mercoledì 16 febbraio 2011

RADIO ONDE FURLANE A RISCHIO: INTERVISTA A MAURO MISSANA



RADIO ONDE FURLANE
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da "www.udine20.it" 15.02.2011

Radio Onde Furlane a rischio:
Missana,
“Chi è che ci vuole male?”

Periodo di crisi anche per l’editoria. A essere colpita per prima Radio Onde Furlane storica emittente in friulano che rischia la chiusura a causa dei tagli della regione alle mittenti per progetti legati alle lingue minoritarie. Abbiamo intervistato lo storico direttore Mauro Missana per farci spiegare a quali rischi va incontro Radio Onde Furlane e come si può uscire da questo momento di difficoltà.

E’ vero che la sopravvivenza di Radio Onde Furlane è in pericolo per il mancato finanziamento della regione?
La nostra è un’emittente comunitaria, quindi con dei limiti di affollamento pubblicitario, stabiliti per legge, e deve autoprodurre la quasi totalità dei suoi programmi con costi che è facile immaginare. Inoltre siamo tra gli enti riconosciuti dalla regione tra i soggetti strategici per l’attuazione delle politiche linguistiche per la lingua friulana. Anche se non come altri, rispetto a quello che facciamo. Detto questo il rapporto con gli enti pubblici ci ha permesso di fare dell’informazione istituzionale, che ci ha dato la possibilità di pagare anche la produzione di un palinsesto molto corposo, che va dalle otto del mattino, sino a notte fonda. Poi, non dimentichiamo l’aspetto emotivo che rappresenta la nostra radio, quella spinta ideale al servizio del territorio che nessuna altra emittente riesce ad avere. E’ una motivazione profonda, che nasce dalla volontà di soci e dipendenti. Non è solo il finanziamento in senso stretto a mettere a repentaglio la sopravvivenza, ma questa indecisione a livello politico, che sinceramente non comprendiamo, perché, per una struttura fragile come la nostra, bastano pochi mesi per metterla in ginocchio. Non si può programmare nulla. Se si trattasse di un disegno preciso, verrebbe spontaneo dire che lo stanno realizzando in maniera molto grezza. In questo senso c’è una scarsa cultura dei media, specialmente a livello istituzionale. Oltre a leggere i giornali, non si chiedono come si producono. Un cane che si morde la coda, insomma.
Come mai il finanziamento è saltato?
La crisi economica ha colpito un po’ tutti e la distribuzione delle risorse rimanenti non ha premiato chi ha messo in atto delle gestioni virtuose. La nostra è un esempio molto efficace di come si possono ottimizzare le risorse, creando sette posti di lavoro e facendo informazione quotidiana, in friulano, principalmente, ma anche in italiano, castigliano e, periodicamente, nelle lingue dell’immigrazione. Diciamo semplicemente che la regione ha tagliato i fondi delle trasmissioni in convenzione alle emittenti private e li ha lasciati, per un anno in più, alla RAI, che dovrebbe garantire la programmazione per legge. Noi siamo stati i più penalizzati. Dato che ci sono delle spese fisse come in qualunque azienda, questo ci ha scombinati e costretti a decisioni drastiche che lasceranno un senso profondo nella gestione aziendale e nei contributi proposti. Per noi questo taglio è basilare, perché abbiamo investito sul personale, essendo una cooperativa, quindi abbiamo anche fatto molta formazione. Oggi siamo in cassa integrazione per tre mesi, poi chissà. Chiaro che la programmazione ne risentirà fortemente e ci dispiace sia per gli ascoltatori, sia per tutte le persone che abbiamo ospitato in questi 30 anni.
Quali attività svolgete?
Radio Onde Furlane è nata nel 1980, per la volontà di una serie di persone, di tutte le posizioni politiche, che volevano mettere in piedi un mezzo di comunicazione che avesse un rapporto diretto con il territorio. Nel corso degli anni, oltre alla produzione radiofonica, la nostra casa editrice, Informazione Friulana, ha realizzato altri progetti, che vanno dagli interventi nelle scuole, di cui andiamo fieri, alle tante produzioni editoriali, gli strumenti informatici, le trasmissioni televisive, l’organizzazione di eventi, la piccola etichetta discografica, le numerose consulenze e la possibilità data a molti collaboratori di lavorare nell’ambiente culturale. Le difficoltà non sono mancate. Il nostro archivio è molto corposo ed è stato anche oggetto di studi. Ci sono le voci del passato come Bellina, Turoldo e Sgorlon, come pure gli intellettuali del presente. Collaborano con noi circa quaranta volontari, che producono programmi di musica e informazione. Diciamo che è un punto di incontro privilegiato per chi fa musica in tutta la regione. Sono molte le etichette italiane ed europee che scelgono la nostra emittente, ma Onde Furlane è un incrocio di esperienze tra le più disparate. Se sparisse, verrebbe a mancare un punto di incontro e il vuoto si farebbe sentire.
