IL PORTO "PETROLIFERO" TRIESTINO
SE TOGLIAMO
IL PETROLIO GREGGIO,
IL PETROLIO GREGGIO,
COSA RIMANE?
ALCUNI DATI, ( AL NETTO DELLA AUTOREFERENZIALITA' TRIESTINA POLITICA E MEDIATICA) :
22 aprile 2016
Il porto di Trieste, primo trimestre 2016
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COSI' IL PORTO DI VENEZIA, primo trimestre 2016:
- una movimentazione di contenitori pari a 148.664 teu
- Nel primo trimestre di quest'anno il traffico dei crocieristi è stato di oltre
28mila persone.
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COSI' IN ITALIA nel 2015:
Per
quanto riguarda il traffico container, che perde uno
0,5%, i porti che hanno registrato miglioramenti nel traffico
sono: Livorno, che passa da
577mila teu a 780mila (+35,2%), Venezia che sale da 456mila teu
a 560mila (+22,9%), Salerno, che passa da 320mila a 359mila
(+12,3%).
Tratto
da Il Sole 24 ORE del 16/02/2016, pagina 13
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COSI' IL PORTO DI CAPODISTRIA (SLOVENIA)
Dal quotidiano IL PICCOLO di Trieste
16 marzo 2016 - di Francesco Palcic
I porti di Trieste e Capodistria hanno chiuso il 2015 con segni opposti sul volume dei traffici rispetto all'anno precedente e, in attesa dei bilanci ufficiali, appare chiara la crescita del porto sloveno, che non accenna a fermarsi nemmeno nei prossimi anni. Secondo le ultime stime Trieste chiude il 2015 con un troughput (volume di merci trattato) negativo rispetto al 2014 raggiungendo i 501.276 teu a fronte dei 507.000 dell'anno scorso (fonte www.infomare.it porto Trieste traffico anno 2015). Secondo il bilancio mantiene tuttavia il primato in termini di tonnellaggio totale nella classifica italiana, ma marca ancor di più il distacco con il porto di Capodistria , primo terminal container dell'Adriatico, che, al contrario, conclude un anno strepitoso. (...)
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PORTO DI TRIESTE all'attacco dei Porti di Monfalcone e Porto Nogaro, e dell'interporto di Cervignano del Friuli.
L'industria manifatturiera friulana non deve servirsi dei SUOI porti naturali (Monfalcone e Nogaro) ma snobbare questi ultimi e servirsi esclusivamente del porto "petrolifero" triestino.....
Un anticipo di ciò che potrebbe succedere se i porti friulani finissero - come vorrebbe l'attuale Giunta regionale e la politica triestina - "subordinati" al porto "petrolifero" triestino, un porto municipale, come la città che lo ospita, città priva totalmente di cultura territoriale se non nel senso neo-colonialista?
Dal quotidiano IL PICCOLO di Trieste:
Il porto triestino alla conquista del Friuli
Le potenzialità dello scalo illustrate a decine di imprenditori a Udine. Il commissario: «Siamo in crescita, puntate su di noi»di Maurizio Cescon
23 marzo 2016
http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2016/03/23/news/il-porto-triestino-alla-conquista-del-friuli-1.13174192?ref=search
DOMANDE:
1) E i porti friulani di Porto Nogaro e di Monfalcone (Nogaro è un porto industriale; Monfalcone un porto commerciale)?
2) E l’interporto di Cervignano del Friuli (che fino ad ora ci risulta "SNOBBATO" dal porto di Trieste)?
3) E la Giunta regionale quando farà uno sforzo culturale e abbandonerà la visione politica "municipalistica" triestinocentrica?
Il Friuli - già in pesante crisi economica - può permettere che Trieste cancelli le tre importanti realtà economiche friulane sopra elencate perché incapace di far decollare il suo porto, nonostante questo sia da molti decenni super-finanziato sia dallo Stato italiano che dalla Regione e Trieste abbia avuto a disposizione per oltre 50 anni un ricchissimo pluri-miliardario Fondo per Trieste?
ASSOLUTAMENTE "NO"!!!
ASSOLUTAMENTE "NO"!!!
LA REDAZIONE DEL BLOG
Notoriamente il "petrolio greggio" utilizza un oleodotto per arrivare a destinazione e dunque non ha bisogno né di "corridoi internazionali", né di ferrovie ad alta capacità, nè di autostrade e ancor meno di aeroporti....
