – impediscono all’articolato, modificato da Panontin rispetto all’approvazione preliminare dello scorso 22 settembre, di tornare in giunta, venerdì, con il placet del Cal. (...)

(Panontin ) Mi pare ovvio, però, che al termine di questo iter bisognerà mettere mano anche al Cal sia da un punto di vista del funzionamento, semplificandolo, che della rappresentanza».

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COMMENTO

"Mi pare ovvio, però, che al termine di questo iter bisognerà mettere mano anche al Cal sia da un punto di vista del funzionamento, semplificandolo, che della rappresentanza»." dalla stampa risulta aver dichiarato l'assessore regionale Panontin a commento del risultato sfavorevole alla "SUA" riforma degli enti locali in sede di Cal.

La sua dichiarazione un chiaro esempio di arroganza politica? Si cancella o si modifica (a proprio vantaggio) tutto ciò che ostacola la “propria” volontà politica? Ma esiste ancora la democrazia in Italia?

La Redazione del Blog
 

5 commenti:

  1. RIFORMA “PANONTIN” ENTI LOCALI:

    CRITICHE DI NATURA TECNICA-COSTITUZIONALE.

    DAL SITO INTERNET
    www.ilfriuli.it

    http://www.ilfriuli.it/articolo/Politica/Riordino_degli_Enti_locali-points-_manovra_contro_la_storia_del_Fvg/3/136388

    1 ottobre 2014

    (…) Sullo schema di disegno di legge regionale ha espresso FORTI PERPLESSITA' DI NATURA TECNICA Mariella Magistri De Francesco, assessore al bilancio della Provincia di Trieste.

    “Nel provvedimento – ha affermato – mentre si individuano le funzioni da assegnare alle Unioni dei Comuni, non si fa alcun cenno alle risorse umane e finanziarie necessarie per supportare le funzioni stesse. Come verrà trasferito, a esempio, il personale di un settore importante – specie in questo momento - quale quello dei Centri per l’impiego? Come si procederà al trasferimento del patrimonio, dei mutui dalle Province alle Unioni? Nel documento non c’è alcun cenno a tutto questo quando invece si tratta di aspetti di assoluta rilevanza”.

    Per l’esponente della Provincia di Trieste, “le Unioni dei Comuni nascono monche perché mancano i presupposti finanziari e organizzativi, elementi essenziali per non interrompere l’erogazione dei servizi ai cittadini che invece devono continuare ad essere garantiti”.

    A rappresentare la Provincia di Pordenone, il vicepresidente Eligio Grizzo che ha definito lo schema di disegno di legge “il referto finale per le Province”.

    “Un documento – ha aggiunto - che non tiene conto delle realtà amministrative in corso e non fornisce indicazioni precise su diversi aspetti, tra questi, a esempio la collocazione del personale delle Province tanto che, al riguardo, tra i dipendenti degli enti di area vasta c’è grande preoccupazione sulla futura destinazione”.

    “Mancano nel documento – ha rilevato ancora il vicepresidente della Provincia di Pordenone – indicazioni sulle competenze amministrative che non confluiscono né alla Regione né ai Comuni”. Per Grizzo, inoltre, “ci sono tanti punti ancora non chiari sulla conformazione delle Unioni e si corre il rischio che diventino come i vecchi Aster rivelatisi fallimentari”.

    Enrico Gherghetta, presidente della Provincia di Gorizia, ha trasmesso al Cal un documento in cui ha sintetizzato i capisaldi del percorso di riordino delle autonomie locali, scenario in cui – seguendo lo schema della riforma sanitaria - alla Regione va il compito di indicare il modello di sviluppo, all’area vasta il coordinamento territoriale e ai Comuni l’erogazione dei servizi. Gherghetta tiene a sottolineare come “le Province in Italia ci siano, la riforma dello Statuto non sia stata ancora approvata dal Parlamento e che quindi ogni azione che non tenga conto della presenza delle Province diventa anticostituzionale”.

