TERREMOTO IN FRIULI,
SVILUPPO ECONOMICO
E BRUNO VESPA
Comunicato
Vespa e il
Friuli
La dichiarazione di Bruno Vespa, secondo il quale il
Friuli ha goduto dello sviluppo economico grazie al terremoto, non solo mette i
brividi ma richiede un ragionamento meditato.
Mette i brividi perché, dall'alto di una trasmissione
RAI, pagata anche con i soldi dei friulani, sentiamo "monetizzare" i nostri
poveri morti in un modo che ricorda le oscene risate telefoniche degli
speculatori sull'Aquila, la notte stessa di quel
terremoto.
Ma il ragionamento che va fatto è anche un altro: dov'è
la controprova?
Cioè: senza terremoto i friulani sarebbero rimasti
“nelle caverne” come sembra sottintendere la frase di Vespa (e di tanti
altri)?
Sacile o Monfalcone, ad esempio, non hanno subito
danni dalle scosse sismiche del 1976, eppure hanno avuto uno sviluppo
economico assolutamente paragonabile alle aree terremotate. Senza terremoto
sarebbe bastata una leggina che sostenesse l'adeguamento antisismico dei
fabbricati ed oggi avremmo ancora i nostri paesi tali e quali a com'erano, e non
piangeremmo né i morti né lo spopolamento che comunque ha colpito le aree
realmente danneggiate.
Gli imprenditori sapevano fare il loro lavoro prima ed
hanno continuato, bene, a farlo poi; i politici friulani hanno saputo fare,
onestamente, buone leggi e le avrebbero fatte comunque.
Quindi non venga un Vespa qualunque a commentare sui
nostri morti, dato che lo sviluppo economico ce lo saremmo fatto lo stesso da
soli.
31 agosto 2016
per il
Comitato per l'Autonomia
e il Rilancio del
Friuli
il presidente
Paolo
Fontanelli
..........
Il Comunicato stampa è stato pubblicato sul settimanale della Arcidiocesi di Udine, LA VITA CATTOLICA, mercoledì 14 settembre 2016 - Rubrica "Giornale aperto" - con il titolo " Il Friuli non ha speculato sul terremoto" .
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