lunedì 21 giugno 2010

Il Friuli si mobilita per l’università dopo l’allarme lanciato dal rettore

Le istituzioni raccolgono l’appello di Cristiana Compagno che, dopo aver risanato il bilancio, chiede appoggio politico e finanziario
di Giacomina Pellizzari
MessaggeroVeneto, 21 giugno 2010

UDINE. Il Friuli si schiera a fianco del rettore dell’ateneo, Cristiana Compagno, che in un anno e mezzo ha messo in sicurezza il bilancio risparmiando oltre 2 milioni di euro. Fra i primi a mobilitarsi c’è la Provincia di Udine che vuol sgravare l’università dai costi delle manutenzioni degli immobili assumendosi l’ onere come fa per le scuole superiori, mentre il Consorzio universitario potrebbe allargare la componente sociale ai privati per contribuire in modo massiccio allo sviluppo dell’ateneo.
Le istituzioni condividono dunque l’appello del rettore e sono pronte a fare la loro parte per rafforzare il patto siglato nel 2008, assieme alla Chiesa friulana. A ribadirlo è il presidente della Provincia, Pietro Fontanini, che senza mezzi termine plaude al lavoro fatto dal rettore per tenere sotto controllo le spese. In effetti Cristiana Compagno, in un anno e mezzo, operando con il bisturi, ha ridotto il disavanzo dell’amministrazione centrale di 2 milioni 80 mila euro, quintuplicando l’obiettivo concordato con il ministero.
«A questo punto – insiste Fontanini – manca da risolvere il problema con il governo». Un problema non da poco visto che l’importo del sottofinanziamento (8,9 milioni) supera quello del disavanzo sceso a 7,7 milioni di euro. Questo significa che se l’università avesse in cassa i soldi che deve avere dal ministero, registrerebbe un avanzo di amministrazione.
E così, in attesa che il governo riconosca gli sforzi fatti dall’università di Udine, Fontanini indica due strade. «La prima è quella del rilancio del patto per l’università con un ruolo che potrebbe svolgere il Consorzio universitario del Friuli, allargando la sua componente sociale» spiega il presidente leghista, secondo il quale nella compagine sociale del Consorzio potrebbero entrare anche le categorie economiche o la Camera di commercio. La seconda strada, invece, è quella «della legge regionale sul finanziamento al sistema universitario regionale, al momento accantonata, dove bisogna riconoscere la perequazione tra Udine e Trieste. Bisogna chiedere alla Regione di risolvere la disparità di trattamento».
La Provincia, però, non mancherà di fare la sua parte. «Stiamo analizzando la possibilità di fare la manutenzione ordinaria degli immobili, come già facciamo per le scuole superiori, per sgravare l’ università da questo onere» afferma Fontanini nell’ammettere di non capire «perché gli universitari devono interessarsi di edifici». Il progetto sarà analizzato da una commissione composta dai tecnici di palazzo Belgrado e palazzo Florio. A incoraggiare Fontanini su questa strada è l’onorevole Giorgio Santuz, componente esterno del Cda dell’ateneo in rappresentanza del Consorzio universitario.
«Non sarà facile neanche per la Provincia reperire i fondi, ma se riuscirà a farlo sarà una grande cosa» afferma l’onorevole che, a suo tempo, si è battuto per l’istituzione dell’università friulana e della facoltà di Medicina. Santuz condivide pure «l’idea di allargare la compagine sociale del Consorzio per dare sostanza al patto del 2008» e il lavoro fatto da Compagno: «Ha tagliato le spese - dice - in modo intelligente e oculato. Ho condiviso in pieno questo lavoro, ma ora serve un intervento esterno positivo».

1 commento:

  1. E cumò stin a viodi se dopo lis promessis o varìn ancje i fats.....

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