Filo spinato e resti di legno
raccolti nelle trincee di Cima Bocche, a formare una Croce
a ricordo "dell'INUTILE STRAGE" (1914-1918)
che massacrò l'Europa aprendo la strada
al Regime fascista,
al Regime fascista,
al Nazismo e alla Seconda Guerra mondiale.
Foto scattata in cima a "Cima Bocche",
fronte Prima guerra mondiale in Val di Fassa (Trentino).
(Foto di Roberta Michieli - PROPRIETA' RISERVATA)
PRIMA GUERRA MONDIALE
IN FRIULI
1914 - 1918
La
storia “cancellata” di 30 mila friulani
del
Friuli austriaco
che
combatterono lealmente
in difesa dell'Impero Austroungarico
e
in circa 3.000 anche morirono
fedeli al loro Imperatore.
Dal
quotidiano il Messaggero Veneto – 17 maggio 2015
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COMUNICATO
STAMPA
Comitato
per l'Autonomia e il Rilancio del Friuli
Udine
Cervignano
del Friuli
e
la storia del popolo friulano
Scriveva
bene prè Checo Placereani che i friulani sono un popolo che non
conosce la propria storia!
Quello che sta accadendo a Cervignano del Friuli è difficile da capire: i caduti friulani con la divisa austroungarica non hanno la stessa dignità di quelli caduti in grigioverde!
A essere precisini - e rispettando la storia - i friulani di Cervignano, sudditi di Francesco Giuseppe, dovevano difendere i confini della loro patria, combattendo in Galizia contro gli zaristi o dove veniva loro comandato: erano nel giusto e facevano il loro dovere. E' noto del resto che non è vero – come invece ci racconta il nazionalismo italiano - che i sudditi asburgici, anche se di lingua italiana, non fossero fedeli alla Casa d'Austria e non ne apprezzassero l'amministrazione.
Altri friulani di Cervignano - pochi a dire il vero - combatterono contro l'esercito austroungarico cioè contro l'esercito di quella che era o era stata la loro patria. Erano irredentisti (oggi una cattiva propaganda li chiamerebbe terroristi). O forse solo si trovarono a essere arruolati dallo stato italiano dopo che i confini erano stati spostati a suon di fucilate!
Quello che sta accadendo a Cervignano del Friuli è difficile da capire: i caduti friulani con la divisa austroungarica non hanno la stessa dignità di quelli caduti in grigioverde!
A essere precisini - e rispettando la storia - i friulani di Cervignano, sudditi di Francesco Giuseppe, dovevano difendere i confini della loro patria, combattendo in Galizia contro gli zaristi o dove veniva loro comandato: erano nel giusto e facevano il loro dovere. E' noto del resto che non è vero – come invece ci racconta il nazionalismo italiano - che i sudditi asburgici, anche se di lingua italiana, non fossero fedeli alla Casa d'Austria e non ne apprezzassero l'amministrazione.
Altri friulani di Cervignano - pochi a dire il vero - combatterono contro l'esercito austroungarico cioè contro l'esercito di quella che era o era stata la loro patria. Erano irredentisti (oggi una cattiva propaganda li chiamerebbe terroristi). O forse solo si trovarono a essere arruolati dallo stato italiano dopo che i confini erano stati spostati a suon di fucilate!
Dobbiamo forse discutere su chi avrebbe più diritto ad essere ricordato nelle piazze?
Chi combatteva per l'impero che governava Cervignano da qualche centinaio d'anni e riconosceva ai friulani il diritto di parlare nella propria lingua o chi accettò o volle combattere per uno stato invasore che si premurò di deportare e anche fucilare chi parlava in friulano?
Friulani caduti per l'impero austroungarico e friulani caduti per l'Italia devono avere la stessa dignità nel ricordo di un sacrificio imposto in quella che Benedetto XV definì l'inutile strage!
