domenica 4 settembre 2016

NON ESISTE IL "TAR GIULIO-FRIULANO"!


STAMPA LOCALE

VONDE INVENTÂSI
STRAMBOLOTS
 
BASTA INVENTARSI
STRAFALCIONI


Non esiste in regione alcun

TAR "GIULIO-FRIULANO"!

Esiste solo il 
 
TAR "REGIONALE”!!


Il nome "Venezia Giulia" è noto essere un "nome politico" inventato alla fine del 1800  e utilizzato successivamente dall'imperialismo italiano che aspirava nel 1915 ad espandere i confini nord-est del  giovanissimo Regno d'Italia su parte dell'allora Impero asburgico e per tale scopo aveva bisogno di un nome che giustificasse  queste pretese italiane su territori in gran parte di lingua slovena e croata. 

Confessiamo che ci è difficile comprendere cosa porti un giornalista triestino a utilizzare il termine "Tar giulio-friulano"  al posto del corretto e corrente termine “Tar regionale”.

E' da notare poi che il giornalista scrive prima "giulio" e poi "friulano", quando dovrebbe essere noto che il Friuli è una regione storica e geografica millenaria che rappresenta il 95% dell'attuale territorio regionale....

 Che nel 2016 si continui ancora ad inventare strafalcioni  come  "giulio-friulano" ci fa porre molte domande  sulla realtà geopolitica (neo irredentista?) triestina....
 
 
Dal quotidiano
IL PICCOLO di Trieste 


"(...) Ritardi che Riccesi spera di recuperare nel giro di pochi mesi, attenuando quanto possibile l’utilizzo dell’ammortizzatore. Il carcere di San Vito, che poi è quello di Pordenone, è stato al centro di un confronto giudiziario al Tar giulio-friulano, da una parte Riccesi con la Kostruttiva (…) "
di Massimo Greco

3 settembre 2016 
 

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Giusto per fare chiarezza...
 
  
LA VENEZIA GIULIA:
 
UNA QUESTIONE FRIULANA


di


Donato Toffoli 


 
La denominazione di “Venezia Giulia”, come è risaputo, ha una precisa data di nascita: domenica 23 agosto 1863; in tale data compare infatti sulle pagine del giornale milanese “L’Alleanza” un articolo non firmato, fatto che riveste una certa importanza, intitolato “Le Venezie”, ripubblicato dopo poco, il 30 agosto 1863, sempre in forma anonima, sulla rivista illustrata, anche questa milanese, “Il Museo di famiglia”1.
 
E’ interessante soffermarci un attimo sui “contenitori” giornalistici che ospitano l’articolo: “L’Alleanza” che porta il sottotitolo di “Giornale politico-letterario internazionale”, diretto da Ignazio Helfy, è periodico di alto livello, militante e politicamente connotato in senso progressista, che funziona anche da elemento catalizzatore per numerosi esuli o emigrati dalle regioni dell’est, come Niccolò Tommaseo, Francesco Dall’Ongaro e Pacifico Valussi. Questo fatto spiega la grande attenzione per i problemi dell’Europa orientale in generale e in particolare per i destini di quella zona, sotto il “giogo” austriaco, che veniva sentita dai redattori come parte costitutiva di una futura Italia completamente libera e sovrana all’interno dei suoi confini “naturali”.  
 
Più popolare e “di consumo” invece risulta “Il Museo di famiglia”, che mescola scienza, arte, letteratura e note politiche, ma che ha la caratteristica, oltre che quella di ospitare anch’esso interventi di Tommaseo e Dall’Ongaro, di avere come direttore l’ebreo triestino Emilio Treves. Come si vede la provenienza da zone austriache e la comune fede religiosa accomunano il direttore di tale periodico al friulano Graziadio Isaia Ascoli, un recente, ed ancora un po’ spaesato, immigrato a Milano.
 
Ascoli, nato nel 1829 a Gorizia, nella importante ed intellettualmente assai evoluta comunità ebraica locale, decide infatti, nel novembre del 1861, di trasferirsi a Milano, accettando la cattedra di “Grammatica comparata e lingue orientali” presso l’Accademia scientifico-letteraria. La sua presenza nella metropoli lombarda comporterà di fatto, se non la nascita, almeno un riallineamento delle scienze linguistiche italiane al livello delle migliori esperienze europee, come pure garantirà una posizione antipurista e rispettosa della pluralità linguistica nel dibattito sulla lingua adatta al neonato stato italiano; posizione di chiara impronta democratica e federalista.
 
