ITALICUM
COLLEGI
ELETTORALI
LA
MINORANZA LINGUISTICA FRIULANA
HA
DIRITTO AD UN
COLLEGIO
ELETTORALE UNICO!!!
PROMEMORIA
PER
L'AVV.
DEBORA SERRACCHIANI,
PRESIDENTE
REGIONE FRIULI-VG
Elenco
Comuni in cui è riconosciuta ufficialmente la presenza della
minoranza linguistica friulana ai sensi della legge 482/99 e
dell'art. 6 della Costituzione italiana.
PROVINCIA
DI GORIZIA:
15
COMUNI SU 25
PROVINCIA
DI PORDENONE:
36
COMUNI SU 50
PROVINCIA
DI UDINE:
125
COMUNI SU 136
F-VG, COMUNI CON PRESENZA DI CITTADINI DI LINGUA FRIULANA
PROVINCIA
DI PORDENONE
Andreis,
Arba, Arzene, Aviano, Barcis, Budoia, Casarsa della Delizia,
Castelnovo del Friuli, Cavasso Nuovo, Claut, Clauzetto, Cordenons,
Cordovado, Fanna, Fontanafredda, Frisanco, Maniago, Meduno,
Montereale Valcellina, Morsano al Tagliamento, Pinzano al
Tagliamento, Polcenigo, Pordenone, San Giorgio della Richinvelda, San
Martino al Tagliamento, San Quirino, San Vito al Tagliamento,
Sequals, Sesto al Reghena, Spilimbergo, Tramonti di Sopra, Tramonti
di Sotto, Travesio, Valvasone, Vito d'Asio, Vivaro, Zoppola.
denominazione
in lingua friulana
Andreis,
Darbe, Darzin, Davian, Barcis, Budoie, Cjasarse, Cjistielnûf,
Cjavàs, Claut, Clausêt, Cordenons, Cordovât,
Fane, Fontanefrede, Frisanc, Manià, Midun, Montreâl, Morsan des
Ocjis, Pinçan, Polcenic, Pordenon, Sant
Zorç de Richinvelde, Sant Martin di Voleson, Sant Quarin, Sant Vît
dal Tliment, Secuals, Siest, Spilimberc, Tramonç
Disore, Tramonç Disot, Travês, Voleson, Vît, Vivâr, Çopule.
PROVINCIA
DI UDINE
Aiello
del Friuli, Amaro, Ampezzo, Aquileia, Arta Terme, Artegna, Attimis,
Bagnaria Arsa, Basiliano, Bertiolo, Bicinicco, Bordano, Buia,
Buttrio, Camino al Tagliamento, Campoformido, Campolongo Tapogliano,
Carlino, Cassacco, Castions di Strada, Cavazzo Carnico, Cercivento,
Cervignano del Friuli, Chiopris-Viscone, Chiusaforte, Cividale del
Friuli, Codroipo, Colloredo di Monte Albano, Comeglians, Corno di
Rosazzo, Coseano, Dignano, Dogna, Enemonzo, Faedis, Fagagna,
Fiumicello, Flaibano, Forgaria nel Friuli, Forni Avoltri, Forni di
Sopra, Forni di Sotto, Gemona del Friuli, Gonars, Latisana, Lauco,
Lestizza, Lignano Sabbiadoro, Ligosullo, Magnano in Riviera, Majano,
Malborghetto-Valbruna, Manzano, Martignacco, Mereto di Tomba, Moggio
Udinese, Moimacco, Montenars, Mortegliano, Moruzzo, Muzzana del
Turgnano, Nimis, Osoppo, Ovaro, Pagnacco, Palazzolo dello Stella,
Palmanova, Paluzza, Pasian di Prato, Paularo, Pavia di Udine,
Pocenia, Pontebba, Porpetto, Povoletto, Pozzuolo del Friuli,
Pradamano, Prato Carnico, Precenicco, Premariacco, Preone, Prepotto,
Ragogna, Ravascletto, Raveo, Reana del Roiale, Remanzacco, Resiutta,
Rigolato, Rive d'Arcano,
Rivignano, Ronchis, Ruda, San Daniele del Friuli, San Giorgio di
Nogaro, San Giovanni al Natisone, Santa Maria la Longa, San Vito al
Torre, San Vito di Fagagna, Sauris, Sedegliano, Socchieve, Sutrio,
Talmassons, Tarcento, Tarvisio, Tavagnacco, Teor, Terzo d'Aquileia,
Tolmezzo, Torreano, Torviscosa, Trasaghis, Treppo Carnico, Treppo
Grande, Tricesimo, Trivignano Udinese, Udine, Varmo, Venzone,
Verzegnis, Villa Santina, Villa Vicentina, Visco, Zuglio.