Ma è vero che qualcuno dice che voi siete di “sinistra” e quindi scomodi per la giunta attuale?
Chi lo afferma è ridicolo. Lo sfido ad ascoltare le nostre trasmissioni informative, dove gli spazi sono super-partes per scelta condivisa. Ma forse, nel mondo dell’informazione, questo dare spazio a tutti. In un periodo di abbruttimento generale, comunque, nulla meraviglia.
C’è anche un insieme di produzioni come “Musiche furlane Fuarte” a rischio?
E’ chiaro che autofinanziavamo con convinzione la nostra etichetta e quindi anche questo settore, che comprende ormai una trentina di titoli è a rischio. Peccato, perché l’organizzazione trentennale del “Premi Friûl”, ci aveva permesso di scoprire molti talenti. Senza contare le numerose serate che abbiamo organizzato con i nostri gruppi, oppure la collaborazione con Festintenda e Cormôr Salvadi.
Avete intrapreso delle iniziative per trovare dei finanziamenti alternative per mantenere viva la radio? (pubblicità, richieste ad altri enti come la provincia)
La Provincia di Udine sembra muta, anche se il presidente Fontanini deve sicuramente moltissimo alla nostra emittente, dove ha lavorato per anni, con dei programmi di informazione. Sicuramente la sua formazione è stata a Onde Furlane, ma sembra essersene dimenticato. Rinsavirà. In quanto alla pubblicità, ne possiamo trasmettere poca e quindi diventa anche più complicata farla.
Quindi quale scenario si prospetta per i dipendenti di Radio Onde Furlane?
Per ora la cassa integrazione, partita a febbraio. Nel futuro anche qualche scelta drastica. Poi chissà, magari qualcuno scapperà alla ricerca di lidi migliori.  In passato abbiamo ospitato spesso gente che stava perdendo il lavoro e sappiamo cosa vuol dire rinunciare anche alla propria dignità. Dato che siamo in pochi, ricopriamo tutti parecchi ruoli e ogni mancanza si fa sentire. E’ un peccato aver sacrificato ferie, festività e ore libere per costruire qualcosa di concreto, amato dalla gente e vederlo scivolare via così. Ricordiamoci che noi siamo dei professionisti, quindi stiamo lavorando e non giocando.
Come si può uscire da questa situazione di empasse?
Cercando di capire che Radio Onde Furlane non è soltanto l’unico media, tout court, che trasmette la maggior parte della sua programmazione in lingua friulana, ma una sorta di laboratorio, un centro di formazione permanente che da spazio a tutte le associazioni del territorio. nei nostri studi transitano almeno cinquecento persone al mese, dallo scrittore al presidente di categoria economica passando per sindacalisti, personaggi curiosi, musicisti e un po’ tutti quelli che fanno cultura in Friuli. E’ un media fatto da giovani, molto amato dalle persone di tutte le età, con un pubblico affezionato che ci sente a tutte le ore e ci ringrazia di esistere, come testimoniato dalla grande festa di sottoscrizione che abbiamo organizzato lo scorso anno.
Cosa perderebbe il Friuli?
Una voce diversa, autonoma, gestita a livello locale, senza apparentamenti politici. Una summa di quello che il territorio esprime in tutte le sue forme. Ma anche gente che lavora in forma motivata e professionale, forte di un’esperienza acquisita anche in giro per il mondo. Non è poco.
 
Intervista pubblicata sul sito
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1 commento:

  1. Cheste interviste la cjatâis publicade ancje sul sît de assocazion "Fronte Friulano" e su FACEBOOK (Comitât 482).

    E in tacj a son daûr a leile e à comentâle.

    Sperìn che e vegni lete ancje dal mont politic regjonâl...

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