mercoledì 24 febbraio 2016

MODELLO FRIULI? NO, MODELLO SERRACCHIANI/PANONTIN: VOGLIO, ORDINO E COMANDO!


REGIONE

Unioni Territoriali Intercomunali

"MODELLO FRIULI"?

NO,

"MODELLO SERRACCHIANI/PANONTIN":

VOGLIO, ORDINO, COMANDO!!!

E poiché "NON UBBIDISCI"....
adesso "ti sistemo io"!

Il modello "Serracchiani/Panontin"? 

Quanto di più lontano si possa immaginare dal "Modello Friuli"  che ha significato e significa ancora:

1) attuazione del principio di sussidiarietà (verticale e orizzontale)
2) attuazione del decentramento spinto
3) riconoscimento a scalare dell'autonomia (dallo Stato, alla regione, ai Comuni)
4) centri di spesa localizzati
5) controllo ravvicinato dei cittadini.
      
 LA REDAZIONE DEL BLOG 
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UNA DOMANDA

MA QUANTO E' GIA' COSTATA ALLE TASCHE DEI CITTADINI DI QUESTA REGIONE LA "IMPOSIZIONE DALL'ALTO" DI QUESTA RIFORMA DEGLI ENTI LOCALI TARGATA SERRACCHIANI/PANONTIN, CON LE UTI ORMAI  IMPANTANATE CON IL 40% DEI COMUNI CHE LE RIFIUTANO,   IL CAOS AMMINISTRATIVO PRESENTE E FUTURO  E IL PERSONALE DELLE PROVINCIE CON IL PIU' RICCO STIPENDIO DEI "REGIONALI" ?

DI SEGUITO UNA PRIMA RISPOSTA.... 

Dal quotidiano
IL MESSAGGERO VENETO - Udine

La mancata adesione ridurrà i contributi a 81 municipi. Riccardi (Fi): è un vero ricatto, la presidente ci ripensi

di Maura Delle Case



(….) Riservato agli enti che aderiranno alle Uti entro il prossimo 15 aprile: varrà 50 milioni quest’anno, 100 milioni il prossimo, 150 milioni nel 2018 riducendo così la coperta “ordinaria” ad appena 200 milioni da spartire tra 216 municipi. Inutile tirarla.
«I Comuni resteranno senza ossigeno - rincara la dose il forzista -. Strozzati da questa manovra destinata ad incidere sulla pelle viva della gente, che tra qualche mese dovrà fare i conti con un peggioramento dei servizi causato dei tagli». Per capire quanto incideranno, basta dare un’occhiata ai dati che Riccardi si prepara oggi a denunciare in aula.
Se la geografia del “no” non si modificherà, i Comuni che non potranno beneficiare del fondo perequativo saranno 81. Tanti quanti gli enti locali che non hanno approvato in consiglio atto costitutivo e statuto dell’Uti. Municipi piccoli e grandi, che ci rimetteranno in modo proporzionale.
Qualche esempio? Cividale del Friuli nel 2015 ha ricevuto dalla Regione trasferimenti per 3,2 milioni di euro. Dal prossimo anno, a meno di un dietrofront del consiglio, ne perderà 517, per passare a 1 milione nel 2017 e a 1,5 milioni nel 2018. Stesso destino, anche dal punto di vista quantitativo, per Codroipo. 

Gemona ne perderà rispetto ai 2,8 milioni dell’anno scorso, 452 mila quest’anno, 898 mila il prossimo e 1,3 milioni nel 2018. Dogna, il più piccolo ente tra i “ribelli”, si vedrà tagliati sui 275 mila euro dell'anno scorso 44 mila euro quest’anno, 87 il prossimo e 130 mila nel 2018.

«Un vero Vietnam», ha ribadito ieri Riccardi, che oltre a denunciare la sperequazione attacca il dispendio di risorse per avviare Uti che non sono partite.