denominazione
in lingua friulana
Dael,
Damâr, Dimpeç, Aquilee, Darte, Dartigne, Atimis, Bagnarie,
Basilian, Bertiûl, Bicinins, Bordan, Buie, Buri, Cjamin di Codroip,
Cjampfuarmit, Cjamplunc Tapoian, Cjarlins, Cjassà, Cjasteons di
Strade, Cjavaç, Çurçuvint, Çarvignan, Cjopris e Viscon, Scluse,
Cividât, Codroip, Colorêt, Comelians, Cuar di Rosacis, Cosean,
Dignan, Dogne, Enemonç, Faedis, Feagne, Flumisel, Flaiban,
Forgjarie, For di Avoltri, For Disore, For Disot, Glemone, Gonars,
Tisane, Lauc, Listize, Lignan, Liussûl, Magnan, Maian, Malborghet,
Manzan, Martignà, Merêt di Tombe, Mueç, Muimans, Montenârs,
Mortean, Morùs, Muçane, Nimis, Osôf, Davâr, Pagnà, Palaçûl,
Palme, Paluce, Pasian di Prât, Paulâr, Pavie, Pucinie, Pontebe,
Porpêt, Paulêt, Puçui, Pradaman, Prât, Prissinins, Premariâs,
Preon, Prepot, Ruvigne, Ravasclêt, Raviei, Reane dal Roiâl,
Remanzâs, Resiute, Rigulât, Rivis d'Arcjan, Rivignan, Roncjis,
Rude, Sant Denêl, Sant Zorç di Noiâr, Sant Zuan dal Natison, Sante
Marie la Lungje, Sant Vît de Tor, Sant Vît di Feagne, Sauris,
Sedean, Soclêf, Sudri, Talmassons, Tarcint, Tarvis, Tavagnà, Teôr,
Tierç, Tumieç, Torean, Tor di Zuin, Trasaghis, Trep di Cjargne,
Trep Grant, Tresesin, Trivignan, Udin, Vildivâr, Vençon, Verzegnis,
Vile di Cjargne, Vile Visintine, Visc, Zui.
PROVINCIA
DI GORIZIA
Capriva
del Friuli, Cormons, Dolegna del Collio, Farra d'Isonzo, Gorizia,
Gradisca d'Isonzo, Mariano del Friuli, Medea, Monfalcone, Moraro,
Mossa, Romans d'Isonzo, Sagrado, San Lorenzo Isontino, Villesse.
denominazione
in lingua friulana
Caprive,
Cormons, Dolegne dal Cuei, Fare, Gurize, Gardiscje, Marian, Migjee,
Monfalcon, Morâr, Mosse, Romans dal Lusinç, Segrât, Sant Lurinç
dal Lusinç, Vilès.
Fonte: RAFVG Direzione centrale Istruzione, formazione e cultura.
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Il risultato finale sarà che il 18% degli elettori regionali (ossia i residenti nel Comune di Trieste!) avranno la possibilità di eleggere ben il 40% dei parlamentari che spettano all'intera regione!
