domenica 14 febbraio 2016

SANITA' - CENTRO UNICO D'ACQUISTO, CONVIENE SEMPRE?


"CENTRO UNICO D'ACQUISTO"
CONVIENE SEMPRE?


E I COSTI DELL'ESPONENZIALE INCREMENTO DI BUROCRAZIA CHE SI VERIFICA OGNI QUAL VOLTA SI PASSA DA UN SISTEMA SEMPLICE AD UN SISTEMA COMPLESSO, PERCHE' NON VENGONO PRESI IN CONSIDERAZIONE?

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PREMESSA

"ECONOMIE DI SCALA"

E "DISECONOMIE DI SCALA"


Tratto da:


"Si realizzano economie di scala (economies of scale) quando si ottiene un costo medio unitario della produzione che diminuisce al crescere delle dimensioni dell’impianto, fermi restando i prezzi dei fattori produttivi (macchine, immobili, lavoro, altri input di produzione) e ipotizzando che ogni impianto è utilizzato alla sua capacità ottima. Simile è il concetto di economie di produzione di massa (economies of mass production) che si riferisce, però, più propriamente all’organizzazione industriale e commerciale della grande impresa moderna. Non costituiscono economie di scala le riduzioni di costo medio unitario ottenute migliorando l’efficienza degli impianti e l’impiego del lavoro e dei materiali male utilizzati, ovvero passando a produrre con impianti a tecnologia diversa dalla precedente. Nemmeno costituiscono propriamente economie di scala le riduzioni di costo medio unitario che si verificano all’aumentare della produzione di un dato impianto sottoutilizzato. Può darsi, inoltre, che oltre a une certa dimensione dell’impianto i costi medi unitari cessino di diminuire rimanendo più o meno costanti (ciò che sembra verificarsi nel trasporto ferroviario) ovvero che prendano a crescere (in quest’ultimo caso si parla di diseconomie di scala). Cosa diversa sono le economie di scala monetarie (o pecuniarie) che un’impresa realizza quando ottiene di acquistare risorse di beni e servizi a prezzo minore aumentandone la domanda o semplicemente avvantaggiandosi di una sua posizione di monopsonio"

(redatto da gcl - Gian Carlo Loraschi)

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SANITA' REGIONALE
CENTRO UNICO D'ACQUISTO,
CONVIENE O SI CREERANNO
DISECONOMIE DI SCALA?


La classe politica (poco importa se regionale o nazionale!!) parla sempre e solo di economia di scala nel mentre pare ignorare che esistono anche le diseconomie di scala”. Nei suoi ragionamenti il politico risulta semplificare sempre moltissimo la realtà e di prassi ignora e non prende mai in considerazione l'elemento costo costituito dalla BUROCRAZIA.

Nel caso dei “centro unico d'acquisto” REGIONALE nel settore sanitario la politica regionale pare dimenticare che:

  1. Nel mentre è semplice l'organizzazione dell'Ufficio acquisti di un singolo ospedale, ove il rapporto tra i medici e il personale amministrativo responsabile di tale Ufficio è molto stretto e immediato, complesso e molto costoso (la burocrazia in Italia notoriamente ha un costo altissimo!!!) risulta invece controllare l'organizzazione di un “centro unico acquisti” dell'intero comparto sanitario regionale. Più una organizzazione è grande e più è difficile da controllare. E per controllare una organizzazione di area vastissima (l'intera regione!) si deve far ricorso ad una burocrazia di prassi complessa e "ingessante". Sicuramente scarsamente flessibile.

  2. Con una gestione centralizzata a livello regionale, diventerà difficile, e con tempi troppo lunghi, risolvere gli imprevisti: non basterà più infatti una telefonata all'Ufficio acquisti dell'ospedale, ma ci saranno le regole della burocrazia regionale da rispettare!!