È proprio lui l’anonimo autore di ”Le Venezie”, articolo inserito con modesto rilievo tipografico nei due periodici citati; e solo più di quindici anni dopo deciderà di proclamarsi autore dell’”articolino” in questione, ripubblicandolo in una miscellanea di scritti: “La stella dell’Esule”, pubblicato a Roma nel 1879 dalla Libreria Manzoni.
 
La riflessione ascoliana, si badi bene, si colloca a cavallo tra la rapida e per certi versi inaspettata proclamazione del Regno d’Italia (1861) e la fine della cosiddetta “Terza Guerra di Indipendenza” (1866), in realtà una collezione di disfatte da cui lo stato sabaudo fu preservato grazie all’alleanza con la vittoriosa Germania prussiana. Un momento di grande effervescenza, dove tutto sembra possibile ma che, nel giro di pochi mesi, vede cristallizzarsi una situazione geopolitica e un confine che dureranno per più di cinquant’anni, fino alla fine della prima guerra mondiale.
 
Nel momento in cui Ascoli scrive, tutte le “Venezie” sono soggette all’Austria, ma nel 1866 entra nello stato italiano quella che egli aveva chiamato “Venezia Propria”, che comprende anche il Friuli centrale ed occidentale; si deve precisare che l’espressione “Venezia Euganea” non è da attribuirsi in alcun modo al goriziano. Rimangono escluse dal Regno d’Italia, e lo rimarranno per molto tempo, la “Venezia Tridentina o Retica” e la “Venezia Giulia”, cioè come scrive: “le contrade dell’Italia settentrionale che sono al di là dei confini amministrativi della Venezia”, dove, si badi, i confini amministrativi sono, al momento della pubblicazione dell’articolo, quelli interni al dominio austriaco. Il problema dunque, scontata l’esistenza di una “Venezia”, è quello di dare un nome univoco alla “provincia che tra la Venezia Propria e le Alpi Giulie ed il mare rinserra Gorizia e Trieste e l’Istria” con capitale naturale “la splendida e ospitalissima Trieste”; tutto ciò non solo per questioni di comodità descrittiva ma poiché “In certe congiunture, i nomi sono più che parole. Sono bandiere alzate, sono simboli efficacissimi, onde le idee si avvalorano e si agevolano i fatti”.

  Non manca un riferimento a una categoria che, per la storia del termine “Venezia Giulia” è di importanza capitale, la “ambiguità preziosa”: “E nella denominazione comprensiva Le Venezie avremo un’appellativo che per ambiguità preziosa esprime in classica italianità la sola Venezia propria e, quindi potrebbe stare sin d’ora, cautamente ardito, sul labbro e sulla penna dei nostri diplomatici”. In realtà l’intera catena semantica che viene a prodursi poggia sull’ambiguità, creando o “immaginando una comunità” che ha un senso, sia sincronico che diacronico, flessibile ed adattabile a seconda delle circostanze: una potente mistura che è sostanzialmente falsa, ma verosimile, poiché evoca denominazioni storiche manipolandole e decontestualizzandole, ed ampliabile a piacere. Non solo la “Venezia Giulia” può essere considerata subordinata alla (e dunque coincidente con la) “Venezia Propria” e dunque all’Italia, ma raccoglie, e di questo Ascoli è interprete forse involontario, tutti i significati che i termini Venezia e Giulia si portano dietro, trasformati in mito fondatore: in particolare il mito della romanità e quello della venezianità.  (...)


 
LEGGI TUTTO IL SAGGIO:
 

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Il saggio a firma di Donato Toffoli è stato pubblicato sul libro "Venezia Giulia - La Regione Inventata" a cura di Roberta Michieli e Giuliano Zelco, casa editrice Kappa Vu, anno 2008, da pagina 64 a pagina 72 con il titolo "La Venezia Giulia: una questione friulana."
 
LA REDAZIONE DEL BLOG
 

7 commenti:

  1. OVVIAMENTE, NON VA BENE NEMMENO IL NEOLOGISMO "FRIUL-GIULIANO": ANCHE QUESTO NEOLOGISMO NON TIENE CONTO DEL FATTO CHE LA "VENEZIA GIULIA" NON ESISTE MA E' SOLO UN NOME POLITICO INVENTATO DAL NAZIONALISMO ITALIANO E SUCCESSIVAMENTE UTILIZZATO A PIENI MANI PRIMA DALL'IMPERIALISMO ITALIANO E POI DAL FASCISMO...

