giovedì 29 settembre 2016

REFERENDUM COSTITUZIONALE: LA MADRE DI TUTTE LE BATTAGLIE


 
REFERENDUM COSTITUZIONALE:
 
LA MADRE
DI TUTTE LE BATTAGLIE



COMUNICATO STAMPA

20.9.2016


Comitato per l'autonomia
e il rilancio del Friuli
 
 La Corte Costituzionale rinvia la discussione sull'Italicum, il tribunale di Trieste non emette la sentenza dopo otto (8) mesi dall'udienza per la denuncia di discriminazione della minoranza friulana nella stessa legge, tutti in attesa dell'esito del referendum, quando si farà, sulla riforma costituzionale. Evidentemente aveva ragione chi diceva che non si fa politica con le aule di tribunale. Evidentemente non si può pensare di risolvere le palesi ingiustizie delle leggi andando in tribunale: al potere politico si deve rispondere con le stesse armi e cioè col voto!
 
Per questo il voto referendario diventa fondamentale perché un eventuale SI:
  • permetterebbe di sostenere la legittimità dell'Italicum. In tal modo - solo per evidenziare i risvolti locali che tale legge comporterebbe - i friulani della Bassa e del Goriziano voteranno per un candidato triestino e il voto di tutti i friulani varrà la metà di quello dei sudtirolesi e un quarto di quello dei valdostani

  • confermerebbe il diritto della politica a fare lo scempio del Friuli spezzettato in 17 UTI e senza più un riferimento amministrativo unitario o, se vogliamo, trinitario, come era prima con le tre provincie

  • metterebbe in discussione anche le competenze della nostra Regione

  • radicherebbe l'idea di subalternità del sistema giudiziario a quello politico.
Se è vero che la riforma costituzionale deriva dalla presa d'atto che il sistema-paese sta cambiando, che servono regole coerenti e che, in buona parte le leggi regionali e nazionali hanno anticipato la riforma, è altrettanto vero che tutto ciò non ha portato a una ripresa dell'economia o a una più equa ridistribuzione delle risorse. E questo è tanto più vero per il Friuli.
 
Per questo il referendum sarà dirimente e - al di là dei dettagli della riforma, ampiamente opinabili, mal scritti e incoerenti - solo con un NO possiamo pensare di invertire una rotta pericolosa per il Friuli, per la sua storia, per il suo futuro.
 
Il presidente del Comitato
dott. Paolo Fontanelli
 

2 commenti:

  1. "NON SI FA POLITICA NELLE AULE DEL TRIBUNALE"

    Spiegazione:

    Posto l'importanza PRIMARIA E INDISPENSABILE del ricorso alle aule del tribunale, altrettanto primaria e indispensabile è l'azione politica contro l'arroganza della casta politica usando la scheda elettorale. Ossia, Si alle aule dei tribunali, accompagnata però anche DALL'ARMA DELLA SCHEDA ELETTORALE e ciò perché i partiti politici temono moltissimo la perdita di consensi nell'urna elettorale, molto meno temono le sentenze della Corte Costituzionale, del TAR e del Consiglio di Stato dal momento che trovano sempre qualche trucco per AGGIRARLE e non dare così attuazione alle sentenze SCOMODE (per loro ovviamente!)del potere giudiziario.

    Il "Porcellum", ad esempio, è stato dichiarato incostituzionale: ecco approvato l'ITALICUM, ugualmente incostituzionale solo scritto in maniera un po' più furba, ma sempre incostituzionale è!!!

    E' questo è solo un piccolo esempio!

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  2. Per vari motivi voterò NO. Ho sentito più di qualcuno dire di sentirsi impreparato a "valutare" nei dettagli questa riforma (e bisognerà che i comitati lavorino per la più ampia partecipazione): le continue modifiche e "accomodamenti" dimostrano che sono molto più impreparati coloro che l'hanno stilata in modo così confuso, frettoloso e contradditorio. La riforma in generale,vedendola anche in un'ottica nazionale, contraddice chiaramente le motivazioni di "risparmio ed efficienza"(ben pochi milioni!): si poteva per questo dimezzare prima i ben più numerosi deputati, considerati anche i tempi di crisi e i pochi risultati in termini di miglioramenti nelle prospettive di vita per gli italiani...Non occorre farla molto lunga, ognuno può trovare le sue valide ragioni per votare NO. La posizione è sostenuta con ragionamenti esaurienti da costituzionalisti come Zagrebelsky, che ha paventato anche seri rischi di oligarchia.

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