RispondiEliminaLa minoranza slovena "comunque" non avrebbe avuto problemi visto considerato che accordandosi con il Pd, COME HA SEMPRE FATTO!, e collocando un suo (e magari anche più di uno!) rappresentante in posizione "SICURA" (le liste elettorali sono semi-bloccate!) nelle liste del Pd regionale, ha sempre avuto la garanzia di essere rappresentata in Parlamento! E allora cos'è che vogliono? Dov'è il problema? La diversa legislazione costituzionale della Slovenia nei confronti dell'Italia? Le minoranze linguistiche riconosciute e tutelate in Italia sono 12 (DODICI) e non tre (francesi della Valle D'Aosta; tedeschi della provincia di Bolzano e sloveni della regione FR-vg) e non c'è alcuna differenza giuridica tra minoranze linguistiche CON Stato e minoranze linguistiche SENZA Stato.
Il problema che ora invece si crea è la drammatica situazione del Friuli (UD, PN e GO) e delle minoranze linguistiche friulana e germanica, truffate da Roma e dai TRIESTINI!
E i politici friulani ? Se ne fregano, come sempre, dei problemi del Friuli e dei Friulani!
Vonte contentâ i triestins, vere?
Come si risolve il problema? In maniera molto semplice, forse troppo per Matteo Renzi, Debora Serracchini e i parlamentari TRIESTINI del PD:
RispondiElimina"(...) un obiettivo pratico abbastanza semplice in termini legislativi: un sistema elettorale per la Sardegna e il Friuli-Venezia Giulia, regioni che vedono una presenza significativa e maggioritaria di minoranze linguistiche, analogo a quello previsto per il Trentino/ Sudtirol, con l’elezione diretta a livello regionale di tutti i parlamentari spettanti.
Giorgio Cavallo".
Chi sono i responsabili di questa situazione che penalizza in maniera pesantissima il Friuli (Ud, Pn e GO) e la minoranza linguistica friulana e germanica?
RispondiEliminaIn primis la rappresentante in Parlamento della minoranza LINGUISTICA slovena di TRIESTE, l'onorevole TAMARA BLAZINA che risulta aver presentato un emendamento alla legge elettorale che impone al Governo di accorpare in un’unica circoscrizione i 32 Comuni della minoranza slovena.
E i 176 (LEGGISI CENTOSETTANTASEI !) Comuni della minoranza linguistica friulana?
Non hanno forse pari diritti della minoranza linguistica slovena di Trieste? O sono forse una minoranza linguistica di serie Z per l'onorevole Tamara BLAZINA?
Perché non è stato presentato un emendamento affinché anche nella regione Friuli - vg fosse applicato lo stesso regime elettorale vigente in Trentino - Alto Adige?
Non era questa una soluzione più equa e rispettosa di tutte e tre le minoranze linguistiche che vivono in Regione (friulani, sloveni e germanici)?
In Regione contano più i 32 comuni di lingua slovena che i 176 comuni di lingua friulana? E questa sarebbe democrazia?
Colpevole anche la Presidente Debora Serracchiani che non ha bloccato il blitz dell'onorevole BLAZINA e i parlamentari friulani che come sempre DORMONO quando non sono perfino conniventi!
Dal Messaggeero Veneto del 14 luglio 2015 -
RispondiEliminaTITOLO - L’Italicum spacca il Pd, Martines contro Russo: "Ha favorito Trieste"
SOTTOTITOLO - Il consigliere regionale: collegi come in Trentino, perchè no?. «Non parteciperò a tavoli tecnici, basta con le prese in giro»
di Mattia Pertoldi
(PRIMA PARTE)
TESTO - Una piccola bomba a orologeria tutta interna al Partito democratico del Friuli Venezia Giulia quella che si è innescata sulla composizione dei collegi elettorali della Regione contenuti nell’Italicum e che sta già spaccando il partito in due parti: friulani da una parte, triestini dall’altra.
Il lavoro di fino su cui si è cominciato a lavorare a Roma per modificare le circoscrizioni di voto, infatti, potrebbe non bastare a raffreddare gli animi udinesi, surriscaldatisi dal momento della certificazione della divisione in due del Friuli decisa dal ministro Maria Elena Boschi.
Un taglio netto “verticale” che, secondo il consigliere regionale Vincenzo Martines, trova nel senatore triestino Francesco Russo il colpevole principale di questa situazione. Un colpevole a cui l’ex vicesindaco di Udine chiede «di prendersi la responsabilità politica» delle frizioni e delle tensioni interne ai democratici del Friuli Venezia Giulia.
