BASTA DISCRIMINARE LA
MINORANZA
LINGUISTICA FRIULANA.
LA
MISURA E' COLMA!!
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da
Facebook
DIEGO
NAVARRIA
9
giugno 2017
Comunicato
stampa
del Presidente
della
Assemblea della
Comunità
linguistica friulana
DIEGO
NAVARRIA
"Questo
è il testo integrale del comunicato che ho inviato alla
stampa. Solo Il Gazzettino oggi pubblica un piccolo
fondino.
Nella
seduta generale del 4 febbraio scorso l’Assemblea della
Comunità Linguistica Friulana, costituita da 102 sindaci,
ha votato all'unanimità una mozione che chiedeva con forza
di garantire nel futuro parlamento una rappresentanza
politica alla minoranza linguistica friulana, analogamente
a quanto avviene in Val d’Aosta e Trentino Alto Adige.
Tale
documento è stato poi inviato a tutti i parlamentari
eletti in Regione: spiegando come fosse indifferibile
“mettere in campo una forte azione atta a far sì che ai
friulani sia restituita la dignità politica, insieme a
quei diritti che sono affermati dalla Costituzione, dalle
leggi e dall'Europa, ma che lo Stato non ci riconosce”. A
distanza di quattro mesi, la nuova legge elettorale che
entra in discussione fa strame di tutte le nostre
richieste.
Prima
di tutto, chiedevamo “che il futuro Parlamento potesse
essere un organismo fatto di membri eletti dai cittadini,
non di nominati dai partiti italiani”: l’ultima
versione del testo mostra che solo un terzo dei
parlamentari saranno effettivamente scelti dagli elettori,
gli altri saranno “cooptati” dalle segreterie romane.
Non
bastasse questa ragione di disappunto, salta all’occhio
con evidenza che la legge elettorale fissa un limite di
accessibilità del 5% a livello italiano per la
ripartizione dei senatori eleggibili nelle singole regioni.
Al riparto possono accedere solo le compagini già presenti
a livello nazionale, oppure le liste che al livello
regionale hanno superato il 20% dei voti ottenuti. Ma se il
Senato è eletto su base regionale, non può esserci alcuna
discriminazione alla eleggibilità dettata da condizioni
esterne alla singola Regione. E il Capo dello Stato non può
non accorgersene…
Inoltre
persiste la situazione di tutela (legittima, ma esclusiva) di Valle
d’Aosta e Trentino-Alto Adige/Sudtirol che hanno legislazioni
specifiche sia per la Camera che per il Senato: noi
invece non abbiamo tutela per le nostre minoranze in nessuna delle
due Camere. Non è legittimo
tuttavia che ai friulani, numericamente in grado di costituire una
propria rappresentanza in Parlamento se vi fossero condizioni non
discriminatorie, venga innalzata la soglia d’accesso alla
rappresentanza che in altri ambiti è alla portata di qualsiasi forza
politica.
Risulta
che sin dall’esame del provvedimento in Commissione
Affari Costituzionali due voci bipartisan (quelle degli
onorevoli Gianna
Malisani e Gian Luigi Gigli)
abbiano provato a sollevare queste questioni sotto forma di
emendamenti posti alla discussione, ma
si sono trovati di fronte un muro. I
friulani li ringraziano, ma non dimenticano qual è stato
l’atteggiamento delle forze politiche italiane di fronte
alle proposte concrete che avevamo sollecitato per
garantire il rispetto dei nostri diritti. E sì che anche
il Consiglio Regionale aveva fatto sua la mozione
dell’Assemblea, ma le medesime forze politiche che a
Trieste si sono impegnate formalmente, a Roma non
riconoscono minimamente l’esigenza di garanzie
costituzionali per le minoranze.
Ce
n’è abbastanza per considerare la misura colma.
Diego
Navarria
Presidente
dell’Assemblea della
Comunità
Linguistica Friulana
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COMMENTO
DELLA
REDAZIONE DEL BLOG
Facciamo
nostra la legittima protesta di Diego Navarria, Presidente della
Assemblea della Comunità Linguistica Friulana
e nel contempo segnaliamo la richiesta al Parlamento italiano della
minoranza linguistica slovena, richiesta che aggrava ulteriormente la
discriminazione a danni della minoranza linguistica friulana
all'interno di una stessa Regione (Friuli – Venezia Giulia) e dello
Stato italiano. Ricordiamo che la Costituzione della Slovenia all'art. 64 prevede
un rappresentante in Parlamento per “ogni”
minoranza linguistica riconosciuta da questo Stato e dunque non
solo per la minoranza italiana. La
Costituzione slovena e quella italiana sono diverse e quest'ultima
- a differenza della Costituzione slovena - non prevede la elezione diretta di un rappresentate in Parlamento per ognuna delle 12 minoranze
linguistiche riconosciute dalla Repubblica italiana con la legge
482/99 ai sensi dell'art. 6 della nostra Carta Costituente.
Certamente il problema esiste,
ma è un problema che riguarda TUTTE le minoranze linguistiche che
vivono in Italia e non solamente la minoranza slovena che
“in solitaria” sta cercando un non accettabile
privilegio che discrimina le altre minoranze linguistiche, in
particolare le minoranze sarde e friulane, le due maggiori - in termini numerici - minoranze che vivono in Italia.
Anche queste ultime due
minoranze non hanno rappresentati in Parlamento se non eletti nelle
file di un partito italiano!
