Meglio buttarla in ridere, anche per evitare di cadere in pericolose derive nelle quali qualcuno vorrebbe spingere la questione. Se infatti appare di pessimo gusto l'intervento pubblicato l'8 aprile sul Piccolo dal titolo: "Le amarezze dì Trieste: dal tallone nazista alla dominazione friulana", andrebbe ricordato come anche intellettuali di fama nazionale abbiano usato questa terminologia a proposito del dibattito sull'insegnamento del friulano a scuola. Da molte parti viene chiesta una risposta forte a queste provocatorie dichiarazioni, ma i rappresentanti politici friulani, trasversalmente, tacciono, a riprovata dimostrazione di manifesto disinteresse o, peggio ancora, di sommessa sottomissione.
Il presidente Tondo, di fronte alla richiesta dì dimissioni del suo assessore Violino da parte di quattro esponenti del Pdl triestino, ha chiesto un passo indietro, preoccupato forse di dover togliere qualche piatto dal menù perché "tipicamente friulano" del suo ristorante tolmezzino.
Gli chiediamo ancora uno sforzo: blocchi le corriere che, si dice, stiano partendo da Barcola per contestare al Salone del Mobile di Milano, lo stand della Snaidero.
«Snaidero - si legge in un comunicato dell'azienda- ha scelto di rendere omaggio all'interno del proprio scenografico stand ai gusti e sapori della tradizione friulana con un'area ristorazione di 120 mq caratterizzata da un bancone in legno lungo oltre 16 metri e 596 bottiglie come lampadari. Oltre a scoprire i nuovi modelli di cucine Snaidero, i visitatori potranno degustare i migliori prodotti del territorio rivisti in chiave moderna dal catering Assaporando di Tolmezzo. Le aziende partner di questo esclusivo connubio enogastronomico sono state: il Consorzio del Prosciutto di San Daniele, il Consorzio dei Colli Orientali e Ramandolo, Nonino, Oro Caffè, Goccia di Carnia e Latterie Friulane».
Da qui la mobilitazione: come sopportare che l'immagine industriale ed economica della Regione possa risultare così sfacciatamente antiunitaria e provocatoria?
Quotidiano IL GAZZETTINO – ed. Udine – Domenica 18 aprile 2010
No an capît che no volìn invadi Triest, ma... gjavâsal di intor! ;-)
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RispondiEliminaBen dite IL FURLANIST !
RispondiEliminaIn plui al è di zontâ che chei sotans che o vin mandât a Triest e a Rome si cjalin ben di difindi il Friûl e a sbassin il cjâf ogni volte che i triestins a sberlin....