    Il presidente della Provincia di Gorizia propone che in Fvg si proceda secondo il modello nazionale e quindi con la trasformazione delle Province in enti di secondo grado (...), e il conseguente trasferimento delle funzioni amministrative della Regione alle Province e ai Comuni.

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  2. Dal sito internet www.ilfriuli.it

    TITOLO: Autonomie locali: da Panontin parole irrispettose.

    SOTTO-TITOLO: Il presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, attacca l'assessore regionale: "Le sue affermazioni, dopo il voto, lasciano intendere la volontà di modificare il Cal in quanto non allineato”

    http://www.ilfriuli.it/articolo/Politica/Autonomie_locali-points-_da_Panontin_parole_irrispettose/3/136621

    8 ottobre 2014

    “E’ grave l’affermazione dell’assessore Panontin che, subito dopo il voto di ieri al Cal sfavorevole al ddlr che porta il suo nome, ha lasciato intendere la volontà di mettere mano all’organismo di rappresentanza. Una dichiarazione assolutamente irrispettosa nei confronti del Consiglio delle autonomie stesso e degli Enti locali che vi prendono parte”.

    E’ pungente il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini che, sulle dichiarazioni rilasciate immediatamente dopo il mancato raggiungimento del quorum sulla riforma degli enti locali, non intende soprassedere. “L’assessore Panontin con questo atteggiamento dimostra poco rispetto nei confronti del Cal, organismo di rappresentanza previsto dalla Costituzione in base al comma 4 dell’articolo 123”. Ecco il contenuto. “In ogni Regione lo Statuto disciplina il Consiglio delle autonomie locali come organo di consultazione tra la Regione e gli Enti locali”.

    Con la bocciatura di ieri salgono a tre le votazioni contrarie alle proposte di questa Giunta regionale in materia di enti locali: ieri il ddlr generale di riordino del sistema, ancora prima il limite del secondo mandato per i sindaci e la riforma del sistema elettorale provinciale.

    “Ora che gli Enti Locali non sono “allineati” si vuole ripensare l’unico loro organo di rappresentanza? - chiede Fontanini -. Questa logica – continua – lascia intendere che chi non condivide i desideri dell’assessore rappresenti un ostacolo da neutralizzare”.

    Il consiglio delle autonomie locali è un organismo di rappresentanza degli Enti locali; è composto da 23 membri; sono componenti di diritto i quattro Comuni capoluogo, le 4 Province e un’equilibrata rappresentanza dei Comuni dell’intera regione con particolare tutela per la fascia montana

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  3. Dal sito internet del settimanale “LA VITA CATTOLICA” - 8.10.2014

    http://www.lavitacattolica.it/stories/regione/6302_il_consiglio_delle_autonomie_locali_boccia_la_riforma_panontin/#.VDYxrWdxnct

    TITOLO: Il Consiglio delle autonomie locali boccia la riforma Panontin

    (PRIMA PARTE)

    Non passa al Cal (Consiglio delle autonomie locali) l’intesa sul disegno di legge regionale Panontin che disciplina il riordino degli enti locali. I voti a favore sono stati 10, un numero insufficiente per l’approvazione che prevedeva 12 pareri positivi. Su 21 presenti, da registrare 6 voti contrari e 5 astensioni. Ma l'assessore Panontin minimizza e parla di un «voto politico», visto che i «no» sono arrivati dalle Province (in predicato di essere soppresse) e da comuni di Centrodestra. Ma è anche vero che, dietro all'apparente compattezza dei comuni di Centrosinistra, si nascondono diversi mugugni. Ad ogni modo la Giunta regionale può anche «tirare dritto», visto che il parere del Cal non è vincolante.

    Sul testo, le Province hanno espresso forti critiche e l’esito del voto ha confermato che le perplessità non sono circoscritte agli enti di area vasta ma interessano anche i Comuni.

    «La Giunta regionale tenga conto dell’indicazione degli Enti locali che non hanno espresso l’intesa sul provvedimento» è stato il commento del presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini dopo la votazione.

