UDINE - Sì, la lingua friulana dovrà essere contemplata nel Contratto di servizio tra il Governo e la Rai, la strada maestra perché la legge 482 trovi finalmente piena attuazione nella parte relativa alla presenza della lingua nei mezzi di comunicazione pubblica.
A dirlo ieri è stato il Parlamento con la Commissione di Vigilanza sulla Rai, presieduta da Sergio Zavoli, che ha «condiviso» le istanze presentate dall'assessore regionale alla Cultura, Roberto Molinaro, a nome di tutta la delegazione del Friuli Venezia Giulia, rappresentata dal presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, dal sindaco del capoluogo friulano, Furio Honsell, e da Arnaldo Baracetti per il Comitato per l'autonomia del Friuli, esponenti del Tavolo misto che da tempo segue l'evolversi della presenza della lingua friulana nei mezzi di comunicazione.
Il riconoscimento delle legittime richieste da parte della Commissione si concretizzerà in un emendamento al Contratto ricevuto dal Governo per una modifica del comma 2 dell'articolo 11, dove si dovrà prevedere che la Rai in Friuli Venezia Giulia realizzi programmi radio-televisivi in lingua friulana oltre che, come sta già facendo, in sloveno. Inoltre, la delegazione ha chiesto che le peculiarità del territorio dovranno essere pienamente valorizzate nel passaggio al sistema digitale, con l'estensione dell'attuale rete Tre bis a tutto il Friuli Venezia Giulia.
L'emendamento sarà presentato congiuntamente dai capigruppo del Pd, Fabrizio Morri, del Pdl, Giorgio Lainati e dall'esponente della Lega.
«Clima positivo», ha commentato Molinaro. «Non possono esserci alibi, perché le leggi e i regolamenti vanno applicati e la Regione si colloca su questo versante quando chiede con forza il rispetto della 482 che risponde alle esigenze di tutela e sviluppo della lingua friulana». Se il Contratto di servizio si modificherà, sarà lo Stato, come prevede lo spirito della 482, a dover garantire economicamente ed in via continuativa le trasmissioni Rai in friulano, quelle che fino ad ora sono state realizzate quasi esclusivamente in virtù dei 250 mila euro stanziati dalla Regione, sobbarcandosi un ruolo di supplenza.
«Gli abbiamo fatto capire che, a dieci anni dalla 482, è ora passata si arrivi alla sua applicazione», ha puntualizzato un soddisfatto Fontanini. E Baracetti si è appellato al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «Ha ricordato che l'unità nazionale si difende con il riconoscimento delle diversità - ha detto -. Per noi oggi ciò significa presentarci nell'era della globalizzazione con la nostra specificità».
IL GAZZETTINO, Venerdì 16 Aprile 2010
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