Riceviamo
e ringraziando
pubblichiamo
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REGIONE
FRIULI
Il
paradosso:
tanta
energia, tanti blackout
di
Franceschino
Barazzutti
Che in montagna
d’inverno nevichi dovrebbe essere noto a tutti, in particolare a
coloro che gestiscono servizi essenziali.
Che tali nevicate possano
essere anche particolarmente intense e prolungate dovrebbe pure
essere noto. Conseguentemente, buon
senso richiederebbe che i gestori di tali servizi assumano adeguati
provvedimenti durante e dopo le nevicate, ma principalmente
provvedimenti di prevenzione.
Quello
che è successo nella nostra montagna a seguito delle recenti
nevicate con diffuse e protratte interruzioni dell’energia
elettrica, dei collegamenti telefonici ed isolamento di abitati è
inaccettabile. Pertanto giusta
è la rabbia dei cittadini e dei sindaci. Giusta è la promozione di
una class-action verso i gestori della rete elettrica. Ma tutto
questo non basta, tanto più che così si corre il rischio di non
individuare le cause profonde di tali disservizi e le possibilità
che si ripetano.
Andiamo al concreto. Con tutto il rispetto per i disagi
subiti dagli abitanti di altri territori, concentriamo la nostra
attenzione su due realtà: gli abitati della Val Degano e quelli
della valle del But, Ravascletto compreso.
Ebbene, nella
Valle
del But
i disagi sono stati minimi, invece sono stati pesanti e protratti
nella Val
Degano.
Poniamoci
la domanda: perché?
Nella Valle
del But
l’energia elettrica è fornita dalla Società Elettrica Cooperativa
Alto But (Secab),
la quale, oltre ad un forte sconto sul prezzo agli utenti, presenta
le seguenti caratteristiche: le sue (sei) centrali idroelettriche di
produzione stanno su quel terrirorio, le condotte di convogliamento
sono, quindi, brevi e, importante, di sua proprietà e non di Terna o
dell’Enel, le reti di distribuzione sono pure di sua preprietà,
alcune condotte e reti sono interrate, garantisce autonomia
energetica alla sua valle, cede energia alla rete nazionale, la sua
base societaria è costituita dagli abitanti e dai Comuni locali, i
suoi dirigenti e dipendenti sono espressi dallo stesso territorio. E’
l’insieme di questi fattori che hanno fatto sì che i disagi
conseguenti alle recenti nevicate siano stati minimi nella Valle del
But.
Esaminiamo invece la situazione nella Val Degano, dove i
disagi sono stati pesanti e protratti nonostante la presenza delle
centrali Avanza1 e Avanza2 (società Monte Cucco), Degano, Fulin e
Sostasio (Comunità Montana), Vaglina-Degano (Secab), Luincis
(Edipower), Cartiera (Serel-Mera).
Nella
Val
Degano
si assiste al paradosso: tanta prodozione di energia elettrica da un
lato, tanti e protratti black out dall’altro lato. La spiegazione
sta nel fatto che i
produttori consegnano l’energia ad Enel e Terna
che la convogliano, su condotte e reti di loro proprietà, dove
maggiormente conviene loro, trascurando la Val Degano, che così dà
molto mentre riceve nulla.
Occorre quindi andare ben oltre le pur giuste proteste e
class-action e porre in essere provvedimenti ed iniziative che
incidano sulle cause oggettive oltre che soggettive del disservizio e
garantiscano la normalità nei paesi della nostra montagna.
E’
evidente che il “modello
Secab”
è il più adeguato alla montagna. Quindi va adottato e diffuso. Di
questo devono farsi carico i montanari, i Comuni, la Comunità
Montana, la Regione, la politica.
I Sindaci devono capire che non fanno l’interesse
delle loro comunità dando parere positivo a centrali private per
qualche compensazione. La Regione deve capire che deve acquisire le
concessioni via via in scadenza e non deve rilasciare concessioni
idroelettriche a dritta ed a manca a privati, frequentemente
“foresti”, ma prioritariamente ai Comuni aiutandoli
finanziariamente a realizzare le centrali con uno speciale fondo di
rotazione ad essi destinato a tasso minimo.
S’informino
gli amministratori regionali di come la Provincia Autonoma di Trento
gestisce l’idroelettrico ed imparino.
Decisivo
è per la nostra montagna che Comuni, Comunità Montana, Secab,
Cosint, produttori idroelettrici privati si riuniscano in un unico
polo di produzione e distribuzione di elettricità secondo il modello
Secab.
Alla Regione il compito di favorire il raggiungimento di
tale obiettivo e di liberare
la montagna dall’ingombrante presenza dei grandi gruppi energetici
(Edipower, Enel, Terna) che sfruttano le nostre acque per portare
altrove l’energia ed i profitti, mentre usano le nostre valli per
farci transitare i loro mega elettrodotti.
4
febbraio 2014
Franceschino
Barazzutti
già
presidente del Consorzio BIM Tagliamento
L'articolo a firma di Franceschino Barazzutti è stato pubblicato, come EDITORIALE e in prima pagina, sul settimanale LA VITA CATTOLICA - Ud, uscito ieri giovedì 6 Febbraio 2014 e oggi in edicola.
RispondiEliminaI complimenti a Franceschino Barazzutti da parte del "Comitato per l'autonomia e il rilancio del Friuli", per la lucida analisi contenuta nel suo documento che non possiamo che condividere.
Comitato per l'autonomia e il rilancio del Friuli