lunedì 3 agosto 2015

ITALICUM - COLLEGI ELETTORALI: UN VOTO TRIESTINO ORA VALE DUE VOTI FRIULANI !

 
 
 
 

COLLEGI ELETTORALI
REGIONE FRIULI -VG


UN VOTO TRIESTINO ORA

VALE DUE VOTI FRIULANI!
 
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Dal quotidiano IL PICCOLO di Trieste 

1 agosto 2015
 

(…) La modifica chiesta dal Pd triestino convince la commissione che ha partorito la suddivisione dei collegi. Anzi, la rafforza: «Inserire qualche comune da una parte o dall’altra per cercare di garantirsi un seggio in più o in meno è un aspetto politico, non certo di disegno. Un disegno che non viene scalfito». (…)”

 


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LA REALTA'?

UN VOTO TRIESTINO ORA
VALE DUE VOTI FRIULANI


Si è così realizzato il vecchio e mai sopito sogno triestino: che un voto espresso a Trieste
 valga due voti dei Friulani.



La proposta di Francesco Russo, senatore triestino del PD, appoggiata dal Pd triestino Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera, ha diviso a metà il Friuli aggregandone un buon pezzo al collegio che eleggerà deputati triestini.

Questo con la scusa di costruire un ambito elettorale che sia di garanzia per la minoranza linguistica slovena garantendole una debita rappresentanza in Parlamento.

La realtà è ben diversa in quanto il Partito Democratico - PD - sta unicamente aggregando un'area elettorale politicamente "blindata" alla città di Trieste, scaricandone furbescamente le responsabilità sull'inerme minoranza slovena.”

In assenza delle preferenze, grazie ai capolista "blindati" prevista dall'Italicum e alla forza politica della città di Trieste, questa città di 200 mila abitanti avrà  il 40% dei deputati spettanti all'intera regione a fronte del 18% della popolazione che vive nella città alabardata.

Si è così realizzato il vecchio e mai sopito sogno triestino: che un voto espresso a Trieste valga due voti dei Friulani.

E poco importa che il Friuli (Udine, Pordenone e Gorizia) sia quasi il 90% del territorio regionale e abbia un milione di abitanti la gran parte del quali appartenenti a minoranze linguistiche ("solo" 600 mila gli appartenenti alla minoranza linguistica friulana!).

In tutta Italia le rappresentanze delle minoranze linguistiche, forti delle già numerose sentenze della Corte Costituzionale in cui viene ribadito e confermato che la Costituzione italiana VIETA la discriminazione tra minoranze linguistiche, si stanno organizzando per impugnare l'Italicum sollevando la questione di incostituzionalità di questa pessima legge elettorale,  per discriminazione ai sensi dell'art. 6 della Costituzione italiana.

Attualmente 21 distretti di Corte di Appello su 26 sono già coperti, ora si aggiungeranno anche i Friulani, stufi di essere discriminati in una regione a statuto speciale  formata da due entità ben distinte e incompatibili: il Friuli (ossia quasi il 90% della regione con le provincie di Udine, Pordenone e Gorizia) e la città alabardata.

Di seguito ripubblichiamo il Comunicato Stampa di data 12 marzo 2014 inviato congiuntamente - INUTILMENTE - dal "Comitato 482"  e dal "Comitato per l'autonomia e il rilancio del Friuli" a tutti i Consiglieri regionali.
 
Ripubblichiamo anche la lettera inviata - INUTILMENTE - l'11 febbraio 2014 al Presidente della Repubblica On.le Giorgio Napolitano. Pari lettera è stata inviata in pari data anche alla Presidente della nostra regione, avv. Debora Serracchiani.
 
 
RISULTATI?
 
 
N E S S U N O!!!
 

I politici eletti in Friuli (consiglieri regionali  e Parlamentari) hanno tutti ignorato la importante segnalazione di incostituzionalità!

Idem la Presidente di regione Debora Serracchiani (vice-presidente nazionale del Partito Democratico) ,  che troppo spesso dimentica che la Regione non è  la "lobby politica triestina". Come del resto sempre  dimentica che oggi la Regione Friuli - Venezia Giulia è ad autonomia speciale "esclusivamente" per la massiccia presenza di minoranze linguistiche storiche riconosciute dalla Repubblica italiana ai sensi dell'art. 6 della Costituzione italiana (600 mila friulanofoni; quasi 50 mila slovenofoni e qualche migliaio di germanici), mentre nulla c'entra con l'autonomia speciale la "virtuosità" (sic!) da lei sempre assurdamente richiamata. Virtuose sono anche molte Regioni a statuto ordinario!

