mercoledì 12 agosto 2015

L'ITALICUM E LA COSTITUZIONE ITALIANA ( ART. 1 - "LA SOVRANITA' APPARTIENE AL POPOLO")


L'ITALICUM

E LA COSTITUZIONE

ITALIANA

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Costituzione della

Repubblica italiana

 
Principi fondamentali


Art. 1


L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione

...........


L'unità del Friuli

a pezzi

per giochi di palazzo

di

Sergio Cecotti

(Ex Presidente di regione e ex Sindaco di Udine)


 
Dal sito internet del quotidiano

IL MESSAGGERO VENETO (Ud)

12 luglio 2015


"Per capire l’essenza di un problema, a volte basta riflettere un istante sui nomi diversi che vengono usati. Nella strampalata Repubblica italiana esiste la “legge elettorale”. Nei Paesi di cultura democratica, come il Regno Unito, esiste il “Representation of the People Act”, la legge sulla rappresentanza del popolo.

Può sembrare una banale differenza lessicale, ma non è così: il titolo di una legge ne definisce le finalità e riassume il dibattito culturale che l’ha generata. Apprendiamo così che in Gran Bretagna la finalità della legge è garantire nel modo migliore la rappresentanza del popolo sovrano, mentre in Italia la finalità è determinare nel “modo migliore” “gli eletti”, cioè i nuovi inquilini del Palazzo del Potere.

Modo migliore per chi? Per i potenti di turno, che usano la legge elettorale come grimaldello per perpetuare il proprio potere nelle legislature successive (in barba al popolo sovrano). (…)
 
Forse che l’Italicum è stato costruito per rappresentare in modo corretto i territori? 
 
Certo che no: i potenti di turno hanno fatto i loro meschini calcoli di Palazzo e hanno concluso che, per garantirsi il controllo sui rispettivi partiti, devono avere il potere di nominare cento deputati ciascuno. Ergo il Paese va diviso in cento collegi, a prescindere da ogni altra considerazione.

(...) Quello che importa è assicurare la nomina in Parlamento a due caporioni per partito.
 
Renzi dice che l’Italicum è una buona legge perché la sera delle elezioni si sa già chi ha vinto.

Il premier è troppo modesto. L’Italicum è molto più efficiente: chi vince lo sappiamo ben prima.

Mancano due anni, e già conosciamo il nome dei due caporioni che noi, liberi elettori del Friuli Venezia Giulia, manderemo in Parlamento.

Di fronte a tanto squallore, non ci resta che sperare nella Corte Costituzionale.

LEGGI TUTTO L'ARTICOLO

 
 
 

7 commenti:

  1. E nel caso della regione Friuli - Venezia Giulia, si è del tutto ignorato che trattasi di una regione ARTIFICIALE inventata nel 1947, formata da una regione pluri-millenaria, IL FRIULI (province di Ud, Pn, Go) e la città di Trieste ritornata italiana solo nel 1954.

    Tenendo conto di tutto ciò si dovevano costituire due soli collegi:

    1) il collegio di Trieste comprendente la sola Provincia di Trieste a cui dovevano spettare solo TRE DEPUTATI (un deputato ogni 100 mila abitanti....)

    2) il collegio UNITARIO friulano a cui spettavano NOVE DEPUTATI.

    Ma la lobby triestina del PARTITO DEMOCRATICO ha IMPOSTO diversamente, tenendo conto ESCLUSIVAMENTE dell'interesse campanilistico triestino ad eleggere il 40% dei deputati spettanti all'intera regione a fronte del 18% degli abitanti della provincia di Trieste........

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  2. .... e non si continui a raccontare la frottola che si doveva garantire il seggio alla minoranza linguistica slovena!

    E' UNA FROTTOLA GIGANTESCA!!

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  3. "Di fronte a tanto squallore, non ci resta che sperare nella Corte Costituzionale" firmato Sergio Cecotti.

    VERITA' SACROSANTA!!!

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  4. Per non dimenticare - POST del 5 febbraio 2013

    TITOLO - Partitocrazie e “Questione friulana”

    Di nuovo i partiti aggravano la “Questione friulana” nel 50 anniversario dell’autonomia speciale del Friuli-Venezia Giulia.

    La legge elettorale del leghista Calderoli detta “porcellum” oltre al vulnus alla democrazia, crea effetti distorsivi che rendono ineludibile, la necessità del ripristino del diritto al voto di preferenza.

    Infatti, in Friuli-Venezia Giulia le Segreterie nazionali hanno dimenticato perfino che il dovere di votare presuppone il principio “ogni voto stesso peso”.

    Ma in regione il voto degli elettori della provincia di Trieste valgono ben più, degli elettori del restante milione di abitanti, grazie alla manipolazione delle liste fatta a Roma. Almeno avessero scelto dei moderati, ma no!, troneggiano in prima fila negli elenchi, i famosi arcinemici dei diritti friulani e perfino dell’omonimo vino.