«Vogliamo parlare dei 6 milioni di euro che la Regione ha già trasferito nelle casse dei Comuni capofila per far partire le Unioni? Risorse finalizzate all’acquisto di scrivanie e nuove seggiole?

O vogliamo parlare dei 26 milioni che l’assestamento 2015 ha garantito alle Unioni a titolo di incremento del fondo unitario dimenticando che sono derivanti dal gettito Imu e dunque sono soldi di tutti i Comuni? Mi limito a tirare una riga in fondo alle spese pro Uti sostenute dalla Regione nel 2015, almeno stando alle norme. Sommano a 52 milioni di euro. Alla faccia dei risparmi».

Dal fronte finanziario, il leader di centrodestra si prepara ad allargare la panoramica: «Perché le criticità mica finiscono qui.

Ne cito solo un’altra tra le tante. Il destino della Comunità collinare, consorzio volontario che oggi aggrega funzioni di 15 Comuni il cui patrimonio, da 28 milioni di euro, dovrà essere messo in liquidazione, al costo di 2 milioni, per effetto di questa riforma che ha il “pregio” d’aver spaccato un fronte rimasto unito per ben 40 anni. Concludo con un appello. E mi rivolgo alla presidente: fermatevi»

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7 commenti:

  1. Il "modello Friuli" è un modello formidabile che ha funzionato e questo è il suo grosso limite ( per chi è al governo ovviamente!!!) oggi che sia a Roma che a Trieste stanno "asfissiando" i cittadini italiani e della nostra regione, con una politica neo-centralista alla massima potenza e nemica dell'autonomia, della sussidiarietà verticale ed orizzontale, e dell'articolo 5 della Costituzione italiana!

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  2. Da IL PICCOLO di Trieste - 24 febbraio 2016

    “Panontin ritiene che «la giunta Tondo non ha avuto il coraggio di cambiare: lo abbiamo fatto noi, subendo il boicottaggio del ricorso al Tar, che ha messo in discussione l’autonomia e la legittimità del consiglio, facendoci perdere un semestre. Tempo regalato ai sindaci che non vogliono applicarsi e che sfruttano il tema per la propria campagna elettorale».”

    http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2016/02/24/news/barricate-in-aula-contro-i-supercomuni-1.13013457?ref=hfpitser-2
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    COMMENTO

    “il legittimo ricorso al TAR dei sindaci contrari mette in discussione l'autonomia e la legittimità del Consiglio”: da non credere! Dunque è vero che la politica COMANDA E I CITTADINI SONO SUDDITI! Caro Panontin, ti piaccia o meno, LA SOVRANITA' APPARTIENE AL POPOLO e non ai partiti politici! E i primi rappresentanti del popolo sono i Sindaci....

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  3. E stendiamo un velo pietoso sulle dichiarazioni di Renzo Tondo, Colautti e Paviotti.

    Ma cosa abbiamo fatto noi Friulani per meritarci simili personaggi politici, e.... pure eletti in Friuli

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  4. Dal sito on line del settimanale IL FRIULI – 24 febbraio 2016

    “Ripartire dal punto di rottura: Anci Fvg esprime ancora una volta la propria disponibilità al confronto costruttivo sulla Legge 26 ma a condizione che la Regione faccia marcia indietro di fronte a ogni forma di illogica penalizzazione per i comuni che non aderiscono alle Uti. “Siamo pronti a risederci al tavolo con il governo regionale ma deve essere un tavolo di risoluzione, di confronto reale e costruttivo, altrimenti lo scenario probabile è quello di altri ricorsi o di un’adesione solo formale alle Uti che in alcuni territori le svuoterebbe di efficacia”. Sono decise le parole del presidente Mario Pezzetta a conclusione del Comitato esecutivo di oggi che vede i sindaci compatti in un fronte comune. “Gli ultimi emendamenti presentati, infatti, invece di favorire maggiore flessibilità e una obbligatorietà ragionata, contraddicono norme importanti appena approvate come la legge 18 sulla finanza locale”.
    In queste ore emerge la proposta di ridurre le penalizzazioni per i comuni non aderenti o ricorrenti dal 15 al 7,5 per cento del fondo perequativo. Tale misura rischia di rivelarsi inefficace a causa della necessità di approvare i bilanci triennali: i comuni devono per forza tener conto della previsione dei tagli che, secondo la Legge 26, dovrebbero arrivare al 45 per cento nel 2018. Nessuna amministrazione è in grado di ridurre le proprie spese in modo così consistente: il risultato sarà che i comuni ricorrenti e che non aderenti non saranno in grado di approvare il bilancio.
    La posizione di Anci è chiara: alcune funzioni comunali strategiche dovranno essere svolte a livello sovracomunale (come il piano strategico del territorio che ha implicazioni urbanistiche e di infrastrutture), mentre i servizi potranno essere regolati secondo il principio di adeguatezza.