Doppio blitz. Nel mirino di Martines, Russo ci è finito – come pure l’onorevole triestina Tamara Blazina anche se in una posizione defilata – per due motivazioni: l’emendamento alla modifica dello Statuto del Fvg con la possibilità per il Consiglio di istituire le città metropolitane e quello alla legge elettorale che impone al Governo di accorpare in un’unica circoscrizione i 32 Comuni della minoranza slovena.
«Il fatto che il capolista del Pd al Senato alle ultime elezioni – ha tuonato Martines – non tenga minimamente conto di una pronuncia del Consiglio regionale e, senza dire nulla a nessuno, con un blitz all’ultimo momento cambi le carte in tavola sul nostro Statuto mi preoccupa fortemente perché rischia di ledere seriamente la nostra autonomia.
Non ne faccio una questione di sostanza, visto che oggettivamente dopo la nostra pronuncia cambia poco, ma di metodo di azione di una persona che dovrebbe rappresentare tutta la regione, invece di essere espressione degli interessi di una sola parte del territorio». Un primo affondo a cui ne segue un secondo, altrettanto duro.
«Qualsiasi soluzione si trovi in questo momento – ha continuato Martines – non riuscirà mai a salvaguardare l’unità del Friuli e delle diverse realtà che popolano la regione. Non ho nulla contro la minoranza slovena, anzi mi auguro che riescano a eleggere un loro rappresentante, ma è bene che tutti si rendano conto di come la spaccatura del territorio abbia alle spalle un preciso regista, il senatore Francesco Russo, che adesso dovrà prendersi la responsabilità politica delle sue azioni e di averci voluto mettere, nel partito, gli uni contro gli altri».
(CONTINUA)
Dal Messaggeero Veneto del 14 luglio 2015 -
RispondiEliminaTITOLO - L’Italicum spacca il Pd, Martines contro Russo: "Ha favorito Trieste"
SOTTOTITOLO - Il consigliere regionale: collegi come in Trentino, perchè no?. «Non parteciperò a tavoli tecnici, basta con le prese in giro»
di Mattia Pertoldi
(SECONDA E ULTIMA PARTE)
MODELLO TRENTINO. Quello che Martines proprio non riesce a digerire è la differenza tra il Friuli Venezia Giulia e altre due regioni italiane dove è forte la presenza di una componente linguistica e culturale minoritaria: Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige.
L’Italicum, infatti, disegna sì una geografia italiana basata su cento collegi plurinominali, fatta salva, però, la differenza in questi due territori dove si voterà, rispettivamente, in uno e otto collegi uninominali.
E in Alto Adige la prima delle otto circoscrizioni è addirittura ristretta soltanto alla città di Bolzano e al Comune di Laives le cui popolazioni, insieme, arrivano a poco più di 120 mila abitanti. Praticamente un quarto della dimensione demografica minima ammissibile stabilita dal decreto legislativo del Governo per il Fvg e pari a 487 mila 594 persone.
«Mi chiedo perché il nostro capolista – ha attaccato Martines – invece di battersi in Senato per garantire alla nostra regione una situazione simile a quella del Trentino Alto Adige, che tutela e difende davvero le diverse realtà e minoranze presenti, si sia preoccupato, assieme alla sua collega Blazina, soltanto di presentare un emendamento per i comuni di lingua slovena».
Siamo al muro contro muro, dunque, e almeno al momento difficilmente basterà qualche ramoscello d’ulivo per riportare il sereno sull’asse Udine-Trieste.
«Non ho alcuna intenzione di partecipare a eventuali tavoli tecnici – ha concluso Martines – tra parlamentari e consiglieri regionali perché non mi faccio prendere in giro da nessuno. Il sottoscritto, assieme al presidente Iacop, ha più volte organizzato incontri e assemblee in cui discutere di specialità e del rapporto tra Stato e Regione.
Eppure nessuno, a partire, da Russo si è sognato nemmeno di accennare le proprie intenzioni, né sulla legge di modifica dello Statuto né sull’Italicum».