Questi gli emendamenti alla legge elettorale richiesti
dalla minoranza linguistica slovena e giustamente respinti perchè
creavano una discriminazione incostituzionale a danni delle altre
minoranze linguistiche, in primis alle minoranze sarde e friulane:
Una soluzione al problema va sicuramente trovata ma
tenendo conto che sono 12 le minoranze linguistiche riconosciute
dalla Repubblica italiana e che la Costituzione slovena assicura l'elezione diretta al Parlamento a TUTTE le sue minoranze linguistiche e non solo
ai cittadini sloveni di lingua italiana!!
Se si cita la Costituzione slovena, la si citi correttamente e non in maniera strumentale e riduttiva!!
La legittima battaglia della tutela della minoranze linguistiche va fatta in Parlamento assieme con le altre minoranze e senza richiedere "esclusivi" privilegi incostituzionali.
Ricordiamo che L'UNIONE FA LA FORZA!!
LA
REDAZIONE DEL BLOG
dal Blog dell'On. Serena Pellegrino
RispondiEliminaSerena Pellegrino
La posizione di Sinistra Italiana, e mia in particolare, l'ho espressa sottoscrivendo gli emendamenti dell'on. Gianna Malisani per la tutela della rappresentanza friulana e dell'on. Florian Kronbichler per quella slovena.
Ci tengo a precisare che il partito di maggioranza ha dato parere contrario e non ha voluto sostenerli. Nello specifico vi comunico che la minoranza slovena ha chiesto sostegno a tutte le forze politiche, incluso quella di rappresentanza dell'Alto Adige e valdostana. I primi hanno detto che non potevano presentarlo perché "invitati" a non farlo dal partito maggioranza con la motivazione che gli avrebbero tolto il sostegno in sud Tirolo.
Con l'on. Kronbichler, nonostante le varie pressioni ricevute, abbiamo proseguito nella presentazione degli emendamenti.
Come sapete la legge elettorale è stata fermata proprio sul tema della rappresentanza della minoranza tedesca in parlamento.
Il PD non vuole cedere il "diritto di prelazione" sulle minoranze.
Come sapete i rappresentati di lingua tedesca vengono eletti con il Mattarellum e appoggiati dal PD. Il seggio per la minoranza slovena viene "trasmesso" e garantito proprio nelle liste del PD.
Nessun esponente sloveni di altri partiti può mai entrare in Parlamento. È per questo che proprio mentre si discuteva l'emendamento sulla minoranza tedesca che chiedeva di utilizzare il metodo proporzionale per la rappresentanza, ho diffuso un comunicato stampa, in dichiarazione congiunta con il consigliere provinciale Fabrizio Dorbolò, in cui dichiaravo l'importanza dell'approvazione degli emendamenti.
La storia poi la sapete. Alcuni deputati del PD che hanno votato favorevolmente all'emendamento pro proporzionale per la rappresentanza tedesca, hanno "permesso" alla maggioranza del PD di dichiarare fallita la legge.
Trovo gravissimo questo fatto.
http://www.serenapellegrino.it/la-legge-elettorale-deve.../
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COMMENTO DELLA REDAZIONE DEL BLOG:
Il problema della rappresentanza in Parlamento delle minoranze linguistiche è un problema "GENERALE" che va risolto tenendo conto che le minoranze in Italia sono 12 e non due (tedeschi e francesi della Val d'Aosta) o tre (aggiungendo anche gli sloveni - meno di 50 mila cittadini italiani!).
Va inoltre tenuto conto che la Costituzione italiana "NON PREVEDE" l'elezione diretta di un rappresentante per OGNI minoranza linguistica riconosciuta dalla Repubblica italiana, norma prevista invece dalla Costituzione slovena.
La pretesa della minoranza slovena - sostenuta dall'on.le Serena Pellegrino - di avere un rappresentante eletto direttamente, è dunque del tutto INCOSTITUZIONALE!!! E NON POSSONO NON SAPERLO!!!
Proposta che risulta essere, inoltre, pesantemente discriminatoria nei confronti delle altre minoranze linguistiche escluse da questo beneficio, in primis la minoranza sarda (UN MILIONE DI CITTADINI ITALIANI!!!) e friulana )SOLO 600 MILA CITTTADINI ITALIANI!!)
VONDE, NO?
Sempre da Facebook:
RispondiEliminaDiego Navarria
"La indignazion oramai no covente a nuie, se non a convinci cualchi furlan a vierzi i voi. Chei che a varessin di rappresentânus e àn la muse rote. Cheste situazion e mertarès une ribelion. Cuant che ti talpassin i dirits, il riviel al è legjitim. Ma dal moment che o sin masse passûts, la ribellion no je praticabile. E reste dome une soluzion politiche, une cussience furlane che vignedi fûr cun almancul doi ponts di fonde: union jenfri i furlans e autonomie."
Diego Navarria - 9 giugno alle ore 5:21
COSTITUZIONE SLOVENA - ART. 64
RispondiElimina(...) Le comunità nazionali sono rappresentate direttamente negli organi rappresentativi
dell’amministrazione locale e nella Camera di Stato. (...) I diritti di entrambe le comunità nazionali e
dei loro appartenenti sono garantiti
indipendentemente dal numero degli
appartenenti a queste comunità. (...)
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PRECISAZIONE GIURIDICA:
il termine giuridico "comunità nazionale" utilizzato nella Costituzione slovena è equivalente al termine giuridico italiano "minoranza linguistica": rappresentano la MEDESIMA fattispecie giuridica!!
La Slovenia riconosce due minoranze linguistiche: quella italiana e quella magiara. I rom hanno poi una tutela costituzionale particolare.
Il diritto alla "rappresentanza" politica alla Camera delle comunità nazionali è indipendente dal numero dei componenti la comunità minoritaria stessa.