RispondiEliminaE per quanto riguarda i fondali ci risulta che a Trieste il canale petroli sia regolarmente dragato; e i fondali naturali di 18 metri - tanto reclamizzati - ci risultano esistere solo in pochi punti del porto di Trieste....
Tratto dal Blog di Paolo Rovis – dati al 2011
RispondiEliminahttp://paolorovis.blogspot.it/2014/11/porto-di-trieste-la-profondita-dei.html
"Gli ormeggi operativi nel porto di Trieste sono 52. Quasi tutti hanno una profondità del fondale superiore al limite di 6 m (questo limite separa gli accosti in due classi A e B, secondo la classificazione proposta dal PIANC – ‘71), ad eccezione di otto ormeggi del Porto Franco Vecchio (ormeggi 2, 5, 15, 16, 18, 19, 20 e 21) e di un ormeggio del Porto Franco Nuovo (ormeggio 34).
SOLO SEI ORMEGGI HANNO UN FONDALE SUPERIORE A 16 METRI, che rappresenta il fondale necessario per l’attracco delle navi porta-container di ultima generazione. Questi ormeggi sono il 51 e il 52, del molo VII (Porto Franco Nuovo) e tutti gli ormeggi del Porto Franco Oli Minerali.
La profondità media dei fondali portuali è pari a 9,5 m.
Per ciascun settore la profondità media è:
Porto Franco Vecchio: poco più di 6 m
Porto Franco Nuovo: poco più di 10 m
Scalo Legnami: circa 9 m
Ferriera di Servola: circa 12-13 m
Porto Franco Oli Minerali: circa 17 m
Porto Industriale: poco più di 9 m
(tratto da: "PRP del Porto di Trieste, Studi Specialistici" - volume A, giugno 2011)
DOMANDA: SE TOGLIAMO IL PETROLIO GREGGIO, COSA RIMANE?
RispondiEliminaRISPOSTA: SOLO IL 25% DELLE TONNELLATE DI MERCI IN TRANSITO OGGI PER IL PORTO DI TRIESTE, ossia i camion turchi il cui trasporto ferroviario da Trieste a destinazione ci risulta pagato dalla regione, ossia da tutti i cittadini regionali.... e poco altro!
Ossia, possiamo dunque affermare, senza pericolo di essere smentiti, che senza il petrolio greggio il porto di Trieste nella graduatoria dei porti italiani slitterebbe nella parte bassa della classifica dei porti italiani?
http://www.porto.trieste.it/wp-content/uploads/2016/03/CS-APT-22.03-il-PORTO-SI-E-PRESENTATO-OGGI-ALLE-IMPRESE-DEL-FRIULI.pdf
RispondiElimina“(...) Il presidente camerale (provincia di Udine n.d.r) Giovanni Da Pozzo ha sottolineato come “il Porto di Trieste non è solo di Trieste, è dell'intero FVG, come tutte le infrastrutture che riguardano le aree industriali non sono solo delle aree industriali stesse. Ogni infrastruttura a supporto dell'economia va considerata come sistema in grado di portare crescita e sviluppo per tutti. Dobbiamo perciò superare i campanilismi e dobbiamo mettere in comune visioni e forze, mettere insieme gli imprenditori e i responsabili delle azioni pubbliche, come stiamo facendo qui oggi e come abbiamo fatto in più occasioni in questi anni, convinti dell'importanza di questo percorso per un'economia aperta all'export e all'internazionalizzazione.”
Sulla stessa linea anche il Sindaco di Udine Furio Honsell, che ha rilevato “la centralità del porto di Trieste per la Regione” ed ha auspicato maggiore collaborazione tra le città di Udine e Trieste.
"Questi incontri dimostrano quanto Trieste possa e debba essere una risorsa fondamentale per la crescita dell'intera regione, - ha affermato il Sindaco di Trieste Roberto Cosolini. - Mette a disposizione, infatti, infrastrutture e risorse preziose. E può essere, anche, punto di riferimento per tutta questa parte d'Europa. Non si capisce, quindi, per quale ragione nessuno ci abbia pensato prima di noi preferendo, invece, crogiolarsi nel provincialismo e nell'isolamento. Con la Presidente Serracchiani e con Zeno D'Agostino stiamo perseguendo in modo convinto questa vocazione ".
Dopo gli interventi istituzionali, gli imprenditori dello scalo giuliano hanno illustrato le nuove possibilità che il Porto di Trieste può offrire alle imprese del territorio in termini di nuovi servizi intermodali, di condizioni tariffarie e di
possibili sviluppi di nuove attività anche in regime di punto franco.
