lunedì 9 giugno 2014

IL GOVERNO DI MATTEO RENZI NON RISPETTA L'ART. 6 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA NEL SETTORE RADIOTELEVISIVO!


IL GOVERNO DI
MATTEO RENZI

 
Non rispetta
l'art. 6 della Costituzione italiana
nel settore radiotelevisivo.


Sentenza della Corte Costituzionale
nr. 215 del 2013

Un optional?
 
 
Con la sentenza numero 215, depositata il 18 luglio 2013, la Corte Costituzionale precisa che non è ammessa discriminazione tra le 12 minoranze linguistiche riconosciute ai sensi dell'art. 6 della Costituzione.
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Dal sito internet

del settimanale
dell'Arcidiocesi di Udine
 
LA VITA CATTOLICA




 
5.06.2014
«La sede Rai di Trieste proseguirà il suo lavoro mantenendo l'autonomia finanziaria e contabile». Lo conferma il senatore Lodovico Sonego (Partito Democratico). «L'originaria versione del decreto legge 1465 in corso di conversione - afferma in una nota - prevedeva la possibilità che ciascuna delle sedi regionali Rai potesse essere soppressa nel quadro di una ristrutturazione del servizio pubblico. Gli emendamenti, confermati con il voto di fiducia, garantiscono in ogni Regione o Provincia Autonoma la presenza Rai con propria redazione e strutture adeguate alle specifiche produzioni. Nel caso di Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Valle d'Aosta non ci si limita tuttavia alla redazione. È stato infatti ulteriormente disposto che le sedi che garantiscono trasmissioni in lingue minoritarie, è il caso della sede del Friuli Venezia Giulia per lo sloveno, mantengono anche la loro autonomia finanziaria e contabile. È ragionevole ipotizzare - conclude Sonego - che le norme non verranno modificate dalla Camera».

Le parole di Sonego confermano che per «minoranze» non si intendono tutte le lingue minoritarie tutelate dalla legge 482, ma solo quelle tutelate da trattati internazionali con Stati esteri (i Sudtriolesi dall'Austria e i valdostani dalla Francia in virtù degli accordi post-bellici, gli sloveni di Gorizia e Trieste dalla Slovenia col Trattato di Osimo).
L'applicazione dell'art. 6 della Costituzione nel settore radiotelevisivo, insomma, è ancora lontana.
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3 commenti:

  1. Dal sito internet:

    http://www.rossomori.net/joomla/index.php/home/item/4016-il-sardo-non-%C3%A8-un-dialetto-lo-stabilisce-la-corte-costituzionale

    "(...) Con la sentenza numero 215, depositata il 18 luglio, la Corte Costituzionale è finalmente intervenuta sull’articolo 19, comma 5, del decreto legge n. 98 del 6 luglio 2011 (decreto legge sulla revisione della spesa pubblica) chiarendo a quanti ancora non l’avessero capito che la comunità di lingua friulana è una delle minoranze linguistiche storiche riconosciute dalla Repubblica italiana la cui tutela discende direttamente dall’articolo 6 della Costituzione e non una minoranza di serie B.

    Da dove nasceva la questione? In pratica, intervenendo in materia di “razionalizzazione della spesa relativa all’organizzazione scolastica”, l’allora Governo Monti aveva deciso di ridurre l’interpretazione del concetto di “aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche” a quello di aree “nelle quali siano presenti minoranze di lingua madre straniera”.

    Un intervento apparentemente di natura tecnica, ma che nelle sostanza introduceva un’aberrazione linguistica, storica e giuridica che creava minoranze linguistiche di serie A (quelle “di lingua madre straniera”) e di serie B (quelle che la Relazione Tecnica che accompagnava il decreto legge definiva, in spregio alla legge statale 482/99, dei “particolari dialetti” tra cui citava esplicitamente “il friulano, l’occitano e il sardo”).

    In occasione della conversione in legge di tale decreto avevamo invitato l’Amministrazione regionale del Friuli – Venezia Giulia a intervenire presso la Corte Costituzionale se il Governo italiano non avesse cancellato tale aberrazione e oggi, a poco più di un anno di distanza, possiamo leggere la sentenza della Consulta che così recita “La norma impugnata attribuisce alla definizione di «aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche» una portata indiscutibilmente limitativa […] infatti, nel conferire a tale previsione il significato di aree «nelle quali siano presenti minoranze di lingua madre straniera», il legislatore statale determina una rilevante contrazione dell’àmbito applicativo della precedente disposizione […] la qual cosa determina una non giustificata discriminazione della lingua e della comunità friulana.” Il concetto ci sembra abbastanza chiaro e ci auguriamo possa evitare nuovi episodi di discriminazione nei confronti dei friulani (ma anche dei sardi, degli occitani, ecc.).

    Non possiamo però non chiederci come sia possibile che, in un paese che si definisce civile e democratico, ci si trovi ancora a dover ricorrere alla Corte Costituzionale per affermare quelle che dovrebbero essere ormai delle ovvietà.

    Il problema è purtroppo molto più profondo e infatti, a oltre un decennio dalla sua approvazione, non solo buona parte di quanto previsto dalla legge 482/99 sulla tutela delle minoranze linguistiche rimane lettera morta, ma i suoi stessi principi di base continuano ad essere ignorati da molti politici, amministratori, funzionari e anche giornalisti italiani.

    C’è allora da chiedersi quando la Repubblica italiana riuscirà davvero a riconoscere pienamente la propria diversità linguistica e nazionale? A tale domanda però, neppure la Consulta può dare una risposta"



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  2. da:

    http://www.rossomori.net/joomla/index.php/home/item/4016-il-sardo-non-%C3%A8-un-dialetto-lo-stabilisce-la-corte-costituzionale

    "Il concetto ci sembra abbastanza chiaro e ci auguriamo possa evitare nuovi episodi di discriminazione nei confronti dei friulani (ma anche dei sardi, degli occitani, ecc.)."

    Un augurio che purtroppo è già stato disatteso dal Governo di Matteo Renzi....

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  3. Ci sono voluti 50 anni perché la Repubblica italiana - nata antifascista - desse attuazione all'articolo 6 della Costituzione italiana, quanti ce ne vorranno ancora perché la classe politica italiana e regionale (Friuli - Venezia Giulia) ne prenda atto?

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