    I Camber, i Gottardo, i Maran, insieme a un folto nugolo di visitor, affollano liste riempite di triestini in posizioni garantite.

    Problema!, chi difenderà e ci rappresenterà nei Parlamenti nazionali?

    Chi sarà in grado di stoppare la grande capacità di interdizione dello sviluppo del Friuli in nome di altre supremazie, cui sono avvezzi in particolare i tre citati personaggi? Quante imboscate conteremo per le nostre richieste e aspettative su Investimenti, Economia e Occupazione, Declino demografico, Università friulana e Scuola, Infrastrutture, Ambiente, Cultura, Identità, Welfare e Sanità, Ricerca, Competitività, Autonomie, Specialità, etc. etc?.

    Potremo contarle solo dopo averle apprese, dagli oscurati resoconti di mass-media quasi sempre terzisti col Friuli e intenti a sopire e rassicurarci.

    Ed è così che le aspirazioni friulane subiscono al nascere sapienti filtrazioni, interferenze, deformazioni e insofferenze dai livelli partitici e dal governatore Tondo, impegnati in un centralismo che non crea sviluppo.

    Tanto per cambiare ora è la volta dell’ accorpamento degli Ater a Trieste, e via a spostare centri direzionali dal Friuli.

    Il superamento di queste distorsioni è un obiettivo che deve accomunare tutti i Friulani, attuabile con la separazione amministrativa delle due entità storiche il Friuli e Trieste, relegando la Regione alla sola indicazione di obiettivi e linee generali.

    Ma ci vorranno spallate ben più decise, dato che per l’ennesima volta le burocrazie partitiche, hanno rifiutato un’occasione di rinnovamento non attingendo al prezioso serbatoio di energie, di conoscenze ed esperienze spendibili che provengono dal mondo della cultura, dell’associazionismo, della produzione, della solidarietà, dei giovani, del patrimonio di idee e suggestioni della peculiare identità friulana, pur stressata come l’Italia e l’Europa dai formidabili cambiamenti portati dalla globalizzazione, ma pure comunità civile viva e attiva, che ha il diritto di scegliere.

    GIANCARLO CASTELLARIN

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    COMMENTO

    Così nel febbraio 2013 quanto su votava con la legge elettorale popolarmente chiamata IL PORCELLUM, poi - GIUSTAMENTE - dichiarata INCOSTITUZIONALE dalla Corte Costituzionale perchè priva delle preferenze e con un premio di maggioranza troppo elevato. Ossia creava un parlamento di NOMINATI e il POPOLO SOVRANO veniva estromesso e non poteva scegliere i propri rappresentanti.

    E ora, un Parlamento di NOMINATI, dichiarati ABUSIVI dalla Corte Costituzionale, sta preparando il terreno a una nuova deriva anti-democratica con una legge elettorale peggiore del PORCELLUM e un SENATO che sarà solo un DOPO LAVORO stile bocciofila.

    LA REDAZIONE DEL BLOG

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  5. LA REPUBBLICA ITALIANA OGGI?

    Non è sicuramente più una Repubblica parlamentare (i parlamentari sono tutti NOMINATI dai PADRONI dei partiti!) e la democrazia è la grande assente.

    Per quanto riguarda la "sovranità è del popolo".... ormai è solo un ricordo lontano!

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  6. E parlando di collegi elettorali, così la lobby TRIESTINA del Partito democratico ha "fregato" un milione di Friulani:

    Da DOM.IT (stampa della minoranza slovena della provincia di Udine)

    http://www.dom.it/polemiche-antislovene_protislovenske-polemike/

    30 luglio 2015 / 30. julij 2015

    TITOLO - Polemiche antislovene/Protislovenske polemike

    "(...) Sul fronte del centrodestra, anche secondo Stefano Balloch, sindaco di Cividale ed esponente di Forza Italia, la questione slovena è solo un pretesto per «garantire un peso maggiore a Trieste rispetto al Friuli dietro al paravento della difesa delle tre minoranze linguistiche che nella nostra regione, grazie all’Italicum, non vengono minimamente tutelate a differenza di quello che avviene in Trentino Alto Adige o in Valle d’Aosta. Ufficialmente si dice di aver preso questa scelta per dare alla minoranza slovena la possibilità di eleggere un suo rappresentante, ma l’UNICO RISULTATO CHE SI OTTTERRA' SARA' QUELLO DI GARANTIRE UN MAGGIOR PESO POLITICO A TRIESTE (...)"

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  7. N.B. nella legge delega al Governo, diversi erano i criteri proposti dal Parlamento per la formazione dei collegi elettorali. Perché è stato scelto esclusivamente il criterio del numero dei residenti e non piuttosto quello più corretto del numero degli elettori?

    E perché non sono state tenute presenti situazioni particolari come quella della regione Friuli - Venezia Giulia, regione formata da due realtà storiche, geografiche, linguistiche e identitarie che nulla hanno in comune (Friuli e Trieste)?

    Non resta che sperare nella Corte Costituzionale....

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