Trieste, 22 marzo 2016"
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COMMENTO:
QUANDO UN PARI IMPEGNO DEL PRESIDENTE CAMERALE (PROVINCIA DI UDINE) GIOVANNI DA POZZO E DEL SINDACO DI UDINE FURIO HONSELL, ANCHE PER PORTO NOGARO, UNICO PORTO DELLA PROVINCIA DI UDINE?
PORTO CHE RICORDIAMO NON E’ STATO DRAGATO PER CIRCA 19 ANNI (SOLO QUEST'ANNO - FINALMENTE - IL SUO CANALE E' STATO DRAGATO!!) E CHE I MANCATI DRAGAGGI, FESTEGGIATI DAI PORTI DI TRIESTE E MONFALCONE CHE HANNO ACQUISITO COSI’ UNA AMPIA PARTE DEI TRAFFICI DI QUESTO PORTO, SONO LA CAUSA PRIMA DEI SUOI ATTUALI PROBLEMI.
PROBLEMI CHE PARE NON TURBINO NE' LA CAMERA DI COMMERCIO DI UDINE, NE' IL SINDACO DEL COMUNE DI UDINE.....
CONCLUDENDO
RispondiEliminaè lecito che il porto di Trieste, incapace di "catturare" traffici internazionali , cerchi di "STRAPPARE" traffici agli altri due porti regionali (Nogaro e Monfalcone) nella speranza di implementare le tonnellate di merci sbarcate e/o imbarcate da Trieste?
Che senso ha la presentazione del porto di Trieste agli imprenditori friulani quando questi hanno già a disposizione Porto Nogaro e Porto di Monfalcone? E la Camera di commercio di Udine non dovrebbe, al contrario, cercare di incentivare i traffici di Porto Nogaro presentando questo porto in ogni occasione utile e cercando di risolverne i problemi legati esclusivamente ai mancati dragaggi?
E invece dobbiamo anche leggere sulla stampa affermazioni "propagandistiche" del Presidente della Camera di Commercio di Udine a favore del porto di Trieste: da non credere!!
dal quotidiano IL PICCOLO di Trieste del 2 giugno 2016, da un articolo a firma di Roberta Giani:
RispondiElimina"Mi ha colpito e mi colpisce poter dire che Trieste è il terzo porto della Germania e il primo per traffici in Italia" (dichiarazione della Presidente di regione Debora Serracchiani)
http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2016/06/02/news/serracchiani-trieste-si-gioca-il-futuro-il-rischio-e-il-ritorno-all-immobilismo-del-2011-1.13587797?ref=hfpitsea-1
COMMENTO
Peccato che Debora Serracchiani si dimentichi di precisare che il Porto di Trieste è il primo porto per traffici in Italia e il terzo per la Germania "ESCLUSIVAMENTE" grazie al petrolio greggio....
http://www.trasporti-italia.com/mare/trieste-368-di-merci-movimentate-primo-porto-d-italia-nel-2016/28245
RispondiEliminaAnalizzando nel dettaglio le diverse categorie, emerge una crescita per tutte le merceologie. Le rinfuse liquide sono aumentate del 3,56% rispetto al 2015, con 42.756.341 tonnellate. Ottimo dato con variazione positiva a due cifre, +22,45%, per le rinfuse solide con 1.967.984 tonnellate. Anche le merci varie (RO-RO e container) crescono dell'1,92%, attestandosi a 14.512.968 tonnellate.
Andando a guardare i traffici legati alle Autostrade del mare si registra una sostanziale stabilità del settore: 302.366 mezzi transitati nel 2016, con un + 0,29% rispetto all'anno precedente.
Per il settore container si rileva una FLESSIONE del 2,94% con 486.507 TEU, a cui fa da contraltare un aumento del 6,49% dei "contenitori pieni", vera garanzia della stabilità dei traffici, con 437.129 TEU. Già nel mese di dicembre 2016 si registra però un' inversione di tendenza rispetto al 2015: 38.984 TEU movimentati, con una variazione positiva pari a +1,87%, e un +20,42% dei TEU pieni. Inoltre, sommando la movimentazione dei container con i semirimorchi e le casse mobili (espressi in TEU equivalenti) lavorati complessivamente nel corso dell'anno, si arriva anche nel 2016 a superare il milione di TEU movimentati: 1.157.805.
Gli sbandierati successi riguardano ancora e sempre le solite rinfuse liquide ...