  3. Chi deciderà – a livello regionale - “cosa comperare”?

     C
    hi deciderà qual è il “prodotto migliore” da acquistare quando di mezzo c'è la vita umana da salvare e/o da curare? Il “contabile regionale” che guarda solo i costi o il medico, unico tecnico del settore sanitario? E la cura da utilizzare,  farmaci e esami inclusi, chi la deciderà? Con la "gestione unica  regionale dell'acquisto" dei farmaci e attrezzature mediche, esisterà ancora la libertà medica di scegliere la cura e la strategia medica, o ciò sarà deciso dal politico e dal contabile in base esclusivamente al principio ragioneristico del "contenimento dei costi"? 

     
  4. Da ultimo, ma non ultimo per importanza, sul piano dello sviluppo della ricerca scientifica medica e farmaceutica , è da tener presente che  le aziende piccole e medie, anche se producono prodotti ottimi, non riescono ad offrire prezzi concorrenziali con le grandi aziende “multinazionali”. E se l'unico parametro considerato dal "contabile regionale" sarà il prezzo...saranno tutte messe "fuori gioco"!

In conclusione, nella analisi del vantaggio/svantaggio della istituzione di un “centro unico d'acquisto” a livello regionale, perchè non si tiene anche conto dell'aumento dei costi determinati dall'aumento esponenziale della BUROCRAZIA? I "maggiori costi" della BUROCRAZIA, non sono forse costi da conteggiare? Perché non vengono neppure presi in considerazione?
Siamo certi che i maggiori elevatissimi costi della burocrazia regionale conseguenti alla creazione di "un centro unico d'acquisto" regionale, non creeranno una situazione di "DISECONOMIA DI SCALA"

Eppure è noto che l'Italia è un paese che sotto il profilo burocrazia non è secondo a nessuno in Europa e nel resto del mondo e proprio ciò tiene gli investitori stranieri lontani dall'Italia....


LA REDAZIONE DEL BLOG


2 commenti:

  1. I "costi della burocrazia" si possono quantificare dando un valore economico a:

    1) Disservizi - spesso anche gravi - che pesano sull'utente malato.

    2) tempi operativi più lunghi a causa degli adempimenti burocratici spesso asfissianti.

    3) assenza di flessibilità del sistema.

    4) distanza fisica tra l'utente (medico) e il centro acquisto unico.

    il modello teorico del centro acquisti unico, se a livello teorico può sembrare funzionare e effettivamente ridurre i costi, poi non è affatto detto che calato nella realtà funzioni veramente in maniera positiva...

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  2. In questo specifico caso (centro unico d'acquisto in campo sanitario) non siamo in presenza di una "economia di scala monetaria" ma piuttosto siamo in presenza di una cancellazione, decisa di imperio dalla Giunta regionale, di una modalità organizzativa dove ogni unità operativa ha un suo ufficio acquisti autonomo, e alla sua sostituzione con altra modalità organizzativa che cancella l'autonomia delle singole unità operative sanitarie per centralizzare TUTTO nelle mani della REGIONE. E ciò solo ed esclusivamente - così viene dichiarato dalla Giunta regionale - per ridurre i costi d'acquisto del materiale sanitario. Evitando però di analizzare le eventuali sofferenze del nuovo sistema centralizzato. E le proteste degli utenti sarannno sicuramente catalogate come sempre con un offensivo "non capiscono le novità, è una protesta di campanile". Tipica replica stizzita del politico arrogante che non ammette critiche o proteste: tutti "scemi" tranne lui.

    PERCHE' NON LIMITARSI A METTERE "IN RETE" GLI ATTUALI "CENTRO ACQUISTI" DELLE SINGOLE UNITA' SANITARIE?

    Con la rete poi può essere possibile che più unità sanitarie effettuino un ordine collettivo...

    Difficile vero pensarci?

    Meglio centralizzare tutto nelle mani di un ennesimo NUOVO BARACCONE REGIONALE.....

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