IL GAZZETTINO – UDINE
Sabato 6 agosto 2011
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ELETTRODOTTO,
RICORSO AL TAR
Il Comitato rileva molte lacune e inesattezze nel decreto del Ministero
di Silvio Bini
«Ci tengo a dirlo - ha esordito il sindaco Mauro Di Bert - questa riunione era già stata convocata». Ma il decreto ministeriale che ha dato il via libera al progetto di Terna per l'elettrodotto Redipuglia-Udine Ovest, ha dato nuovi temi all’incontro a Pavia di Udine dei sindaci interessati, con il Comitato, con il rappresentante dell'Anci e con l'assessore provinciale Stefano Teghil.
Merito del presidente del Comitato, Aldevis Tibaldi, che dopo un breve excursus sulla ormai annosa vicenda per la quale non ha risparmiato critiche decise all'amministrazione regionale, ha tracciato le linee guida, per quanto riguarda l'azione civica, come risposta alla decisione ministeriale.
«Finora siamo stati giocati - ha dichiarato - ma il decreto presenta tali e tante lacune che ci incoraggia ad affrontare con convinzione il ricorso al Tar». «Nel suo provvedimento - ha spiegato Tibaldi - il Ministero non cita nemmeno i comuni interessati dalla costruzione dell'elettrodotto; non è preciso sugli interventi di demolizione e ricostruzione delle linee elettriche, afferma che il progetto è stato approvato dalla Regione Friuli-Vg e non è vero». Su questo punto, oltre alla decisione del consiglio regionale sulla rimessa in discussione dell'opera così progettata, c'è stato anche l'intervento del Presidente della Giunta, Renzo Tondo: «Continueremo nella nostra opera di affiancamento delle scelte che sono state fatte ma soprattutto di comunicazione a Terna della possibilità di miglioramento della linea del elettrodotto. Daremo corso all'ordine del giorno approvato in Consiglio regionale che ci impegna a trovare tutte le soluzioni migliori».
Al riguardo c'è stato anche un intervento del consigliere regionale dell'Idv, Enio Agnola che sul «disco verde» dato dal Ministero dell'Ambiente così ha commentato: « si è ignorata la decisione presa dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia tramite l'ordine del giorno che aveva indicato la soluzione interrata come quella da seguire. Condividiamo la posizione del Comitato per la vita del Friuli rurale, aggiungendo che la Regione Friuli Venezia Giulia dovrebbe dover immediatamente far valere le proprie ragioni sul Ministero per dare un senso alla propria autonomia, ancora una volta calpestata da decisioni che vengono dai cosiddetti "tavoli amici"».
I sindaci del territorio, pur se con diverse sfumature hanno sostenuto le tesi del Comitato riguardo al ricorso al Tar e hanno seguito anche la proposta dell'Anci che vede nella conferenza Stato-Regione l'opportunità di arrivare ad un progetto condivisibile assolutamente meno invasivo e più chiaro dell'attuale. Che, è stato detto in chiusura, se la Regione dicesse no all'intesa, verrebbe affossato.
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