    All’incontro odierno sono intervenuti Elena Cecotti, Debora Del Basso, Paolo Urbani, Renato Carlantoni, Renzo Francesconi, Fabio Gentile, Roberto Ceraolo, Renzo Mazzer, Pino Napoli, Lavinia Clarotto e Paolo Menis.”

    http://www.ilfriuli.it/articolo/Politica/Uti-points-_ultimatum_dell’Anci_Fvg/3/152268

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  5. Tanto il "modello Friuli" è stato un modello di straordinario successo, tanto il "modello Serracchiani/Panontin" è un fallimento totale.

    Il modello Friuli rispettava il territorio con cui dialogava, prevedeva la delega ai Comuni anche di funzioni statali e regionali. E' stato uno straordinario modello vincente dell'attuazione dell'art. 5 della Costituzione italiana.

    Forse proprio perché è un modello vincente non trovò più applicazione: non piaceva agli "illuminati" che volevano decidere "tutto" e erano convinti di "avere la verità in tasca"

    Il "modello Serracchiani/Panontin" è l'esatto contrario del "modello Friuli" di cui proprio in questi giorni - SOLO a parole però - così tanto tessono le lodi politici centralisti come la stessa Presidente Debora Serracchiani.

    Il modello "Serracchiani/Panontin" è un modello che esclude il territorio, che impone scelte studiate a tavolino da pochi burocrati/politici regionali e soprattutto le impone con un autoritarismo degno del regime fascista: non poteva che essere fallimentare in un regione come il Friuli....

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  6. Il convegno dei comuni «ribelli»

    «Uti, la paura fa 91! Dalla protesta alla proposta». Questo l'emblematico titolo del convegno che venerdì 26 febbraio, alle ore 18.30 a Pagnacco all'Auditorium di via Martiri delle Foibe vedrà i sindaci, critici con la LR 26/2014 e le successive nove modifiche, fare le proprie proposte per una riforma degli Enti Locali che parta dalla salvaguardia delle comunità e dei territori.

    A SOSTEGNO INTERVERRANNO DEPUTATI, CONSIGLIERI REGIONALI, IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI UDINE, PIETRO FONTANINI, IL PRESIDENTE DELL'ANCI REGIONALE, MARIO PEZZETTA, IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DELLE AUTONOMIE LOCALI, ETTORE ROMOLI E RAPPRESENTANTI DELLA SOCIETA' CIVILE.

    http://www.lavitacattolica.it/stories/regione/9869_uti_dimezzati_i_tagli_per_i_ribelli_ma_i_comuni_non_ci_stanno/#.Vs7hnuTSncu

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    COMMENTO:

    Complimenti per il favoloso titolo "ironico" dato alla riunione. Chi ovviamente è nella situazione "«Uti, la paura fa 91!" è la Giunta regionale e il duo Serracchiani-Panontin....

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  7. "Uti, la paura fa 91..."

    Spiegazione: i Comuni che giustamente prosestano ora sono saliti da 81....a 91, grazie al metodo anti-democratico Serracchiani/Panontin...

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