E nella Regione Friuli - Venezia Giulia le minoranze linguistiche sono tre e non una sola. E hanno pari diritti linguistici e costituzionali....
 
 
 
 
1) Lettera del 12 marzo 2014:  
 
 
Udine, 12 marzo 2014
 
Comunicato Stampa congiunto di:
 
Comitât pe Autonomie
e pal Rilanç dal Friûl

 
Comitât - Odbor - Komitaat
 
 
 - Comitato 482

 

COMUNICATO STAMPA
 
Con la prima approvazione dell'Italicum assistiamo ancora una volta ad un modo di fare politica senza rispetto per la Costituzione, con grandi proclami, piccoli sotterfugi e grandi silenzi.
 
Come Comitato non intendiamo entrare nel merito della parità di genere o delle preferenze, o del premio di maggioranza, ci limitiamo a due segnalazioni:
  • i collegi elettorali saranno definiti dal Governo italiano: come sarà divisa la nostra Regione?
  • ci sarà un collegio uninominale che tiene conto delle esigenze della minoranza slovena, ma discrimina il popolo friulano o si creeranno collegi artificiosi pensati più per esigenze partitiche che per omogeneità storica, culturale e linguistica? 
  • perchè non si è inserita in legge la suddivisione in collegi portandola all'approvazione del legislatore?
  • anche nelle precedente legge elettorale (dichiarata incostituzionale per altri motivi) si discriminava tra le diverse minoranze, utilizzando i collegi uninominali solo per Val d'Aosta e Trentino - Alto Adige (con i resti gestiti su base regionale) e quindi favorendo solo lì l'elezione di candidati rappresentativi del territorio, ma con la sentenza numero 215, depositata il 18 luglio 2013, la Corte Costituzionale precisa che non è ammessa discriminazione tra le 12 minoranze linguistiche riconosciute ai sensi dell'art. 6 della Costituzione e dunque la nuova legge elettorale nasce già illegittima. I parlamentari eletti in Friuli continueranno a stare a guardare in silenzio?

C'è poi un ulteriore punto che vogliamo segnalare: l'Italicum (e già nel nome traspare uno scarso rispetto per le minoranze...) parla di liste rappresentative delle minoranze linguistiche “presentate in regioni il cui statuto speciale prevede una particolare tutela di tali minoranze linguistiche”.
 
L'art. 3 dello Statuto del Friuli-Venezia Giulia è sufficiente?
 
Segnaliamo questo particolare problema ai Consiglieri regionali affinchè affrontino il problema, almeno con una norma interpretativa chiara altrimenti le comunità friulana e slovena (per non parlare di quella tedesca, troppo esigua per interessare ai partiti) saranno state prese in giro non solo da Roma ma anche da chi li rappresenta a Trieste.
 
per il Comitato 482
il portavoce
Carlo Puppo
 
per il Comitato per l'Autonomia e il Rilancio del Friuli
il presidente
Paolo Fontanelli
 
 
 
2) Lettera dell'11 febbraio 2014
 

 

Comitato per l'Autonomia e il Rilancio del FriuliUdine

 

