Documento presentato alla Conferenza Stampa del 31 maggio 2010
1. Premessa
Il carattere sistemico della crisi in atto e la sua estensione, stanno incidendo, sui tradizionali assetti delle strutture produttive locali e sulle condizioni di lavoro ad esse correlate, molto più a lungo e più profondamente di quanto ci si potesse attendere, fino al punto di determinare un arretramento non contingente delle condizioni di sviluppo e di benessere maturati dalle nostre comunità.
Le statistiche regionali sul ripiegamento del Prodotto Interno Lordo ( -5,7 % pari a 2 miliardi di Euro nel Biennio 2008-2009 rispetto ai 35,6 prodotti nel 2007) o su quello del fatturato estero (-19,1% pari a 2,5 miliardi di Euro nel solo 2009), così come quelle relative alla chiusura di imprese (-8,9% pari a 1.178 imprese nel periodo 2000 – 2009) e quindi al licenziamento dei lavoratori dipendenti in quelle realtà che non si sono avvalse degli ammortizzatori sociali, delineano una situazione pesante, anche perché il 50% circa dei dati negativi ricordati insiste tutta nella provincia di Udine.
La necessità di reagire con forza a questa situazione, attraverso la riaffermazione convinta della centralità e della priorità assoluta del lavoro reale, deve poter confidare sull’effetto anticiclico che può provenire dal settore dei lavori pubblici, particolarmente quelli diffusi sul territorio, capaci di attivare rapidamente, per dimensione, processi e filiere, utili impatti sulle opportunità di lavoro e sulle condizioni competitive.
Di fronte alla estrema lentezza della macchina pubblica, nell’avviare e realizzare opere già progettate ed approvate, già corredate di risorse impegnate per cifre complessivamente ingenti e non ancora utilizzate a tale scopo occorre accelerare le procedure con un impegno sinergico dal momento che l'affidamento di nuovi lavori contribuirebbe a “lenire” lo stato di crisi.
Sull’esempio della ricostruzione post terremoto diventa necessario allora fare ricorso immediato a misure di carattere straordinario anche come precondizione per l’avvio, prima possibile, di una profonda riflessione sulle vie per uscire stabilmente, e con nuove prospettive, da questa crisi di sistema.
Quelle di seguito esposte sono dunque le proposte operative, di carattere straordinario, che i sottoscritti formulano alle autorità pubbliche regionali.
2. L’Obiettivo
Prima di tutto incidere a fondo sugli appalti pubblici in FVG perché è lì che si annida il virus che rende oltremodo lenta ed inefficace, ai fini del contrasto alla crisi, la spesa pubblica. La l.r. 2/2009 consente di affidare lavori pubblici di importo fino a 500mila € con il sistema della procedura negoziata (senza bando o con bando). La PA, cioè, individua direttamente i concorrenti (cinque) con cui negoziare i termini economici dell’appalto. Le amministrazioni locali, invece, continuano a privilegiare altre procedure di gara e, in questo senso, va evitato il ricorso al criterio del massimo ribasso che viene seguito perché erroneamente ritenuto più favorevole mentre non si tiene conto dei costi aggiuntivi e di processo che questa procedura comporta (prolungamento dei lavori oltre i tempi previsti; contenziosi fra Amministrazione e impresa; disagi ulteriori per il non completamento dei lavori nei tempi previsti ecc.). La procedura negoziata permette procedure più snelle e semplificate, tempistiche più strette con il coinvolgimento delle imprese locali.
3. I mezzi per attuare l’obiettivo
Per raggiungere l’obiettivo detto, si propongono tre assi di intervento:
-mettere i Comuni nelle condizioni di appaltare subito tutti i lavori previsti nei loro Programmi Triennali delle Opere Pubbliche e finanziariamente coperti;
-ricorrere estensivamente alla procedura di appalto negoziata;
-alzare il tetto della procedura negoziata ad 1 milione di €.
Questo programma può essere lasciato alla attuazione dei Comuni ma, in caso di inadeguatezza dichiarata o di inadempienza, la competenza deve essere subito avocata alla Regione la quale, istituendo una apposita “struttura di missione”, deve provvedere ad adempiere, in via sostitutiva, alle procedure d’appalto che i Comuni non sono riusciti ad espletare.
4. Un ruolo straordinario
In via eccezionale e quindi per il tempo strettamente necessario, il Presidente della Regione deve assumere le funzioni straordinarie tipiche della gestione commissariale a garanzia della tempestività, efficienza e correttezza del processo inerente la realizzazione delle OOPP.
Inoltre occorrono politiche del territorio attente alla realizzazione dei programmi di sviluppo anche infrastrutturali che siano di supporto agli insediamenti produttivi in modo da rafforzare la competitività dei sistemi produttivi locali senza penalizzanti ritardi e/o incertezze.
5. Un appello alla politica
Senza dimenticare i grandi problemi che avvolgono il Friuli alla politica si chiede ora di prendere piena coscienza della necessità di operare profondamente e ben oltre gli strumenti, per altro assolutamente necessari, degli ammortizzatori sociali, di dare seguito, anche ricorrendo alle necessarie misure legislative, alle proposte che questo documento contiene.
Alla politica, alle istituzioni ed alle forze interessate alla realizzazione di progetti finanziati ed essenziali allo sviluppo, si chiede un aperto confronto per ricercare e per costruire, nel rispetto delle esigenze di ciascun soggetto, le soluzioni più opportune.
Udine, 31 Maggio 2010
• Associazione Piccole e Medie Industrie Udine
• Confartigianato Udine
• Confindustria Udine
• C.G.I.L. Provincia Udine
• C.I.S.L. dell'Udinese e della Bassa Friulana
• C.I.S.L. dell'Alto Friuli
• U.I.L. Provincia Udine
• Comitato per l'Autonomia ed il Rilancio del Friuli
Nessun commento:
Posta un commento