L’Agenzia
regionale
per
la lingua friulana
ha
un nuovo presidente
Dal
sito internet di "Novi Matajur"
Si
ricomincia da Fabbro “per una politica linguistica seria, concreta
e moderna”
La
Giunta regionale ha finalmente provveduto alla nomina del nuovo
Consiglio
di Amministrazione dell’ARLeF (Agjenzie Regjonâl pe Lenghe
Furlane).
Venerdì
24 gennaio
l’esecutivo ha approvato la delibera con la quale definisce la
composizione dell’organo di governo dell’agenzia regionale di
politica linguistica per il friulano. Il
presidente designato è Lorenzo Fabbro,
che aveva già guidato l’Agjenzie tra il 2006 e il 2008,
pilotandone il decollo. Fanno
parte del CdA anche Roberto Dapit, Walter Tomada, entrambi indicati
dalla Regione, Alessandra Burelli, proposta dall’Università di
Udine, e Geremia Gomboso, designato dal Consiglio delle Autonomie.
L’iter
della nomina si concluderà tra breve con un Decreto della Presidente
della Regione, ma ci è sembrato interessante incontrare subito il
nuovo presidente, per registrarne opinioni, aspettative e idee
operative.
DOMANDA
- Che Agjenzie ritrova?
«Questo
passaggio di consegne dalla precedente alla nuova gestione è stato
obiettivamente lungo e macchinoso. L’ARLeF ha risentito di questa
situazione di incertezza ed è rimasta in una sorta di limbo. Ora può
finalmente uscirne, perché ci sono molte cose da fare, per il bene
della lingua e dei diritti linguistici dei friulani. Credo che anche
chi lavora all’ARLeF abbia coscienza di questa situazione e sia
pertanto particolarmente motivato a mettersi all’opera per
recuperare il tempo perduto».
DOMANDA
- A proposito di tempo perduto… dall’insediamento della nuova
Giunta sono passati nove mesi e solo ora viene nominato il nuovo CdA.
A molti è sembrato un tempo troppo lungo e c’è chi ha valutato la
durata di questo periodo come un segnale di incertezza o di poca
attenzione da parte del governo regionale verso la lingua friulana e
le politiche di tutela. Che ne pensa?
«Il
risultato delle elezioni regionali e ancor prima la campagna
elettorale hanno creato in chi opera con costanza e serietà con la
lingua friulana e a favore di lingua e diritti, legittime aspettative
di cambiamento in senso positivo. È comprensibile che questa attesa
sia stata vissuta con preoccupazione e magari con delusione. Però
non è mai troppo tardi: con la nomina di questo CdA, composto da
persone che hanno le competenze e la sensibilità necessarie, la
Giunta regionale ha fatto una scelta decisa. Ci
apprestiamo a guidare l’ARLeF per dare finalmente attuazione alla
Legge regionale 29/2007 e per progettare e realizzare una politica
linguistica seria, concreta e moderna».
DOMANDA
-
Da dove partirete?
«Un
passaggio fondamentale consiste nella valorizzazione effettiva del
Comitato
Tecnico Scientifico.
Per definire ed attuare una politica di pianificazione linguistica
coerente ed efficace è necessario avvalersi della competenza degli
esperti nei campi della politica linguistica, dell’istruzione, dei
media e della creatività. Il
loro ruolo negli ultimi anni è stato erroneamente ridimensionato e
di ciò ha risentito anche l’impatto sul territorio delle azioni
promosse dall’Agjenzie.
Conseguentemente l’ARLeF deve provvedere alla definizione del Piano
generale di politica linguistica,
previsto dalla L.R. 29/2007. Prima delle elezioni ne era stata
presentata una bozza.
È
necessario che il Piano venga rivisto con coerenza, concretezza e
visione strategica».
DOMANDA
- Perché è importante? E cosa significa “concretezza”?