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  2. Deve piacere proprio molto l'assurda espressione "giulio-friulano" al giornalista Massimo Greco del PICCOLO di Trieste, visto che anche in un'altra frase dell'articolo sopra riportato utilizza questa INCREDIBILE ASSURDITA':

    "(...) Lo stesso Donato è ora presidente della territoriale, ha guidato la regionale ed è il PRIMO ESPONENTE GIULIO-FRIULANO ad aver ottenuto un incarico nell’esecutivo nazionale con il nuovo leader Claudio De Albertis (...)".

    Che la Regione sia composta da due realtà, il Friuli e Trieste, e che la Venezia Giulia sia una INVENZIONE...evidentemente poco importa a questo giornalista!

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  3. Il nome POLITICO "Venezia Giulia"?

    " (...) una potente mistura che è sostanzialmente falsa, ma verosimile, poiché evoca denominazioni storiche manipolandole e decontestualizzandole, ed ampliabile a piacere. (...)"
    Donato Toffoli

    ...........

    Chi lo dice ai giornalisti di casa nostra che pare abbiamo dimenticato la storia dell'imperialismo e dell'irredentismo italiano sul confine orientale?

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  4. Come andava scritto CORRETTAMENTE, in maniera COMPRENSIBILE e "PERFETTA" LINGUA ITALIANA?

    1) un confronto giudiziario al Tar REGIONALE

    2) Lo stesso Donato è ora presidente della territoriale, ha guidato la regionale ed è il PRIMO ESPONENTE REGIONALE ad aver ottenuto un incarico nell’esecutivo nazionale con il nuovo leader Claudio De Albertis
    ........

    Difficile, vero, scrivere correttamente?

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  5. .... e se il corretto termine "regionale" non piaceva al giornalista triestino Massimo Greco, poteva sempre scrivere altrettanto correttamente "TAR DEL FRIULI - VENEZIA GIULIA" e "PRIMO ESPONENTE DEL FRIULI - VENEZIA GIULIA", senza ricorrere a ridicole invenzioni ..

    Oggi il sostantivo/aggettivo TRIESTINO, pare sia stato cancellato a Trieste sostituito dal termine (nazionalista-irredentista?) GIULIANO...

    E' rimasto a Trieste qualcosa di triestino o anche i gatti a Trieste sono GIULIANI??

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  6. 29 luglio 2016 – sempre sul quotidiano IL PICCOLO...... e sempre, LUI, MASSIMO GRECO:

    "(...) A spiegare più ampiamente il contesto economico-sociale nel quale s’inserisce il progetto, è Sara Paganin, dirigente di Finint Investments Sgr. Tanto per cominciare, partecipano al Fondo il Consorzio housing sociale Fvg, Cdp (Cassa depositi e prestiti) Investimenti Sgr con il Fondo investimenti per l’abitare, Regione Fvg: obiettivo è realizzare 600 alloggi “sociali” nel TERRITORIO GIULIO-FRIULANO”

    http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2016/07/29/news/parte-l-operazione-ex-sadoch-con-un-budget-di-14-milioni-1.13890405

    COMMENTO:

    TERRITORIO “GIULIO-FRIULANO”????????

    TERRITORIO “REGIONALE”, Massimo Greco!!!! TERRITORIO REGIONALE!!!!

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  7. La regione Friuli - Venezia Giulia è una regione duale, formata da due entità storiche e geografiche diversissime e che nulla hanno in comune: Friuli e Trieste.

    Cercare di inventare un nome che cancelli questa realtà storica e geografica è offensivo per la storia e la geografia, per il Friuli come per Trieste, per i friulani come per i triestini. Oltre al fatto che si falsifica la realtà considerando il nome Venezia Giulia un nome geografico e storico, mentre è solo un nome politico che dovrebbe essere rinchiuso nel libro di storia, come già avvenuto per i nomi "Venezia Euganea o Propria" e la "Venezia Tridentina".

    Il tentativo di alcuni giornalisti di introdurre nomi assurdi come "giulio-friulano" o " friul-giuliano" vanni respinti perché dettati esclusivamente dalla ideologia unitarista che vorrebbe cancellare la realtà duale della nostra regione e dalla ideologia nazionalista italiana che con l'aggettivo/sostantivo GIULIANO falsifica la realtà etnica/linguistica della regione Friuli-Venezia Giulia. Nella stessa Trieste e nel Carso italiano, con il sostantivo/aggettivo "GIULIANO" si cancella la presenza della minoranza linguistica slovena, che tanto fastidio pare dare ancor oggi - anno 2016 - al nazionalismo italiano.

    600 mila friulanofoni sono poi stati riconosciuti ufficialmente, ai sensi dell'art. 6 della Costituzione italiana, minoranza linguistica storica. Cosa che continua a dare molto fastidio alla politica triestina...

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