Per i cervignanesi che solo oggi scoprono una parte della loro storia (e sì che il loro catasto si chiama ancor oggi ex-austriaco!) l'invito a leggere le storie di quegli uomini, di tutti quegli uomini che caddero su un fronte o sull'altro, secondo il caso, secondo una data, secondo una convinzione che va rispettata e ricordata con uguale dignità!
per
il “Comitato per l'Autonomia
e il Rilancio del Friuli”
il
Presidente
dott.
Paolo Fontanelli
Udine,
18 maggio 2015
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Il Comunicato Stampa è stato pubblicato sul settimanale LA VITA CATTOLICA (UD) - rubrica "Giornale aperto" - giovedì 21 maggio 2015
E L'IRREDENTISMO A TRIESTE?
RispondiEliminada IL MESSAGGERO VENETO (Ud)
http://messaggeroveneto.gelocal.it/tempo-libero/2015/05/20/news/sonnino-e-la-rovina-di-trieste-senza-l-austria-1.11458347
“(…) L’irredentismo fu un fenomeno molto elitario e ristretto (meno del 3% della popolazione, scrisse Mario Alberti, esponente di spicco del movimento e autore di “Irredentismo senza romanticismi”), nel suo complesso, invece, la popolazione apparve al comandante del Distretto Marittimo, barone Koudelka, «dinastica, leale e patriottica».
Cosí quando l'Italia, alleata degli Imperi centrali nella Triplice Alleanza, ufficializzò quello che molti (a partire da Giovanni Giolitti) chiamarono “tradimento”, vi fu una rivolta che prese di mira i cenacoli irredentisti e i negozi gestiti dagli immigrati dal Regno. (….)”
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L'irrredentismo a Udine fu un fenomeno di "importazione" legato soprattutto ai "fuoriusciti" irredentisti triestini che avevano fatto di Udine la loro base operativa. La comunità friulana rimase sostanzialmente silenziosa e distante dalle teorie irredentiste, oltre che contraria all'entrata in guerra del Regno d'Italia.
RispondiEliminaDOMANDA - Quanti triestini combatterono con la divisa austroungarica?
RispondiEliminaRISPOSTA - I richiamati alla leva da Trieste furono 35.000 solo nella mobilitazione generale del 1914.
La città nel corso della prima guerra mondiale perse 90.000 abitanti (su 270.000) sia per l'arruolamento che per la profuganza verso altre parti della monarchia (la maggior parte dei triestini temeva che l'esercito italiano sfondasse sull'Isonzo e che Trieste venisse conquistata manu militari, per cui chi poteva fuggi in Austria o in Ungheria.)
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Peccato che nessuno lo ricordi e i morti triestini con la divisa austroungarica siano nascosti sotto il tappetino di casa assieme alla polvere...
Diceva mio suocero trentino tirolese della val di Fassa: semo taliani ciapai col sc-iopo. Mi nato sono austriaco e purtroppo moriró talian. Questo era il sentimento dei trentini che ''anelavano'' il ricongiungimento all'Italia. Diró di piú: per essi il Battisti non fu altro che un traditore. Noi friulani diventammo taliani nel 1866. Mai fummo taliani prima di allora. Al tempo di Giulio Cesare il confine d'Italia stava sul Rubicone vicinio Rimini. Il fatto é che la storia la scrivono i vincitori che la manipolano ad usum delphini. Mio nonno, slavofono suddito italiano, visse sempre in Boemia da emigrante con la sua famiglia , come tante altre famiglie friulane. La guerra lo colse a Cividale del Friuli durante il servizio di leva. Mentre il suo plotone (la notte del 24 maggio)si recava verso la zona operativa incavolato esclamo': ma che ci hanno fatto gli austriaci per dichiarare loro guerra. Rischió la fucilazione. Questo era il sentimento dei ragazzi friulani molti dei quali avevano il padre o il nonno che combatterono valorosamente a Sadowa o Custoza o Lissa cantando la Serbidiola dandole di santa ragione ai taliani.
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