    Fontanini ha anche invitato la Giunta regionale ad approfondire gli aspetti del disegno di legge che trovano ostacoli sia nelle Province sia nei Comuni».

    Ostacoli quelli espressi dai Comuni relativamente alla dimensione delle Unioni, al peso delle singole amministrazioni comunali nelle votazioni (voto ponderato), allo spacchettamento delle competenze delle Province, all’impatto dei percorsi di fusione dei Comuni sulle Unioni.

    Soddisfatto per l’esito della votazione Eligio Grizzo, vicepresidente della Provincia di Pordenone. «Il voto contrario di alcuni Comuni – ha affermato Grizzo – significa che il documento deve essere rivisto».

    A rappresentare la Provincia di Gorizia, il presidente del Consiglio provinciale Gennaro Falanga. «Molti Comuni non hanno potuto svolgere una valutazione chiara sul documento perché è il testo stesso a non essere chiaro» ha commentato il presidente dell’assemblea provinciale isontina registrando che su molteplici lacune presenti nel disegno di legge e avanzate dalle Province non c’è stata risposta da parte dell’assessore regionale.

    Ecco le principali questioni sollevate dalle Province: l’illegittimità statutaria del provvedimento che va contro l’articolo 11 dello Statuto regionale quindi contro il principio del decentramento amministrativo visto che la Regione, con la riforma, intende accentrare a se ben 61 funzioni oggi in capo alle Province; l’espansione della spesa per effetto del trasferimento, a esempio, del personale in Regione e il conseguente adeguamento retributivo; la mancanza di strumenti finanziari strutturali per sostenere economicamente le Unioni; un incremento degli adempimenti burocratici e il progressivo allontanamento delle risposte e quindi un peggioramento delle performance dei servizi erogati alla popolazione.

    (CONTINUA)

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  4. Dal sito internet del settimanale “LA VITA CATTOLICA” - 8.10.2014

    http://www.lavitacattolica.it/stories/regione/6302_il_consiglio_delle_autonomie_locali_boccia_la_riforma_panontin/#.VDYxrWdxnct

    TITOLO: Il Consiglio delle autonomie locali boccia la riforma Panontin


    (SECONDA E ULTIMA PARTE)

    «Questo documento tradisce le aspettative dei cittadini che chiedono risparmi e non nuova tassazione» aveva commentato nel corso del dibattito Fontanini ricordando come non si sappia ancora come verrà sostenuta la maggiore spesa dovuta al trasferimento del personale dalle province alla Regione. È qui, infatti, che si concentreranno la maggior parte delle funzioni oggi svolte dalle amministrazioni provinciali: ben 61 sulle 126 registrate nel documento.

    «Il cuore delle attività delle Province – ha sottolineato per la Provincia di Trieste la presidente Maria Teresa Bassa Poropat – andrà alla Regione, un riconoscimento a funzioni importanti svolte dagli enti di area vasta e tutt’altro che marginali visto che ritornano alla Regione». Un accentramento che però preoccupa la presidente Bassa Poropat in termini di qualità dei servizi erogati ai cittadini. «Sport e cultura, a esempio, non ha senso ritornino alla Regione. È una contraddizione: semmai devono andare alle Unioni o ai Comuni per una maggiore vicinanza al territorio.

    Vigileremo – ha concluso Bassa Poropat – affinché grazie all’Osservatorio sulla riforma annunciato dall’assessore Panontin, vengono monitorati gli effetti del riordino e si possa aggiustare il tiro.

    (FINE)

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  5. Riceviamo via e-mail il seguente commento e pubblichiamo:

    "Al è une vore grâf che un assessôr regjonâl al fasi chestis declarazions cuant che i rapresentants dal popul (votâts) a pandin une idee difarente de sô; tal ben e tal mâl, a son lôr che a rapresentin vuê lis comunitâts che a vivin sul teritori e no lui, nomenât assessôr de Presidente Serracchiani cence jessi stât elet conseîr regjonâl intal 2013.

    Alessandro Pian - 9 ottobre 2014"

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