Insomma una situazione che sembra piuttosto complicata: ci vorrà un lungo lavoro di tessitura per riappacificare gli animi all’interno del partito di maggioranza.
FINE DELL'ARTICOLO
...............
COMMENTO: lacrime di coccodrillo quelle del consigliere regionale PD Martines? Perché non PRETENDE le dimissioni del senatore triestino Francesco Russo e dell'on. triestina Tamara Blazina?
E comunque la minoranza linguistica slovena non avrà alcun vantaggio dall'emendamento RUSSO/BLAZINA perché questa minoranza continuerà anche in futuro, con l'ITALICUM, ad avere un rappresentante in Parlamento SOLO se un partito nazionale metterà in lista, in posizione SICURA, un candidato della minoranza linguistica slovena!
RispondiElimina................
Comunicati Agenzia Consiglio Notizie
Pd-Ssk: Gabrovec, nuova legge elettorale inadeguata per minoranze
10 Luglio 2015, ore 12:32
(ACON) Trieste, 10 lug - COM/AB - "Il collegio orientale va visto per quello che è, vale a dire una foglia di fico a coprire la vergogna di una legge che non ha saputo rispondere in modo adeguato all'esigenza di garantire la rappresentanza di una minoranza linguistico-nazionale riconosciuta e tutelata".
È chiara la presa di posizione del consigliere regionale Pd/Ssk e segretario politico della Slovenska skupnost Igor Gabrovec.
"L'elezione del candidato sloveno - precisa Gabrovec - anche in futuro dipenderà esclusivamente dalla buona volontà dei grandi partiti nazionali, allo stato attuale con ogni probabilità il Pd. Il candidato sloveno sarà infatti eletto solamente qualora la segreteria romana del partito decidesse di collocarlo in una posizione di capolista nel collegio orientale che consenta effettivamente la sua elezione. Se non sarà capolista, considerato l'esiguo numero di seggi previsti nel collegio, avrà bisogno di un numero di preferenze molto elevato, tanto da renderlo quasi ineleggibile. Non c'è quindi alcun effetto pratico agevolativo per la minoranza, come è invece espressamente previsto nella legge di tutela.
Il collegio cosiddetto agevolato è quindi una foglia di fico a coprire la vergogna di una legge che non ha saputo rispondere in modo adeguato all'esigenza di garantire la rappresentanza di una minoranza linguistico-nazionale riconosciuta e tutelata".
"La Slovenska skupnost (Unione Slovena) aveva proposto e sostenuto ben altra soluzione, predisponendo in collaborazione e per mano del sen. Karl Zeller della Sudtiroler Volkspartei un emendamento che aveva superato il vaglio di ammissibilità costituzionale ed era perfettamente legittimo. La proposta prevedeva di abbassare per le liste espressive delle minoranze linguistiche del FVG la soglia del 20 % dall'ambito regionale a quello più ristretto dei comuni e frazioni, ove si applica il bilinguismo visivo, e dove la percentuale della minoranza slovena è molto più consistente, per il che detta soglia appariva raggiungibile. Purtroppo il Governo e la maggioranza avevano espresso parere contrario alla sua approvazione, condannandolo alla bocciatura in Aula".
"L'emendamento - sottolinea Gabrovec - non presupponeva né il seggio garantito né il censimento, bensì un semplice diritto a concorrere. È chiaro a tutti, infatti, che per una minoranza qual è quella slovena, molto ottimisticamente quantificata in circa 50.000 persone, il raggiungimento in forma di lista autonoma del 20% dei voti validi espressi a livello regionale è palesemente irraggiungibile".
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COMMENTO DELLA REDAZIONE DEL BLOG:
"CHIARO ORA CHE IL COLLEGIO ELETTORALE UNICO NON SERVIRA' AFFATTO ALLA MINORANZA LINGUISTICA SLOVENA, PER LA QUALE NULLA CAMBIERA'. MENTRE INVECE SERVE MOLTISSIMO A TRIESTE PER FARE "IL PIENO" DI PARLAMENTARI !