Al Presidente della Repubblica Italiana


on. Giorgio Napolitano

Palazzo del Quirinale

Piazza del Quirinale
00187 Roma
 
oggetto: legge elettorale
 
Stimatissimo Presidente, 
il Comitato per l'autonomia e il rilancio del Friuli, d'intesa con il Comitato 482, preso atto della proposta di legge elettorale in discussione alla Camera, rileva favorevolmente che il legislatore si pone la finalità della tutela delle minoranze linguistiche riconosciute e questo è sicuramente un punto qualificante.  
Tuttavia dobbiamo segnalare che i meccanismi elettorali che derivano dal pdl creano gravi diseguaglianze tra le diverse minoranze linguistiche riconosciute. Nella legislazione italiana, con la legge 482/99, si è data attuazione all'art. 6 della nostra Costituzione e la legge elettorale dovrebbe riferirsi alla legge 482/99 e non agli Statuti speciali che contengono l'indicazione delle minoranze linguistiche riconosciute (solo gli statuti del Trentino - Alto Adige e della Val D'Aosta lo fanno in maniera esplicita; per la regione Friuli - Venezia Giulia ciò è indicato in maniera indiretta, le altre Regioni non dicono nulla in merito). Ricordato che con la sentenza numero 215, depositata il 18 luglio 2013, la Corte Costituzionale precisa che non è ammessa discriminazione tra le 12 minoranze linguistiche riconosciute ai sensi dell'art. 6 della Costituzione, si segnala che, invece, nel pdl si prevede:
  • collegi uninominali per Val d'Aosta e Trentino - Alto Adige (con i resti gestiti su base regionale)
  • collegi plurinominali con sbarramento al 20% su base regionale in Friuli - Venezia Giulia per liste delle minoranze linguistiche tutelate in Statuto,
  • sistema nazionale in Sardegna, ove le lingue sarda e catalana non sono tutelate in Statuto
  • sistema nazionale in Sicilia, ove la lingua della minoranza albanese non è citata.
Tenuto conto poi che “liste rappresentative di minoranze linguistiche riconosciute” nè in Friuli - VG nè in altre Regioni (ove pure non sono tutelate) non hanno mai raggiunto la soglia del 20% su base regionale, l'intento della legge viene vanificato con effetti discriminatori tra le diverse minoranze. 
L'intenzione del legislatore di ricorrere al cosiddetto “modello spagnolo” dovrebbe quantomeno essere perseguito coerentemente, abolendo la soglia del 20%.
Visto che si è tanto parlato di modello spagnolo diventa utile ricordare che proprio la Spagna prevede le rappresentanze politiche della Catalogna, dei Paesi Baschi, della Galizia, dei Maiorchini e delle Isole Canarie, con unico sistema proporzionale, senza creare alcun problema al formarsi della maggioranza politica statale.
Il Comitato, con la presente, intende quindi segnalare la possibile incostituzionalità della proposta di legge elettorale in discussione in Parlamento, per quanto attiene ai meccanismi di tutela delle minoranze linguistiche riconosciute in Italia (legge 482/99).
 
RingraziandoLa dell'attenzione,
 
per il Comitato per l'Autonomia e il Rilancio del Friuli
il presidente
dott. Paolo Fontanelli
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LA REDAZIONE DEL BLOG

 

3 commenti:

  1. In una regione ARTIFICIALE come la regione FRIULI - VG, non è ammissibile la formulazione dei collegi sulla sola base numerica. Nel 1947 fu costituita una regione che gli stessi padri Costituenti riconoscevano formata da una realtà - la regione storica e geografica FRIULI - e da una "speranza", ossia il TLT zona A che nel 1947 non faceva ancora parte dello Stato italiano. Nel 1954 l'attuale Provincia di Trieste ritornò all'Italia e il nazionalismo italiano pensò bene di "regalare" il Friuli alla città redenta dandogli il ruolo di capoluogo di regione che non gli spettava in quanto Trieste è sempre stata un corpo estraneo al Friuli.

    E i 600 mila friulanofoni che vivono in 176 Comuni, ossia la quasi totalità del Comuni regionali?

    UFO capitati per caso in regione? O una realtà da cui non si può prescindere nel formulare i collegi elettorali regionali?

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  2. Tenuto conto che la regione è formata da due entità distinte (Friuli e Trieste), corretto sarebbe dividere la regione in due collegi:

    1) un collegio friulano comprendente le tre provincie friulane di Pordenone, Udine e Gorizia (circa un milione di abitanti)

    2) il collegio di Trieste corrispondente alla sua Provincia. ( circa 230 mila abitanti)

    Tenuto conto che la rappresentanza è di circa un deputato ogni 100 mila abitanti e che Trieste ha 204.000 mila abitanti, corretto sarebbe che a Trieste spettassero solo due deputati in tutto!

    E invece con il blitz del trio triestinissimo Russo/Blazina/ Rosato ne avrà oltre il doppio di quanti gli spettano!

    UN VOTO TRIESTINO ORA VALE DUE VOTI FRIULANI alla faccia di un deputato ogni 100 mila abitanti.

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  3. Da DOM.IT (stampa della minoranza slovena della provincia di Udine)

    http://www.dom.it/polemiche-antislovene_protislovenske-polemike/

    30 luglio 2015 / 30. julij 2015

    TITOLO - Polemiche antislovene/Protislovenske polemike

    "(...) Sul fronte del centrodestra, anche secondo Stefano Balloch, sindaco di Cividale ed esponente di Forza Italia, la questione slovena è solo un pretesto per «garantire un peso maggiore a Trieste rispetto al Friuli dietro al paravento della difesa delle tre minoranze linguistiche che nella nostra regione, grazie all’Italicum, non vengono minimamente tutelate a differenza di quello che avviene in Trentino Alto Adige o in Valle d’Aosta. Ufficialmente si dice di aver preso questa scelta per dare alla minoranza slovena la possibilità di eleggere un suo rappresentante, ma l’UNICO RISULTATO CHE SI OTTTERRA' SARA' QUELLO DI GARANTIRE UN MAGGIOR PESO POLITCO A TRIESTE (...)"

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