«Il
Piano definisce obiettivi, azioni, risorse e risultati in merito alla
promozione e all’uso della lingua in tutti gli ambiti e, come
previsto dalla legge, è la base per i piani da definire ed attuare
anche da parte degli altri soggetti pubblici e privati concessionari
di pubblici servizi. Si tratta di intervenire nei settori
dell’istruzione, dei media e dell’uso pubblico della lingua. In
questo senso concretezza significa mettere in sicurezza e valorizzare
ciò che c’è di buono, per esempio le importanti esperienze nel
settore della radiofonia oppure gli insegnanti e gli operatori che
hanno avuto una formazione specifica, e creare condizioni di sviluppo
ulteriore. Avremo molto da fare in particolare nel campo
dell’istruzione e della formazione. Un
altro tema fondamentale è quello della certificazione
linguistica,
che riguarda sia la scuola che l’uso pubblico della lingua,
proponendo il riconoscimento formale delle competenze nell’uso di
una lingua utile».
DOMANDA
- Altri obiettivi da perseguire?
«Lavorare
per dare attuazione alla normativa di tutela è già un grande
obiettivo. In questo quadro penso che sia opportuno promuovere la
collaborazione tra le diverse comunità minorizzate della regione –
friulani, sloveni e germanici – e mettersi in rete con le minoranze
linguistiche presenti in Europa, a beneficio dell’intera comunità
regionale. Lo
scopo ultimo è rendere il friulano una lingua di tutti, per tutti e
per tutto.
Semplicemente
una lingua normale.
Non è facile, ma è giusto e doveroso».
………………………...
Dal Blog EUROFURLAN
RispondiEliminahttp://eurofurlan.wordpress.com/2014/02/04/un-picul-pas-de-zonte-regjonal-un-salt-indenant-pe-lenghe-furlane/
Un piçul pas de Zonte regjonâl. O magari ancje une lungje traviersade tal desert, stant che i à metût nûf mês, nancje che al ves vût di nassi un frut…
Par sigûr un salt indenant pe lenghe furlane.
Di ce fevelìno? Dal fat che finalmentri, ai 24 di Zenâr stâts, la Zonte e à fat buine la delibare in cont de composizion dal gnûf consei di aministrazion de ARLeF, la Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane.
Lorenzo Fabbro al è stât nomenât president e tal cda a son ancje Roberto Dapit, Walter Tomada, Geremia Gomboso e Alessandra Burelli.
E jere ore. E je une robe che e coventave fate e che si spietavisi che e vignìs fate daurman.
Se il guvier regjonâl al ves cjapât sù cheste iniziative za in chê volte o varessin sparagnât un pôc di timp e o varessin fat di mancul di diviersis declarazions fenomenâls e di altris çavariaments publics e privâts, che a son il spieli de situazion che e diven di chê mancjance di une politiche linguistiche di sest che o vin patît tai ultins agns.
Forsit e je vere, cemût che al dîs Lorenzo Fabbro in cheste interviste saltade fûr sul Novi Matajur, che nol è mai masse tart e che i sorestants di Triest i an pensât parsore tant ma ae fin a àn rivât a fâ ben.
In efiets, de sielte dal president e dal cda e salte fûr une rispueste di sest ae domande di cambiament fate indenant di cui che i ten ae lenghe e ai dirits linguistics. Une rispueste che e je in linie ancje cun chel impegn che al jere stât pandût ancjemò prime des elezions de bande di chê che e je deventade la maiorance in Consei regjonâl.
E soredut Fabbro al mostre di vê lis ideis claris in cont des tantis robis che a coventin fatis, cuntune vision strategjiche e cuntun ategjament une vore concret.
Al è pardabon cetant ce fâ par che la lenghe furlane e tachi finalmentri a gjavâsi fûr di chel pantan là che e jere stade butade tai ultins agns.
Ce che al nas al devente. Sperìn in ben.
4 Fevrâr 2014